Chapter VII - Free
[James]
Io e Luc seguimmo Damon, molto cautamente, controllando, come al solito, se qualcuno ci stesse seguendo.
Di solito era vietato uscire dai nostri confini, ma ehi, non seguire le regole era il mio hobby.
Comunque, lo seguimmo senza fiatare, rare volte venivo convocato da Katy e,quando succedeva, non era mai nulla di buono.
A volte, venivo convocato per il comportamento di Olivia, mia sorella per intenderci, altre volte venivo semplicemente di mia spontanea volontà.
Non capii perché Luc venne insieme a me, insomma, era il primo a lamentarsi sul fatto che non dovessi frequentare i Rerum, visto chi sono.
Ma non credo che essere un Gelida o un Rerum faccia molta differenza, siamo entrambi "tribù" mal viste.
Suppongo l'unica cosa che ci accumuni.
Mentre la notte calava, mi chiedevo se realmente Jack sapesse delle mie uscite, poche ore prima, mi aveva guardato così male, che mi avrebbe congelato in un istante.
Per non parlare delle continue frecciatine «quando arriviamo?» si lamentò Luc, dietro di noi, appoggiandosi ad un tronco e guardandoci male.
Ecco appunto, di chi era stata la geniale idea di portarselo dietro?
Damon si girò verso di lui, annoiato «manca poco Luc, poco, porta pazienza» disse soltanto, continuando a camminare davanti a noi.
Lo guardai con un sopracciglio inarcato, ma non proferì parola.
No perché non avevo nulla da dire, anzi, tutto il contrario, ma vedevo Damon abbastanza teso e mi chiesi davvero il perché.
Insomma, non che nell'ultimo periodo sia accaduto chissà cosa di strano, la vita stava procedendo in modo normale, o almeno credo.
Al momento comunque, non ci badai molto, e continuai a seguirlo.
Odiavo gli alberi, odiavo la natura, odiavo l'estate e odiavo, fatte alcune eccezioni, il genere umano.
Insomma, ero davvero un ragazzo capace di amare qualsiasi cosa.
Sospirai, spostai un ramo dalla mia faccia e mi caricai Luc sulle spalle.
Invece di ringraziarmi, come farebbe qualsiasi persona normale dopo questo mio atto di gentilezza, Luc strillò «non sono un bambino di tre anni, fammi scendere!»
Lo ignorai e continuai a camminare, con lui sulle spalle, era più leggero di quel che credessi.
Il buio calò in un attimo e, mentre l'insolito Damon silenzioso, ci fece entrare nel "campo" Rerum, io misi giù Luc.
«La prossima volta chiedi il permesso prima di alzarmi in quel modo.»
«E dove sarebbe il divertimento?» risposi, stiracchiandomi tranquillamente e recandomi verso l'albero maestro.
Damon rise di gusto, a quel battibecco creatosi tra me e Luc, e ci seguì verso la postazione, dove di solito Katy teneva le riunioni.
Damon era follemente e drasticamente innamorato di lei, avrebbe fatto di tutto pur di proteggerla.
Per non parlare degli sforzi che aveva dovuto fare per conquistarla.
Bah l'amore...era una parola così strana.
Probabilmente era un sentimento che ti mangiava dentro, ma perché dovresti avere bisogno di qualcuno al tuo fianco per tutta la vita?
Cibo, amici e cibo non bastavano?
Sentimenti umani, così strani.
Dal canto suo Katy si comportava da stronza con lui, sapeva fin da quando erano piccoli che Damon le andava dietro, cosa che la rendeva molto felice, ma non gli lasciava mai via di scampo.
Insomma, una coppia così strana. Ma probabilmente Katy aveva più l'aria da leader rispetto a Damon, che aveva più un'aria da "secchione" del gruppo.
Anche secchione era una parola così strana, chissà perché a Barlume chiamavano così i cervelloni.
Luc mi tirò una bellissima, fortissima ed amabilissima sberla in testa e mi riportò nel mondo reale «bello addormentato è il momento di entrare» borbottò.
Sorrisi «ahh, quindi ammetti che mi trovi bello?» risposi, scostando la tenda dall'albero ed entrando all'interno.
Come al solito quel posto era ordinatissimo, dalla libreria alle radici stesse dell'albero, metodo di mia sorella sicuramente.
A venirci incontro fu quel coglione di Finn che, jgnorando completamente Luc, che si lamentava al mio fianco su ciò che avevo appena detto e un Damon in calore, mi venne addosso seguito da mia sorella.
Ecco, Finn era il solito cretino del gruppo, era stato abbandonato quando aveva due anni, in mezzo alla foresta, e, trovato e adottato dalla tribù dei Finigus, aveva appreso la magia della terra.
Finn non era il suo vero nome, ma era un nome che aveva scelto appositamente Damon per lui, forse era per questo che quei due erano come fratelli.
