The End
"Siamo arrivati!"
Mi risvegliai dalle mie fantasie e guardai fuori dal finestrino.
Mi aveva portato su una spiaggia.
Mi ero fatto due ore di macchina per andare su una stupida spiaggia.
"Grandioso" mormorai tra me e me.
"Te l'avevo detto che non mi ero perso."
Non gli credevo, era ovvio che si era perso dato che avevamo vagato oer due ore, ripeto due ore, per Baltimora.
"E perchè mi hai portato qui?"
"Avevo sentito parlare di questo posto ed è il primo che mi è passato per la mente quando siamo usciti dal bar. Seguimi" disse incamminandosi verso un'enorme parete di roccia.
Lo seguì e, guardandomi intorno, rimasi incantato dal riflesso della luna sulla superficie piatta del mare e dalla sabbia fine e soffice, non era così male in fondo. Gerard mi portò in un lembo di spiaggia racchiuso in una rientranza della roccia, lontano da occhi indiscreti.
Lui si sedette e io lo imitai, non so per quanto tempo rimanemmo in silenzio a guardare il mare, so solo che avevo così tante cose da dirgli che sentivo le parole lottare per uscire e alla fine vinsero.
Iniziai a raccontare a Gerard dei miei concerti e di come mi sentivo a cantare e a suonare per una folla di persone adoranti, gli raccontai dei posti che avevo visto in tour e di quelli in cui ero giá stato con i My Chemical Romance e di come ero stato sommerso tante volte da ricordi felici, gli raccontai persino quanto erano cresciute le gemelle e di quando Miles aveva mosso i primi passi e aveva detto le prime parole. Ero arrivato al punto in cui avrei dovuto dirgli che mi era mancato come quando sei sott'acqua eccetera eccetera, ma non lo feci, ero troppo spaventato dalla reazione che avrebbe potuto avere, quindi rimasi in silenzio. Mi ero accorto che Gerard non aveva tolto neanche per un secondo gli occhi dalle mie labbra, era piuttosto imbarazzante per me. Adesso era il suo turno di parlare e il mio di guardare le sje labbra, che Dio solo sa quanto erano perfette.
Mi raccontò anche lui dei suoi concerti e dei luoghi in cui era stato, mi raccontò del rapporto che c'era fra Bandit e suo fratello e che Mikey e la moglie volevano un figlio. Non ascoltai l'ultima parte del suo racconto, ero troppo concentrato a trattenere l'impulso di dirgli, o meglio di urlargli, che mi era mancato e sentivo che potevo esplodere da un momento all'altro. Alla fine quelle parole uscirono da sole, nell'attimo di silenzio che seguì dopo la fine del racconto di Gerard.
"Mi sei mancato. Mi sei mancato come quando vai sott'acqua e devi respirare perchè sennò muori, ma non puoi respirare perchè ti manca l'ossigeno e senza l'ossigeno non puoi vivere. E io non posso vovere senza di te Gerard, tu sei il mio ossigeno."
Lo dissi tutto d'un fiato e i miei polmoni imploravano per un po' di aria e il mio cuore era sul punto di esplodere.
Gerard non disse niente, avevo bisogno che dicesse qualcosa, quualsiasi cosa, avevo bisogno di una reazione qualsiasi, mi sarei aspettato uno schiaffo o un "Vaffanculo Frank" o qualsiasi altra cosa, ma mai mi sarei aspettato quello che accadde realmente.
Non capì subito quello che stava succedendo, il mio cervello, al momento poco ossigenato, non riusciva a mettere a fuoco la situazione. Ci misi un po' a capire che Gerard mi stava baciando, sfiorandomi la guancia con la mano. Mi affrettai a premere le mie labbra sulle sue e a posare la mia mano sulla sua. Mi era mancato così tanto il sapore delle sue labbra, avevo passato notti insonni a ricercare nei miei ricordi il sapore delle sue labbra e adesso finalmente lo avevo ritrovato. Gerard mi stava chiedendo con gli occhi il permesso di togliermi la maglia, che adesso mi sembrava così ingombrante e io acconsentì, subito le sue mani volarono dolcemente sul bordo della mia maglietta e me la sfilò. Lo imitai, togliendogli quella stupida maglia arancione e mi fermai a guardarlo. Il suo corpo era esattamente come lo ricordavo, sorrisi e avvolsi le mie braccia attorno al suo collo, baciandolo con foga.
Era tutto così perfetto.
I nostri baci erano interrotti soltanto dai sorrisi che ci scambiavamo, le nostre mani si intrecciavano e si lasciavano , i nostri corpi che scivolavano l'uno sull'altro come fossero un tutt'uno.
