DISCRIMINAZIONE

"Questa notte, intorno all'una, un gazzella di nome Linda è stata divorata..."

La gatta dal pelo marrone che parlava nella televisione grigia esponeva l'ennesima brutta notizia.

Legoshi e Jack erano posizionati davanti all'oggetto intenti a giocare a dama con due capre dal pelo candido.

Il cane sospirò triste per ciò che aveva appena udito.

"Facciamo che questa l'avete vinta voi". sussurrò uno degli erbivori per poi alzarsi seguito dal simile.

"Ma avremmo perso alla prima mossa".

Il lupo si voltò verso gli avversari che, però, continuarono a camminare.

Jack sospirò di nuovo con Karim, rimasto fino a poco prima vicino alla finestra, che gli accarezzava la testa.

"Sono cose che succedono". disse a bassa voce la iena.

La scena fu osservata da Alex seduto in lontananza, teneva il bastone fra le gambe e sulla parte superiore di esso poggiava le dita schiacciate leggermente dal mento.

Le cose fra erbivori e carnivori potevano solo peggiorare dopo gli ultimi avvenimenti: i primi avevano le loro ragioni, ma anche i secondi meritavano un po' più di comprensione.

"Io vado a controllare Gorky".

Legoshi si alzò e si incamminò fuori dalla stanza.

"Va bene, ci vediamo dopo". disse lo studente poco più lontano, poco dopo il suo sorriso divenne un'espressione interrogativa.

"Ma, aspetta, chi è Gorky?"

Si voltò, il canide era già sparito.

"È lo scarabeo di Legoshi, un animaletto da compagnia".

Joshua si sedette di fianco al ragazzo.

"Ma va".

Colui che si era da poco allontanato camminava per i corrodoi silenzioso come suo solito, usava la mente per ricordare intento a muovere un piede davanti all'altro.

Si ricordava di quella sera, si ricordava di lei.

Chiuse gli occhi e quando li riaprì la rivide dall'altra parte del tavolo della mensa, si massaggiava il muso poco dolorante per il colpo ricevuto da Alex.

"Ehm, come-"

"Si è fatto tardi".

La coniglietta scese dallo zaino con un leggero balzo.

"Vado al mio dormitorio, mi accompagni?"

Il più alto restò in silenzio e si voltò verso il ragazzo alle sue spalle che ricominciò a muovere il bastone sul palmo più volte.

"Sì".

Si avviarono fianco a fianco ma non dissero nemmeno una parola, tuttavia il carnivoro notò che la studentessa aveva una scarpa aperta e piegò la schiena per rimetterla a posto.

Tuttavia la mano di Legoshi raggiunse per prima l'oggetto nero e risolse il problema.

I loro sguardi si fissarono.

"Io... volevo sapere... Il tuo nome". sussurrò il lupo senza smettere di guardare la coniglietta che sorrise.

"Haru". rispose l'erbivora.

Haru, quattro lettere e una vita per saperlo.

"Lasciatemi!"

Legoshi separò le palpebre velocemente appena udì una voce femminile dal tono spaventato.

"Guarda qui! I giornali dicono che il leader dei carnivori responsabili della morte di Linda è un lupo grigio!"

Un'aquila e un tasso cercavano di tirare verso di loro una lupa, lo studente in lontananza non vedeva la vittima di quel gesto ma riconosceva la specie dal braccio coperto da pelliccia violacea.

"Qualche problema?" chiese il canide ai due bulli.

"Che cosa vuoi?!"

Entrambi si voltarono verso il nuovo arrivato ma si ammutolirono appena ne videro l'altezza.

"Lei è mia sorella, se avete qualche problema con lei pot..."

Legoshi smise di parlare appena notò che la lupa non gli assomigliava neanche un poco.

"Non prenderci in giro!" protestò il rapaca dalle piume marroni.

"Non vi sto prendendo in giro: io sono simile a nostro padre e lei a nostra madre". ribattè il canide senza perdere neanche un centimetro della postura con cui si era presentato.

"Tutto bene, sorellina?" chiese intanto a inginocchiarsi.

