Preliminarìs Actìs-et-Gestae ac "De Bello Avrelico" VI Aptvs Non (8/9)
Il rumore degli spari, il crepitio dei fuochi appiccati e delle fiamme danzanti, le urla dei feriti e gli ordini abbaiati da un ramo incontro all'altro dell'intermontuan-urbana; si svuotarono d'impeto, strangolati ancora nascenti.
Il bailamme, ascoltò Kyriako, era stato sommerso.
Due coppie di mitragliatrici brandeggiabili, inastate in cima alle torrette d'altrettanti Sherid-Maenn, ruggirono un doppio fiume di schiocchi urlanti. Inondata dal ritmo degli spari e dai bagliori dei dardi-traccianti, la linea dell'orizzonte est si frastagliò, parendo come in ebollizione.
Trafitto e infiorettato allo stesso modo, il cielo s'accese similmente, punto e battuto da tre duplici strali di ferrvm-calibri blindati inframezzati da proiettili scintillanti.
Un balenio attirò gli occhi del cadetto-commissario.
Nello stesso attimo in cui due Falchi-Guerrieri stramazzarono a terra, cinque loro commilitoni si distanziarono dalle traiettorie, planando incontro all'ovest con una stretta curva a trenta metri di quota.
Interrotto per un secondo, il subissante fuoco delle mitragliatrici tornò ad assordarlo. Seguendolo con il viso, Kyriako lo vide concentrarsi per la maggior parte nell'opposta direzione, ad est.
Alto ed ampio, un soffione di neve nebulizzata e ghiaccio sfuso in fiammata s'innalzò per almeno sei volte la statura d'un uomo adulto. Il riverbero dell'esplosione lo raggiunse schiaffeggiandogli il viso e la manica destra, con la quale d'istinto s'era protetto.
Un fischio acuto e pungente gli irruppe nelle orecchie, accoltellandole con una linea sonora ininterrotta e stonata. Suoni ovattati si rincorsero nella sua testa, alcuni uditi ed altri ricordi, accompagnandosi al piovigginare delle schegge e dei frammenti alzati dall'esplosione. Gli parve di sentire qualcosa, una voce o un grido, ma non lo capì.
Puntini neri, luminosi e lampeggianti con insistente nervosismo, gli danzarono davanti agli occhi.
Due Sherid-Maenn rullarono a cingoli battenti verso est, spazzando ai margini del loro cammino ampi marosi di neve e ghiaccio sbriciolato. Il loro moto era un pesante ritmo di martian-ferrvm cingolato che, schiantando e rollando, incideva con spessore il tracciato dell'intermontuan-urbana.
Il più avanzato esplose un colpo di las-artiglieria, abbacinando Kyriako. Poco oltre il punto dov'era nato il precedente geyser di fuoco e vapore, una nuova colonna di terra annerita s'innalzò con un muggito tremebondo, la sua fiammata ampia e irta di schegge bollenti.
Una sagoma, parzialmente incendiata, lampeggiò tra le due esplosioni.
«Fiancheggiamento!» Ordinò lord 'Talisseòn. La voce del commissario era rauca, impolverata dalle detonazioni e dai fumi. «Fiancheggiamento! Dietro i corazzati!»
Il suo ordine si riflesse ad una tormenta di figure sparpagliate tra i mezzi in rovina e quelli sbandati. L'aria si gonfiò, incendiata dall'espanso urlo d'uno scoppio luccicante, facendo sentire a Kyriako uno schiaffo massiccio e bollente.
Le fiamme spazzarono il bordo dell'avtoviae-bahn, allargandosi irregolari dallo scafo di un chimera folgorato vicino alla prua.
Nell'aria rintoccò un lamento metallico. Per un momento soltanto, fu una stoccata ferma nella confusione della battaglia.
Poi si trasformò in un lancinante grido, trascinato contro il manto dell'intermontuan-urbana. Vi stridette contro, sprigionando alte, incandescenti creste di scintille. Di sfuggita Kyriako vide il frammento capottato sulla strada rimbalzare in alto, i suoi bordi gialli dal calore e dall'attrito, contro il torace d'uno dei paracadutisti elysiani giunti pochi attimi prima.
L'uomo scomparve dai suoi occhi, trascinato dall'impatto.
Rotolando sbilenco, il pezzo di carrarmato sbalzato via proseguì per alcuni metri, dieci forse, fermandosi infine con un tremendo urto nato dal suo urto con una camionetta a sei ruote.
