Preliminarìs Actìs-et-Gestae ac "De Bello Avrelico" VII (1/3)

Garondyna Tanja Stalinskoviya 



"Il fuoco della Grande Pira, infine, è morto. La vergogna delle nostre morti e delle nostre eresie è passata oltre.

Giacciono alle nostre spalle, la loro stregua quella di miserabili tumuliland-spettri. Questa è una nuova era, un'era di potenza e di grazia. 

Un'era dell'Imperivm. 

Nonostante le perdite che abbiamo accusato, nonostante i figli che sono stati perduti, nonostante il silenzio del Dio-Imperatore, ora vegliante su di noi in immortale spirito anziché in persona, noi resisteremo.

Non ci saranno mai più guerre d'una simile scala, anzi: apporremo una fine a tutta questa selvaggia, insensata distruzione.

È vero, indubbiamente gli ostili all'Uomo ci saranno come oggi e sorgeranno nemici.

La domestica sicurezza di questa reale concatenazione di troni, di questa grande isola tra le stelle armata di regale e terrano scettro, di questa Terra di Maestà e di questo parlamentare seggio di Marte, di questa edenikea fortezza costruita non dal caso o dai capricci della Natura ma dalle mani della Grande Crociata contro la xeno-infezione e la barbarica mano guerriera del Traditore, di questo demi-paradisiòn, di quest'operosa gestalt di Stirpi dell'Uomo, di questa preziosa pietra posta in un mare d'ebano che viene asservita come sostegno nel muro dell'Officivm e come fossato difensivo intorno ad un castellivm contro l'invidia di ben meno rette e felici lande, di quest'anfora benedetta, di questa Terra di terre, di questo Reame di regni, di questo Imperivm del Genere Umano verrà minacciata.

Ma noi ci faremo trovare pronti alla battaglia, le nostre armi alzate in difesa del Dominio del Divino Sovrano e delle Sue genti.

Non vi sarà mai più una sì grande guerra da sfidarci per la sopravvivenza, ne possa insorgerne una capace d'evolvere a tanto. Non ci faremo più condurre sull'orlo del baratro com'è accaduto nel recente passato."

-Lord Sigismund Ionussean, Primo Capitano della Settima Legionaes Astartes, e successivamente Primo Lord Alto Maresciallo del Capitolo d'Index Astartes dei Templari Neri; Indiritivm ac thae Imperivm, espresso in terra di Armatura nello M30.Y771.




Segmentvm Solar

Braccio di Orione, Sector Sol

Svb-Sector Sol, Opulento Cuore Capitale dell'Imperivm
Sistema Solare di Sol, Culla dell'Umanità

Luna, Naturalìs Satellitaes della Sacra Terra, il Mondo-Trono dell'Imperatore-Dio Nostro Immortale, Divino Signore
Mar-Pontvs Tranquillitàs, Hive Statiòr Tranquillitàs

Giorno Nono del mese di gennaio, M42.Y016
Magistral Vial Ad Libere Aquae, Hallas Antrion Unum 
Directiva pro Meta-Nexvs Sentryana




Occhi aperti, sgranati quasi. Grandi ed intensi, le sembravano benevoli, riempiti d'una strana simpatia. «Non sapevo che cosa tu stessi facendo, ecco tutto...»
Oh, che pavida! Garondyna mantenne ferma l'offerta delle sigarette, il pacchetto di Solar Aureas stretto tra le dita con il coperchio sollevato. «Su, admech biondina. Una non ti ucciderà. A proposito...»

La svb-adepta ciondolò da un piede all'altro, aspettando che lei finisse di parlarle. Lanciato uno sguardo alle sue scarpe, Garondyna avvertì una fitta di ribrezzo risalirle la spina dorsale. Calzarivm integrali, con lacci e cerniera.

Riprovevoli a dir poco. «Come ti chiami, futura Arch-Magos?»
«Magvs» puntualizzò la biondina. «Per le donne il termine giusto è magvs, non magos. »
«Sei una miniera di sorprese!» esclamò Garondyna sorridendole sghemba. E cosa cambia, alla fine? Una lettera ùtah e basta, tutto qui? Perché non Arch-Maghexa, per esempio? «Ma ovviamente lo sapevo anche io. Era un trucco astuto per metterti alla prova, lo sai?»
Non le sembrò molto convinta dalle sue parole. 