Mi addormentai sfinito sul petto di Gerard con le sue mani che mi cingevano la schiena. Mi era mancato così tanto.
Era stata probabilmente la notte più bella della mia vita e avrei voluto continuasse all'infinito.
Ma come tutte le cose belle era destinata a finire in qualche modo.
Il nostro momento magico finì con una chiamata, a cui non avrei risposto se solo Gerard non avesse insistito. Era James.
"Pronto?" mormorai con la voce impastata dal sonno, intanto Gerard si era alzato per vestirsi. Maledissi il biondo con una tale intensitá che per un momento pensai sarebbe morto mentre era al telefono.
"Frank si può sapere dove diavolo eri finito ieri sera?!"
Dovevo inventarmi una scusa, una bugia.
"Mi stavo annoiando e sono andato via con Gerard, poi ci siamo persi e non siamo riusciti a trovare l'albergo."
In fondo non era tutta una bugia, no?
"Grandioso, in ogni caso dovete tornare tutte e due subito, noi dobbiamo prendere il treno fra un'ora e Mikey rivuole la sua auto."
Sospirai tristemente, non volevo tornare all'albergo neanche per tutto l'oro del mondo, ma acconsentì e riattaccai, avvicinandomi a Gerard che si era seduto sulla riva ad osservare un gabbiano mentre cercava di prendere un pesce.
Gli poggiai una mano sulla spalla e lui si voltò verso di me, sorridente. Non lo avevo mai visto così felice e mi il cuore mi si strinse in una morsa di ferro all'idea di quello che dovevo dirgli.
"Gerard dobbiamo tornare all'albergo."
Il sorriso gli morì sulle labbra e un velo di tristezza gli passò davanti agli occhi, ma annuì e si alzò dirigendosi all'auto.
Il viaggio di ritorno verso l'albergo fu silenzioso, in fondo tutto ciò che avevamo bisogno di dirci ce lo eravamo detti la sera prima; un brivido di piacere mi attraversò la schiena al pensiero di quello che avevamo fatto e sorrisi. Durante tutto il tragitto pensai a cosa sarebbe successo adesso, dopo quello che c'era stato fra noi speravo che le cose sarebbero cambiate, dovevano cambiare.
Gerard fermò la macchina un po' prima dell'entrata dell'albergo e mi guardò, io gli restituì lo sguardo.
"E adesso?"
Un triste sorriso gli apparve suo volto.
"E adesso cosa?"
"Adesso cosa succederá?"
Scosse la testa lentamente, sempre con quel sorriso amaro sulle labbra.
"Niente."
Qualcosa dentro di me si spezzò e gli occhi iniziarono a bruciarmi.
"C-come sarebbe a dire niente?"
"Noi abbiamo una vita Frank, siamo sposati e abbiamo una famiglia, non possiamo fare altro che tornare a casa adesso. Quello che abbiamo fa parte del passato Frankie."
Non avevo mai pensato a Jamia da quando avevo visto Gerard e la realtá mi colpì come un macigno.
Le lacrime lottavano contro la barriera che avevo costruito per non farle uscire, non potevo piangere davanti a lui. Si avvicinò a me e mi baciò, sussurrandomi un "Mi dispiace Frank" nell'orecchio. Sentì una lacrima fredda rigarmi la guancia e il suo pollice sfiorarmi lo zigomo per asciugarla. Mi allontanai dal suo volto e lo guardai per quella che sarebbe forse stata l'ultima volta. Non sorrideva più adesso, la tristezza lo avvolgeva come una coperta e io non potevo fare altro che alzarmi e uscire dall'auto. Ma prima di chiudere lo sportello, con un groppo in gola grande come non so cosa, gli dissi: "Solo... non dimenticarmi" e chiusi lo sportello.
Quel giorno guardai Gerard Way allontanarsi per sempre dalla mia vita, non piansi, riuscì a trattenere le lacrime e fu solo in quel momento che capì.
"Hai ragione Gerard, noi abbiamo una vita, una famiglia e tutto ciò che siamo stati fa parte del passato e come passato deve rimanere tale. So che niente cambierá e che continuerai a mancarmi come l'ossigeno quando sei sott'acqua e che fará male, ma andremo avanti come tu stesso ci hai insegnato. E mi ricorderò sempre di questo giorno, anzi di questa notte, l'ultima che abbiamo passato insieme, mi ricorderò di te e di quello che provo nei tuoi confronti, perchè forse tu non lo hai mai capito quanto io ti abbia amato e quanto continui a farlo. Ma andrò avanti anche senza di te, senza ossigeno sopravviverò.
Addio Gee."
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