Il maggiore di fianco a lord 'Talisseòn aveva visto tutto. La sua voce, seppur filtrata dai microvox-casterìs dell'elmetto integrale, si fece sentire più contrariata che dispiaciuta. «Ah. Addio, Benni.»
Laddove il frammento s'era schiantato, ai piedi della camionetta stravolta, spuntava uno stivale da lancio ed una crescente polla rossastra.
«Epson!» Esclamò la donna, come se già dimentica della perdita subita. Esplose due las-dardi ad uno sciame di ombre colorate che dardeggiavano verso i corazzati claymoriani, poi un terzo, un quarto ed un quinto. «Hai questo collegamento per il lord commissario?»
Al termine d'un secondo in cui riuscì a vederlo mentre avvitava senza controllo, uno dei Falchi-Guerrieri rovinò sul manto stradale.
Schiocchi ossei, confusi in un appena percettibile tonfo soppresso dall'infuriare degli spari ad altezza uomo, si riflessero dalla sua caduta, terminando quando lo xenos s'arenò. Un braccio era piegato in un angolo tutto contorto e la testa era rovesciata.
Il diabolico marchingegno che gli aveva permesso di volare ora sputava fumo e lampi di fuoco.
«Deve darmi il codice di riconoscimento, signore!»
«Il codice, signor commissario!» Ribadì l'ufficiale elysiana. Urli iper-sonici balenarono a mezz'aria, scintillando bianchi ed azzurrini sopra al grigio dell'intermontuan. Sibilarono accanto ad opposti las-dardi vermigli, in due casi esplodendo gli uni a contatto degli altri.
Lord 'Talisseòn si riparò dietro il veicolo, gli occhi stretti e il respiro pesante. Si sporse un momento dopo e puntò la pistola Requiem alla sagoma traslucida in mezzo alle cannonate, ormai illuminata dai fuochi appiccati da queste. L'arma tuonò uno scoppio assordante, scacciando dalla canna un calibro pesante ed auto-propulso, diretto alle figure bianche e smeraldine.
Veloci e sfuggenti nella tormenta incendiata, dardeggiavano guadagnando distanza dal mezzo cannoneggiato.
Brandivano lunghe e ricurve spade aeldariche ad una mano, impugnando appuntite pistole dal colore perlaceo con l'altra. Coprendosi con quest'ultime, avanzarono illuminando il nevischio con decine e decine di barlumi velocissimi.
Kyriako si accostò al suo mentore. Incassò il las-fucile Merovech Pattern contro la spalla ed abbracciò il grilletto, dispensando un ruscello di scatti di frusta, riverberanti e in celere successione.
«Duo, unum tractvs...» lo sentì dettagliare al vox-operator, interrompendosi per sparare un altro colpo di pistola agli xenos in avvicinamento.
«Duo, unum tractvs?!»
«Duo, unvm tractvs sext!»
Battuti dei colpetti sul suo artius-cogitatores, l'operator alzò il capo. Uno scintillio attraversò il suo visore, lesto a scurirsi. «La parola d'ordine?»
«Aquae Vitas!»
«Siete in linea, signore!» Esclamò il milites-astra Epson. Si avvicinò al lord commissario, porgendogli di nuovo la cornetta.
Lord 'Talisseòn l'afferrò di scatto, avvicinandola alle labbra. Un paio di dardi aeldarici gli balenarono vicino, conficcandosi nello scafo del Centaur e trapanando in profondità. Altri colpi sopraggiunsero subito, sprizzando metallo liquefatto a destra e sinistra.
A contatto con la neve, le stille esalavano densi strali di fumo puzzolente. Un colpo raggiunse e perforò il corazzato da parte a parte, uscendo dall'angolo basso del terzo pignone dentato. Si perse in terra, in uno sbuffo di ghiaccio incrostato che immediatamente si vaporizzò.
«Reggimentalìs Dvcatea del Nono Reggimento, qui lord commissario 'Talisseòn, con la Quinta Hastata, Terzo Plotone, Terza Compagnia, Secondo Battaglione. Siamo sotto attacco aeldarìs all'altezza del Miglio Numero Sessantaquattro, intermontuan...»
La comandante dei paracadutisti incrociò la strada, abbandonando con uno scatto il rottame. Imbracciata la las-carabina e portato il calcio contro lo spallaccio della panoplia, tagliò in diagonale a grandi passi, volta a raggiungere il lato esterno della corsia.
