Chapter 2 ✘ Jisoo Seon

La scuola è una giungla. Manny Kim è il leone in cima alla catena alimentare. Il più forte, che non guarda nemmeno i ragazzi o le ragazze come me.
Poi c'è Pann Han. È come un lupo schierato dalla sua parte. Non mi fa nulla, ma potrebbe divorarmi in qualunque momento.

"Sei stata tu, vero?"
Fingo di non sapere di cosa stia parlando. "C-cosa?"
A seguire Beau Park. È una iena. È lui che è un vero pericolo per me. È solo un patetico codardo, che sfoga la sua violenza repressa su di me che sono più debole.
"Più ci penso, più capisco che qualcosa non va...! Sei sempre in disparte durante l'ora di educazione fisica perchè dici di non sentirti bene!"
E poi ci sono io... che sono solo una debole erbivora nel punto più basso della gerarchia di questa giungla.
"Mi hai preso tu il portafogli, vero? Tu piccola schifosa dall'occhio di vetro!"
"Non so di cosa stai parl-"
Mi spinge contro il muro. Odio dover fare l'ingenua con questo cretino. Ma devo continuare la mia recita. "Non sono sta-"
"So che sei stata tu, stronza!"
Mi butta per terra, tirandomi un calcio sul petto. "Tu maledetta stronza con l'occhio di vetro!" Inizia a mancarmi il fiato, mentre lui continua a tirarmi dei calci. "È il tuo modo per prenderti gioco di me? È perché pensi che io sia solo la puttana di Manny Kim?"
"F-fermati... è pericoloso..." ormai riesco a malapena a parlare, mentre cerco di annaspare per un po' di ossigeno.
"Ah davvero? Piccola ritardata. Muori, piccola stronza, muori!"
La mia vista inizia a offuscarsi, e l'ultima cosa che vedo prima di svenire, e un ragazzo, che ha appena svoltato l'angolo.
"Hey!! Fermati! Che diavolo stai facendo?! Te la prendi con una ragazzina?"
"C-chi sei tu...?!"

Mi risveglio in un letto di ospedale. Faccio fatica a mettermi a sedere.
"Oh, ti sei svegliata!"
Noto solo ora il professore di educazione fisica.
"Cavolo~ c'è mancato un pelo. Che cosa diavolo è successo?"
Questa volta, la mia confusione è vera. "Cosa?"
"La valvola artificiale del tuo cuore ha smesso di funzionare. Eri quasi morta." Piano piano, ricordo tutto quello che è accaduto. Il professore fa entrare un ragazzo.
"È stato lui a chiamare l'ambulanza e a salvarti. Salutalo, è uno studente che si è appena trasferito da noi."
Il ragazzo si avvicina al mio letto. "Ciao. Sono Taehyung Kim. Ma puoi chiamarmi 'cavaliere dall'armatura scintillante'." Il sorriso di questo ragazzo è davvero strano. Così solare, eppure è come se desse l'impressione di star pensando continuamente a quale guaio combinare. Guardandolo bene mi accorgo di come sia bello. Alto, sul mentre e ottanta, capelli castani tinti. "Mi aspetto che tu mi ripaghi per questo."
"Taehyung... Kim..." perfino il suo nome è bello.
D'un tratto, l'atmosfera venutasi a creare viene interrotta da una suoneria. Il telefono del professore. "Ah, un attimo. Ho una chiamata. Pronto?"
Mentre il professore esce dalla camera in cerca di un po' di privacy, Taehyung si avvicina ancora di più. "Non gli ho detto cosa è accaduto davvero... non so se sia meglio così, ma preferisco risolverla da me." dice facendomi l'occhiolino.
Non faccio in tempo a rispondere che il professore rientra. "Ah certo, certo. Ho capito. Jisoo, tuo padre ha detto che è quasi qui. Starò qui finché non arriva lui."
Mi si congela il sangue. "Chi ha detto... che sta arrivando?"
"Tuo padre... ha detto che è quasi qui."
"Uscite."
Le loro espressioni cambino drasticamente. Taehyung non sta più sorridendo. "Eh?"
"Tu sei il nuovo studente che si è appena trasferito... Taehyung Kim, giusto? Ti ho detto di uscire."
"Hey, che cavolo?! Io ti ho salvato!" Mi sta urlando contro.
Perdo la pazienza. "Ho detto fuori da qui!"
Ho urlato più forte di quanto volessi. Non riesco a sopportare gli sguardi pieni di perplessità che mi stanno rivolgendo, quindi abbasso lo sguardo.
"Hey... Jisoo ma cosa..."
"Scusi, prof. Potrebbe uscire anche lei per un po'?"
Con la coda dell'occhio, vedo Taehyung prendere il suo zaino con rabbia. "Incredibile. Beh, me ne vado. Che razza di problemi ha questa?"
Sbatte la porta con violenza.
Ora siamo solo io e il professore. "Ma cosa... cosa c'è di sbagliato in te?"
"Potrebbe dire a mio padre di non venire?"
La sua confusione aumenta. "Cosa intendi? Perché? Perché non vuoi che venga qui?"
Guardo fuori dalla finestra per evitare la domanda, e mi accorgo che ormai è troppo tardi. Fuori, all'entrata dell'ospedale c'è già mio padre.
Papà...
Sta facendo uno dei suoi tanti gesti di altruismo, aiutando una vecchietta con delle buste. Il tutto, accompagnato sempre da quel suo sorriso. Quel sorriso odioso.
Papà...
Quello che mi immagino sempre sulla faccia delle persone prima di colpirle, sostituendo il volto delle mie vittime con il suo.
Papà...
La rabbia mi assale. Non sopporto quel sorriso.
Tu, disgustoso ipocrita...!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top