·11· {33} La partita.
JULIE'S POV
In testa ho mille pensieri, ma quello che più mi infastidisce è uno solo: lui. Non ho ancora dimenticato le parole che mi ha detto in classe stamattina. Mi hanno fatto malissimo. Stasera, anche se non ho voglia devo andare a giocare. Mi riesce piuttosto difficile, perché non faccio altro che pensare a lui. Spero che almeno abbia deciso di venire alla partita. Mi farebbe molto male se non venisse a vedermi. Me l'ha promesso e sono certa che lui verrà. STORPIO IL POTENTE verrà sicuramente alla mia partita. Per lui le promesse infrante sono degli orrendi tradimenti.
Mi manca vedere la scena di noi sotto casa mia... Io l'ho baciato. Ma come ho fatto? Sono stata davvero così cieca. Non posso credere che lui mi odi così tanto. Sono anche rimasta stupita del gesto che ha fatto in classe... con Huge... se l'è meritato. Huge è cattivo anche se è bellissimo. Ma io con le persone cattive non ci sto. Mi dispiace per lui, ma io lo lascerei, se non l'avessi già fatto. Al contrario di lui, Nico, un ragazzo non convenzionalmente bello, ma neanche brutto. Anzi, dentro sé stesso è il ragazzo più bello del mondo.
Inizialmente non credevo che mi potessi davvero innamorare in questo modo di lui. Ma è successo. Non posso farci niente. Mi sono innamorata del nuovo arrivato a scuola... un americano... del Cincinnati, precisamente. È sempre stato dolcissimo con me. Io invece di apprezzare la sua bellezza interiore, guardavo l'aspetto esteriore. Se dovessi stare con lui per l'aspetto esteriore, un po' si e un po' no. Ma se dovessi stare con lui per l'aspetto interiore, assolutamente si. Huge ha un bell'aspetto esteriore, ma un orribile aspetto interiore. Mi chiedo come faccia a dormire la notte, con quello che fa in classe...
Disturba la mia attenzione mentre la prof. spiega. Infastidisce Nico dicendo che è un timidino, balbuziente e molliccio. Scommetto che non sa neanche i significati di queste tre parole. Nico non è un timidino. Con me si è aperto, chiacchieriamo sempre, o meglio chiacchieravamo. Non è un balbuziente. Con me non balbetta. Se parlassimo del primo giorno di scuola, allora è probabile che balbettasse, ma ora non più. Non si deve permettere di chiamare il mio STORPIO IL POTENTE balbuziente. E poi, se è un molliccio con quello che gli ha fatto, sbattendolo forte contro il muro. Come la mettiamo.
Huge è solo uno spaccone.
Fa tanto lo spiritoso, ma non sa fare altro che prendere in giro chiunque. Fa solo questo.
Non so perché invece di pensare alla partita che oggi giocheremo contro i Warriors faccio pensieri su Nico e Huge. È assolutamente vero. I ragazzi mettono molto in soggezione le ragazze. Infatti ora non so come fare a vincere la partita essendo distratta da Nico. Io spero tanto, ma veramente tanto, che lui venga alla mia partita. Mi aiuterebbe sicuramente. Vieni, Nico. Ti prego. Intanto mi avvio verso la palestra dove facciamo le partite. Le mie compagne e i tre compagni di squadra maschi, noto si avviano agli spogliatoi. Vado dietro di loro, quando Stan, uno dei giocatori dei Warriors mi si avvicina. <<Ciao portiere. Non ho ancora dimenticato che, con la tua parata, mi hai fatto perdere i mondiali di hockey. Quest'anno me la paghi, Gatta>>. Dio mio. Ma che cosa vuole? È il mio lavoro, parare i dischetti della squadra avversaria. Se non lo facessi, non servirei a niente nella squadra. Si è fatto molto più alto Stansson. È dall'anno scorso che non ci vediamo. Giocava nella squadra islandese. Era bravo, ma io l'ho parato. Pararo il tiro del cannoniere della squadra islandese. Ancora non ci credo. Perché sta nei Warriors ora? Non stava bene nell'Islanda? Chissà come mai?
Mentre mi pongo queste domande, mi dirigo verso lo spogliatoio. Lì ci sono Sky, Mary, Kaila, Laila... tutte. Non manca nessuno. Vediamo se dei tre maschi manca qualcuno. Sapete io sono, oltre che portire, anche capitano della squadra. Mi sembra ci siano tutti. Charlie,Max e Guy Germain. <<D'accordo. Ci siamo tutti. Ora vi devo dire una cosa, prima di vestirci con le divise. Nella squadra dei Warriors c'è una persona che conosciamo dall'anno scorso. Vi ricordate i giochi olimpici?>>
<<Si>>. dice Connie.