«Ragazzo, con me!» La udì in mezzo al fioccare degli spari. «Coprimi le spalle!»
Kyriako si mosse all'inseguimento, fucile spianato e baionetta pronta. Un bagliore iridescente gli planò vicino alla testa, accecandolo. Due ali di vibro-piume aliene lo sostenevano contro la gravità, sbattendo con una foga rapidissima, cardiaca.
Se un qualsiasi supporto in lega imperiale avesse tentato quel ritmo, con al contempo il peso d'un guerriero in panoplia completa da sorreggere in volo, si sarebbe spaccato in un copioso saltare di viti e dispersivo scatto di rivetti.
Occhi-visori taglienti e obliqui, differentemente simili da quelli del guardiano sulla grav-moto, brillavano puntandolo, ansiosi di strage. Imbracciato il proprio las-fucile, Kyriako aggredì il grilletto e lo tirò quattro volte di fila.
L'aeldarìs sgusciò via prima ancora che lui potesse esplodere il primo. Accortosi della sua fuga, il cadetto-commissario incassò l'arma contro la spalla e s'impuntò. Con la sua raffica Kyriako provò a tallonarlo, ma lui gli sfuggì con un'accelerata istantanea, coperta con una sventagliata di fuoco.
Da dietro le proprie spalle, il ragazzo sentì una tormenta di grida. Scivolatodietro una motocicletta, il ragazzo cercò l'ufficiale elysiana, ma le fiamme loabbacinarono. Salivano in ampi palpiti da due piccoli avto-transportatores adotto macro-ruote, blandendo l'aria con dita lunghe e ricurve. La donna s'erainfilata in mezzo a loro? Degli spari di las-carabina illuminarono il fondo diquei mezzi.
Si trovava lì!
La motocicletta crollò sul manto stradale, lasciandolo allo scoperto. L'aggirò,di nuovo pronto a fare fuoco. Si guardò attorno con rapidi scatti del viso, in cerca di xenos a cui sparare. Occhieggiò al cielo, nevoso ed annerito, in cerca d'altre macchie.
Quella che gli aveva tagliato la strada dov'era finita?!
Tuoni distanti ruzzolarono feroci tra le nuvole, dove si stavano dando battaglia gli interceptores e gli schifosi velivoli degli aeldarìs, battendogli sulle orecchie una duplice, indurita ondata di spinte. Pressione atmosferica e grida, confuse in una entità singola.
Ad un passo dal più vicino dei dueavto-transporatores incendiati, a Kyriako mancò l'equilibrio.
Frenò la sua caduta con la mano, impuntandosi contro il suolo ghiacciato. Si era morso il labbro senza accorgersene ed ora il sapore del sangue gli umettava il palato. Chiuse a pugno la mano sinistra e si appoggiò alla prua del mezzo.
Stava tremando...
Gli impatti dei tuoni, due boati infernali caduti dal ventre delle nuvole, liberarono il cofano dai suoi cardini, catapultandolo contro la vetrata blindata della cabina. Il cadetto-commissario fu strappato da terra, catturato da una onda d'urto,e schiacciato di schiena vicino alla motocicletta.
Gocce di terra fuse assieme picchiettarono contro il manto, rimbalzando via. Le grida dei tuoni gli rimbombavano nelle orecchie, confondendogli le idee.
Disorientato, guardò in alto notando due striature scure. Una era andata oltre il bordo esterno dell'avtoviae-bahn intermontuan, l'altra s'era diretta appena più a sud-ovest, forse incontro alla direzione dalla quale era giunto il primo assalto.
Sollevata dagli scoppi a marosi, la neve si rovesciò sui dueavto-transportatores, su di lui e sulla motocicletta, sfrigolando dove piovve a contatto delle fiamme.
Giratosi sul fianco libero dalla presenza del las-fucile, Kyriako s'issò in piedi. Le spalle gli dolevano, mandando al suo cervello vivide pulsazioni nere, accecanti e smussate.
Sbatté le palpebre per liberarle dalle striature di fumo e dai bagliori scuri.Una grande stilla di metallo, nera e viola con rifiniture bianche, giaceva a poche decine di metri dal grav-corazzato xenos che gli Sherid-Maenn erano andati a cannoneggiare.
