BEASTAR.

Legoshi dormiva, in realtà sperava di farlo e allo stesso tempo di restare sveglio in un eterno guscio dove nessuno lo avrebbe più disturbato.

"Legoshi!"

Kawab sorrise e spalancò le tendine blu sorridente: si presentava come un cane dal pelo bianco con dei peli davanti agli occhi eppure tale dettaglio sembrava non dargli nessun impedimento nel camminare e nel guardare.

"Dormi come un ghiro e pesi come un orso". sussurrò intento a trascinare il simile fuori dalla branda fino al centro della camera che ospitava, compresi loro due, ben sei studenti.

Karim aprì la porta del bagno e uscì sorridente.

"Scommetto che nemmeno tu hai studiato per il compito di matematica".

Se il coyote da pelo mischiato fra nero e marrone avesse davvero puntato dei soldi un istante dopo li avrebbe incassati.

"Sì". disse a bassa voce il lupo.

"Come ti capisco, amico".

"Il bagno è mio!"

Il più basso del gruppo, Dimitri, si buttò giù dal letto e scattò fino alla stanza appena nominata, il canide che veniva trascinato osservò per un momento una saetta marrone che sfrecciava vicino a lui.

"Su, vestiti".

Kawab liberò il compagno di stanza, che si alzò e puntò gli occhi sullo specchio.

Osservò il proprio riflesso e non smise di guardare il lupo davanti a sé.

"Legoshi!"

Nemmeno la pacca di Joshua sembrò destarlo da quella riflessione, la iena marrone, e leggermente maculata, ripetè il gesto di poco prima.

"Legoshi?"

Vista l'assenza di una reazione alzò le spalle e incolpò la stanchezza per poi tornare vicino al cane bianco per sistemare la cravatta richiesta dalla divisa scolastica.

Colui che li era affianco, Jack, fissò Legoshi, lo conosceva sin da quando erano cuccioli e il silenzio totale dell'amico non passò inosservato.

Non era un chiacchierone eppure in quel momento taceva più del solito, qualcosa non andava ne era certo.

I sei camminavano in corridoio diretti verso la mensa.

"Cosa c'è? La vecchiaia è arrivata in anticipo". disse qualcuno per poi ridere.

Il canide taciturno si voltò e vide Alex camminare verso di lui con il bastone stretto nella mano destra, l'oggetto aveva causato non pochi commenti, per nulla positivi, ma il ragazzo per la prima volta nella sua vita da emarginato sentiva che scivolavano addosso a lui come pioggerellina: fastidiosa, ma non abbastanza da distrarlo.

Il lupo, finalmente, mostrò un'emozione diversa: il terrore.

"Legoshi?"

Jack fissò l'amico sempre più preoccupato.

"Andate ragazzi, vi raggiungo subito".

Il cane annuì e si avviò insieme ai suoi compagni e, proprio in quel momento, Alex si fermò davanti allo studente.

Quest'ultimo fissava il nuovo arrivato sempre più agirato seppure all'esterno mostrasse una calma impressionante.

Non sapeva cosa volesse colui che in quel momento lo fissava ma avrebbe scommesso persino la vita che aveva a che fare con ciò che era successo la sera prima.

"Non dirò niente". sussurrò il ragazzo con il bastone.

"Come?"

"Non dirò niente". ripetè.

Appena il concetto fu chiaro Legoshi osservò il nuovo studente intento a camminare.

"Vuoi fare colazione con noi?"

L'invito uscì spontaneo come fosse un saluto a un amico.

"Lui è Alex, farà colazione con noi".

"Buongiorno". sussurrò timidamente il diretto interessato mentre eseguiva un impercettibile saluto con la mano libera.

Non ci furono obiezioni e il gruppo composto da sette elementi raggiunse il punto dove due fogli bianchi mostravano i menù per erbivori e carnivori.

Alex fissava il lupo e sospirò, se davvero qualunque predatore poteva mostrargli le zanne senza conseguenze doveva trovare protezione e il canide, a occhio, poteva offrirne parecchia.

Il ragazzo non era fiero del suo gesto ma, al momento, era l'istinto di autoconservazione ad avere la meglio.

"Bistecca di fagioli, sì!"

Joshua sembrava felice come fosse alle elementari.

"Bistecca di fagioli?"

"Beh, mangiare e vendere carne sono considerati gravi crimini, perciò la scuola cerca di venire incontro ai carnivori con alimenti che possono soddisfare le loro esigenze".

Alex fissò Jack senza dire una parola, quest'ultimo lo guardò un attimo prima di procedere.

Lo studente con il bastone non ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva avuto una conversazione così lunga con qualcuno.

La sua riflessione fu interrotta quando vide la iena camminare verso il tavolo, fece un paio di passi rapidi e poggiò la mano sul petto dello studente.

"Ma che-"

"G-grazie". sussurrò una piccola scoiattolina, se Alex non avesse fermato il canide marrone la poveretta sarebbe finita schiacciata.

"Che vista, amico". sussurrò Joshua per poi procedere al tavolo.

Amico, una parola a lui sconosciuta.