Impalata con le mani strette in grembo, anzi, la fissò a labbra schiuse. «Oh», disse, sembrandole tanto delusa. «Questa era una prova?»

Lo stava chiedendo? «Sì. Anche io so che si dice magvs.»
La svb-adepta strinse le labbra, assottigliandole ad una linea rosata appena in flebile evidenza sulla pelle bianca del viso. «Certo che lo sai...»
Ne stava dubitando?! Quella piccola smorfiosa! Non aveva motivi per non crederle! Garondyna trasse una boccata dalla sigaretta e la lasciò andare qualche secondo dopo, sibilando due gemelli nastri di fumo dalle narici.
E poi, ci fece caso, non le aveva ancora risposto.
«Allora...» l'attirò ritornando a quello che voleva sapere. Lei si voltò a guardarla, dandole modo di studiarla una volta di più, dall'alto al basso. 

Il suo viso aveva un senso d'ingenua innocenza di bambina, ma allo stesso tempo era bizzarro. Quanti anni poteva avere, tredici? Quattordici? Quindici, al massimo. La pelle era molto chiara, come un velo di latte. Era troppo candida per i suoi gusti, tutta immacolata e dall'aria così... così rifinita.

Mi ricorda quella della Dama di Mandelenne. «Me lo dici il tuo nome? Il mio è Garondyna!» Sembrava una bambola.
«Io mi chiamo Shiur!»
Shiur? Le nascose l'esserne rimasta sorpresa. Era inutile offenderla. Non ne avrebbe ottenuto niente, tuttavia quel la faceva ridere e resistere era difficile. Ma che stupido nome! Sembra uno starnuto!
«Piacere di conoscerti, Shiur!» Esclamò per non perdere il controllo e sghignazzare, offrendole un avambraccio da stringere. 

Sentita al tatto, la sua orribile tunica rossa era pruriginosa e ruvida, proprio come un paio di quelle pessime mutandine di cotone bianco che la Tranquillitàs Panatinaikon Accademia le imponeva nell'uniforme di scuola.

Le detestava tanto; erano così povere, modeste e maledettamente scomode! Da bambinetta, davvero.
Anzi, no: erano come quella brutta tunica rossa, uguali simili e simili uguali.
«Lasciami indovinare: non sei di questo bel Sistema di Sol, vero?»
Shiur raccolse gli orli della sua orripilante veste da bagno e si sedette sul bordo della fontana, agitando i piedi in avanti e indietro: i suoi occhi, notò Garondyna, erano d'un bel colore blu gemma. 

A modo loro s'intonavano bene con il colore biondino dei capelli. Il viso a cuore rimarcava sottolineandola la stranezza del suo viso così giovane eppure adolescente.

Era una clarea primarys-ver, per stare dentro al Categoricvm Aspectii Leidianeo; perlomeno il suo aspetto non cospirava contro di lei per rendere quel gobbo sacco di patate più brutto di quello che già era! Esisteva un limite alla sfortuna.
«No, non sono di qui.» La seguì osservare la spianata ad arcate del soffitto, saltando con lo sguardo da un'arcata a quella successiva incontro agli ingressi. «Io sono nata in Aacharia Secvndìs, tu lo conosci?»
Aacharia? Il nome le suscitò un guizzo di distante familiarità, il senso di qualcosa che aveva già sentito dire in precedenza. Da chi o quando, però, erano dei misteri. «So che è un Mondo-Forgia. Non è così?»
«Sì, è proprio un Mondo-Forgia! È bellissimo, quasi come Marte!» Shiur si tappò subito la bocca con il dorso della sinistra, dardeggiando ai propri lati occhiate guardinghe e nervose. «Non dire ai tecno-preti che l'ho detto, per favore!»
«Non una parola, sorella!»

