·19· {65} Il padre di Nico: le verità nascoste (parte 2)
Scusatemi per la lunga assenza, ma sono stata in vacanza. Una settkmana. Comunque il capirolo, per chi non lo leggerà oggi è stato pubblicato il20 agosto 2018.
Detto questo, vi lascio alla lettura. E grazie...
Dopo le parole poco rassicuranti di Kenny, decido di volergli parlare. Cerco il suo numero sull'elenco telefonico e lo trovo. Compongo il numero sulla tastiera del cellulare e premo il tasto verde per chiamarlo. Non so se risponderà. Il bello è che squilla. Tra poco sono sicuro che risponde. Ed ecco avverato il mio sogno.
<<Pronto?>>
<<Salve! Sono Nicolas. Si ricorda? Abbiamo parlato stamattina ma sono scappato appena ha nominato mio padre. Vorrei parlarle al riguardo! Dove ci possiamo incontrare?>>
<<Al parco! Quello dove ci siamo conosciuti>> lo sento ghignare. <<Lo ricordi? Dove c'era quel piccolo panificio dove ci fermammo quando avevi... 3, 4 anni?>>
<<Lì?>>
<<Esatto. Ci vediamo lì alle... 17?>> Annuisco al riguardo.
Inizio a guardare l'orologio nella mia classe come un forsennato. Non capisco perché il tempo non passi. Sono ancora le 10. Inizio a spiegare ai ragazzi le funzioni ma con un'agitazione mai provata prima. Jeremy, avendolo notato mi chiede come io stia. Io annuisco che sono un po' in ansia ma che mi passerà. Non credo in ciò che dico. Non mi passerà mai. Ho talmente tanta paura di ciò che mi possa dire riguardo mio padre. Io so che era un mostro, ma che mostro? Peggio ci quello che conoscevo o no?
Quando vedo l'orologio per l'ultima volta sono le 14. Siii... Tra 20 minuti si esce. Poi ci vorranno altre tre ore. Aiuto. L'ansia aumenta.
All'improvviso mi squilla il cellulare. Numero sconosciuto. Rispondo. È Kenny. Mi dice che per le 17 non può più perché c'è stato un imprevisto. Io gli propongo le 14,30 dato che il parco è di strada. Lui annuisce e mi saluta con il nomignolo che mi ha sempre appioppato: "Bimbo muto". Al suono di queste due parole stacco la chiamata. Chi si crede di essere questo uomo presuntuoso? Chi si crede di essere per chiamarmi così?
Ed ecco la campanella. Quella che aspettavo con tanta ansia.
E ora... andiamo all'incontro con Kenny. Ma prima avviso Julie al riguardo. Poi prego Thomas di starmi vicino e lui lo fa. Sento il suo peso piuma sulle spalle.
Mi avvio verso il parco e mi si intrecciano, nella mente, immagini del mio passato.
Flashback
Io e mio padre camminiamo mano nella mano. La mamma, al mio lato sinistro, ci guarda come fossimo io suo figlio e suo marito... chissà chi! Non capisco il perché di quello sguardo. Al fianco destro del papà c'è Kenny mano nella mano con la regina di Avalor. Io inizio a parlare delle materne. Il papà ride alle mie parole. La mamma sorride tirando su leggermente gli estremi delle labbra.
<<Ecco il parco!>> mi avvisa il papà.
Io corro verso di esso. A quattro anni si ha sempre voglia di andare sulle attrazioni dei parchi. Quelle che preferisco è l'altalena, verso la quale mi dirigo.
La mamma si avvicina a me per spingermi. Quando è vicino a me ride. Vicino al papà diventa seria. La sua risata è dolce e bella. Leggera. Quando mi colpisce, per spingermi, dietro la schiena, la sensazione del vento che mi tira i capelli indietro è bellissima. Inizia a parlare con me, io l'ascolto. Poi le chiedo di cantare la mia canzone preferita "Adagio" di Lara Fabian. Lei inizia a cantare. Quello he amo di questa canzone sono i crescendo quando meno li aspetti.
Papà ci chiama. Dobbiamo andare. La mamma china il capo per guardarmi e mi sorride.
Fine flashback
Ed ecco che giungo al parco, non più bello come un tempo.
