·14· {60} Nous sommes arrivés de Hollande


Stamani decidiamo di partire. Sono un flusso di nervi. Meno male che c'è chi mi guida dall'alto: Fosco e Fosca, mamma, Thomas - le persone più importanti e speciali della mia vita. Se non fosse stato per loro io non sarei qui, in questo momento. Ringrazio la mamma che mi ha concepito e messo alla luce, ringrazio Thomas che mi ha salvato dal tentato rapimento - e mi ha aiutato con la storia che gli ho dedicato, e Fosco e Fosca per avermi portato qui, in Olanda, dove ho conosciuto la donna della mia vita. La mia è una vita grazie a voi. A tutti voi.

Prendo i bagagli miei e di Julie, e li poggio nel baule della macchina. Dopodiché, andiamo da Huge, Franz, Hubert e Hanneke per salutarli. I loro saluti sono concitati. Parlano tutti assieme.

<<Tornate presto>> dice Huge.

<<Buon viaggio>> questo è da parte di Hanneke.

<<Fatevi sentire>> arriva da Hubert.

<<Mandate un messaggino, di tanto in tanto>> questo è di Franz.

Poi li abbtacviamo e andiamo in macchina. Li salutiamo ancora con la mano. Quando faccio la curva, non li vediamo più, quindi suono il clacson. Ci mancheranno, e tanto.

Intanto che arriviamo in aeroporto, Julie accende la radio e la sintonizza su RDS. Qui ci sono musiche da tutto il mondo, sopratutto America e Italia, le mie nazioni di origine.

Arrivati in aeroporto andiamo al check in per il controllo generale. Poggio la mia valigia sul nastro che cammina e non da nessun segnale acustico. Ora tocca alla borsa di Julie. Nessun segnale. Passiamo per essere perquisiti. A me nessun segnale, a Julie si. Dove è stato posizionato l'aggegio, c'era il mio anello di fidanzamento. Quindi nulla di grave. Lasciamo i bagagli che saranno portati in stiva.

Lascio che, una volta dentro, sia Julie a sedersi dalla parete del finestrino. Io già sono un po' rigido. Ho già paura. Non so perché, ma lo sguardo di Julie mi riesce a calmare.

Appena inizia a salire, inizio a tremare per la paura. Sono talmente rigido da sembrare un pezzo di legno. Anche la sua mano mk calma.

Ed ecco i miei ricordi.

Inizio a ricordare i miei nonni che si tenevano per mano nell'aereo, come si baciavano dolcemente, ogni tanto, sulle labbra. E di come, ogni qualvolta mi agitavo, loro mi calmavano in ogni modo possibile, spesso con rassicurazioni o carezze. Li adoravo, anzi, li adoro ancora.

Il fatto che ora mi inizi ad abituare, dovrebbe significare che non dovrei più irrigidirmi ogni volta che l'aereo sale e scende. La discesa ora mi fa meno senso della salita, eppure dovrebbe essere il contrario.

O mio Dio.

Alla lettura Cincinnati Airport, mi emoziono. Era troppo che non lo vedevo ormai. Appena arriviamo sulla pista, l'aereo caccia le ruote, inizia a scendere pian piano e appena tocca terra sobbalzo, poi mi calmo. Siamo arrivati. Mostrerò a Julie il posto in cui sono nato. Anche se in autunno non è bello quanto in inverno, ha sempre avuto un enorme fascino questo posto, secondo me. Non capisco come mai la gente vada via da qui per andare in altri posti. I gusti di molti di questo paese sono molto discutibili.

Un uomo di circa la mia età, mantiene un cartello. Sopra c'è scritto Gaffney J. e Kane N.. Siamo noi. Faccio segno al ragazzo dicendo i nostri nomi.

Lui nel vedermi sembra non credere che sia io. <<No>> mi guarda in modo strano. <<Nico?>>

Io annuisco con un cenno del capo.

<<Merda. E chi ti aveva riconosciuto>>. Dal lessico delle parolacce, temo che l'uomo, giovane, davanti a me, sia Blade. <<Aho. Sono Blade>>. Intuizione perfetta.

<<Ehi!>> lo saluto io. <<Amico. Attento a non farlo subito riconoscere, eh?>> mi guarda come se avessi appena parlato in una lingua straniera. Ip indico Julie con un cenno del capo.

<<Allora sei tu, la sua bella? Come si dice in questi casi? Enchanté>> e le fa il baciamano. Su questo, direi che ci sa fare. Chi l'avrebbe mai detto che da "Randagio" sarebbe diventato un perfetto gentiluomo?

Lui ci guida verso la sua macchina, che, per quanto bella sia, io non comprerei mai.

Ci fa fare un giro del Cincinnati, illustrando a Julie varie cose. <<Questa è la scuola dove ho conosciuto il tuo lui>>. Quando parla, sia a me che a Julie, scappano delle risate. <<E così... da dove venite, precisamente?>>

<<Noi arriviamo dall'Olanda. Amsterdam, precisamente.>>

<<Sempre desiderato andarci. Ma l'olandese lo si parla spesso, p lì capite anche la nostra lingua?>> sta parlando a Julie.

<<La vostra lingua, per quanto complessa possa essere, la si parla ovunque, anche in Olanda. Anche se si preferisce parlare in olandese. Chi ci abita da molti anni non sa alcuna lingua all'infuori dell'olandese>>.

Lui annuisce con un cenno del capo. <<Tu quali lingue insegni?>> le chiede.

<<Olandese, ovviamente, poi italiano, inglese e francese.>> dice. Poi rammenta: <<E spagnolo>>

<<Accidenti. Da noi quelli che sanno così tante lingue li chiamiamo secchioni>>

<<Noi no. >>

<<Non ti sei offesa, spero.>>

<<No>> risponde secca.

Appena passiamo per una stradina, vedi una casetta. Sembra quella in cui sono vissuto nella mia infanzia. Magari è un falso allarme, ma me la ricordo. Thomas, dall'alto, annuisce. Lo stesso fanno la mamma e i nonni. Ordino a Blade di fermarsi. Lui subito obbedisce. Poi faccio a Julie: <<Questa era casa mia>>.

<<L'hanno comprata. Dei newyorchesi, se non sbaglio. Hanno due figli.>>

<<E quella di Thomas?>>

<<Affittata. Francesi in cerca di lavoro. Pendolari>>. Ha imparato nuove parole in mia assenza. Ora sa anche cosa sono i pendolari e cos'è la fuga dei cervelli. Il fenomeno delle migrazioni di ragazzi laureati in cerca di lavoro.

Ci dirigiamo di nuovo verso la scuola. Il preside è cambiato. Quello che conoscevo io è andato in pensione l'anno scorso. Me l'ha raccontato Blade. Alla porta presidenza dwi ricordi. La mamma di Thomas è dentro che parla alla preside sul fatto che Thomas debba fare pallacanestro con me. Il flashback mi fa quasi bloccare. Mi sblocca solo una cosa, una parola: <<Avanti>>. Ordina un uomo da dentro. Blade aprw la porta e ci troviamo un giovane uomo. Sulla trentina.

<<Sono loro quelli di cui ti ho parlato>> gli parla come se lo conoscesse da una vita.

<<Sedetevi>>.

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