Preliminarìs Actìs-et-Gestae ac "De Bello Avrelico" VI Aptvs Non (2/9)
Lord 'Talisseòn appoggiò la destra sulla guardia della sciabola potenziata da commissario. Inguainata nel suo fodero, consunto dalla neve e dagli schizzi delle schegge, la spada tintinnò.
«È il Grande Due Blu», asserì il suo mentore. Interrotto il proprio cammino, Kyriako l'affiancò per imitarlo, per guardare il passaggio dei soldati come stava facendo lui.
Staccata di mezzo centinaio di metri dalla poppa dell'ultimo Sherid-Maenn, con uno scalpiccio denso che grattava contro la strada incrostata dal ghiaccio, una compagnia di fanti tirava un passo dopo l'altro, macinando i metri.
Le loro uniformi da fatica erano d'uno scuro verde oliva, bagnate su maniche, tronco e spalle dalle sferzate di pioggia e dal nevischio. Per un momento Kyriako pensò alle divise della Guardia Imperiale Cadiana, salvo poi scuotere la testa e trovare quella similitudine eccessiva. Le uniformi dei cadiani, in media, avevano un tono più chiaro, verso il khakìs.
Quelli erano di Claymoria Atalantika, un luogo da tutt'altra parte rispetto al Cancello Cadiano e l'Ocvlarìs Terribilìs a cui faceva la guardia.
Placche di lorica anti-schegge, o dello stesso colore oppure in tinta castagno scuro, tintinnavano al ritmo dei loro passi. Gli stivali erano marroni, con la suola chiodata e schinieri verdi fasciati a più passaggi di lacci contro il cuoio e il tessuto dei calzoni.
Tutti quei milites-astra erano appesantiti da borbottanti zaini da campagna. Alcuni brandivano il las-fucile senza stringerne il grilletto. Altri, a prima vista la maggior parte, se lo portavano in spalla, tirandolo ogni pochi passi per non farlo scivolare sul gomito.
Appesa alla cintura, oppure pendente dalle giberne strette in vita, avevano una corta spada da battaglia con elsa e guardia alata di ferro.
Il suo maestro si sbottonò una tasca del cappotto. Un momento dopo Kyriako udì il familiare scatto dell'ignìs da sigaretta ed un suo corto respiro.
«Vengono da August-Ferrvmgrad...»
«E ciò è buono, m'lord signore?»
Vedendosi offerto il pacchetto di sigarette, un malconcio cartoncino di Lvcky Russ, Kyriako non perse tempo ad approfittare della sua generosità. Fumare le sigarette, proprio come facevano gli altri soldati, gli dava la sensazione d'essere più grande, più maturo.
Chinatosi, 'Talisseòn gli accese la sigaretta e poi tornò in piedi, di nuovo con la mano libera sulla guardia della sciabola. «No. Non lo è.»
«Perché no, m'lord signore?» Le 'Russ premevano contro la gola e gli riempivano la saliva di catarro. Aveva chiesto se era normale, sentendosi rispondere che dopo un po' non ci si faceva più caso. «Se potete dirmelo, chiaramente.»
Prima di rispondergli, il commissario sbuffò due fili di fumo dalle narici. «Perché salvare il culo dei trikelici è stata una cosa improvvisa, ragazzo. Un'emergenza.»
Questo lo so anche io, però... «Sì, signore.»
«Non fosse stato un affare così repentino, non si sarebbe arrivati a questo punto.» 'Talisseòn si strinse nelle spalle. Lo vide aspirare con nervosismo dalla sigaretta, irritato da chissà che cosa in soltanto lui sapeva quale modo e per quale ragione. «O magari ci si sarebbe arrivati lo stesso, considerando i Trikelia.»
L'invasione degli Aeldarìs era stata improvvisa e brutale. Le voci dicevano che gli xenos erano calati dagli Astri di Yllrithìl, scendendo verso Trikelia attraverso gli Astralìs Sector di Qassiopeana e di Johannìs Gullielmòn-Omaha-Nion prima di sbarcare in quello di Pardaminia.
