Capitolo 23
"Svegliati sbavosetta! Non vorrai fare tardi a scuola!" mi sussurra nell'orecchio.
Alzo la testa dal cuscino e lo trovo lì, accanto a me. Devo avere un aspetto orribile eppure Mattia mi sorride e sposta i capelli dalla mia faccia. Io ributto la faccia sul cuscino.
"Non voglio andarci. Voglio solo dormire finché il mondo intero non si sarà estinto. Allora mi sveglierò e potrò essere felice."
"Che pensieri depressi che fai di prima mattina Lena. Ora però alza quel culetto che io ho finito le assenze e non posso lasciarti qua."
Sbuffo e poi mi alzo. Mi infilo in bagno e mi faccio una doccia, asciugo i capelli, indosso i jeans e poi noto che la maglia e la felpa non sono proprio profumati e sono stropicciate.
"Matt, ma se mi tirassi una felpa?"
Poco dopo sento bussare. "Tranquilla ho gli occhi tappati!" Apre uno spicchio di porta e mi passa la sua felpa grigia. Ho sempre amato quel colore. Anche quella felpa profuma di lui e mi sta davvero bene addosso. Scendo le scale e trovo lui in cucina, impegnato ad apparecchiare.
"Che mi cucini, mio chef?
"Un elaboratissimo caffelatte!"
"Wow, altro che Canavacciuolo!"
Ridiamo come due scemi, io bevo il mio caffè e lui la sua spremuta d'arancia. Finita la colazione lo aiuto a sparecchiare e poi usciamo. Nel viaggio in auto ascoltiamo un po' di musica e canticchiamo completamente stonati.
Arriviamo alle 7:45 nel parcheggio di scuola, ferma l'auto e scendiamo. Comincia a camminare e io mi blocco.
"Dai Lena, é solo religione, consideralo un proseguimento di dormita."
"Non ce la faccio a vederlo." sto per avere un attacco di panico, mi siedo per terra lì in mezzo al piazzale.
Mattia si avvicina, mi tira su con uno strattone e mi abbraccia. Poi mi prende per mano. "Asciugati quelle lacrime, non se le merita minimamente."
Entriamo dal portone e sento una vocetta gracchiante cacciare un urletto.
"Matty, dove eri finito? Ah, ciao Lena."
"Ehm ciao Lucrezia..."
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