Chapter I - Ignesco
[Queen]
Marill era di fianco a me, la faccia annoiata e una ciocca ribelle davanti la faccia. Aveva raccolto i capelli in una crocchia disordinata e stava cercando di capire cosa Mike stesse dicendo della lezione.
Io invece, stavo tranquillamente guardando gli alberi intorno a me. Avevo l'impellente desiderio di fuggire e visitare posti a me sconosciuti.
Avevo voglia di visitare la foresta e le creature che ne abitavano, la tribù dei Caeli o la tribù dei Liquet o ancora quella dei Finigus.
Invece ero segregata ad Huntress e, l'unico posto in cui potevamo sostare, era la radura prima della foresta «vedo che la nostra reginetta Queen sia troppo impegnata per ascoltare la lezione, ovviamente lei non ha bisogno di imparare e migliorarsi; dopotutto fu lei che a cinque anni utilizzò tranquillamente l'incantesimo Furio, dico bene?» Mike urlò sarcastico, riportandomi alla realtà.
Non avevo ascoltato nulla di quello che stava dicendo e adesso, metà dei ragazzi che erano lì per l'allenamento, sghignazzavano.
Alzai gli occhi al cielo. Anni fa, arrivata al campo, ero stata etichettata come una pazza, avevo utilizzato un "incantesimo" complicato per la mia età, questo mi rendeva speciale ai miei occhi ma una minaccia per la mia tribù.
Non potevo che essere orgogliosa di me stessa, continuavano a rinfacciarmelo da anni, pensando che mi sentissi superiore o qualsiasi altra cosa.
La realtà era ben diversa. Io sapevo di poter apprendere qualsiasi incantesimo con semplicità ma non volevo usarli, ben che meno vantarmene.
Volevo solo stare nella mia stanza a leggere. Per di più, ogni scusa era buona per cercare di farmi uscire fuori di testa ed esiliarmi.
Lo aspettavano da anni.
Continuarono a sghignazzare, prima di tutti Candy.
Candy era una ragazza della mia età, aveva lunghi capelli castani e occhi grandi come quelli di un cerbiatto.
Non sapeva utilizzare nessun tipo di incantesimo, ad eccezione dell'igniculus che permetteva di lanciare qualche fiamma.
Ovviamente mi odiava.
Candy voleva stare al centro dell'attenzione 24 ore su 24 e il fatto che io venissi sempre chiamata, per testare ogni tipo di incantesimo che imparavamo, non le andava giù.
Eppure io ero tutto il contrario di lei, preferivo stare dietro le quinte che in un palco ma finiva sempre al contrario.
Guardai male sia lei che Mike e alzai gli occhi al cielo «l'essere invidioso di me, non ti autorizza ad umiliarmi davanti a tutti. Il mondo gira così Mike, c'è chi può e chi non può. Evidentemente tu non puoi» divenni rossa dalla rabbia, anche se, successivamente, la mia rabbia si tramutò in vergogna.
Forse avevo un pò esagerato, non dovevo rispondergli così.
Tutti si zittirono, per nulla meravigliati; erano ormai abituati alle mie offese, soprattutto tra me e Mike.
Io e lui siamo sempre stati così, non scorreva buon sangue tra noi. Ebbene si, Queen Huntress è una persona orgogliosa e insensibile che tratta male la persona che le piace.
Mike stava ancora assimilando la frase, che avevo appena pronunciato e, appena lo fece, si portò una ciocca di capelli all'indietro, ghignando divertito «visto che tu puoi, che ne dici di farci vedere la padronanza dell'incantesimo Ignesco? Non dovrebbe essere difficile per te o sbaglio?» storsi la bocca, avevo letto di quell'incantesimo in un vecchio libro, nella tenda di Marill.
Io e lei eravamo delle lettrici accanite, così, quando Mike si recava a Barlume,per svolgere alcuni suoi "impegni", io e Marill gli chiedevamo sempre di portarci qualche libro.
Lui acconsentiva sempre ma era palese che lo facesse per farsi notare da Marill «su vieni qui» Mike mi fece cenno,con la mano, di alzarmi e io mi guardai intorno, arrabbiata.
Leo e il sul gruppo stava sghignazzando, al contrario di Candy che cercava di non ridere con loro e faceva finta di essere dispiaciuta.
Stronza.
Prima che Mike scoppiasse in qualche altra crisi da: -sono io la persona migliore del campo, portatemi rispetto-, mi alzai velocemente da terra e mi diressi da lui, guardando supplichevole Marill, la quale mi sorrise e mi mandò due pollici in su, mimandomi di stare tranquilla.
Tranquilla? Come potevo stare tranquilla se Mike voleva ancora imbarazzarmi davanti a tutti!
Maledetto orgoglio maschile.
Magari io l'avevo umiliato un pochino, ma lui restava comunque un insegnante, dovrebbe portare un buon esempio.