Avevano messo a ferro e fuoco ogni mondo, spazzando via le tante opposizioni incontrate lungo il loro camminando. Ora si trovavano arenati lì, bloccati dai rinforzi che erano affluiti da quasi tutto un quarto e mezzo dell'Imperivm.
«Lo dite per Azìr-Arabatha?»
Molti rapporti, tanti di matrice trikeliana, avevano minimizzato quella battaglia come un recuperabile giorno infausto. Un incidente del quale non serviva parlare e che alla fin fine non era stato poi così grave, ben lungi dalle disfattiste menzogne che i traditori spargevano in giro.
La verità dei fatti era un po' diversa, perlomeno quella che il giovane cadetto-commissario era riuscito a ricomporre attraverso pezzi di dialoghi, righe di riferimenti non oscurati e qualche conversazione con i soldati del Nono Reggimento.
I milites-astra parlavano molto tra loro e sapevano sempre più di quello che lasciavano intendere.
Una lezione utile del suo maestro era proprio di non licenziarli come idioti ignoranti mossi a pascolare di campo in campo, perché tra di loro parlavano.
«Iddiòs-Imperatores! Perfino Lui sul Trono d'Oro deve avere riso davanti a quello sfacelo» rise il suo maestro, sorprendendolo. «Non saremmo qui se i generali trikeliani fossero stati capaci di distinguere la destra dalla sinistra, dopotutto...»
Una cresta dei fanti in marcia s'era voltata a guardare il suo maestro. In alto nel cielo balenarono degli intensi lampi, bianchi e rossi, subito sommersi dal fitto nevicare. Originate molto in alto e lontano dai loro piedi, dure vibrazioni s'espansero tra le nuvole scosse.
«Ma... m'lord signore...», intervenne Carmenactìs. Kyriako guardò l'amico, scoprendolo più sveglio di quanto era stato vicino ai cannoni ed al falò.
«Sappi che cominciare una frase con "ma", bhoì, è un'ottima maniera solo quando si vuole premettere un punto debole.»
Il suo coetaneo si guardò le punte delle scarpe, abbattuto dalla correzione. Nelle ultime settimane il suo amico era diventato molto prono, facile ad abbattersi. Alle volte gli sembrava che vagasse altrove, che fosse distratto da un pensiero tutto suo.
Qualcosa che Kyriako non conosceva e non poteva valutare. Come poteva aiutarlo se ignorava la causa della sua afflizione?
«Parla, comunque. Che cosa volevi dire?»
Riavutosi dall'essere stato ripreso, Carmenactìs tornò a guardare i soldati del Grande Due Blu che sfilavano in marcia. Con il loro passo stanco e l'aria di persone a pochi passi dal chiedersi perché si trovavano lì, rano diretti alla prima linea.
Dove, pensò il giovane cadetto-commissario adocchiando un addetto alle armi speciali che reggeva un vetusto fucile al plasma, faremo ritorno anche noi.
Di nuovo.
«Io volevo dire, m'lord signore... Azìr-Arabatha; hanno detto che è stata una cosa da poco.»
«Quante legioni ha Trikelia?»
«Ottantuno» Rispose Melessa Varra, scavalcando Carmenactìs. «L'Index Militarvm dice questo, m'lord signore. Ottantuno legioni.»
Lord 'Talisseòn annuì distrattamente. «Oh, sì. Ottantuno.»
Il numero era corretto? Onestamente non era sicuro, ma Kyriako preferì rimanere in silenzio.
«Ascoltami attentamente, Philla-Bhòi.» Non capiva perché lui fosse l'unico al quale il commissario non affibbiava quell'appellativo. Aveva fatto qualcosa per cui si meritava d'esserne risparmiato? «I bei tomi mastri come l'Index Militarvm non sono esattamente una fonte presentemente, continuamente e costantemente aggiornata, lo sai questo?»