Per ciò per noi Finn Smith restava un mistero.
Tralasciando il fatto che Damon si prendesse sempre gioco di lui, sono convinto che sia legatissimo a Finn, e questo l'ha dimostrato moltissime volte.
«Guarda chi si vede, qual buon vento ti porta qui? O forse dovrei dire qual buon gelo?» sghignazzò.
Alzai gli occhi al cielo, ma perché tutti non perdevano occasione per fare battute sulla mia provenienza?
Tra l'altro non facevano nemmeno ridere.
Dietro di lui, mia sorella gli diede un calcio nella gamba, che gli fece fare un volo di almeno cinquanta chilometri; per non parlare del dolore, l'avevo sentito anch'io.
Mia sorella Olivia era più piccola di me, era sempre stata quella più introversa e insicura e aveva ereditato il dono da mia nonna, non dai miei genitori.
Questo ci aveva portato ad una divisione, sopratutto quando i gelida avevano scoperto che lei in realtà era un'Ignis.
Ancora ricordo il suo sguardo terrorizzato e lo sguardo disgustato degli anziani, che avevano intenzione di esiliarla o peggio, ucciderla.
E mi ricordo ancora l'orrore e il ribrezzo che provai in quel momento, avevo fatto fuggire Olivia, l'avevo fatta andare via, lontano da me.
Fortunatamente era arrivata ad Huntress sana e salva e molti anni dopo aveva incontrato Katy, che le aveva dato una nuova casa.
Non posso che esserle più che debitore.
Olivia scavalcò un Finn dolorante e si buttò tra le mie braccia. L'accolsi più che felice e l'abbracciai fortissimo, avrei fatto di tutto per lei, anche uccidere se fosse stato necessario.
Le baciai la testa e la staccai da me «come va Olivia? Stai facendo la brava?» lei gonfiò le guance «non sono più una bambina di quattro anni che ha bisogno di essere trattata così!» Si lamentò.
Sorrisi «ma per me lo sarai sempre» Finn fece una smorfia «si molto bello e amorevole, ma a me chi ci pensa?» lo ignorai categoricamente e da dietro di lui spuntò Damon con la sua ragazza.
Non era cambiata di una virgola e questo mi inquietò, e non poco, non la vedevo da almeno quattro mesi «adesso che siamo tutti» iniziò, lo sguardo serio «possiamo iniziare quest'assemblea speciale.»
Katy ci aveva fatti accomodare in una stanza piccola quanto grande, insomma capace di contenere sei persone all'interno.
Sembravamo quasi i cavalieri della tavola rotonda, seduti attorno a quel tavolo di legno.
Sorrisi al pensiero, mi sarebbe tanto piaciuto visitare il mondo, invece di stare confinato in questo schifo di stato.
Finn, appoggiando le gambe sopra il
tavolo, si stiracchiò «esattamente...» cominciò, indicando Luc «lui cosa ci fa qui?» domandò.
Lo fulminai con lo sguardo e lui deglutì mentre Luc abbassava lo sguardo.
Gli diedi l'amichevole pacca sulla spalla che si dà nei momenti di conforto, ma credo solo di avergliela rotta.
Katy sbattè le mani sul tavolo mentre Damon era dietro di lei, a braccia conserte «non ci interessano i presenti, l'importante è sapere» spostò lo sguardo su di me «e tu devi sapere.»
Si rimise dritta e ci guardò uno per uno, prendendo una piccola mappa «evitiamo giri di parole, siamo in guerra» disse ed io deglutii pesantemente, guardando Olivia.
No, non poteva ancora essere pronta per affrontare una guerra. Damon poggiò una mano sulla spalla di Katy e prese parola «la tribù dei Gelida ha intenzione di radere al suolo tutto lo stato, prima di tutto le quattro tribù che proteggono Huntress, poi penseranno a quelle minori, come la tribù dell'acqua o della luce» ci indicò il tragitto che la mia tribù aveva intenzione di fare e mi mancò il fiato, non ne sapevo nulla.
Guardai Katy e Damon «come fate a sapere queste informazioni?» domandai mentre loro si guardarono negli occhi «questo non è importante» dileguò Damon «giusto, l'importante è sapere come bloccarla, da domani la tribù dei Caeli manderà un avvertimento a tutte le altre tribù, dobbiamo difendere Huntress» mi misi le mani tra i capelli e guardai i presenti scioccato,erano tutti concentrati e decisi sul da farsi, ma io no.
Perché mai dovevamo proteggere una città che non ci aveva pensato due volte ad esiliarci?
Katy mi guardò in faccia, come se avesse capito «bisogna farlo James o preferisci schierarti dalla parte del nemico?» mi alzai in piedi e, il suono della sedia di legno, provocò un suono assordante «io sono il nemico, sono un Gelida e anche Luc lo è, non posso abbandonarli, sono la mia famiglia» Katy e Damon mi guardarono disgustati.
