·20· {42} Devo comprare le decorazioni... O mio Dio! Ma che ci fa lui qui?
Huge ha assegnato a tutti dei bei compiti. Franz e Hubert si occuperanno degli inviti, Hanneke si occuperà di trovare il locale per la festa. Il commento di Huge mi ha dato davvero fastidio. "Con una ragazza bella come te, sarà facile trovare il locale perfetto". Mi ha dato davvero fastidio, perché io, non sarò mai al livello della bellezza di Hanneke, ma non sono neanche così brutta. Alcuni dei nostri compagni, tra cui il secchione, si occupano del cibo, io con altre tre compagne ci occuperemo delle decorazioni, e lui, serio come non mai, dice che si occuperà della musica e dei just dance.
Comunque, compito peggiore delle decorazioni non poteva darmelo. Ha notato che per la sua festa, le mie decorazioni facevano pena, eppure, me le ha assegnate. Non sono molto brava a disegnare e nemmeno a colorare. Poteva farlo fare ad Hanneke. Lei è più precisa e quando disegna non le trema la mano per l'agitazione. A me, invece, si.
Inizio a mettermi d'accordo con le mie compagne di creare un gruppo su WhatsApp nel quale possiamo discutere senza essere scoperte. Lo chiamiamo "La gang delle decorazioni". Solo il nome mi fa ridere. Ma dobbiamo essere caute, mentre svolgiamo le nostre mansioni. Non dobbiamo farlo scoprire in alcun modo da Nico.
Dopo un po' dalla discussione per l'assegnazione dei compiti, Nico, con la prof. alle spalle, rientra in classe. Mi chiede se c'è qualcosa sotto, e io, impassibile, dico di no. Cerco di essere il più seria possibile. Lui mi sorride e mi fissa negli occhi. Come faremo a non farci scoprire. Nico, sarà un po' lento nello scoprire le cose, ma alla fine le scopre. Dai suoi occhi, infatti, vedo che mi legge nel cuore, scoprendo che gli ho mentito dicendo che non sta succedendo nulla. O mio Dio. Se ci scopre siamo fritti. Scommetto che si arrabbierebbe. Per questo non possiamo farci scoprire.
Mi faccio prendere un tantino dall'agitazione, ma non vado fuori di senno. Non posso perdere la pazienza così facilmente.
Oggi, abbiamo tre ore di matematica, una di scienze motorie e una di olandese.
Alla seconda ora, quasi tutta la classe gioca a pallavolo. Io dico che non ho voglia, anche se amo giocare a pallavolo (come amo anche l'hockey). Dico che non mi sento bene, e lo stesso fanno le mie compagne di squadra. Ci sediamo sugli spalti della palestra e iniziamo a chiacchierare.
<<Potremmo farne qualcuno a mano e qualcuna comprata?>> inizia a fare Federika.
<<Si>> rispondo. <<Ma non le faccio io. Sono una frana in disegno.>>
<<D'accordo. Neanche io sono bravissima, ma dobbiamo far vedere a Nico quanto teniamo a lui. E solo facendone anche qualcuna a mano, secondo me, lo possiamo fare felice>> dice Arita.
<<Lui ama la semplicità. Non gli interessa se è fatto a meraviglia o meno, Julie. Non ci pensare se c'è una linea un po' storta. A lui non importa. Ricordi quando hai fatto le decorazioni per Huge? Lui ti ha detto che non erano perfette, ma erano belle, perché le avevi fatte tu. Col cuore. Se ci metti il cuore, lui l'accetterà. Fidati!>> dice felicissima e con un sorriso smagliante Anne.
<<D'accordo. Ma mi aiutate anche voi. Facciamo una lettera ciascuno. Ok?>>
<<Ok!>> rispondono tutte e tre in coro.
Mi fa piacere essere capitata con loro. Non siamo migliori amiche, ma abbiamo tutte e quattro delle belle idee.