Abbandonata la guardia della sciabola potenziata, l'ufficiale politico raccolse sul palmo qualche ghiacciato fiocco di neve. «Ci vuole del tempo perché qualche adepto scriba li apra con tutti i riti, confronti le Data-Info scritte lì con quelle pervenute da un nuovo rapporto stilato da qualche distaccamento del Mvnitorvm e corregga, aggiorni o rettifichi.»
«Sì, m'lord...»
«La risposta corretta sarebbe stata che Trikelia aveva ottantuno legioni, fino ad Azìr-Arabatha. Ora ne ha Settantaquattro, cadetta-commissaria. Lectitio di fondo? Mai sottovalutare gli Aeldarìs solo perché i propri comandi sanno leggere un libro di strategia campale. Mai far guidare i propri comandi dai desideri dei mercanti di schiavi alle loro spalle.»
«Mai sottovalutarli, sì.»
«È vero che non si aspettavano che questa fosse un'invasione in grande stile, ma non cambia che ai tuoi disgustosi mercati di schiavi ci pensi dopo che hai vinto, non quando ancora hai da cacciare l'orko fuori dalla palude.»
Il mentore sospirò, stirandosi le membra per sgranchirle. «Quando servono ad un fine utile a tutti non mi dispiacciono i rimaneggiamenti del personale e delle vite sacrificabili, sia inteso e chiaro questo punto.»
«Il vostro punto è chiaro, m'lord signore.»
Lord 'Talisseòn ignorò la replica di Melessa. «Mi arrecano dolore quando comprendono il regalare al nemico sette legioni d'equipaggiamenti e munizionamento.»
Secondo lui gli Aeldarìs saccheggiavano i cadaveri e rubavano tutte le armi.
Fargli presente che nemmeno una volta sola in tutta la guerra di Pardaminia, fino a quel punto esatto lui aveva visto un guardiano-milites degli Alinor-Drukhai usare un'arma umana non era una buona idea, però.
Li aveva visti combattere a mani nude, anzi, piuttosto che raccogliere uno soltanto dei tantissimi las-fucili di martian-manifactvra dell'Astra Militarvm. Certe considerazioni, aveva riflettuto, era meglio tenerle da parte. Non serviva rivelare ogni pensiero, anzi.
Circa quelle sette legioni, cinque distrutte e due salvatesi per rischierarsi vicino a Pardaminia...
La lezione che poteva dire d'avere appreso dal resoconto dei fatti di Azir-Arabatha era che gli aeldarìs non erano discesi dalle loro stelle per razzie e per ladrocini.
Non quella volta.
«Bah», sbuffò il lord commissario gettando via il mozzicone. «Diamoci una mossa con questo rites. In marcia, cadetti.»
Sbuffando zaffate di neve e ghiaccio polverizzato dal rullio dei cingoli, un altro Leman Russ avanzava sulla via intermontuan-urbana. Era un modello Executioner, armato con un corto, massiccio e fumoso cannone-onagriòn al plasma.
Durante la seconda battaglia di Esira-Qvota Nvmero Quinta-Decina-Plvs-Duem, i corazzati come quello, gli Executioner, avevano estratto un pedaggio altissimo ai vili aeldarìs. Le xeno-pire innescate dai loro alzi d'artiglieria erano rimaste ad ardere vivide per giorni interi in mezzo alla neve sciolta.
Atolli di luce sparpagliati a punteggiare un mare di fanghiglia, di scura terra allagata qui e lì segnata da rottami e montagnole di corpi spezzati.
Forse...
Forse stavano ancora bruciando.
Due avto-transportatores con al traino altrettanti cannoni, carichi di soldati in scuro verde oliva, superarono l'Executioner, brontolando tenuta di strada e schizzi di ghiaccio frantumato dai cerchioni rinforzati.
Dal fusto del cannone-onagriòn plasma salivano esili spirali di fumo bollente. Appena entrava in contatto con il rivestimento della canna, la neve sfrigolava, agonizzando proprio come avrebbero fatto delle uova riversate su di una padella.