«Cosa stai dicendo James?» sussurrò Olivia e mi si spezzò il cuore per lei.
Luc, di fronte a me, si alzò in piedi «no James, tu sei il nemico, io voglio schierarmi contro, sono stufo di questa tribù» lo fulminai con lo sguardo «sei un traditore» sputai acido.
Luc, non sembrò toccato dalle mie parole «io non la vedo così, al contrario, sei tu che sei acido ed egoista, se hanno intenzione di attaccare tutte le tribù, non credi che attaccheranno anche i Rerum, Damon, Katy, i nuovi arrivati, i bambini e Olivia» a sentir il nome di mia sorella mi paralizzai, era anche vero.
Olivia era l'unico familiare del mio stesso sangue che mi era rimasto, ma anche i Gelida erano la mia famiglia.
Guardai Olivia e mi ammutolì, risedendomi.
Non sapevo che fare.
Calò il silenzio e Damon tossì «James capisci che noi vogliamo fidarci di te?» stetti ancora zitto «ad ogni modo questo non è il nostro unico problema. La qui presente Katy ha portato Queen Huntress nella nostra tribù» inarcai le sopracciglia, non avevo mai sentito parlare di questa tizia.
Finn scoppiò a ridere «in compenso si è portata dietro una bellissima amica» commentò e Olivia, di fianco a me, si irrigidì.
Era da sempre stata innamorata di Finn ma lui l'aveva sempre vista come una sorta di sorellina minore, odiavo Finn quando faceva del male a mia sorella.
Katy sorrise «una bella amica che non ti degna nemmeno di uno sguardo» Finn si zittì e serrò la mascella.
Ouch, questa aveva fatto male anche a me, povero Finn, veniva sempre preso di mira.
Damon battè le mani «comunque, questa genia» disse, indicando Katy «se l'è portata dietro e, come sappiamo, è una ricercata che doveva essere giustiziata a Barlume» scoppiai a ridere, questa tizia era messa peggio di me.
Katy gli diede una gomitata «smettila, è a posto, noi la difenderemo» la guardai male «no Katy, tu la difenderai» la corressi ma Olivia mi diede un calcio alla gamba, seguita da Luc «anch'io la difenderò» sbottò mia sorella, approvata da Luc.
La guardai male «tu non farai proprio un bel niente, non la conosci nemmeno» Olivia abbassò gli occhi, colpevole «in realtà la conosco benissimo» sussurrò.
Inarcai un sopracciglio «se la conosci o meno non mi interessa, ho passato una vita intera cercando di proteggerti, non ti farò ammazzare per una spuntata a caso» detto ciò, mi alzai e uscì fuori.
Non so nemmeno io perché mi ero comportato così, ma parlare di quella Queen mi aveva innervosito.
Uscì fuori e inalai un po' d'aria congelata, si stava da favola.
Respirai profondamente, cercando di smuovere i nervi, poi, un rumore proveniente da dietro un albero, mi fece girare prontamente.
Una ragazza stava camminando avanti e indietro per la radura, totalmente a caso.
Non l'avevo mai vista prima, era alta su per giù 1,65 e poteva avere l'età di Olivia, se non più piccola.
Stava giocando con l'aria fredda che usciva dalle sue labbra e sembrava così affascinata, che quasi mi persi nel suo sguardo curioso.
Lo fece per non so quante volte e non riuscì a staccarle gli occhi di dosso, ero come incantato.
Lei, quando si accorse di aver esaurito il fiato smise, delusa.
Sorrisi e la vidi mettersi dietro un albero, non capì il motivo di quel gesto, fin quando Olivia non mi picchiettò una spalla.
Sorrise sincera e mi guardò negli occhi «l'assemblea è finita» spostai lo sguardo «non credo mi interessi» risposi, mi vergognavo per la scenata che avevo fatto prima.
Olivia sospirò «James, lo so che Jack è la tua famiglia, ma lo sono anch'io, anche se non sono mai potuta essere presente come in realtà dovevo» abbassò lo sguardo e mi sentì un tremendo bastardo «ma se la guerra dovesse iniziare realmente, io ho bisogno di te, non posso averti come nemico, ho bisogno di mio fratello al mio fianco.»
L'abbracciai «lo so Olivia, ma ho bisogno di tempo» le dissi e lei annuì contro la mia spalla.
Si staccò pochi secondi dopo «è meglio che io torni dentro, Luc è già andato via, conviene anche a te, manca poco al controllo per il coprifuoco» le sorrisi e le baciai una guancia «ci vediamo presto sorellina» lei sorrise ed entrò dentro.
Automaticamente mi girai verso l'albero in cui, pochi minuti prima, si era nascosta quella ragazza.