Shiur agitò i piedi ancora per qualche secondo, restando in silenzio. Notò che continuava nel guardarla fumare, ora di sottecchi, così tornò ad offrirle il pacchetto di Solar Aureas. «Dai, su. Sono molto leggere, quindi non ti fanno niente.»
«Le altre pesano tante volte loro?»
«Cosa?!»
«Ah, era un modo di dire!» Ma... Quanto era strana quella biondina?!
«Avevo erroneamente inteso che ti stessi riferendo, dentro un argvmentàs di physiksea classicale, alla forza-peso imposta in interazione contigua sulla loro singolare massa dalla gravitosphera locale.» Frenò il nastro e la guardò dritta in faccia. Era in attesa di una risposta? «Oh, Scusami.»
Nyeh?! «Ho capito un po' di quello che hai detto, ma... ti posso dire una cosa?»
«Sì, ma lo hai già fatto.»
«Eh?!»
«Mi hai chiesto se mi potevi dire una cosa» ribatté Shiur sorridendo. Alzò l'indice della sinistra e gli fece tracciare un piccolo circolo a mezz'aria. «Una cosa, singolare. L'hai detta, chiedendomi se potevi farlo dopo. Sì, quindi. Puoi farlo, ma l'hai già fatto.»
Ah! Sei una gran spiritosa! «Era un modo di dire, stupida!»
«Non sono stupida!» S'inalberò saltando in piedi. Era tutta rossa in viso, come la sua veste. «Sono intelligente, la Magvs me lo dice sempre. E poi... anzi, niente.»
«Cosa?»
Shiur incrociò le braccia. «Questa stupidaggine me l'ha fatta lord Phorianus in Marte. Perché non è divertente quando la faccio io?»

Marte? Il Sacro Seggio Parlamentare dell'Adeptvs Mechanicvm?! «Tu sei stata su Marte?!»

Le rispose con un cenno della testa. «Sì. Perché ti sorprende tanto? L'altro ieri ero su Marte e ho visto il Gaustas-Volost Templvm. Ho visto la Hallas, ho dormito in una enorme soffitta e poi la Magvs ha voluto riprendere il viaggio e siamo venuti qui...»
La Hallas... «Hai idea di quanto sei fortunata, sorella?! Hai visto la hallas! La Hallas ad Maravilia Mvndvs, la super-gigante sfera armillare! Sono anni che io voglio vederla!»
«Sì, l'ho vista!» Nemmeno una parola di scusa! Che svb-adepta insensibile! «Poi un Arch-Magos Dominvs Dominarvm mi ha toccato, esplorato ed è andato via...»
Che cosa diamine... Garondyna addossò i palmi alle sue ginocchia. «Mi stai dicendo così a caso che questo Magos ti ha molestato?»

Shiur sbatté le palpebre, confusa dalla sua domanda: «Cosa? No! Mi ha scannerizzato perché era curioso di sapere come io fossi stata fatta. È un Arch-Magos, lui! Non fa cose brutte!»

«Beh, sai... per come l'hai messa giù...»
«Ho messo giù cosa? Non ho posato niente!»
«Oh, cazzo... modo di dire, ancora.», le esclamò schioccando le dita. «Parli davvero strana, fattelo dire.»
«È che sono abituata alla Lingva Technìs, li è tutto più chiaro e nitido...»
«La sai parlare?»
Shiur annuì contenta. Con veloce naturalezza pressò l'indice sinistro contro la gola, al centro della trachea. Aprì la bocca per parlarle e Garondyna sentì un fischio tutto di statica pungerle le orecchie. «Cazzo, piantala! Piantala! Mi stai assordando!»
«Oh, scusa!» strillò la svb-adepta prendendola per le braccia. «Volevo mostrarti com'era, non farti del male... mi dispiace!»
Le scoccò un'occhiata cinerea, massaggiandosi le orecchie ancora sofferenti. 

E poi per quale empyreo di motivo lei non si era fatta niente? Non era particolarmente sveglia ma due orecchie perfettamente funzionanti sembrava averle! Non aveva sentito che razza di stecca acuta, assordante e statica, le era partita? «Fa niente, tranquilla... ma guai, guai per davvero a te se lo rifai!»

«No! Non lo rifaccio! Mi dispiace!» Scaricò sul pavimento il suo zainetto, sollevò la lingua e infilò a pesca una delle mani, prendendo a frusciare tutta concentrata. Dopo un paio d'attimi, nel mezzo dei quali Garondyna si ritrovò a fissarla confusa dal gesto, Shiur si alzò sulle ginocchia per offrirle una bottiglietta di plastha azzurra, avvitata e coperta da una patina di freddo.
«Tieni! Questo ti farà sentire meglio!» insistette, continuando ad offrirle quella strana cosa. «La mia kyra-patrona dice che lenisce ogni male!»

