Chapter VI - Meet
{Canzone di riferimento per l'inizio capitolo: Say Something}
[Queen]
Quella notte non chiusi occhio, ero troppo agitata per farlo.
Troppe emozioni. Per prima cosa, ero riuscita a conoscere al meglio la mia nuova famiglia, ero riuscita, una volte per tutte, a liberarmi dal mio passato.
Stavo iniziando ad interagire con tutti e mi sentivo felice, completa.
Emozione che non sentivo da tempo.
Eppure, dentro di me, sentivo ancora che qualcosa non andava.
Mi sentivo angosciata e triste.
Sospirai, sfiorandomi con un dito la spalla destra.
L'aquila era ancora lì e lo sarebbe stata per sempre, ma la strana sensazione che avevo, non sembrava placarsi.
Mi ero lasciata alle spalle Nonno Charlie, l'unica persona che avesse sempre creduto in me, nonostante le mie solite bravate.
L'unica persona che riusciva a capirmi e che mi aveva cresciuta.
Il giorno della mia fuga, era probabilmente l'unico giorno che potevamo passare insieme, ma lui non mi avrebbe trovata.
Sicuramente non mi aveva trovata.
Quella mattina, lui, come al solito, sarebbe venuto a svegliarmi, col suo solito sorriso.
Ma non mi avrebbe trovata.
L'ho lasciato solo, in balìa di responsabilità che toccavano a me, non a lui.
Mi ricordo ancora quando mi difendeva sempre dalle grinfie di Jace e dalle continue prese in giro di Mike.
Ma io l'avevo lasciato solo.
Nonostante tutto quello che aveva fatto per me, mi aveva sempre teso le braccia, quando avevo bisogno di qualcuno.
Mi aveva sempre rassicurata quando piangevo o stavo male, mi aveva sempre rassicurata quando frantumavo tutto ciò su cui avevo sempre sperato.
Nonno Charlie era sempre lì, non era mai andato via.
Come io non ero mai andata via da lui.
Diversamente questa volta.
Mi sento una stupida codarda, sono scappata immediatamente, senza affrontare le conseguenze delle mie azioni.
Sicuramente,Mike si sarà messo in viaggio per avvisare le guardie di Barlume o per cercare me e Marill, o forse solo lei.
E Nonno Charlie? Lui come stava?
Sicuramente male.
Mi grattai la testa e mi girai dall'altro lato del letto, cercando di pensare ad altro.
Che poi, proprio letto non si poteva chiamare, era una specie di ammasso di fieno, collocato insieme, formando una superficie morbida, su cui appoggiare il mio corpo.
Sospirai nuovamente, alzandomi,e dirigendomi fuori.
L'aria pungente mi colpì subito, tanto che, fui costretta a riscaldarmi con le braccia.
Mi guardai intorno, quel luogo,per me, era ancora sconosciuto.
Sorrisi e, involontariamente, una nuvola uscì dalle mie labbra.
Mi chiesi cosa fosse e cercai di rifarlo.
Non stavo morendo, vero?
Il fatto di essere sempre cresciuta in un paese pieno di Ignis, era servito a non farmi mai provare il vero gelo, visto che da noi faceva sempre caldo.
Rifeci nuovamente quel movimento con le labbra e quella nuvolina apparve di nuovo.
Allungai le mani, cercando di prenderla, ma scomparve immediatamente.
Che magia era mai questa?
Il nuovo passatempo, che avevo ideato, mi divertiva così tanto, che lo rifeci non so quante volte.
Avevo ormai il fiato pesante ma, quando ormai ero sfinita, pronta per farne un altro, la nuvoletta non uscì più.
Ci rimasi un po' male, ma non ci diedi più molto peso.
Un rumore aveva appena attirato la mia attenzione, mi girai lentamente e, dalla grande quercia dove la mattina Finn suonava il flauto, ne uscì un ragazzo.
Non riuscì a vederlo bene, sopratutto perché la poca luce non me lo permetteva, ma poteva più o meno avere la stessa età di Finn.
Da dietro di lui scese Olivia, si guardarono a lungo negli occhi e poi lui l'abbracciò.
Oddio, possibile che fossero tutti fidanzati?
Mi sentì leggermente di troppo, anche se non conoscevo praticamente niente di questa loro "storia", ma decisi di restare comunque.