Mi misi di fianco a lui, a braccia conserte, cercando di ricordarmi mentalmente cosa diceva quel libro sull'Ignesco.
Vuoto totale, non ricordavo nulla.
Il panico mi assalì, soprattutto quando Mike si girò verso di me, con un espressione seria sul volto «quando hai detto che sei nata?» lo guardai interrogativa, adesso cosa c'entrava?
«Non ricordo di averlo mai detto,ma sono nata il 13 Giugno del 1666, di Venerdì» Mike si passò le mani nel mento, in una barba immaginaria, che non aveva «hai presente che nella tua data di nascita sono presenti tutti sei? In più di Venerdì 13, ora capisco perché sei un problema per tutti» digrignai i denti e respirai profondamente, il fatto di essere nata in un giorno di sfortuna, dato da stupide superstizioni, non significava nulla, giusto?
Giusto.
Mike tossì, ridendo sotto i baffi, ma non disse più nulla su questa faccenda «l'ignesco è un incantesimo di difesa-attacco che, tradotto letteralmente, significa infiammarsi. Non tutti però riescono a invocarlo al primo colpo e si feriscono, nei peggiore dei casi muoiono» rabbrividii mentre alcuni studenti cominciavano a borbottare tra loro.
Lui permetteva a dei ragazzi di giocare con le loro vite?
Ma era malato sul serio «e suppongo che nemmeno tu ci riesca» mi lasciai scappare, borbottando.
Ahh, ma non riuscivo a stare zitta per due secondi?
Mike si grattò la testa, a disagio, ma sorvolò "sull'amichevole" battuta «comunque, stavo dicendo, non solo alcuni non riescono a farlo al primo colpo ma non riuscirebbero nemmeno a invocarlo. L'Ignesco è un incantesimo molto potente ed è utilizzato nei momenti di massima necessità, per cui, per poterlo utilizzare, la persona in questione dev'essere una persona forte e, lo stesso tempo, avere un forte spirito combattivo» ah bene, che incantesimo inutile.
Leo e Candy scoppiarono a ridere e mi guardarono colpevole, chissà cosa avevo fatto stavolta «allora su questo non c'è problema. La piccola Wolf Queen ha sempre il fiore rosso, ogni giorno di ogni mese» sghignazzò Leo, seguito ancora da Candy.
Nota: il fiore rosso sarebbe quell'orribile sangue che esce, purtroppo, dall'intimità femminile.
Quando arrivò anche a me, corsi per tutto il campo in lacrime, dicendo che stavo per morire.
Mi presero in giro per mesi, se non per anni.
Stupida Queen undicenne.
Leo era un ragazzo odioso, con gli occhi e capelli neri e sembrava un morto che camminava.
Marill era fissata che lui e Candy fossero fidanzati in segreto ed era solita sghignazzare, appena li vedeva insieme.
A volte venivo sopraffatta dalla collera e nemmeno io sapevo cosa facevo, e questo fu il caso.
Strinsi i pugni e sentì uno strano calore avvolgermi e bruciarmi sulla bocca dello stomaco.
Era comunque un calore rilassante e piacevole.
Mi avvicinai a Leo, spingendo tutti coloro che trovavo sul mio percorso, ricevendo in cambio insulti di ogni genere.
Lì, in quel campo, mi consideravano tutti una pazza, eppure si lamentavano quando trovavano la loro faccia distrutta «ripetilo se hai il coraggio»
gli urlai a un palmo dalla sua faccia, lui sbiancò mentre tutti guardavano la scena in silenzio, ad eccezione di Mike, che aveva preso una pergamena e una penna d'oca, scrivendo qualcosa.
Ma che era scemo?
Vedevo negli occhi di Leo il terrore e pensai, che in quello stato, non avesse potuto rispondere «hai il fiore rosso tutti i giorni, Wolf Queen» ripetè.
Marill si era alzata per dargli una lezione e affiancarmi e sapevo che, mentalmente, si stava ripetendo che solo lei poteva chiamarmi in quel modo.
Ma non arrivò in tempo.
Una collera improvvisa mi avvolse e attorno a me si propagò una barriera di fuoco.
Leo e gli altri mi guardarono impauriti «sei sempre un problema» urlò qualcuno, mentre Mike aveva alzato lo sguardo dalla pergamena e aveva detto a tutti di correre.
Per me restava comunque un incompetente.
Marill e tutti gli altri scapparono, rifugiandosi vicino il sentiero che ci avrebbe riportati ad Huntress, anche Candy l'aveva fatto, abbandonando così, Leo al suo destino.
La barriera intorno a me non durò al lungo poiché si propagò, colpendo lui e qualunque cosa, o persone, fosse intorno a me.
Caddi a terra, respirando affannosamente mentre Candy si avvicinò nuovamente a Leo, urlando.