I sette iniziarono la colazione anche se a usufruirne furono in sei, il lupo non riusciva a mangiare e nemmeno a toccare il cibo soffice della mensa... Soffice come il pelo dell'erbivora che per poco non divorava.

"SMETTILA DI PESTARMI LA CODA!" urlò un coyote mentre bloccava una volpe sulle spalle.

Alex li riconobbe subito, erano i due bulli che l'avevano letteralmente minacciato il giorno prima.

"TI HO CHIESTO SCUSA, FALLA FINITA!"

"MA SE SORRIDEVI!"

Il litigio, che oramai dava spettacolo in tutta la mensa, prese una piega inaspettata quando il coyote si gettò a fauci aperte verso "l'amico".

La volpe bloccò il morso con il braccio, ma tutto ciò non faceva altro che aumentare i sentimenti negativi del lupo.

"BASTA!" disse a voce alta per poi coprirsi il muso.

"Che ti sta succedendo?" sussurrò Jack.

La volpe, che nel mentre aveva sottomesso l'avversario, avanzò verso il simile di classe.

"Cosa c'è, lupo? Credi che essendo più grosso tu possa avere la meglio su di me?"

"No no, hai capito male".

"Davvero? Allora perché non mi mostri il collo così-"

Un rumore sovrastò tutto una seconda volta, Alex aveva appena sbattuto il bastone sul tavolo.

"Hai per caso sbattuto il tuo stuzzicadenti sul tavolo?"

Il bullo non accennava a togliere il sorriso arrogante dalla faccia.

"Non vi vergognate, tutti e due, un nostro compagno è stato divorato e voi-"

"Aspetta, l'espressione corretta è vostro compagno, tu non sei come noi quindi non sei incluso nella nostra società".

Commenti del genere ferivano il ragazzo peggio di un pugnale o di una pallottola, molti lo avevano anche fatto finire a piangere, eppure in quell'occasione voleva solo colpire quella volpe con il bastone.

Le mani si strinsero sull'oggetto pronte a usarlo.

"Cavolo, vedo che essere un carnivoro è complicato".

Louis avanzò e, ancora una volta, le femmine presenti emisero urletti, sembravano api sul miele.

"Ma guarda un po', il signor Louis in persona, non credevo che ti interessassero le discussioni".

"Solo se meritano la mia attenzione".

"Davvero? Dovrai avere più parole nel repertorio se miri a essere Beastar".

"Beastar?"

"Il Beastar è una figura di spicco qui alla Cherriton: a prescindere dalla specie, o da cosa mangia, è una figura che addossa sulle sue spalle il peso di unire tutta la scuola distruggendo pregiudizi e discriminazioni... Al momento, però, ne siamo sprovvisti, ma Louis è quello più vicino a ricevere tale carica".

Alex fissò nuovamente Jack.

"Se ti chiedessi dov'è il bagno, lo spiegheresti in questo modo?"

"Probabile". sussurrò Kawab sorridente.

"Aggredire a parole chi è diverso non è comportamento da erbivoro o carnivoro, sembra che, alla fine, quello fuori posto sono io".

Il silenzio fu rotto da commenti che pendevano a favore del cervo.

"Sei davvero bravo a portare acqua al tuo mulino".

Detto ciò la volpe si allontanò insieme al coyote.

"Che dici, Legoshi? Ho ripagato il debito di ieri sera?" chiese il cervo senza fermarsi.

"Louis, tu non..."

Il lupo restò a fissare l'erbivoro.

Alex, invece, fissò il bastone.

Cosa stavo per fare?

Chiese a sé stesso ma la vera domanda era... Perché lo stavo per fare?

"Attenzione, è iniziata l'ora di biologia: tutti gli studenti si rechino nello scantinato per prenderne parte". disse con calma una voce femminile proveniente da un altoparlante.

"Ora di biologia".

"L'ora di biologia..."

Lo studente con il bastone fissò Jack.

"... È un momento in cui ogni studente, in base alla propria specie viene condotto nelle condizioni del suo antico habitat".

"E tu cosa farai?" chiese Kawab.

"Ho l'ora libera, credo che starò per conto mio... È stato un piacere".

Alex camminò, era stata la mattina più bella della sua vita.

Andò in giro senza una meta, per diversi minuti fissò il poster di un'opera teatrale.

Adler, questo era il nome, raffigurava un individuo coperto da manto e cappello con tanto di teschio.

Infine lo studente scelse di riposare nel mezzo di un bel giardino.

"E tu cosa fai qui?"

Il ragazzo saltò dalla paura e si voltò, Haru ridacchiava con un braccio fasciato.

"Scusa, pensavo non ci fosse nessuno".

"Infatti, io sono l'unica che ancora fa parte del club di giardinaggio, gli altri sono andati via dopo il diploma".

La coniglietta parlò con un velo di nostalgia ma ciò non le portò via la serenità.

"Ma guarda un po', la coniglietta e il nuovo studente".

Entrambi sospirarono, quel tono non era amichevole.

CIAO!
Chi pensate che sia?

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