·2·{48} Tre giorni delle stesse ed identiche azioni. Si cambia musica, da oggi


Le Maldive: il sogno di una vita. Ho sempre sognato andarci e ora mi trovo finalmente qui, e con le persone più speciali che io conosca: la mia ragazza e i miei migliori amici.

È bello stare qui, ma sono già tre giorni che siamo qui e abbiamo fatto sempre lo stesso. Chiedo ai miei amici se hanno voglia di andare a qualche pub. Mi dicono di si. Stasera, non avevo proprio intenzione di rimanere a casa. Siamo qui per divertirci, no? E alllra divertiamoci. Cerchiamo qualche pub, gli americani che, come noi, sono in vacanza, anche se da più tempo, ci dicono che non ci sono bei pub, ma ristoranti dove si mangia del pesce squisito.

Non sono un fan del pesce. Quindi rifiuto l'offerta. Neanche i miei amici sono grandi fans, quindi rifiutiamo tutti l'offerta. Che possiamo fare? Una passeggiata, magari, per conoscere meglio il posto, ma chissà se ai miei amici interessa fare il giro dell'isola. Non ne sono sicuro, quindi rimuovo la mia idea.

I miei amici dicono che hanno prenotato il soggiorno, con un libriccino che descroveva tutte le tappe della nostra vacanza. Chiedo a Huge di prenderlo. Lo cerca nella borsa, la passa in rassegna, ma non lo trova. Cosa? Siamo venuti in un villaggio turistico senza il libriccino delle tappe? Magari lì c'era scritto se c'erano posti per ragazzi dove si poteva andare. Pub, cinema, teatri. E ora siamo costretti a fare le stesse cose ogni singolo giorno. La cosa davvero pallosa, non è il fatto che dobbiamo sempre andare in spiaggia, è per quello che siamo qui, ma che non c'è da fare la sera. Non c'è neanche la TV in camera. Almeno potevamo guardarci un bel film.

Torniamo a casa, e notiamo una cosa che, poco prima, non avevamo notato. C'è una mini-palestra fuori dalla nostra casa. Questo potrebbe aiutare. Huge, che è abbastanza forte, si dirige subito ai pesi; Franz, agile com'è, di accinge ad andare alla parete di arrampicata. Io e Julie, ci limitiamo ad andare, io sull'ellittica e lei sulla cyclette. Io adoro l'ellittica, mi sento come se stessi correndo, libero, verso un orizzonte a me ignoto.

Ci divertiamo come matti.

Hubert è l'unico che non ha voglia di utilizzare gli strumenti, chissà perché non ha voglia. Forse vuole l'ellittica?

Vorrei saperlo, almeno anche lui si divertirebbe come lo stiamo facendo noi.

Si limita a fare, infatti, solo gli esercizi di riscaldamento: flessioni, trazioni, addominali e, come non mi sarei mai aspettato da lui, fa anche il plank. O mio Dio. Come fa a non detestarlo? Anche io non lo detesto più come prima, essendo dimagrito molto nella palestra delle superiori, ma lo detesto perché, ogni volta che lo faccio, mi alzo con i gomiti doloranti. Forse se lo si fa sulla sabbia è meno doloroso? Scendo dall'ellittica e mi avvicino a lui.

<<Per quanto tempo?>> gli chiedo.

<<Un minuto.>>

È matto. Io scarso resisto cinquanta secondi. Mi accovaccio a terra, saldo i gomiti e le mani alla sabbia e alzo, stando in punta di piedi, il corpo, che al momento è in tensione. Forse è per questo. Sulla sabbia fa molto meno male che sulle piastrelle della palestra.

Improvvisamente, si avvicinano anche gli altri e fanno il minuto di plank con noi.

Poi Hubert si alza e dice che vuole farci da personal trainer. Noi ridiamo, perché non abbiamo intenzione di fare aerobica in questo momento. <<Avanti>> ci incita lui.

Ci alziamo tutto e facciamo, per filo e per segno ciò che fa lui. Ci dice cosa fare. Salto a piedi uniti, poi a piedi divaricati, poi piede sinistro davanti e poi piede destro avanti. Ce ne fa fare otto serie.

<<Gambe divaricate>>. E poi ci mlstra l'esercizio. Piegare il corpo in avanti mettendo le mani a terra e... <<Avanti...>> dice mettendo le mani un po' più avanti, <<Centro...>> mettendole perfettamente allineate con il corpo, <<E indietro...>> dice piegandosi talmente tanto che tra un po' si rivoltava.

Appena lo faccio io mi viene subito. È un po' doloroso, ma fa bene alla schiena. Nella mia testa non parlo più con Thomas. Forse è un senso di liberazione, o senso di colpa per averlo dimenticato, quello che provo in questo momento?

Dopo aver finito gli esercizi, siamo stremati, e sudati. Huge dice: <<Il bagno è occupato un bel po' per me. Devo togliermi ogni goccia di sudore.>> Tutti ridiamo e anche lui.

<<Vai!>> dico io. Ride come un matto.

<<Lo facciamo tutti i giorni?>> mi chiede Hubert. È l'unica attività che possiamo fare qui.

<<D'accordo, ma non farci sforzare tanto come hai fatto oggi.>> dico io.

Lui ride. <<D'accordo.>>

Mi dirigo in camera mia e di Julie e mi tolgo i vestiti di dosso. Non riuscivo più a stare in quei vestiti e in quelle scarpe. Non indosso ancora il pigiama perché, anch'io, come ha fatto Huge, voglio farmi una doccia.

Finalmente cambia musica, questa settimana. Finalmente non andremo solo in spiaggia, ma faremo anche attività fisica. Ne sono felice. Anzi, se lo devo proprio dire, sono felicissimissimissimo.

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