Il fatto è, che le decorazioni devono partirci dal cuore. Quindi non possiamo nemmeno prendere spunto da internet. Come facevano e come fanno tutt'ora gli artisti ad avere tanta immaginazione? Se fossero vivi, glielo chiederei.
Cerco di creare già ora un progetto della decorazione. È carina, ma secondo me non gli piacerà.
<<Li prendiamo i palloncini?>> chiede Anne.
<<Certo>> risponde Arita. <<Che festa sarebbe senza palloncini?>>
Iniziamo a ridere in coro. Nico mi guarda. Spero non si accorga di nulla. E spero che non mi chieda come mai, all'improvviso, io e le tre più intelligenti della classe collaboriamo insieme.
Dopo l'ora di olandese, che è passata molto in fretta, io, Huge e Nico ci avviamo verso casa. Nico, come temevo, chiede se c'entriamo noi con il fatto che la prof. di matematica abbia voluto parlare del suo grande impegno scolastico.
Gli diciamo che è vero, che si impegna molto.
Lui mi sorride. Quanto è dolce.
All'improvviso sento la notifica di un messaggio sul cellulare. <<Scusate. Voi proseguite, vi raggiungo.>> dico.
Meno male che l'ho mandato via. Anne ha mandato un messaggio nel gruppo. Chiede se alle quattro e mezza vogliamo incontrarci nella piazza.
Io mando un "Si".
Arrivata a casa, la mamma mi chiede come è andata a scuola. Io dico che è andato tutto bene, perché, in un certo senso, è così. Spero che nella nostra operazione di oggi pomeriggio niente vada storto.
Quando noto che sono le quattro e venti, sul telefono, mi avvio alla piazza. E lì trovo Anne, Arita e Federika.
Dico alle tre compagne se sono d'accordo di andare a prendere già i palloncini. Loro dicono di si. Ci fermiamo in vari posti e prendiamo tre tipi di palloncini diversi.
Per l'esterno. Mi sembra giusto apparecchiare sia dentro che fuori il locale, il grande giorno.
Quelli sulle tavole. Non sono deliziosi. Anne, all'inizio, sembrava esitare, ma ora si è convinta che avevo ragione sul fatto di fare dei segnaposti con i palloncini.
E poi l'arco sul tavolo dove metteremo la torta.
Le ragazze devono perdonarmi, ma quando ho voglia di fare qualcosa, nessuno mi fa cambiare i miei piani. Piuttosto quando non ho voglia, vorrei che mi facessero cambiare idea.
Ma hanno detto che gli striscioni li dobbiamo fare noi. Quindi, è così che dobbiamo fare.
Quando vado a comprare la stoffa bianca, per gli striscioni, li vedo. Nico è qui. Ora mi scoprirà. Cosa faccio?
Non lo so.
Certo non posso uscire allo scoperto. Sarei stupida se lo facessi.
Aspetto che lui esca, e intanto io sudo per l'ansia, anche se non fa affatto caldo.
Quando esce dal negozio, metto la stoffa che ho comperato sul bancone. <<Sono 15, signorina.>>
<<Ecco a lei.>>
Prendo la stoffa e correndo vado al punto d'incontro che abbiamo concordato poco prima.
Loro sono lì e appena arrivo mi chiedono se avessi visto un fantasma.
<<C'era Nico nel negozio.>> dico spaventata.
<<Cosa? E ti ha vista?>>
<<No. Mi sono nascosta.>>
<<Bene>> fa Federika. <<Domani venite da me. Faremo gli striscioni. D'accordo?>>
Diciamo tutte di si.
Io mi dirigo a casa. Non ho mai avuto paura di essere scoperta come oggi. Anche se, tecnicamente, non facevo nulla di male. Ma non potevo essere scoperta, avrei mandato in frantumi tutto il nostro piano. Meno male.
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Scusate se non ho pubblicato per un bel po' di tempo, ma, non avendo giga, non mi si aprivano nemmeno le storie, quindi scusate il ritardo. E grazie delle letture.
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