·21· Natale. Si aprono i regali. Gli occhiali per Thomas e per Nico...


È ora di cena. Oggi c'è la zuppa. Per il freddo che fa, è un miracolo. Grande Fosca. Ottima idea.

Zuppa... io solitamente non mangio molto felicemente la zuppa. Ma oggi ne ho una gran voglia.

È strano dirlo. Ma oggi mi oiace da morire.

Oggi la desidero con tutto il mio cuore. Ho bisogno di scaldare i miei organi, le mie interiora, perché sono congelate. Dal freddo non riesco quasi più a parlare, dato che tremo come un uccellino.

Zuppa di patate, carote, fagioli e piselli.
Stranamente è deliziosa.

Io la mangio sempre controvoglia, ma oggi no.

Non mi interessa il fatto che io la odi. Oggi la zuppa, per quanto disgustosa e molliccia sia, sta facendo miracoli al mio interno.

Che bello.

Che goduria.

Dopo cena, aspetto con tanta ansia la mezzanotte.

Intanto mi guardo qualcosa in TV. Trovo un film dal titolo: "C'era una volta in America" con Robert de Niro.

Bellissimo.

Perfetto. Finisce proprio a mezzanotte.

Che meraviglia questo film.

Alla fine piango silenziosamente, senza farmi sentire da Fosco e Fosca, perché non voglio farmi prendere in giro dai miei nonni.

Non è mai successo e mai succederà.

Infatti, immediatamente, mi asciugo le lacrime con il dorso della mano, il quale si bagna completamente. Quimdi devo asciugarlo sul mio pantalone. Semore senza fare accorgere i miei nonni di nulla.

Lo adoro.

Il finale di questo film è bellissimissimissimo.

Si. È mezzanotte.

<<Nonno, nonna. Io vado da Thomas. Volete venire? Loro vi accoglieranno. Come hanno accolto me. Sono persone meravigliose e accoglienti.>>

Fosco e Fosca si alzano dal divano e si dirigono verso la porta.

<<Va' a prendere il tuo regalo, che veniamo pure noi. Siamo curiosi anche noi di vedere il regalo che ti ha fatto.>>

Mi dirigo in camera mia e prendo l'affare a forma di parallelepipedo e lo porto con me. Pesa un po'. Che cos'è? Lo scuoto ma non si sente alcun rumore. Quando si scuote una scatola si dovrebbe sentire qualche rumore, dato che c'è qualcos dentro. Forse non è una scatola, ma qualcos'altro. Ma cosa?

Ansiosamente, vado con i miei nonni da Thomas e sua madre.

Appena bussiamo c'è Thomas dietro la porta.

Mi fa spazio per farmi entrare, come fa di solito, ma stavolta fa passare anche Fosco e Fosca. Li aiuto a salire le scale dato che sono molti e arrivati sul piano, Thomas mi dice di andare in soggiorno. Sotto l'albero di Natale.

È bellissimo.

Coloratissimo, altissimo, con luci bianche, rosse, verdi. Le palline rosse. È fantastico.

La madre ci offre dei dolcetti, io prendo solo una piccola pasta di cui non so il nome, la nonna un Saint Honorè, e così anche il nonno.

<<Li ha fatti lei?>> chiede mia nonna alla signora Dillon.

<<Si>> le risponde a tono.

<<Cavolo. Sono deliziosi.>>

<<Grazie>>

<<Mamma?>>

<<Si Thomas?>>

<<Possiamo aprire i regali?>>

<<Certo. Va' a prenderli>>

Lascio che apra prima i suoi.

Ha ricevuto: una macchina telecomandato, una macchina fotografica, una maglia, una giacca, e un paio d'occhiali (i miei).

Poi apro i miei.

Ho ricevuto: una macchina fotografica anche io, un mazzo di carte (quelle con cui si gioca al solitario, allo Spider, etc), e un quadernone. Molto più grande del mio. C'è scritto "Il grande STORPIO IL POTENTE: le avventure".

Che devo farci?

<<A che mi serve?>>

<<Per il libro che stai scrivendo. No?>>

Ah! Già! Il libro. Ha trovato lui il titolo.

Sei un grande, STORPIO IL POTENTE.

Sei un genio.

Ho delle nuove idee su cosa scrivere nel mio libro. Le avventure. Me le inventerò. Verrà bene.

La sua è stata una grande idea. Bellissima. Una genialata.

Io non ci avrei mai pensato.

Ma Thomas non sta scrivendo un libro. Io si.

Ecco perché non ci ho pensato.

Ma potevo fargli tipo un diario segreto. Magari prendevo un libro che odiavo, lo dipingevo di bianco e lui avrebbe potuto scriverci ciò che voleva, credeva, provava, desiderava. Tutto.

Glielo regalerò per il compleanno.

È un'idea grandiosa.

Quando usciamo di casa, mi ferma e mi parla.

<<Cosa è una frase?>> mi chiede.

<<Eh?>>

<<Una parola è un'immagine, un insieme di parole è una sequenza di immagini.>> mi risponde. <<Cosa devi fare per vedere queste immagini?>>

<<Questa la so. Si devono chiudere gli occhi.>>

<<E come leggi?>>

<<Ma tu mi hai sempre fatto fare così>>

<<Devi usare...>>

<<Cosa?>>

<<L'immaginazione.>>

<<Ah! Già!>>

<<Si, l'immaginazione, sempre che tu ce l'abbia.>>

<<Certo che ce l'ho.>>

Lui mi stringe la mano.

Ma non mi saluta come al solito. Perché?

Io lo saluto, per educazione con la mano, e lui la altrettanto, ma non fa altro.

È strano.

Non è mai andato via senza farmi almeno un cenno di saluto.
Chissà cos'ha.

<<Buonanotte.>> Sento i miei nonni salutare e la signora Dillon fa altrettanto.

I miei nonni anche sono molto strani. Non hanno mai salutato nessuno e oggi dicono "Buonanotte" a una persona che hanno conosciuto oggi?

Sta succedendo qualcosa di strano.

C'è qualcosa di losco e devo scoprire cosa.

Ma lo faccio domani.
Perché ora ho sonno.

È notte fonda.

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