Uova.
Scacciando due spianate di neve sporca ai propri margini, il corazzato cercava di guadagnare il fondo della colonna claymoriana appena transitata.Avendone la medesima araldica, non poteva che essere uno dei loro, in forze presso il II Reggimento.
Un morso di fame gli prese lo stomaco. Il pensiero delle uova adesso era lì,una neonia-torcia accesa nella sua testa.
Dopo il rites per Ignatius voglio mangiare delle uova!
Dove avrebbe potuto trovare qualche fetta di pane e della svinacepta? Le uova, senza un po' di carne fritta e di companatico, erano insapori! Al sicuro in Sol, Lyriana poteva avere qualsiasi colazione le faceva gusto, con ogni ben del Dio-Imperatore! La immaginò a tavola, con indosso il suo vestito azzurro ed un fiore nei capelli, che favoriva d'un piccolo banchetto.
Il Sole era visibile dietro le finestre ad arco...
Un po' la invidiava, ma non davvero. Si sentiva meglio sapendola lì, sulla Hyur-Maltha, piuttosto che in ogni e qualsiasi altro luogo. Sol era fortificato!Poteva incassare qualsiasi assalto senza nemmeno un graffio sulle mura, quindi lei era al sicuro.
Se si fosse trovata lì in Pardaminia, invece... lì c'erano gli aeldarìs e...
Il cadetto-commissario scosse il capo e soffiò quell'immagine mentale via da sé, nel nevischio che sferzava la strada. Il Leman Russ stava ancora avanzando,facendo da testa ad una colonna di auto-carri zeppi di soldati seduti e dall'aria tesa. Cinque onagri cingolati autopropulsi macinavano metri di strada sbuffando promethium esausto e tallonando avto-transportatores e jeep a sei ruote Venatores.
Sul muso del quarto di quegli onagri cingolati, i Predicator Minvs-BasiliskAtalantikae-Pattern, giacevano incisi a punta di coltello sei strani simboli,sbarrati con una pennellata rossa. Dall'obice incassato nel blindato pulpito frontale cadeva a molle strascico una xeno-bandiera.
Non poteva essere altrimenti perché l'insegna cucita su quel drappo era troppo strana per essere di matrice umana.
Da un suo lembo sfilacciato pendeva un pupazzetto impiccato, umanoide e dallapelle tutta blu.
Il mitragliere in torretta dell'Executioner, osservò Kyriako tirandosi in spalla lo zaino, era guardingo, con un gomito appoggiato sulla cassa della brandeggiabile e l'altra mano stretta alla maniglia della botola blindata.Mordicchiava con finta calma una piccola, borbottante pipa da tabacco. Ogni tanto, senza una scadenza precisa, soffiava lontano da sé dei perfetti anellidi fumo rossiccio.
Qualcuno, da quale dei cassoni di carico non sapeva dirlo ma all'incirca tra ilquarto ed il sesto, stava malamente tentando un paio di note del Svper-Sanctissimo Bellvm-Anthema ac thaeImperivm.
Chiunque egli od ella fosse, era molto stonato.
«Ci potrebbe uccidere un paio di guerrieri-aspetto con le sue strigliate»Schioccò infastidito lord 'Talisseon, sorprendendolo per avere rotto ilsilenzio. «Che cosa fanno i nostri compagni commissari del Grande Due Blu?»
«M'lord signore?», chiese Carmenactìs, sembrandogli dubbioso delle sue stesseparole. «Che cosa intendete dire?»
Kyriako sentì che quel discorso non lo riguardava. Non gli sembrava d'avere qualcosa da dire, il che gli era stato insegnato essere un'ottima ragione per non intervenire, starsene zitto e continuare a camminare, qualsiasi fosse la direzione.
Dopotutto, quando si era nel dubbio la cosa più giusta da fare era continuare ad avanzare.
