Epilogo, 3 Oggi sposi. Con un giovincello.
Mi trovo in chiesa per celebrare il mio matrimonio con Julie. È in ritardo, come da tradizione. Si sta facendo bella per me. La mia Julie.
Quando tutti si alzano vuol dire che è arrivato il momento. La mia Julie sta arrivando dalla navata centrale. È in un abito corto davanti e con un lungo strascico.
Ha il viso coperto dal velo. Il padre l'accompagna sottobraccio. Sono così carini insieme. Ho chiesto a un amico speciale di scattarci le foto. Blade. Quello che mi aveva rovinato la vita diventato poi uno dei miei più inseparabili amici.
Quando arrivano all'altare, il padre mi dice sottovoce: <<Trattalo bene il mio bel fiorellino>>.
<<Lo farò>> gli prometto.
Le sposto il velo dal viso, leggermente truccato. È bellissima. Non c'è paragone con tutte le stelle del cielo per la sua bellezza.
Durante il canto che precede le promesse Julie mi dice una cosa - spettacolare - che mi lascia a bocca aperta: <<Ho un ritardo. Sarai papà>>. Fuori di me non posso esultare. Dentro salto come un bambino che ha ricevuto il regalo più bello del mondo.
Ecco il momento delle promesse - quello più atteso da me e Julie - nel quale ci promettiamo amore eterno.
<<Io, Julie, prendo te, Nico, come mio sposo e gi prometto che ti sarò fedele nella forza e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita>>.
<<Io Nico, prendo te, Julie, come mia sposa e ti prometto che ti sarò fedele nella forza e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita>>.
Ed ecco che, guardando Julie, noto che piange, non per tristezza, ma estrema felicità.
Ed ecco lo scambio delle fedi.
Io la infilo all'anulare di Julie, lei al mio. <<E adesso...>> dice il prete fermandosi. E dillo... <<... puoi baciare la sposa>>. La prendo in braccio. Ci baciamo intensamente. Tutti ci applaudono.
Escono tutti fuori dalla chiesa.
Blade mi fa gli auguri come tutti gli altri e a Julie fa il baciamano facendole i complimenti. Lei ringrazia. Ci fa qualche scatto. Poi esce fuori. Io e Julie ci diamo la mano. Usciamo dalla chiesa. Ci lanciano il riso. Mi riparo sotto il belo della mia Julie. Il mio eterno amore.
9 mesi dopo.
<<Spinga. Spinga. Così. Va tutto bene>> dice il medico. Julie soffre. Le tengo forte la mano. Fortissimo. Lei ancora più forte per il dolore. Grida. Il dottore ci avvisa che vede la testa. Altre due aointe ed ecco che un neonato piange. I dottori lo lavano per benino.
<<Eccolo alla mamma>>. Mi avvicino meglio per vedere la mia creatura.
<<Ciao, amore del papà>>.
È identica alla madre.
<<Come la chiamiamo?>>
<<Avevo pensato a Ginevra>>.
<<Ciao, Ginevra>>. La piccola alza le mani come se volesse essere presa in braccio. È proprio un amore.
Io, Julie e Ginevra ci facciamo scattare una foto dal dottore.
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