Scuotendo il suolo sotto di lui con grandi passi tonanti, alimentati da un nascosto reattore al plasma e resi possibili da syntho-muscolature avvolte dentro e fuori gambe idrauliche placcate di ceramite, un sarcophagòn Castraferrvm avanzava incontro al veicolo alieno. Era marcato dagli stessi colori della capsula da sbarco, con un massiccio VI dipinto in bianco sull'interconnessione tra il braccio sinistro e lo scafo sepolcrale.
Astartes.
Le due capsule, il sarcophagòn Castraferrvn, gli urli super-sonici, gli impatti...
Erano gli Adeptvs Astartes! Lord 'Talisseòn aveva domandato soccorso agli Angeli della Morte!
Il cannone al plasma montato sul braccio sinistro del camminatore eruttò un globo di luce al calor ceruleo screziato da infuocati lampi bianchi: la neve innanzi a lui si sciolse all'istante, spazzata via dall'irruento aumento di temperatura.
Al momento dell'impatto, il grav-corazzato degli aeldarìs cessò d'esistere,scomparendo in un colossale soffione di fuoco e frammenti di xeno-materiale annerito.
Allungata la mano destra, fornita di dita massicce e fasciate da placche corazzate, al compimento d'una lunga e pesante falcata che scosse il suolo, il camminatore afferrò uno degli alieni superstiti.
«Io sono giunto per eradicarti!» Tuonò con possanza l'altoparlante vox-casterìs del sarcophagòn, la sua voce simile ad una valanga che picchiava contro il fianco della montagna. «Empia creatura!»
Lo stritolò nel pugno prima di ruotare marginalmente, sfruttando il movimento così innescato per liberarsi del cadavere con un gesto che apparve sprezzante a Kyriako.
Come se fosse stata una bambola rotta. Un sospiro veloce lo superò, paralizzandolo lì dove si trovava. Cos'era stato?
Nel cielo, intento a ricaricare, era riapparso il Falco-Guerriero che prima gli aveva tagliato la strada. Lui! Era stato lui!
Era...
Scuro e rapido, più d'uno sbattere di palpebre, un titano gli volò sopra alla testa, schiantandosi contro il guerriero aeldarìs. Due gemelli sbuffi di promethium esausto appestarono l'aria, pungendogli le narici.
Il colosso e l'alieno erano schizzati via, in mezzo alle cortine di fumo ed alle lingue di fuoco. Dopo un momento, passato a guardarsi intorno alla loro ricerca, Kyriako li scoprì ad inseguirsi, tra i dieci e i venti metri di quota da terra, in un succedersi di scatti che i suoi occhi faticavano a seguire.
L'aeldarìs esplose tre colpi prima di gettarsi in picchiata contro il suo salvatore. A mantenere il volo l'Angelo della Morte era una coppia di reattori dorsali ancorati alla sua schiena e agli spallacci. Erano flebilmente luminosi nel nevischio.
La sua armatura era scura, come una notte senza nubi e senza sogni, con strali di viola ai bordi degli spallacci ed un paludamento bianco stretto attorno alla vita. Occhi-visori eburnei, fermi sulla picchiata del suo nemico, scintillavano incamerati nella celata del suo cimiero.
Dalle griglie dei reattori insorse un curvo slancio in alto, al contrattacco.
Scartò brusco, togliendosi dalla traiettoria d'uno strale di fucile-shuriken, poi accelerò ancora, accorciando la distanza con il guerriero-aspetto alieno.
Chiuso da quell'assalto, l'alieno accelerò la propria picchiata snudando una dire-lama aspersa di rune sfolgoranti: a mezz'aria, l'Astartes rallentò la propria accelerazione e si lasciò colpire al fianco dal fendente. Un tuono di servo-sistemi l'accompagno quando strinse la mano sinistra sulla lama, chiudendola in una morsa.
Sollevò un montante a contrattacco. Kyriako lo sentì sfrigolare a contatto con l'aria. Capì che non era un pugno,ma solo un vascello, un modo per condurre l'assalto vero e proprio. La sua mano era un Glaive-Fulgorìs, armato di quattro artigli, tutti lunghi quanto un avambraccio.
Le lame incontrarono la panoplia dell'aeldarìs e la scavarono in risalita.
Frantumi di simil-osso, pennellate di sangue ed icore alieno, frammenti d'organi dilaniati e un pezzo di fucile piovvero a terra, anticipando l'impatto dell'alieno abbattuto.
L'Astartes atterrò un momento dopo, chino su di un ginocchio.
https://youtu.be/qqbQ_oKmflM
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