La curiosità era troppa.
Così non mi mossi e cercai di capire quel che stavano dicendo.
Parlarono a lungo, sopratutto di un certo Jack o Alec e di una presunta guerra.
Ma iniziai ad allarmarmi, soltanto quando Olivia rientrò, e quel ragazzo si girò verso di me.
Mi scrutava con i suoi occhi azzurri, l'unica cosa che riuscivo a vedere in quell'oscurità, e cercava di non ridere.
Inarcai un sopracciglio, mi chiedo perché ridono sempre tutti di me; in ogni caso, decisi di appiattirmi contro un albero «lo sai che è maleducazione ascoltare le conversazioni altrui?» cominciò, avvicinandosi velocemente a me, troppo velocemente «e ormai nascondersi è inutile» concluse, arrivando fin al mio albero.
Il cuore iniziò a battermi velocemente, qvevo l'ansia, e se quel ragazzo era lì per riportare me e Marill a casa? Non potevo permetterlo.
Uscì dal mio "nascondiglio" e gli lanciai una palla di fuoco vicino la gamba «davvero non voglio litigare» ringhiai, lui sbuffò «ma che palle, tra tutti dovevo proprio beccare un'Ignis?» si lamentò «sono felice che questo ti crei qualche problemino» controbattei, sempre tenendomi sotto difensiva.
Il punto è che il mio istinto non mi diceva di non fidarmi, lo sapevo e basta.
Il ragazzo di fronte a me, si portò i suoi fastidiosissimi capelli biondi all'indietro «cosa ci fa un'Ignis qui? Pensavo che oltre Olivia non ci fosse anima viva qui, di questa "specie" intendo» ignorò la mia battutina, come io ignorai la sua «avevo parlato io» lui si diede una piccola grattatina nel naso «a volte il silenzio è la miglior risposta» chiusi gli occhi in due fessure, quel ragazzo mi irritava.
Portai nuovamente le mani in avanti, pronta a fargli capire che non scherzavo.
Lui, dal canto suo, fischiettò e, con un gesto delle dita, mi congelò la mano, avvicinandosi al mio orecchio «nemmeno io voglio litigare, hai iniziato tu» mormorò, come un bambino a cui rubano il suo gioco preferito.
Il suo respiro era freddo, troppo freddo per una persona qualunque.
Mille brividi mi percorsero la schiena, ma lo ignorai nuovamente, scacciandolo via.
Capii, con orrore, che quel ragazzo era un Gelida, gli esseri più disgustosi sulla faccia della terra.
Il ghiaccio dalla mia mano, si stava propagando per tutto il braccio e questo mi faceva male, e non poco.
Mi dimenai con tutto il mio corpo e provai a farlo sciogliere, ma nulla, quella schifezza non si levava «bastardo, levami subito questo coso» lui scosse la testa «io non mi chiamo bastardo, ho un nome, ed è alquanto bello quanto me» si pavoneggiò, poi torno a guardarmi «ma se proprio insisti» chiuse la mano ed il ghiaccio si spezzò.
Mi sentivo male, avevo troppo freddo e la mia temperatura corporea non era abituata a riceverne così tanto «prego in ogni caso» ironizzò.
Feci un passo indietro «maledetto, sei un Gelida» lui roteò gli occhi «si ed è una cosa figa, ma ho già detto che ho un nome ed è James» socchiusi gli occhi e, presa dalla rabbia del momento, dissi la prima cosa che mi venne in mente «bestiaccia» sibilai.
Lui non ci fece molto caso «piacere Bestiaccia, io sono James» si presentò mentre io tremavo dal freddo e dalla rabbia «ma no, non mi chiamo Bestiaccia, stupido» gli urlai.
Lui alzò le sopracciglia, ignorandomi,di nuovo «ma quanto siamo amorevo...» ma non finì la frase, dietro di lui si sentì un rumore, che lo fece girare prontamente.
Lo guardai confusa e lui si rigirò verso di me, sorridendomi «mi dispiace Bestiaccia, la nostra conversazione finisce qui» e poi sparì, non dandomi neanche il tempo di spiegargli che non mi chiamavo in quel modo.
L'incontro con quel James mi aveva scossa, e non poco.
Non chiusi occhio per tutta la notte e l'indomani, guardavo Olivia con occhi diversi, quasi accusatori.