"Sì, grazie fratellone". rispose la lupa ancora sconvolta.

I due bulli si allontanarono e solo allora Legoshi si poggiò contro il muro e sospirò per lasciare uscire la tensione dal suo corpo.

"Scusa se mi sono finto tuo fratello".

"Tranquillo".

La carnivora era inginocchiata.

"Purtroppo da queste parti le cose vanno così, ti ci abituerai".

Il più alto rizzò le orecchie appena udì dei singhiozzi, come gli indizi preannunciavano, il canide davanti a lui piangeva con le mani strette sulla gonna bianca.

"È peggio delle medie! Non possono trattarci così!"

Legoshi fissò la scena senza dire nulla.

I carnivori erano da sempre visti come i cattivi per ovvie ragioni, ma il bullismo che subivano non migliorava le cose.

Era la cosiddetta altra faccia della medaglia.

Gli erbivori devono darsi una regolata.

Pensava la lupa, mentre il simile davanti a lui le porgeva un fazzoletto.

Poco dopo quest'ultimo si alzò pensieroso ed ebbe il tempo di fare quattro passi prima di sentire nuovamente la voce della femmina.

"Tu sei Legoshi, vero?"

Colui che era stato appena nominato si voltò.

"Sì".

"Io sono Juno, starò nel club degli attori, Sheila mi aveva detto che nel club di arte era presente un lupo grigio".

La nuova arrivata mostrò un leggero rossore sulle guance.

"Juno! Scusa, non ti avevo riconosciuto!"

"Tranquillo! Senti, visto che siamo della stessa specie parliamo più spesso!"

Legoshi pensò un istante, doveva essere più loquace.

"Va bene, possiamo andare insieme al teatro".

"In realtà ho sentito che c'è una riunione solo per gli studenti del secondo anno".

Una riunione? Pensava il lupo.

Il direttore del club di teatro mostrò il volantino del Festival del Meteorite.

"Visto che il nostro club prenderà parte al festival i carnivori potranno andare in città su autorizzazione".

"E gli erbivori?" chiese Ellen nel suo solito tono ribelle.

"Gli erbivori devono restare nell'apposita area riservata al festival per motivi di sicurezza".

Prima che Ellen potesse anche solo pensare a una risposta alcuni passi in avvicinamento le fecero girare la testa verso la fonte del rumore.

"Tutti sappiamo com'è un carnivoro che perde il controllo". disse Louis con lo sguardo su Bill e Legoshi che evitarono di incrociare le pupille con le sue.

"Ancora con questa storia". sussurrò la tigre.

Il cervo fece per uscire ma si fermò.

"Un'ultima cosa: non pensate nemmeno di andare al Mercato Nero".

Il Mercato Nero.

Il lupo fissava la città coperta dal velo della sera.

"Sei mai stato al Mercato Nero?" chiese ad Aoba, un'aquila dal piumaggio bianco seduta alle sue spalle.

"Cos'è il Mercato Nero?" chiese Alex intento ad avvicinarsi al canide.

"È un punto segreto nella città dove si mangia carne e no, Legoshi, non ci sono mai stato". rispose il rapace a entrambe le domande.

"E la polizia non l'hai mai trovato?" domandò lo studente con il bastone.

"Beh, è molto segreto".

"Alex".

Il carnivoro che fino a poco prima fissava la città si voltò verso il più basso.

"Domani dovrò recarmi in città con Bill e altri studenti per quest'ultima riguardanti il festival, vorrei che venissi con me".

"Cosa?"

"Non credo di essermi del tutto ripreso psicologicamente dal mio scontro con Bill, averti vicino può essere un modo per evitare il peggio".

Alex fissava il canide senza dire nulla.

Doveva andare in città: tanta gente, tanti sguardi, tanti giudizi... Non era abituato del tutto all'ambiente scolastico di sicuro non era pronto a quello che l'esterno gli riservava.

Ma era uno dei suoi pochi amici a chiderlo.

CIAU!
Tecnicamente il capitolo doveva essere più lungo ma per un imprevisto l'ho chiuso qui.
Vedo se riesco a unire la parte mancante al capitolo successivo.

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