Ed ecco Kenny. Da come cammina velocemente sembra abbia molta fretta. <<Ciao>> mi saluta stringendomi la mano.
<<Buonasera>>. Io sorrido rispondendo al suo saluto cordialmente. <<Siediti>> lo invito. Lui si accomoda sulla vecchia panchina.
<<Sai? Mi ricordo quella sera. Tua madre cantava, giusto? Che bella voce! E poi era bellissima col vento che le accarezzava i capelli spostandoli sulle spalle>> inizia a parlare. <<Tua madre, ha sposato tuo padre solo per te, Nico. A lei piaceva un altro. Si vedevano di tanto in tanto.>>
<<Dimmi un po'... Kenny. Come si sono conosciuti?>>
<<Era una sera di gennaio. Tuo padre ed io siamo andati in un pub. Si bevve molto quella sera. Tuo padre iniziò ad avvicinarsi a molte ragazze, ma quella che fissava sempre era lei... tua madre. Quando notò che era sola, si avvicinò, lei non accettò le avance di tuo padre e, essendo molto ubriaco, l'ha aggredita>>.
<<E anche...>>
Non mi fa finire che risponde. <<Si. Io non ho potuto fare nulla essendo ubriaco. Anzi l'ho incitato. Tu non puoi capire. Dopo una ventina di giorni tua madre scoprì di essere incinta di te. Io non volevo che succedesse. Te lo giuro. Da allora lui non si separava da lei. La costrinse a sposarlo se non voleva morire e soprattutto se voleva che tu stessi bene. Decise di dargliela vinta e accettare la sua proposta. Ma lei si vedeva di nascosto con l'uomo che le piaceva>>.
<<Non ci credo. Io sono il frutto di una... violenza? Non lo perdonerò mai. Dovrebbe andare sul patibolo. Dovrebbe morire sul colpo>>.
<<Se solo per questo dovrebbe morire non immagini per il resto!>>
<<C'è altro? Quel mostro ha fatto dell'altro?>>
<<Peggio. Molto>>.
<<E cioè? Parla!>>
<<La morte di tua madre>>.
<<Me ne sono accorto che è stato lui. Non serve che me lo dica tu>>.
<<Tuo padre faceva parte di una setta. Gli è stato ordinato dai seguaci di ucciderla. Anch'io ne faccio parte, o meglio, ne facevo parte. Dopo quello me ne sono andato. Ma non ho mai smesso di vedere tu padre. Eravamo migliori amici. Ti racconto di quella sera?>>. Annuisco. E lui inizia. <<Eravamo in dieci. Avevamo il volto coperto da un cappuccio bianco. C'era una stella per terra e una volta sdraiati su quella devi fare quello che ti dice la setta. Se non vuoi farlo o ti ritiri o muori. Lui si è sdraiato. Gli dissero: "Sei pronto? Per qualunque richiesta possa essa anche riguardare la famiglia?" Annuì. "Uccidi tua moglie". Lui ghignò. "Lo farò". Io ero con lui. Anche a casa tua. Sai non è stato lui a metterti al letto quella notte, ma io. Tua madre si ribellava. Tuo padre prima la picchiò pesantemente. Poi cercò un modo. Alla tua vista, mi comandò di portarti al letto. Quando riuscì a soffocare tua madre aveva sul viso un'espressione orribile. Da alloea non ne faccio più parte>>.
<<Tu sei un complice, Kenny. Anche tua moglie?>>
<<No>>.
<<Come hai potuto? C'entra qualcosa lui anche con la morte di Thomas?>>
<<No. Quella sera era in cella. Ha deciso di scontare i suoi tre anni per rapimento. Da allora non l'ho più rivisto. Potrebbe anche essere a piede libero. Oppure si è suicidato in prigione. Non si sa>>.
<<D'accordo. Ho sentito abbastanza. Me ne vado. Scusami. E grazie per le informazioni>>.
Che cosa orribile. Il papà ha ucciso la mamma per colpa di una setta satanista. Che schifo.
Dopo queste informazioni credo che non riuscirei più a stare qui nel Cincinnati. Mi faccio le ultime due settimane di scuola e me ne vado. O almeno credo. Ma prima voglio vedere la tomba nella quale giace mia madre.
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