Il Maestro di Latinoamericano- Capitolo 3

POVS SERENA

Mordicchio la matita persa completamente nei miei pensieri: dovrei studiare, ma ho la testa altrove. Stanotte ho avuto un incubo, l'ennesimo. Certo rispetto a prima ne faccio meno, però ogni volta che mi sveglio è come se mi mancasse l'aria, mentre il ricordo di quella notte si fa vivo dentro la mia mente e certe volte mi sembra quasi di sentire ancora le mani del bastardo su di me. Se provo a chiudere gli occhi rivedo ancore quelle iridi di un azzurro così chiaro da sembrare di ghiaccio e la sua espressione angelica che si tramuta, facendolo assomigliare a un demone pronto a divorarti dentro.

È proprio vero che le apparenze ingannano: quando mi innamorai di lui sembrava un bravo ragazzo, mai avrei pensato che potesse approfittarsi così di me. Solo al pensiero mi sale la bile, perché non riesco a liberarmi definitivamente di lui? Sembra che mi tenga sempre in pungo, anche a distanza di tre anni. Ci vuole davvero poco per rovinare una persona: avevo solo quattordici anni e volevo solo vivere ogni giorno con spensieratezza, godendomi questo sentimento che ancora conoscevo poco. Sono stata manipolata dalla persona che doveva proteggermi, che prima mi fece battere il cuore e poi mi ha ridotto in cenere.

E ora eccomi qui: una sopravvissuta che ogni giorno cerca di andare avanti, ma che non vive più appieno. Ho nascosto i miei lividi e il mio cuore rotto dietro una coltre di tenebre e maschero il dolore che mi attanaglia dentro e logora il mio petto.

Sento gli occhi riempiersi di lacrime, mentre massaggio le tempie con le mani. Qualche lacrima sfugge al mio controllo, rigandomi le guance. È giusto che una ragazza della mia età patisca così tanto dolore? Non sarei MAI dovuta andare a quella maledetta festa, o anche solo appartarmi con lui.

"No Serena, non hai colpe. Se mai è quel lurido verme che si è approfittato di te, come ha fatto con altre ragazze e ora sta pagando". Mi ricorda una vocina dentro il cervello.

Faccio un respiro profondo e mi ripeto mentalmente che va tutto bene, finché non sono di nuovo padrona di me stessa.

Decido di rimandare momentaneamente lo studio e chiudo il libro di francese, mi alzo per dirigermi in cucina a prepararmi una tazza di tisana.

Riempio il bollitore e lo adagio sul fornello, accendo la fiamma e aspetto che l'acqua arrivi a ebollizione. Prendo da una scatola un filtro di tisana rilassante, lo immergo spegnendo il bollitore e attendo qualche minuto, per poi versare il liquido nella tazza. Aromatizzo il tutto con un cucchiaino di miele.

Mi dirigo verso il tavolo della sala, prendo posto su una sedia e porto alle labbra questa meraviglia: adoro le tisane, ti qualsiasi tipo e non solo. Mi piacciono molto anche i thè, mentre vado meno matta per il caffè che consumo solo alla mattina appena alzata per darmi la carica giusta.

Proprio mentre sto per prendere il primo sorso suonano alla porta, così do una rapida occhiata all'orologio appeso sopra la parete: sono le 16 in punto, i miei genitori non rincasano prima delle 18.

Non ho idea di chi possa essere, ma i miei dubbi vengono interrotti da un messaggio: è di Albe e mi dice di aprirgli la porta.

Ubbidisco e me lo ritrovo davanti con una faccia sconvolta, i capelli schiacciati per via del casco. Entra in casa come una furia e si piazza al centro della sala, grattandosi distrattamente il braccio sinistro.

<< Cosa ti è successo?>> Chiedo pensierosa mentre mi avvicino a lui.

Punta le sue iridi nelle mie e noto che ha gli occhi lucidi<< tra me ed Evandro è finita>> dice in un sospiro.

Questa dichiarazione mi arriva come uno schiaffo in piena faccia: sapevo quanto lui fosse innamorato di Evandro, ormai loro stavano insieme da due anni e sembravano molto affiatati.

Dire che mi dispiace non serve a molto, così mi butto tra le sue braccia muscolose per cercare di consolarlo, poggiando la testa contro i suoi pettorali scolpiti.

Stiamo così per interminabili secondi, l'una tra le braccia dell'altro. Voglio bene ad Albe, lui è sempre un ragazzo sorridente e spensierato.