«Un...» letta l'etichetta, Garondyna sollevò un sopracciglio. La stava prendendo in giro, vero? Sì. Sì, la stava prendendo in giro e si stava divertendo proprio tanto, da matta quale era. «Una boltvs-cervlam? Shiur, sei sicura che un fvlgor-reintegrator mi serva a qualcosa, adesso?»

«Non è molto buono, lo so... però mi dice che fa bene!»
«Queste robe rovinano la linea, lo sai?»
L'espressione vacante che trovò sul viso della ragazza tecno-prete le rese chiaro che non aveva la più pallida idea di cosa fosse una linea e di come la si dovesse mantenere. Fantastico. «Lascia perdere, non credo ti riguardi...»
«Dici una linea del fronte?» tentò rovinosamente. «Perché la rovina? Distrae i milites?»

Oh Divino, Carissimo Signore e Padre dell'Umanità... «No, no. Stavo dicendo la linea del corpo, sai? La vita, i fianchi. Queste serie preoccupazioni per mantenersi sane e in forma.»

«Oh, avevo capito una cosa diversa, allora.»
«Non è la prima volta!»
«Te l'ho detto, è la lingva-technìs!» Palleggiò il suo intruglio energetico, improvvisamente vivace. «Comunque prendine un pochino se ti fa male qualcosa, poi ti sentirai meglio!»
Le fece cenno di non preoccuparsi. «Sto bene, tranquilla. E poi non... sì, io non vorrei privarti del tuo elixir miracoloso.»
«Ah, non ti preoccupare di quello!» sorrise la svb-adepta un po' scema. «Lord Phraem-Qhishaeres ne manda decine di migliaia alla mia Arch-Magvs ogni mese. Io e le mie gene-sorelle non riusciamo mai a finirli tutti e così ne siamo piene!»

Gli era mai passato per la mente che forse lord Phraem-Qhishaeres stava cercando di ucciderle tutte? 

E poi perché mandava loro tutte quelle bottiglie? Era una commessa, suppose Garondyna decidendo di non chiedere nulla in merito.

Era meglio evitare. «Comunque, ho ancora qualche minuto prima del mio mag-lev. Se vuoi, la mia offerta è ancora valida.»
«Solo una, vero?»
«Solo una, sorella. Non ti ucciderà» insistette Garondyna aprendo di nuovo il pacchetto. Shiur prese una sigaretta e la guardò con occhietti stretti, sospettosi. La guardò di sottecchi e poi se la mise tra i denti. 

Con il sospetto che stesse per masticarla, la savantess fece scattare l'ignìs e accostò la fiammella alla punta della sigaretta ceduta alla sua nuova amica.

«Inspira piano!»
Shiur trasse un grande respiro e gonfiò le guance. No! Stai fumando una sigaretta, stupida, non succhiando un ragazzo!
Scoppiò a tossire come la più inesperta delle principianti, chinandosi verso lo specchio d'acqua della fontana e cacciando a singulti il fumo fuori dalla sua gola. Si massaggiò la fronte. Strabuzzando gli occhi, premette le mani contro il bordo e tossì ancora.

Dandole una pacca sulla schiena, Garondyna sospirò. «Fumare nuoce alla salute. Sta scritto anche sui pacchetti.»

«E allora perché mi hai fatto fumare?!» Che domanda stupida!
«Boh, curiosità...»
«Sei cattiva!»
Garondyna ridacchiò. «Conosco un paio di ragazzi che direbbero di peggio! Comunque, mi sembra chiaro che non è cosa tua. Dai, puoi gettarla via.»
«Per terra?» domandò Shiur, guardando la sigaretta accesa che le fumava tra indice e medio. Almeno sapeva come tenerla!

«Sì, se vuoi una multa e magari rischiarti qualche ora in guardina per avere sporcato il Pubblico Suolo dell'Imperivm. Ci sono i cestini, sai? Spegnila sul bordo e buttala lì.»
«Ti arrestano anche per questo?!» domandò la ragazzina alzandosi per disfarsi della causa del suo attacco di tosse. «Non ci posso credere! Prima le linee gialle e ora anche questo!»
«Le linee gialle?»