Fu così automatico che quasi non ci feci caso.
Ed eccola ancora lì, la scrutai e quasi non scoppiai a ridere, era una situazione così assurda, non riusciva nemmeno a seguire la gente per bene.
Lei inarcò un sopracciglio ed io mi avvicinai.
Allarmata, la sconosciuta si appiattì contro l'albero «lo sai che è maleducazione ascoltare le conversazioni altrui?» cominciai, avvicinandomi sempre di più «e ormai nascondersi è inutile» conclusi, arrivando fin al suo albero.
Lei cominciò a respirare velocemente e sentì il suo battito accelerato, come un tamburo in testa.
Poi uscì dal suo "nascondiglio" e mi lanciò una palla di fuoco vicino la gamba, la evitai prontamente. Per un pelo direi «davvero non voglio litigare» ringhiò ed io sbuffai, oggi non me ne stava andando una dritta «ma che palle, tra tutti dovevo proprio beccare un'Ignis?» mi lamentai, tanto bella quanto velenosa e violenta.
Ah James, sei così sfortunato «sono felice che questo ti crei qualche problemino» mi rispose, sempre tenendosi sulla difensiva.
Quasi non scoppiai a ridere e, per evitarlo, portai i miei capelli all'indietro, evitando di compiere un azione comune, quale ridere «cosa ci fa un'Ignis qui? Pensavo che oltre Olivia non ci fosse anima viva qui, di questa "specie" intendo» dissi,ignorando la sua battuta, se così si doveva chiamare «avevo parlato io» rispose mentre io mi diedi una piccola grattatina nel naso, mi prudeva «a volte il silenzio è la miglior risposta» lei chiuse gli occhi in due fessure, probabilmente la irritavo, sentimento reciproco.
Portò nuovamente le mani in avanti e questo comportò a farmi arrabbiare.
Ero pur sempre il più forte.
Di tutta risposta le congelai la mano e mi avvicinai al suo orecchio, aveva una temperatura corporea troppo calda, troppo calda per una persona qualunque «nemmeno io voglio litigare, hai iniziato tu» le dissi.
Lei mi spinse via e mi guardò con disprezzo mentre il ghiaccio dalla sua mano, si stava propagando per tutto il braccio.
Guardandola bene, potevo vedere quanto il mio ghiaccio le facesse male, e non poco.
Si dimenò a lungo e provò a farlo sciogliere, ma non ci riuscì.
Mi fece quasi pena «bastardo, levami subito questo coso» urlò ed io scossi la testa «io non mi chiamo bastardo, ho un nome, ed è alquanto bello quanto me» mi pavoneggiai, questa ragazza faceva uscire il lato peggiore di me «ma se proprio insisti» conclusi, chiudendo la mano e sciogliendole il ghiaccio dalla mano.
Lei fece un sospiro di sollievo ma le sue labbra erano viola, probabilmente stava morendo di freddo «prego in ogni caso» ironizzai, magari riuscivo a rimediare al fatto di averla quasi uccisa, con una semplice congelatina.
Lei fece un passo indietro, spaventata, anche se comunque cercava di non farlo vedere.
Illusa, non mi si può nascondere nulla «maledetto, sei un Gelida» roteai gli occhi «si ed è una cosa figa, ma ho già detto che ho un nome ed è James» lei socchiuse gli occhi ed era quasi nera dalla rabbia, poverina «bestiaccia» sibilò.
«Piacere Bestiaccia, io sono James» mi presentai, quasi ridendole in faccia, era una situazione troppo divertente.
Lei tremò, non so se per il freddo o per la rabbia «ma no, non mi chiamo Bestiaccia,s tupido» mi urlò.
Alzai le sopracciglia, ignorandola, di nuovo «ma quanto siamo amorevo...» ma non riuscì a finire la frase, dietro di me si sentì un rumore e mi girai prontamente.
Lei mi guardò confusa e mi girai meglio verso di lei, sorridendole, teso «mi dispiace Bestiaccia, la nostra conversazione finisce qui» e poi sparì, non dandole neanche il tempo di controbattere.
Michael era lì e si stava guardando attorno con uno sguardo attento, ma cosa ci faceva esattamente?
Stava girando per la foresta con una lanterna in mano, che mi stesse cercando?
Andai in panico e pregai che Luc fosse tornato prima, non volevo farlo finire nei guai.
Mi allontani velocemente, cercando di fare meno rumore possibile.
Percorsi tutti gli alberi,cercando di non cadere e, dopo che arrivai davanti l'entrata, ecco che mi ritrovai Jack con Luc per un braccio mentre Michael mi prese da dietro.
Guardai Luc furioso e lui mi guardò con uno sguardo di scuse «voi due siete nei guai» sussurrò Michael.
Beh grazie, lo sapevamo già da soli.
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