·10· Un grave malore.

Un nuovo giorno.
Una probabile nuova missione.
Io e STORPIO IL POTENTE siamo pronti a tutto.

Peccato che oggi si va a scuola.

Quindi... niente missione.

I "Randagi" sembrano spaventati, infatti appena gli passiamo affianco, cercano di spostarsi in ogni modo, emettendo sussulti spaventati.

Mi fa piacere.
Fino a un mese fa' non credevo di far paura a qualcuno.
Mi sorprendo di me stesso.

Oggi in palestra, Blade ha cercato di non toccarmi per paura che STORPIO IL POTENTE lo distrugga.
Siamo dei grandi.

È una gran soddisfazione.

Finalmente sono qualcuno.
Finalmente "siamo" qualcuno.

Oggi, contro i "Randagi" abbiamo fatto 30 punti, una soddisfazione stupenda.

Siiiiiiiii...

Andiamo a dare il cinque ai ragazzi sugli spalti che gridano con gioia il nostro nome.

<<Siete grandi>> dicono.

Ah, che sollievo.

Oggi dobbiamo tornare a casa più tardi, quindi dobbiamo mangiare alla mensa della scuola.

Io mi prendo un panino, se vogliamo chiamarlo così.


Thomas, invece, si è preso un piatto di noodles

<<Come diavolo fai a mangiarli?>> chiede un ragazzino di fronte a lui.

<<Sono buoni.>> risponde con un po' di noodles in bocca.

Tutti ridono forte.

<<Ehi>> cerco di fermarlo. <<Mangi troppo in fretta>>.

<<Eh?>> mi fa lui, fa finta di niente.

<<Mangi troppo in fretta.>> Stavolta gli tolgo le bacchette dalle mani.

<<D'accordo... mammina>>.

Tutti iniziano a ridere contrp di me.

Mi alzo.
Mi stanno prendendo i nervi.
Porto i panini con me.
Ho fame. Perché mi tratta così?

Forse sto aiutando solo lui con la popolarità.

Infatti, ora, al suo tavolo, ci sono una decina di ragazzi.
Io mi ritrovo nella mensa vicino il bancone.

Che ci faccio di nuovo qui al bancone?
Scommetto se lo stia chiedendo anche l'inserviente.

THOMAS' S POV

Mi ritrovo intorno un gruppo di ragazzi, inizio, quindi a fare lo sbruffone.

Prendo della carta argentata, e me la metto sugli occhi per formare le ciglia, e una manciata di noodles in testa, per formare i capelli.

<<Ciao>> inizio a fare la voce femminile. Non sono molto bravo, ma attiro l'attenzione del mio pubblico. <<Tutto bene figliolo?>>

Tutti scoppiano a ridere, anch'io. Sembro un po' stupido, ma non mi importa.
Basta che ho degli amici.

Vedo il mio cavaliere di fronte al bancone e mi si riempie il cuore di malinconia, ma non appena dostolgo lo sguardo, già faccio di nuovo lo stupido.

Ora penso a qualcos'altro.

Io conosco l'accento siciliano, potrei dire qualcosa con l'accento.

Li farà scoppiare.

<<Bedda matre>> Non appena lo dico ci sono delle risatine. <<Tu nun me piaci, tu invece si>> l'accento mi sta venendo bene.

<<Ma che lingua è?>> mi chiede un ragazzo.

<<Non è una lingua, è un accento.>> dico. <<Capisti?>>

Tutti ridono.

Io riprendo a mangiare i noodles, isolando quelli che mi sono messo in testa.

Improvvisamente ho un dolore al petto. Cos'ho? Oh, mio Dio. Il dolore inizia ad aumentare.

Improvvisamente, col morso ancora in bocca e le risate degli altri, inizio a tossire.
Tosse secca.
Mi sento soffocare.
Non riesco a respirare, tossisco ma non si ferma, neache con l'acqua. Anzi, sembra peggiorare

Mi ribalto sulla sedia.

Tossisco.

Nessuno fa nulla.

NICO'S POV

Quella tosse la riconoscerei dovunque.

Thomas è il mio primo pensiero.

Mi giro e non lo vedo.
Deve essere lui a tossire.
Io, preso dal panico, cerco di avvicinarmi il più velocemente possibile.

Lo vedo accasciato a terra.

Un'altra delle tante scene che non dimenticherò mai.

Lo vedo con noodles che gli escono da bocca a causa della tosse.

Istintivamente lo prendo in braccio, lo stringo forte.
Ho paura possa rompersi, lo maneggio con cura.

<<Ehi>> cerco di chiamarlo, ma lui non mi vede, è percorso da vari tremiti. Ha gli occhi rivoltati. <<Ehi.>> Lo richiamo, ma non riesce a vedermi. <<Aiutooooo>> grido così forte che chi mi vede si spaventa.

Quando mi vedono con Thomas in braccio, anche i "Randagi" provano pietà.

<<Chiamo un'ambulanza>> dice Blade.

Io continuo a tenerlo in braccio, cerco di non stringerlo, ma allo stesso tempo cerco di non farlo cadere.
Il mio corpo, il mio povero corpo si irrigidisce.

Non lo lascerò mai.

Lo tengo in braccio dino all'arrivo dell'ambulanza.

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