CAPITOLO 20

" E nemmeno la sabbia del Sahara, con tutta la sua gloria, avrebbe mai potuto coprire le orme dei nostri passi...".

-J.Kai

Non riuscivo a capacitarmi di questa dannosa mentalità che possedevano molte ragazze, ovvero, un modo di affrontare la realtà secondo un metodo deplorevole, se non ridicolo. E né del perché finivano sempre per minacciare le donne, quando era palesemente evidente che l'uomo, restava il problema fondamentale.

Alzai gli occhi al cielo infastidita.

-Non credo Jace sia stato privato di un libero arbitrio! E non credo di stargli così tanto addosso da non permettergli di respirare!- dichiarai, piuttosto seccata.
Demerya mi guardò attonita, sorpresa dalla mia risposta acida.

-Uh! Non sapevo avessi questo caratterino, ero certa che fossi una ruffiana, o peggio, ci mancava solo che gli lucidassi le scarpe!-

Inclinai il capo di lato, stringendo le mani in due pugni.

-Parli tanto come se non avessi mai fatto un gesto per Jace... Eppure, sei qui a minacciarmi per la stessa persona per cui ora, ti prendi gioco di me-
Demerya si alzò imperterrita, marciando nella mia direzione, per poi fermarsi a una spanna dal mio volto. La sua figura chinata sulla mia.
-Parla poco Herondale, fidati che non è bello vedermi incazzata-
Sospirai, stanca di sentirla parlare.
-Se hai un problema con Jace, va e risolvilo con lui! Non usarmi come scusante per nascondere le tue insicurezze-
Feci per alzarmi solo per venire spinta contro la poltrona.
-Non ho finito!-
-Io invece sì!-
Mi alzai nuovamente, allontanandomi verso l'esterno.
-Aspetta!-
Demerya mi corse dietro, afferrandomi per un braccio.

-Scusa...! Insomma! Ho altro da dirti in verità...
È solo che mi da fastidio come Jace sembra cercare la tua compagnia...-

Sussultai, stupita, anche se non lo diedi a vedere. Improvvisamente scaldata da quella piccola confessione.

A Jace Eyre piaceva la mia compagnia?
Davvero?
Potevo realmente crederle?

-E dopotutto, non sei nemmeno la minaccia più grande...-
Stavolta mi accigliai, in conflitto nella mia mente con tutto quello che stava cercando di dire.
-Che diamine intendi?-
Demerya si arricciò una ciocca attorno al dito, le labbra in una linea ferma, gli occhi scuri, avvolti in una luce sinistra.
Misteriosa.
Aspettò qualche secondo e poi parlò.

-C'è un locale che Jace frequenta.
E quello è l'unico locale in tutta la città che non posso mettere piede-

La guardai ancor più smarrita, se non decisamente persa.
Lei alzò gli occhi al cielo, sbuffando apertamente.
-Ho avuto dei problemi in passato con quella gente, Okay? E a causa di questi motivi che non posso dire, non sono la benvenuta...-

Eh beh, ci credevo!
Con un carattere come il suo, non mi sorprendevo se la gente non la volesse attorno.

-In pratica, credo che Jace sia pedinato, o meglio, c'è qualcuno che lo segue ogni sera in quel locale...-
Si morse il labbro pensierosa.

Uno stalker?

-E come vedi... Io non posso aiutarlo dal momento che non posso seguirlo-

Incrociai le braccia sul petto:  da una parte, meravigliata da questa nuova Demerya, che pareva aver bisogno del mio aiuto; dall'altra  invece, titubante dalla possibile idea di essere presa in giro.

-E Jace? Sa di tutto questo? Sa che qualcuno lo segue?-

Ero decisamente preoccupata.

-No, non posso dirgli che lo sto spiando, ma ho bisogno che tu mi faccia un favore...-
Alzai le mani in segno di resa, scuotendo subito il capo.
-Grazie ma no, non voglio essere coinvolta nei tuoi pasticci-

Certo, come no!

Strinsi gli occhi, cercando di offuscare la mia coscienza. Il cuore palpitante e la tensione nell'aria. Consapevole di essere curiosa fino al midollo spinale. E solo Iddio sapeva se non volevo dire subito Sì e aiutarla.
E non tanto per Demerya Michaelson, ma solo a causa sua. Solo per lui.
-Avanti! Non dirmi che sei una fifona! Devi solo entrare in quel locale e dirmi cosa noti. Voglio solo che tu mi dica con chi parla Jace!-

Fifona? E ora che diavolo centrava?

-Ma scusami! Non posso dissentire?-
Lei scosse la testa.
-No! Perché sei l'unica persona al di fuori di me, che sembra tenerci. Gli altri lo vedono solo come un mezzo per i loro piaceri-
Restai con la bocca semichiusa, abbastanza da farla ridere.

-Sei una scema se pensi che non si veda. Lo so che ti piace, lo so perché lo guardi nello stesso modo in cui lo guardo io...-

Arrossii come un pomodoro, totalmente in imbarazzo all'idea che anche lei lo sapesse, e che la cosa stesse difatti diventando troppo evidente.

-Inizialmente, volevo solo che gli stessi lontano, ma poi, ho pensato che invece saresti potuta essere d'aiuto. Ecco perché ho cambiato idea...-

Mi mordicchiai le unghie, l'intelletto sottoposto a un lento processo, nel tentativo di assimilare tutte quelle informazioni.

Infine però, decisi di assecondarla.
-Okay ma, voglio che tu sappia che lo faccio per lui, e non per te- sottolineai seria.
Lei annuì, quasi come se fosse scontato.
-Certo, ma una volta concluso tutto, fammi il favore di girare largo-
Ignorai il suo ultimo commento, scostandomi dalla parete. Pronta a dirigermi verso casa.
-Eh no! Dove vai? Dobbiamo fingere di star diventando amiche...-

Che cosa?!

Demerya mi trascinò con lei verso la grande cucina. Dove mi offrì una lattina di coca cola, prendendosi invece una Fanta.
-Non deve capire che stiamo tramando qualcosa...-
Proprio in quel momento, sentimmo la voce di Katelyn in lontananza.
E dalle finestre della cucina si poteva intravedere la sua figura minuta, in compagnia di quella slanciata di lui.

Oh erano andati a trovare la madre in ospedale...

Imprecai sottovoce, portando una mano sulla fronte. Ero stata troppo severa con Jace, quando invece era soltanto sparito per trovare sua madre.

-Avanti! Fingi di ridere!-

Sgranai gli occhi, fissando Demerya con tre teste immaginarie.
-Grazie al cazzo, com'è che dovrei fingere?-
Senza pensarci due volte, mosse una mano sul mio fianco facendomi solletico.
E senza che potessi controllarlo mi ritrovai a ridere automaticamente.
-Smettila!-
Mi allontanai dalla sua mano protesa, in tempo per vedere Jace e Katelyn entrare nella cucina.
Demerya stava ridendo per finta, una risata abbastanza convincente da far pensare che stavamo seriamente ridendo tra di noi.

Jace rimase sulla soglia frastornato, a momenti come se avesse visto un fantasma, o troppo scioccato dalla scena che gli si presentava davanti. Gli occhi in un lento spostamento tra me e Demerya. Confuso quanto interdetto.
Kate altrettanto, stava con la bocca spalancata.
-Fratello... Sono io impazzita o quelle due stanno ridendo insieme?-

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