<<Certo. E allora?>> mi fa Guy.
<<Nei Warriors c'è anche uno dei giocatori dell'Islanda.>> li avviso
<<Cosa? E chi è?>> mi chiede incuriosito Charlie con il suo sorrisetto da bambino curioso.
<<Stansson>>.
<<Il cannoniere? Ok. Siamo spacciati>>. dice Charlie preoccupato
Già. Purtroppo è vero. Sarà dura batterli. I Warriors hanno in squadra il tiratore più forte che ci sia. Una volta l'ho battuto. Ma potrei riuscirci un'altra volta? Non lo so. La vedo dura.
<<D'accordo. Andate a cambiarvi. Ci vediamo sul ghiaccio per il riscaldamento.>>
Tutti vanno a prepararsi. Io penso solo a lui.
Spero tanto di non fare una brutta figura perché sto pensando ad un ragazzo che non mi guarda neanche.
NICO'S POV
Ho deciso di andare alla partita di Julie, sotto detta del mio amico STORPIO IL POTENTE, ma non mi faccio vedere subito. Inizialmente mi metto dietro il muro a vederla giocare. Se gioca male, sta pensando a me. Allora uscirò fuori facendo il tifo per lei.
Indosso una felpa bianca con strisce nere sulle spalle. Un jeans e le mie adidas bianche con strisce nere. Oggi indosso anche il cappellino. Mi era mancato tantissimo. Il mio migliore amico. E se ci fosse anche Huge? Mi prenderebbero i nervi e lo sbatterei contro gli spalti.
Dico a Fosco e Fosca che vado alla partita di Julie, una mia compagna. Loro mi fanno: <<Sei innamorato di questa Julie?>> Io sbuffo. Non sono affari loro se provo qualcosa per lei. Che si facciano gli affari loro. Su queste cose, io sono padrone di me stesso. Non mi servono loro come mentori. Hanno già fatto un grande lavoro nel crescermi. Mi hanno amato come se fossi io loro figlio, e non la mia mamma. Forse è perché ho il suo cuore che mi hanno cresciuto con tanto amore. Se fossi stato come il papà, neanche si sarebbero avvicinati a me. Li ringrazio davvero tanto. Ma per quanto riguarda la mia vita privata, devono restarne fuori.
Esco di casa chiudendo la porta alle mie spalle. Thomas... il suo spirito leggero... sulle mie spalle.
<<Che bello. Oggi Julie gioca contro i Warriors. Sapevate che nei Warriors c'è anche Stansson.>>
<<Chi?>>
<<L'islandese. L'avete dimenticato? La parata di Julie contro il cannoniere Stansson?>>
<<Ah già! E perché sta nei Warriors?>>
<<Per fargliela pagare. Credo...>>
Mi avvicino a loro dicendo: <<Conoscete la palestra dove fanjo le partite di hockey?>>
<<Si. È dopo il ponte.>>
Le ringrazio e corro verso la palestra. Non voglio arrivare tardi. Non mi voglio perdere neanche un minuto.
Appena arrivo vedo che Julie e la sua squadra stanno salendo sul ghiaccio. In questo momento. Sono puntuale. Meno male. Li vedo girare sul ghiaccio. Dagli spalti arrivano urla di incitamento per i Warriors. <<Battete quel branco di rammolliti.>> o <<Battete la squadra dei pappamolle>>.
Mentre ce n'erano altri di incitamento per la squadra di Julie. <<Quac, quac, quac... forza anatre.>> La squadra di Julie si chiama anatre. Bel nome. Le anatre sono uccelli reali. Stanno sempre insieme. Non si separano mai. In nessun caso. E loro sembrano piuttosto affiatati.
JULIE'S POV
Ora riunisco i miei compagni di squadra. <<Qualunque cosa succeda, io sarò fiera di voi.>> dico ai miei compagni. <<Andiamo>>.
Io mi dirigo alla porta. Alcuni vanno in centrocampo. Charlie va alla conquista del dischetto. L'arbitro tira il dischetto in aria e Charlie lo prende. Bene, Charlie. Va' in porta adesso. Sta in posizione di tiro, ma proprio mentre sta per tirare, Stansson goi ruba il dischetto. <<Ehi>>.
