·4· {50} L'iscrizione e la notte di incubi terrificanti.


Febbraio.
NICO'S POV

Qualche ora fa, mi è arrivata una mail che dice che mi devo sbrigare ad iscrivermi alla facoltà scelta, o non avrei più tempo per farlo.

Vado sul sito e mi ritrovo davanti all'ignoto. Cosa scelgo, ora? Legge o pedagogia?

E se poi Julie si iscrivesse a pedagogia, mentre io, come lo stupido, mi iscrivo a quella di legge? Ci separeremmo comunque. Ed io non voglio.

La chiamo, voglio sapere le cosa ha scelto. Ma ha staccato. Mi ha chiuso il telefono in faccia. Perché lo fa? Mi prendono i nervi.

La richiamo. <<Cavolo>> sbraito. <<Ha staccato. Perché?>>

Le mando un messaggio, quando noto che il suo contatto WhatsApp mi ha bloccato. Ma che sta succedendo? La richiamo circa venti volte. Non mi vuole proprio sentire. Che è successo? Perché mi odia così? Cosa ho fatto?

All'improvviso, grido. Sembro un forsennato. Non c'è nessuno che possa calmarmi. Sto avendo una crisi di nervi.

La richiamo. Non mi risponde.

Noto la finestra aperta e decido che non c'è altro da fare. Apro la finestra e faccio una scelta ardua. Noto Julie di sotto che ride. Come una matta. Ma questa è una Julie diversa. Sembra come quando l'ho incontrata.

Ride. Ride. Ride.

Non la voglio più sentire. Mi butto.

Grido. Sono tutto sudato. E pallido. Sembra che io abbia visto un fantasma. Orrendo.

O mio Dio. Era solo un incubo. Accidenti sembrava così reale. Non riesco più a respirare. Decido di calmarmi ed inspirare profondamente. Dopo questo procedimento, ricomincio a respirare. Io non credo che Julie mi faccia una cosa del genere. Ma chi lo dice che non può farlo. Nessuno. Assolutamente nessuno. Può farlo, esattamente come chiunque altro. Spero che non lo faccia per davvero.

Scendo da casa dei nonni, venuti a mancare qualche mese fa. Ora la porto avanti io la nave. Se io ho paura, la mia nave si scaraventerà contro gli scogli. Non posso avere paura. Di nulla.

Arrivo a casa di Julie, ma non so se per l'orario, lei sia presente. Busso comunque.

È lei ad aprirmi. Esce fuori appannando la porta. <<Che succede? Sei pallidissimo e sudato.>>

<<Un incubo. Orrendo. C'eri tu che, quando ti chiamavo, non rispondevi e che quando mi sono buttato di sotto, invece di aiutarmi, ridevi.>>

<<O mio Dio. Mi dispiace. Vieni qui>>. Mi abbraccia.

No. L'incubo era l'incubo e la realtà è la realtà. Julie non mi farebbe mai del male. Ne sono certo.

<<Quale facoltà hai scelto?>> Dopo l'incubo, mi sono pentito di aver scelto pedagogia.

Lei sorride, ma che significa? <<Ho seguito il tuo consiglio. Ho scelto la facoltà che desideravo davvero!>>. Voglio sapere qual è. <<Sarò... un'insegnante di lingue.>>

L'ha detto. Pedagogia. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Esulto ancora come esulterebbe un bambino. Che bello. Dentro di me esulto così. Da fuori do solo un urlo di gioia e le do un bacio sulle labbra. Proprio dolce. La amo. Lei non mi tradirebbe mai. Ne sono sicuro.

Ci salutiamo con un bacino fievolissimo. Non ce ne accorgiamo proprio.

Torno su in camera da letto e torno a dormire.

Un'ora dopo.

Mi sveglio. Voglio prendere un po' d'acqua. Arrivo in cucina, mi prendo l'acqua. Sento delle risate. Risate che riconoscerei ovunque. È Julie. Poi sento risate maschili. Anche queste le riconoscei. Sembra Blade.

Vado nella camera dei nonni e li ritrovo che si baciano.

Ah! Non poteva tradirmi, eh?

Faccio una cosa che non mi sarei mai aspettato da me. Mi avvicino a loro. Ma quando lo faccio, avrei preferito stare dov'ero prima.

Iniziano a venirmi incontro. Sembrano zombie. Blade mi afferra e...

Grido. Ma che succede? Perché ho questi incubi orrendi? E perché proprio ora che devo andare all'università. Forse provo rimorso. Forse mi manca un po' Thomas. Non lo sento più da quando ho finito le medie.

Forse è lui che mi manda queste immagini per vendicarsi che io non lo chiamo più da molto, moltissimo tempo.

Forse dovrei ricominciare a chiamarlo.

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