Memories

"Cosa stai cercando?"
Gerard aveva finalmente posato il suo sguardo su di me, distogliendolo da Mikey che si stava dando alla pazza gioia con James e gli altri.
"Il mio accendino."
Non riuscivo a trovarlo, avevo deciso di fumare una sigaretta tanto per passare il tempo, dato che Gerard sembrava non volermi parlare, ma senza accendino sarebbe stato un po' difficile accenderne una.
"Tieni."
Gerard mi porse il suo accendino, lo riconobbi subito e sorrisi, rigirando tra le mani quel piccolo oggettino nero. Mi ricordo che glielo regalai per il suo ventiseiesimo compleanno, eravamo andati a festeggiarlo con gli altro ragazzo sulle rive di un lago, avevamo fatto una specie di pic nic e avevamo passato il pomeriggio a giocare a frisbee e a fare il bagno nel lago. Gerard voleva scartare il mio regalo per ultimo, mi ero sentito importante in quel momento, i regali degli altri erano molto più belli del mio, che era un modesto accendino, eppure a Gerard era piaciuto molto.
Avevo fatto incidere sulla lucida superficie nera una frase, la stessa sulla quale adesso stavo passando il pollice, con il tempo si era rovinata ed era poco leggibile, ma era quella, era lo stesso accendino, lo avrei riconosciuto tra milioni ne ero certo.

Let's get it together right now
Let's get it together somehow

Andiamo insieme in questo momento Andiamo insieme in qualche modo

"Ce l'hai ancora" mormorai.
Lui annuì in silenzio, mentre mi accendevo la sigaretta e la portavo alle labbra, mi guardava come se stesse analizzando ogni singolo centimetro del mio corpo e io stavo lì come un cretino a fumare, mi tremavano le mani e il cuore.
Gerard si alzò all'improvviso, facendomi quasi cadere la sigaretta per la sorpresa.
"Andiamocene da qui, c'è troppa gente."
"E gli altri?"
"Neanche se ne accorgeranno."
Così mi alzai e lo seguì, forse non avreo dovuto farlo, forse sarei dovuto rimanere lì a fumare come un cretino, forse avrei dovuto avvertire James. O forse dovevo semplicemente lasciarmi guidare dall'istinto e lui diceva di andare con Gerard e io mi fidavo di Gerard, lo avrei seguito anche in capo al mondo.
Uscimmo dal bar senza che nessuno se ne accorgesse, come avevo previsto e andammo verso l'auto di Mikey.
"Hai le chiavi?" chiesi.
"Certo" rispose tirandole fuori dalla tasca dei pantaloni.
"Le ho chieste a Mikey prima di entrare, tanto avrei dovuto guidare io per tornare in albergo, dato che sarei rimasto l'unico sobrio."
Iniziai a ridere, imitato da Gerard.
Era da così tanto tempo che non sentivo la sua risata e mi era mancata, Dio solo sa quanto mi è mancata la sua risata!
In ogni caso Gerard si mise alla guida dell'auto di Mikey e iniziò a girare per strade a me sconosciute. Ero preoccupato per due motivi: il primo era che Gerard conosceva Baltimora quanto la conoscevo io e il che era molto preoccupante dato che la mia conoscenza di Baltimora si limitava al nome della via dell'albergo. Il secondo motivo era l'ora, voglio dire, erano quasi le dieci di sera e se ci fossimo persi saremmo rimasti tutta la notte a vagare per Baltimora e io non avevo nessuna intenzione di farlo.
"Sapevo che ci saremmo persi" dissi sospirando.
"Non ci siamo persi."
"Davvero?"
"Davvero."
Sembrava piuttosto convinto e mi sarebbe dispiaciuto deluderlo, solo che era la quinta volta che passavamo davanti a un ristorante, segno che lui non sapeva dove stavamo andando e che ci eravamo persi.
Non so come nè perchè mi venne in mente quella volta che io e Gerard avevamo litigato per l'ennesimo bacio rifiutato, mi ricordo che non gli avevo parlato per quasi una settimana. Dico quasi perchè Gerard era riuscito a farsi perdonare prima della fine della settimana.

Tick. Tick.
Mi svegliai di soprassalto sentendo degli strani rumori provenienti dalla finestra.
Tick.
Mi alzai dal letto sbadigliando e stropicciandomi gli occhi, per avvicinarmi alla finestra. Un sasso colpì il vetro, producendo il fastidioso rumore che mi aveva svegliato. Aprì la finestra e guardai in basso.
Gerard aveva un sacco di sassolini in mano, per un momento pensai che aveva finito i sassi che c'erano nel vialetto d'ingresso di casa mia.
"Che cu fai qui Way?"
Ero ancora molto arrabbiato con lui, non poteva giocare con i miei sentimenti a quel modo. Io lo amavo cazzo, lo amavo davvero, ma per lui sembrava tutto un gioco e continuava ad evitarmi. Non potevo sopportarlo.
"Sono venuto per farmi perdonare."
Era da giorni che cercava di scusarsi in tutti i modi possibili e immaginabili, ma io non ce la facevo proprio a perdonarlo questa volta.
Sospirai.
"Scendi!"
"Cosa?! Sei impazzito?! Vattene Way lasciami dormire in santa pace!"
Feci per chiudere la finestra, ma lui tirò un altro sasso prendendomi il braccio, lo fulminai con lo sguardo e lessi la determinazione nei suoi occhi. Sapevo che non se ne sarebbe andato questa volta, quindi se volevo dormire sarei dovuto scendere.
Uscì di casa in pigiama e pantofole, senza farmi sentire dai miei genitori e andai da Gerard con le braccia incorociate sul petto.
"Allora Way, che vuoi?"
"Sali" disse indicando la macchina.
Non avevo altra scelta, quindi salì, rassegnato. Dal sedile del passeggero guardai l'ora segnata sulla radio dell'auto, erano le tre. Sospirai.
"Dove stiamo andando?"
"Al parco."
Bene, almeno era vicino a casa mia, sarebbe stata una cosa veloce e indolore.
Come previsto ci mettemmo poco più di dieci minuti per arrivare al parco, Gerard parcheggiò la macchina e, tenendomi per mano, mi trascinò sul prato, costringendomi a sedermi. Ero pronto a sentire le sue ennesime scuse.
"So che sei arrabbiato con me eccetera eccetera, però voglio che tu mi ascolti attentamente adesso."
Annuì portandomi le ginocchia al petto.
"Non sono mai stato una brava persona, voglio dire ho fatto più errori di quanti ne possa contare e ho giocato con i tuoi sentimenti a volte, lo ammetto e mi sento una persona spregevole adesso. Ma ti prometto che da adesso le cose saranno diverse, io voglio impegnarmi ad essere una persona migliore per te Frank, perchè te lo meriti. Quindi da adesso ti giuro che le cose saranno diverse, che cambierò per te e anche se nel profondo so di non meritarmi un'altra possibilitá, ti prometto che ci proverò, proverò a non deluderti mai fino a che non ci riuscirò. Adesso puoi alzarti e andare via se vuoi."
Mi alzai e mi avvicinai al suo volto, la luna riflessa nei suoi occhi, come potevo non amare una persona del genere? Lo baciai, mi erano mancate le sue labbra così perfette e lui ricambiò il bacio, sorridendo.
"Ti darò un'altra possibilitá Way." Mi saltò letteralmente addosso, facendomi sbattere la schiena sul prato erboso e iniziò a baciarmi, sorridendo come mai lo avevo visto fare e il suo sorriso era così contagioso che sorridevo anche io come non avevo mai fatto per nessuno.
Era tutto così perfetto.

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