«Quando ero al Gaustas Volost ne ho oltrepassata una per sbaglio» borbottò Shiur gettando via il mozzicone stropicciato contro il bordo.

Liberatasi del suo, Garondyna la vide strusciare le dita contro il tessuto dell'ingombrante tunica rossa. «Per sbaglio, mi capisci? Uno skitariio è venuto da me e mi ha detto che se l'avessi rifatto mi avrebbe sbattuto in prigione!»

«Addirittura?»
«Sì!»
«E tu l'hai oltrepassata di nuovo?»
«Beh, no!» affermò sorpresa. «Non voglio andare in prigione! Dicono che sia buia, piena di gente cattiva e maleodorante!»
I tecno-preti hanno delle prigioni? Ah. 

Pensavo convertissero i criminali in servitori e servo-teschi, come quella del Parco Ad Victoriam. «Voi del Cvltvs siete un po' esagerati...» diede uno sguardo all'artivs-cogitatores, segnandosi l'ora del chronometròn. «Mag-lev in arrivo! Devo prenderlo o aspetterò qui un altro quarto d'ora. Tu cosa fai?»

«Vengo con te!» Shiur si buttò in spalla lo zaino e le trottò vicino. «Non ho altro da fare, quindi... se non ti dispiace, però.»
«Dzha, dzha. Sei divertente.»


Garondyna lasciò andare le bretelle dello zainetto. Subito lo sentì premere contro le spalle, irrigidendo le maniche della giacchetta dell'uniforme scholamstikea. Infilate le mani nelle piccole tasche della gonna, trotterellò lasciando la fontana, camminando sino all'inizio della gradinata. 

Passeggiò sul pianerottolo che principiava la discesa verso le maglev-parallele, appoggiando una mano al corrimano puntellato da bicefale Aquile Imperiali ad ali spiegate. Avvertì con chiarezza la superficie della syntho-marmorea e della roccam-selenitika, liscia e linda, ricevere le suole delle sue ballerine con una durezza pareggiata, familiare.

La svb-adepta biondina continuava a guardarsi attorno con occhi lucidi e sgranati. Oh, era davvero così stupita dal luogo? Non aveva visto niente di simile, prima?
«Guarda, guarda!» la tirò per la manica, quasi sbilanciandola. Aggrappandosi ad una delle Aquile miliari, Garondyna si mantenne in equilibrio. 

Si girò, dopo avere un passo contro il pianerottolo, per fronteggiare indispettita la rompipalle.

«Guarda lì!» continuò Shiur senza fare caso all'averle quasi fatto rompere l'osso del collo. Appoggiandosi al corrimano, indicò un folto raggruppamento di milites astra seduti ed in piedi sui loggioni panoramici, impegnati a canticchiare una qualche carola.
«Eh, sì! Proprio bello!» 

Adesso si stupiva per qualche decina di soldati in divisa rossa e pelliccia ed alti copricapi che si facevano i fatti loro? Ma era normale?! A pensarci bene no, non lo era. «Sono crvcisegnatìs, Shiur. Se si divertono a cantare, lasciali al loro divertimento.»

Non sia mai che interrompendoli, se ne abbiano a male e ci picchino. In quel caso ti userò come scudo umano, sappilo.
«Ma sono bellissimi!» La svb-adepta saltellò su di un piede, eccitata come se quello fosse il suo anniversario di nascita con i regali in arrivo. 

Indicò il conduttore del coretto, un barbuto uomo calvo dalle guance così rosse da rendere chiaro che aveva bevuto parecchio, piantandola di saltare per un momento. Garondyna guardò il conduttore e represse una risata d'onesto divertimento: aveva dei baffi a dir poco epici! Erano bianchi e lisci, probabilmente impomatati per restare tirati all'insù.

«Lui è così bravo! Che cosa cantano, secondo te?»
A sentirli e vederli, quelli erano vostroyani. «Mmh. È una carola.»
«Non è in Basso Gotico...»
«No, non lo è.» Alzati gli occhi alle volte del soffitto, Garondyna decise di affiancare la svb-adepta e le abbassò il braccio prima che qualcuno la notasse. 