Mi guardai intorno e vidi Marill che si dimenava tra le braccia di Mike, come per liberarsi.
Un dolore allucinante mi divorò.
Mi guardai le braccia e notai delle piccole ustioni che si stavano propagando per tutto il braccio.
Marill si avvicinò stranamente a me, liberandosi dalla presa salda di Mike e, alla vista del mio braccio, sbiancò.
Io guardai davanti a me, Leo era sdraiato a terra, pieno di ustioni e stava respirando a malapena.
Ero stata io.
Le fiamme si stavano propagando ovunque e rividi in quella scena la me di undici anni prima, quando avevo dato fuoco alla locanda.
Ero stata di nuovo io «dobbiamo portare Leo da dei Caeli, subito» urlò Mike alle mie spalle e poi si girò verso di me «e tu...era meglio che non fossi mai arrivata ad Huntress, stavamo meglio senza di te! Sei sempre stata un problema, un mostro» non risposi, anche se non lo volevo ammettere, sapevo che aveva ragione.
Mi toccai delicatamente le gambe doloranti, con quel poco che potevo fare, visto che anche le braccia erano ustionate.
Non riuscivo a muovere un muscolo e ormai ero bruciata dappertutto.
Mike lanciò una fiamma, con delle strane rune in aria e, come un fulmine, dei Liquet e dei Caeli giunsero alla radura.
Alcuni Caeli portarono via Leo mentre altri restarono lì a controllare la situazione.
I Liquet invece, spensero il fuoco.
Ogni tribù poteva chiedere l'aiuto di altre, lanciando delle rune in aria.
Le tribù, però, erano distanti tra loro e così, ci venivano inviati da Barlume, che usavano qualche magia per trasportarli qui.
Non ho mai investigato al riguardo.
Alcuni ragazzi di ogni tribù, arrivati alla maggiore età, potevano decidere che strada prendere.
Aiutare la sua tribù o lavorare per la capitale.
Per questo alcuni di loro si trovavano a Barlume ed era per questo che potevano portarne qualcuno qui, senza problemi.
Ah, che ragionamenti contorti, eppure qui funziona così, è la normalità.
Una ragazza dai capelli castani si avvicinò a me e a Marill, che nel frattempo stava fremendo di rabbia.
Non l'avevo vista arrivare e, onestamente, non l'avevo mai vista da queste parti.
Si accasciò alla mia altezza, visto che ero ancora a terra, e mi sorrise rassicurante.
Fissai i suoi occhi azzurri ammaliata e una sensazione di pace si propagò dentro di me, mi sentivo al sicuro con lei «sei stata tu a provocare questo incendio?» il suo non era un rimprovero, anzi, aveva un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
Marill guardò la scena in silenzio e mi guardò incerta. Sentivo di potermi fidare di lei e annuì sicura, ogni cellula del mio corpo sembrava rilassarsi
«non preoccuparti, capita tra voi Ignis. Chiamerò qualche mio amico Finigus, per far ricrescere e sistemare alcuni alberi che hai distrutto, insomma loro servono a questo» mi sorrise ancora e Marill sospirò, più tranquilla
«che ne dici di venire con me, così ti guarisco un po' le ferite e..» un urlo brusco la fece zittire e si girò verso la voce, sempre col sorriso sulle labbra.
Ma come faceva?
La invidiavo un po' «lei è la causa di tutto! La guarirà mio padre se vuole farlo, sennò rimarrà così, i Caeli non devono fare nulla con lei» la ragazza lo fissò storto ma non disse nulla, anzi si alzò e scomparve tra la foresta.
Prima di scomparire intravidi sul suo collo uno strano simbolo azzurro.
Ma i Caeli non avevano tatuaggi.
Mille domande si formarono dentro la mia testa, chi mai poteva essere?
Cercai di ribattere con Mike, ma ero troppo debole per farlo.
Marill non fece più caso alla ragazza di prima e si alzò, dando un pugno a Mike
«tu stupido mostriciattolo, non me ne frega niente se sei il figlio del capo. Resti comunque un codardo che non avrà mai nulla da nessuno, nessuno! Hai istigato tu Queen e te ne prenderai le conseguenze, sta tranquillo io c'ero e posso dire quello che ho visto» alcuni ragazzi urlarono e scapparono mentre la foresta, che prima era inghiottita dalla fiamme, adesso era inghiottita dall'acqua dei Liquet.
~Angolo Autrice~
Oh mamma non ci credo, finalmente ho scritto il primo capitolo! Il prologo comunque l'ho fatto in terza persona ma la storia ho deciso di scriverla in prima, tanto per farvi immergere ancora di più.
Grazie Alby_Dragneel per avermelo consigliato.
Beh questo è tutto, un bacio e alla prossima
~Aly ❤️
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