Notò comunque il suo maestro voltarsi per guardare Carmenactìs da sopra la spalla: «Intendo dire che non stanno facendo niente in merito a quella roba, bhòi.»
«Per lo stonato?», replicò il suo compagno cadetto-commissario. Pressoché impercettibile, una ruga di fastidio si scavò sulla fronte di lord 'Talisseòn.
Carmenactìs fu lesto a correre ai ripari, irrigidendosi nelle spalle per sembrare più responsabile di ciò che diceva
«Dite per lo stonato, m'lord signore?»
«Bravo bhòi.» Aveva capito il messaggio. «Sì, in ogni caso. Dicevo per quell'usignolo canterino. Presumo abbia appreso l'arte al famoso Horatorivm Ac thae Gessettivm Spezzatìs Op Ardesiana-Riqvadrvm...»
«Magari a loro piace così com'è, m'lord signore...»
«Se gli piace» Commentò il lord commissario, la sua giacca nera sempre più sbattuta dal vento. «Allora non hanno orecchio per la musica.»
Inframezzata allo scuotersi del temporale sovrastante, la salva d'artiglieria del 12esimo esplosa in quel momento allargò un coro di distanti, tonanti onde d'urto. Da qualche parte sul grande massiccio roccioso fioccarono le deflagrazioni.
Tuoni tra altri tuoni. Presto gli artiglieri avrebbero messo in canna una nuova raffica, pronta ad essere collimata ed alzata sulle teste del vile xenos invasore.
«A proposito d'orecchi, m'lord...», intervenne Kyriako, accelerando il passo. «E di occhi. Guardate, signore! Altri carri armati.»
Lord 'Talisseòn mugugnò un verso d'approvazione. Era per il repentino cambio di discorso oppure per la colonna meccanizzata e corazzata che incedeva sulla strada?
«Meraviglioso!» Proruppe il suo mentore. Probabilmente, si trovò a concludere Kyriako, quella di prima era stata una risposta per entrambe. «Non si hanno mai abbastanza carri armati.»
Quelli ridotti a carcasse annerite, in fiamme per tutta Esira-Qvota NvmeroQuinta-Decina-Plvs-Duem, erano più che abbastanza, però?
Esira-Qvota erano stati cinque giorni di boati, urla, eco di cannonate e notturni sprazzi di luce incendiaria.
Gli aeldarìs avevano perduto molti dei loro mezzi, un fatto del quale essere felici e per cui era giusto offrire ringraziamenti, ma non senza strapparne un numero altissimo alle loro fila. Il medianìr-phalastaph Alir'n Nuràdht l'aveva descritta come "una piccola Tallarn".
Minimizzava oppure stava esagerando?
«M'lord signore, vi posso chiedere di che luogo sono?» Intervenne Melessa Varra, che avanzava china sotto lo zaino.
«Te lo posso dire tra un momento, Varra. Lasciali avvicinare.»
Raddrizzatosi, Kyriako strizzò gli occhi. Su coprì la fronte per difendersi dal vento innevato di fiocchi e schegge di ghiaccio, rimpiangendo d'avere perdutola bustina da guarnigione durante la battaglia di Mannimarca Ridghia.
Sferragliavano a mezzo chilometro dal fondo della colonna del Grande Due Blu,spettacolarmente in contrasto con l'ambiente glaciale. A prima vista, da lì dov'era sul ciglio del camminamento pedestrianeo, il ragazzo cadetto-commissario conteggiò una trentina di carri armati. Erano figure dal continuo sospirare cingolato, con i fanali accesi e drappi mimetici, erronei per quel clima, posati sulle armi.
I loro scafi erano, dal primo fino all'ultimo mezzo della fila, occupati da tanti milites-astra che probabilmente non avevano trovato posto libero sugli avto-transportatores.
Quei modelli non li aveva mai visti prima.