Diamine, quel suo tunicone rosso era così brutto! Nessun ragazzo l'avrebbe degnata di uno sguardo se si fosse messa addosso un simile sacco di patate.

Si chiese se la ragazzina avesse dei vestiti più alla mano, più interessanti e comodi. Magari poteva fargliene comprare qualcuno. Era carina in viso e i capelli avevano un biondo peculiare, quasi da Von Gianellen, quindi qualche colore adatto lo si poteva trovare nei giusti negozi...
«È in mvskvìt vostroyano.»
«E tu lo conosci? Sei di Vostroya?»
Be', per una volta quella era una domanda scusabile. «Io sono garoniana, Shiur. Però ti posso dire che capisco quello che dicono. Diciamo che intendo il senso generale, ecco.»
L'ammirazione sorpresa che brillò negli occhi della svb-adepta le punse i fianchi, mettendola a disagio. «Uno positivo?»
Che razza di modo di dire era quello? «Nyeh

«Volevo dire... davvero? Tu capisci la loro lingua?»

«Sì. Più o meno tra garoniano, venerianeo e vostroyano ci si può capire per sensi generali.» Era una stranezza che la intrigava, ad essere onesta. 

Le scritture alpha-bethikee cambiavano da lingua a lingua, come gli accenti e gli iati e le intonazioni. Molte parole erano diverse e tante avevano una cadenza che variava da poco a moltissimo a seconda della provenienza di chi parlava, ma molto altro era comune a tutte e tre.

«Ci sono molte differenze, non mancarmi qui, ma se ci ascoltiamo bene a vicenda possiamo cogliere la radice di tante parole e lavorare il resto a... mmh, intuito ed accenti. Dicono che sia perché veniamo da una stessa lingua-madre, ma da quello che ho letto sull'argomento nessuno nell'Imperivm sa quale sia. Per conto mio, ti dico che è il garoniano.»

Non aveva senso che fosse diversamente! La lingua-matrice delle altre, la causa di quella mutua comprensione, doveva essere il garoniano. Da ciò che le avevano detto i suoi studi, il vostroyano e il venerianeo non erano diffusi allo stesso modo, nonostante i tanti mondi colonizzati dalle loro genti.

«Una linguistikeo-ramificazione?» A chi lo stava chiedendo? La svb-adepta strana, appoggiata con i gomiti al corrimano, si pungeva la tempia destra con l'indice come a tenere dentro i suoi pensieri. 

Aveva paura che potessero scappare via?

«Con plvri-millennia-extensive variazioni intercorrenti, rimarcate e definite entro un pattern distinguibile a dispetto d'un letto terminologico e sintattico comune, capisco...»
Veramente non ci ho capito nulla io di quello che hai detto, admech-ragazza pazza. «Oh, sì. Sì, assolutamente quello.»
Shiur non si accorse del suo tono. Magari quelli dell'Adeptvs Mechanicvm non conoscevano il sarcasmo. Invece di lei si girò a guardarla, una mano semi-coperta dalla manica ancora appoggiata al corrimano. «Ma di cosa cantano?»

Ragazza, tu hai bisogno di vestiti migliori. Il rosso le donava.

Probabilmente non poteva né voleva vestire colori diversi, ma quello era da vedere. In ogni caso, il suo sacco di patate con maniche era la cosa meno pvlchrie su cui aveva avuto la sfortuna di posare gli occhi e la infastidiva la sua sola esistenza. 

Era pronta a scommettere che sotto, la svb-adepta indossasse una qualche corpora-intima da vecchia e calze comunissime, scarse e da poveri.

«Garondyna?»

L'idea di farle provare una gonna di denimea con stivaletti le svanì dalla mente. Chi? Cosa? Per quale motivo, soprattutto? «Nyeh
«I soldati! Di che cosa cantano?»
Ah, loro! Be', la risposta era un po' stupida. Prima di rivelargliela, Garondyna appoggiò le mani sui fianchi, strusciando contro il tessuto della gonna a pieghe. «Di quanto sia bella la neve che arriva quando è tempo che arrivi...»
Davanti a lei, Shiur inarcò un sopracciglio: «Cos'è la neve?»
«Perdonami?»
«Che cos'è la neve?»
Schioccò la lingua, indecisa su come afferrare la questione. «Ah, non lo sai...»    

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