Cosa ci faceva lei con degli esseri spregevoli come i Gelida, che legame aveva con loro, ma soprattutto cosa ci faceva uno di loro qui?
Marill invece, si svegliò tutta pimpante,di mattina presto, per raccogliere arance, ossia quelle che lei chiamava "colazione".
Ne raccolse così tante, che potevamo sfamarci per mesi «allora dimmi Olivia, io e Queen quando conosceremo altri Ignis?» chiese elettrizzata, andando verso Olivia.
Nel mentre Finn, salutandomi con lo sguardo, le venne da dietro, rubandole l'arancia che teneva in mano.
Lei si girò, contrariata, saltando per riprendersi il frutto, che Finn teneva ad un'altezza in cui Marill non sarebbe mai riuscita ad arrivare «è inutile che ti lamenti Poppy, qui siete solo in tre: tu, Queen e Olivia» Marill si bloccò improvvisamente, Olivia aprì tranquillamente la sua arancia ed io aprì la bocca «stai scherzando, spero» chiesi, ma lui scosse la testa, indicando Olivia «chiedi a lei» ci girammo verso la rossa, che stava tranquillamente mangiando uno spicchio di arancia.
Nemmeno il tempo di mettersela in bocca, che la fissammo tutti «non guardate me, io sono qui da anni» Finn alzò le spalle, aprendo la sua arancia, sotto lo sguardo furibondo di Marill, lo sapevo che glielo stava facendo apposta «voi Ignis siete tutto fumo e niente arrosto» iniziò, prendendo un pezzo di arancia e mettendosela in bocca «oh, ho fatto anche una battuta, Ignis, fumo...» urlò, con la bocca piena di arancia.
Marill gli diede un colpo sul braccio, talmente forte che sentì il dolore anch'io «ahia, ma che ho fatto?» si lamentò lui mentre lei era intenta ad iniziare una conversazione con Olivia «vuoi dire che, per tutti questi anni, sei stata l'unica Ignis qui?» Olivia alzò le spalle «posso essere amica anche con altra gente all'infuori degli Ignis, non vedo dove sia il problema, come dice Finn, siamo tutto fumo e niente arrosto. Pensateci, vorremmo ribellarci, ma cosa facciamo di concreto? Solo i lecchini e nient'altro» serrai le labbra, anche se mi costava ammetterlo, aveva ragione «non tutti sono così, noi tre ci siamo ribellati e credo che anche altri Ignis la pensino come noi, ma hanno paura a farlo» buttai fuori, guardando Marill, che, con lo sguardo, mi dava il consenso «quindi da adesso in poi non sarai più sola» Finn sorrise e, noi presenti, con lui.
Mi sentivo davvero già a casa, mi sentivo capita e mi sentivo libera «abbiamo interrotto qualcosa?» interruppe Damon, spuntato da non so dove, seguito da Katy «sembravate davvero un bel quadretto» Finn si appoggiò a Marill con un braccio «si ragazzi, avete proprio ragione» disse, prendendo come risultato una gomitata nelle costole da Marill «non sono uno zerbino» ringhiò lei.
Scoppiammo tutti a ridere, poi Katy mi guardò seria «Queen, dovrei parlarti» rimasi un pò sbigottita ma annuì «come vuoi» annunciai, ma dallo sguardo di tutti, ad eccezione di Marill, che, come me, non capiva la situazione, non prometteva nulla di buono.
~Angolo Autrice~
Hello everybody,vi sono mancata?
Finalmente ho aggiornato, scusatemi per la lunga assenza,ma ho avuto tantissime "mai na gioia", spero possiate perdonarmi.
Anyway, buon anno castorini e castorine, spero l'abbiate passato bene. ❤️
Anche quest'anno è passato e noi stiamo andando sempre ad invecchiare, XD.
No comunque, anche se ci sono stati degli alti e bassi, sono sicura che ci hanno resi più forti,troppo forti,questo 2018 chi ha fatto ridere, come ci ha fatto piangere.
Mi auguro che questo 2019 non sia da meno, con più gioie ovviamente.
Questo è il capitolo, spero davvero che vi sia piaciuto e nulla,ancora buon anno, nonostante non sia brava con le parole.
Vi amo. ❤️
~Aly
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