Che si trattasse d'un Pattern locale, pressato e spinto in servizio attivo per soddisfare la domanda alzata dai vari fronti attivi? Avevano una qualche somiglianza con lo stampo delMacharius e del Leman Russ Conqueror, ma i cingoli avevano un taglio più basso,le piastre laterali non sporgevano un rialzo a parallelepipedo e lo scafo presentava un vago, debolissimo accenno di curvatura frontale che non lo convinceva.
La torre d'artiglieria era sensibilmente rialzata rispetto allo scafo, anche se non alla medesima statura del Leman Russ da battaglia. La maggior parte di quei trenta corazzati l'aveva armata d'un singolo las-cannone vibrante. Una cifra minore, invece, elevava un lungo pezzo d'artiglieria transuranico, forse a scopo di caccia-carri.
Sì, probabilmente un Pattern locale. Una variante dirottata molto a lungo lontano dal suo originale, fino a venire consacrata come possibile, sanzionata diversificazione. Gli sembrò la spiegazione più plausibile, con tutta la diatriba logistica che si trasportava.
Avranno dei Pattern più comuni, penso,con cui sopperire quando perdono uno dei loro mezzi strani... oppure non lo so.Magari un tecno-prete ha estratto il modello da un qualche archaives antico dell'Era del Secondo Rinascimento...
Le loro araldiche mimetiche lo colpirono per quanto erano inclinate verso un fronte se non tropicaneo, allora quantomeno assolato. S'immaginò un luogo con dense macchie di vegetazione e grandi pianure, sostituendolo subito con uno scenario di deserti e savana-jungle sparpagliate.
Ecco, per uno scenario simile quelle mimetiche sarebbero state efficaci.
«Amon-Ràh.»
«M'lord signore?», gli si rivolse Kyriako. «Amon-Ràh, signore?»
Lord 'Talisseòn annuì. «Guarda la loro bandiera, ragazzo.»
Calco-serigrafato sugli scafi c'era un riquadro orizzontale diviso in due bande, superiore ed inferiore, marcate di nero e di blu. In centro v'era un cerchio blu che ne contornava un secondo, più piccolo, in tinta vermiglia.
Era a destra di quello stemma che campeggiava una vigile Aquila Bicefala Imperiale ad ali spiegate, con una coppia di folgori incrociate sotto i suoi artigli.
«Sono forze del 521esimo Reggimento... forse d'una delle nove lune di Seth,oppure della regione tropicana di Hanubìs.»
Dalla coffa del terzo corazzato, uno di quelli armati con un cannone transuranico, pendeva un'altra bandiera di matrice xeno, simile alla prima, che lord 'Talisseòn notò, accigliandosi. «Quella è robaccia di T'au.»
«E ciò che cosa vuol dire, m'lord signore?»
«Che forse mi sono sbagliato. Ho sentito dire che uno dei grav-continenti di Osyridae ha fornito undici reggimenti per l'offensiva in New Neo-August Ferrvmgrad, ma non so dirti se sia stato l'unico mondo di Amon-Ràh ad avere fornito uomini e mezzi.»
+++Thae BoH-Angvlvm Ac thae Rapsodho-Avtores+++
vyandersen, ti summonoh!
La citazione è per te. Sai a che cosa e sai che non vedo l'ora di vederla in Invictvus, ma per disturbarti ti taggo lo stesso.
Anche se già sapevi di che cosa si trattava e come sarebbe apparsa ^.^
HVRRAH FOR THE FLAG OF THE IMPERIVM
MAY IT WAVE AS OUR STANDARD
FOREVER!
THE MILLION MILLION STRONG GEM
OF OUR WORLDS AND
OUR STARS
THE BANNER OF THE RIGHTEOUS!
LET TRAITORES, HERETICS AND XENO-TYRANTS REMEMBER THE DAYS
WHEN OUR FOREFATHERS
WITH MIGHTY ENDEVAOR
PROCLAIMED
AS THE MARCHED TO THE GREAT CRUSADE
THAT BY HIS MIGHT
AND BY HIS RIGHT
IT WAVES FOREVER!
https://youtu.be/M5bcpjUjLpU
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