Cavolo. Ricorda ciò che ha detto il coach. È un esibizionista. Farà una tripla finta e lancerà all'altezza del guanto.
Lo vedo che finge di tirare. UNA. Lo rifà. DUE. Di nuovo. TRE. Ora è fermo davanti alla porta, alza il bastone e colpisce il dischetto. Altezza guanto. Altezza guanto. Non ha tirato ad altezza guanto, ma rasoterra. L'ha fatto apposta. Infatti il dischetto va dentro. Cavolo. No...
La prossima volta andrà meglio. Speriamo.
Sempre Charlie va alla conquista del dischetto contro Stansson. Oh oh... lo prenderà Stansson, ora. Ne sono certa. Stavolta non gli posso permettere di fare un altro punto.
L'arbitro tira il dischetto e come avevo previsto, l'ha preso Stansson che viene dritto verso di me. Stavolta non fa la tripla finta. Tira direttamente. E va in porta. Cavolo. 2 a 0. Ora basta. <<Ragazzi. In attacco dovete essere più correlati. In difesa dovete anche aiutarmi perché non posso fare tutto il lavoro.>>. Sempre lui. Alzo gli occhi e...
NICO'S POV
Non riesce a giocare. È superdistratta. E so anche da chi. Da me. Io non le permetto di giocare bene. Ma ora, dedico di uscire fuori e di sedermi sugli spalti.
Inizio a fare il tifo per lei: <<Forza, anatre.>>
Appena mi vede, gli occhi azzurri di Julie si illuminano. Vedo di nuovo Stansson andare contro di lei. <<Forza Julie. Parala.>> Julie è felicissima di vedermi. Nei suoi occhi leggo gratitudine. Stansson sta per tirare. Tira. E... Julie la para. Ha il dischetto in mano.
<<Formidabile parata di Julie Gaffney contro il cannoniere Stansson.>> dice lo speaker.
Ora è il suo compagno di squadra ad avere il dischetto. Va in porta. Tira e segna. Suona la campana. <<Goal per la squadra delle anatre tirato da Guy Germain.>> dice lo speaker.
La partita finisce con il 2 a 3 per le anatre. La squadra di Julie ha vinto. Ed è solo grazie a me e al mio super amico. Se non fosse stato per la sua intercessione, avrei deciso di non venire alla partita.
Dopo che si è rivestita, Julie mi si avvicina. <<Grazie mille>>.
Mi stampa un leggero bacio sulla guancia e io arrossisco di nuovo.
<<Mi accompagni?>> mi fa...
Io le dico: <<Certo. Perché no?>>
Appena siamo sotto casa sua, lei mi abbraccia talmente forte da farmi quasi soffocare. <<Come sapevi che era per te che giocavo male?>>
<<Me lo sono sentito.>> dico una bugia. <<Veramente è perché ti pensavo anch'io. Da quando mi sono spostato vicino il secchione mi sento solo. Non parla mai, sta sempre sui libri. E poi, quella volta che parla è per chiederti: "Vogliamo fare i compiti insieme?" Insomma... senza te... mi sento solo.>>
<<Anch'io>> dice. Mi lascia un bacio delicato, ma potente sulle labbra, le quali si surriscaldano. STORPIO IL POTENTE, sulle mie spalle ride come un matto. Le metto un mano sulla guancia, delicatamente. Cerco di essere molto delicato. Quando si stacca, finalmente, io la fisso connun sorrisetto da ebete e la saluto con la mano. Anche lei fa lo stesso ridendo.
<<Non ci credo. Il mio prode cavaliere innamorato della ragazza più fatale del reame.>>
<<È la ragazza più fatale del reame ad essere innamorata di me. Pensa... se non mi fossi fatto vedere Stansson, mi smbra si chiama, le avrebbe fatto dodici goal senza problemi. Stava pensando a me. Sai?>>
E ridendo ce ne andiamo. Noto dalla finestra le facce curiose dei miei nonni. Hanno visto tutta la scena. Mi sa'.
Appena entro mi abbracciano. <<Il nostro ragazzo dal cuore d'oro è innamorato della sua Julie.>> e mi lasciano un bacio sulla fronte. <<Va' a dormire. Buonanotte.>> dice Fosco. <<Buonanotte, caro. Fa' bei sogni.>> mi fa Fosca.
Come non posso farli. Ho baciato a lungo la ragazza più fatale del reame.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top