·8· {54} Incontri.
Nella mia camerata, c'è un gran baccano. I miei compagni di stanza sentono musica heavy metal a tutto volume. Non riesco a starci qui. Mi sembra l'inferno. E poi, queste canzoni non sono neanche così belle, come fanno a sentirle? Io non lo farei.
Cerco di isolarmi nei miei pensieri, ma una chiacchierata con Thomas, con tutto il rumore che fanno è impossibile.
Non riesco a pensare a nulla. La musica penetra fin dentro il mio cervello, tanto che non riesco a formulare neanche un pensierino microscopico. I miei compagni di stanza importano nella stanza ogni tipo di sostanza alcolica. Iniziano a bere talmente tanto che non capiscono più nulla già al primo bicchiere.
<<Io esco>> dico quasi più a me stesso che a loro. Sono più interessati all'alcol che al loro compagno di stanza.
Quando sono fuori, già mi sento un po' più libero. Non sento più quella musica diabolica. Forse ora potrei riuscire a parlare con Thomas.
Spingo le meningi, lui non viene. Forse c'è ancora troppo rumore. Non mi sentirà.
Mi allontano un bel po' e mi dirigo all'incrocio sala mensa-biblioteca. Stavolta, non vado mica a mangiare, infatti mi muovo verso la biblioteca, ma non entro. Qui, nel corridoio, c'è silenzio. Finalmente. Spingo di nuovo le meningi. Ecco, sento qualcosa. Sta arrivando Thomas. È lui.
Mi chiede cos'abbia, perché mi fossi allontanato dalla mia camerata.
Ovviamente dico la verità. <<Troppo rumore>>. Lui sembra comprendere. Chi riuscirebbe a stare in quell'inferno? Mi dice, infatti, che non sentiva nulla con quella musica davvero pesante e, poi, come ho detto io, bruttissima.
Thomas mi da un pugno leggero sul capo e mi dice: <<Guarda lì. C'è Julie, con un tizio>>.
Appena lo dice, mi prendono i nervi. Scommetto che il tizio è quel tipo. Come ha deto che si chiama? Mike? L'americano.
Non sarà mica attratta da quello? Non dico di essere più bello di lui, ma... non sono poi così brutto.
Entro nella biblioteca. <<Non è un'altra coincidenza, vero?>> faccio io divertito. Anche se in realtà dentro, salterei contro quel tizio.
Di comportamento, questo Mike, è simile a Huge. Vuole tutte le ragazze, anche quelle occupare, tutte per sé.
<<Non... direi>> fa Julie. Sembra in imbarazzo.
<<Perché sei imbarazzata. Non ce n'è bisogno. Sai?>> faccio io. Ora nella mia voce si sente un po' la mia ira che ribolle nelle vene.
Quel tipo sembra volersi accanire contro di me, ma viene fermato dal bracci di Julie. <<Non c'è bisogno che vi facciate la guerra, ragazzi. Lui...>> dice riferendosi a Mike <<...è mio amico. E lui...>> riferita a me <<...è il mio ragazzo. Quindi è inutile che litigate>>. Inzia a farci un gran bel discorso. <<Nico, ci conosciamo dalle medie. È molto, anzi, moltissimo tempo. Mike, ci conosciamo da tre settimane e già abbiamo stretto una grande amicizia. Vi voglio bene, a tutti e due. Capito?>>
Io e quel Mike annuiamo.
--------
Tre giorni dopo
Io e i miei amici di camerata andiamo a prendere un aperitivo fuori dall'università. Andiamo in un bar qui vicino. Julie, quel Mike e altri due si avvicinano, gridando: <<Aspettate. Veniamo a prendere anche noi un aperitivo>> fa Julie.
A me iniziano a prendere in nervi. E poi, altri a Mike ci sono altri due ragazzi.
Si presentano.
<<Marcel. Toulouse. Francia>>. Cosa? Un francese. Spero che parli la mia lingua, altrimenti mi arrabbierò, ne sono sicuro.
<<Joel, Madrid, Spagna>>.
<<Lui già lo conosci. Quindi non perderemo tempo. E loro?>>
Va di fretta? E poi dice che non mi devo ingelosire. Ha subito puntato gli occhi sui miei compagni di stanza.
<<Jean. Paris. Enchanté, mademoiselle>>. Presentazione un po' teatrale perché fa anche il baciamano, incontrando dei risolini di Julie.
<<Marko, olandese>>. Anche lui con il famoso baciamano. I risolini di Julie penetrano nel mio cervello. L'incontro dei loro sguardi, mi costringe a separarli.
<<Andiamo>>.
Il bar è aperto, e l'orario di chousura sembra essere intorno a mezzanotte. Purtroppo dobbiamo anche studiare. Perciò siamo venuti di pomeriggio. Prendiamo qualcosa di fresco. Io non prendo bevande alcoliche, ma i miei compagni di stanza, tra cui Véronique, prendono roba molto forte e pungente.
<<Scotch. Grazie.>>
<<Io una...>>. Controllo le bevande, notando che sono quasi tutte alcoliche. Poi noto la bevanda che prendevo da piccolo con mia mamma. Ne eravamo pazzi, letteralmente. <<Gassosa.>>
<<Analcolico, eh?>>
Annuisco.
Lui mi versa la gassosa in un bicchiere. I miei amici sembrano spossati nel vedere che io sono l'unico che ha preso una bevanda analcolica. Anche Julie ne ha presa una alcolica. Ha preso del Vermut.
Ci sediamo, ma non proferiamo parola.
Paghiamo il tutto e usciamo.
Torniamo dentro e vedo che tutti camminano un po' a mo' di zombie. Li avete presenti? Sembrano un po' dei morti viventi.
Rientriamo nelle camerate senza dire un parola. I miei compagni, si buttano sui letti e si addormentano. Io sono l'unico sveglio.
Studio un po' e poi mi addormento anch'io.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top