<< Ti va di bere qualcosa?>> chiedo, ma scuote la testa. Così afferro la tisana e mi siedo in divano e il mio amico mi imita.

<< Quell'ingrato se né saltato fuori dicendo che non se la sente più di andare avanti nella relazione. Ha deciso di troncare perché ha altre priorità>> la sua voce è cupa.

<< Sembrava che andasse bene tra di voi>> sussurro, dopo aver bevuto un sorso della tisana.

Fa un sorriso amaro<< anche io lo pensavo, evidentemente mi sbagliavo>>. Si passa una mano tra i capelli frustato.

Finisco di bere e poi dichiaro<< Evandro è un cazzone se preferisce divertirsi a stare con te, non ti merita>>.

<< Serena tu hai sempre una parola di conforto per tutti, sei così altruista con noi che tendi a metterti al secondo posto. C'è tanto dolore dentro di te, ma non ne vuoi mai parlare né con me né con Carola. Eppure sfogarti ti farebbe bene>>.

Prende ad accarezzarmi i capelli delicatamente.

Sospiro: ha ragione, ma parlare esattamente di quello che mi ha fatto Leonardo per me è difficile.

Svio l'argomento<< Tu e Luca siete diventati buoni amici>>

Alza un sopracciglio, ma decide di assecondarmi<< diciamo che stiamo costruendo le basi per un'amicizia. Sai che anche lui frequenta la Dream?>>

Sgrano gli occhi: tu guarda che coincidenza.

Albe continua<<è un ballerino di Streetdance, balla da quando aveva undici anni. Condivide questa passione con il fratello>>.

Annuisco. Dev'essere bello averte un fratello con cui condividere qualcosa, essendo figlia unica questa cosa non la sperimenterò mai.

Torno in cucina per lavare la tazza e quando guardo l'ora mi accorgo che rischio di fare tardi a lezione. Albe si propone di accompagnarmi in scooter per arrivare in tempo. Schizzo nella camera e preparo lo zaino e poi usciamo di casa.

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I miei passi scricchiolano mentre calpesto la ghiaia del parcheggio, mentre il mio amico sparisce in lontananza.

Tra poco conoscerò il nuovo maestro di Latinoamericano e premetto che sono un po' tesa, essendo uno stile che non ho mai praticato. Ma la maestra Alessandra è stata chiara: prendere quelle lezioni private mi farà bene anche se sono una ballerina di danza Moderna, perché mi servirà ad abituarmi ai passi a due a magari ad essere più sciolta nei movimenti.

"La versatilità non è mai troppa, soprattutto se punti ad essere un ballerino professionista." È quello che ripete sempre la maestra, dall'alto della sua esperienza.

Davanti a me un grosso cartello reca la scritta "Dream: School Of Dance." A grandi lettere nere su sfondo bianco. E come logo c'è una ballerina stilizzata sulle punte.

Apro la porta a vetri ed entro nella scuola: finalmente respiro un'aria diversa, quasi di una seconda casa oserei dire. Faccio accostare la porta e mi muovo verso lo spogliatoio delle donne: questo pomeriggio c'è un bel viavai di gente, con il fatto che sono ripresi i vari corsi. La maestra probabilmente sarà alle prese con la gestione delle iscrizioni, essendo anche la proprietaria di questo posto.

Non avendo avuto molto preavviso, non ho i giusti vestiti per questa disciplina, così ho optato per un paio di leggins blu e una t-shirt bianca over.

Mi specchio e acconcio i capelli realizzando una coda alta, scartando così l'ipotesi di fare uno chignon, stando attenta a legarli con cura, in modo che nessuna ciocca possa sfuggire.

Quando mi ritengo soddisfatta torno a sedermi per sfilare le scarpe e indossare i tacchi a spillo, che mi regalano cinque centimetri in più di altezza.

Sono abbastanza brava a camminarci su, ma non li ho mai usati prima d'ora per ballare.

Esco dallo spogliatoio e mi faccio largo tra la gente fino a raggiungere l'aula B, indicata da Alessandra come quella dove si svolge la lezione.

Vengo attratta da una musica e quando faccio capolino dalla porta rimango impietrita: dentro c'è un ragazzo che sta ballando una canzone di Enrique Iglesias.

Indossa una camicia bianca sbottonata e un paio di pantaloni neri aderenti, ai piedi ovviamente le classiche scarpe da latino da uomo.

Il ragazzo si muove con una tale sicurezza nella sala, usando bene gli spazi e cattura la mia attenzione: è un tutt'uno con la musica, che accompagna i suoi movimenti decisi ed energici. Sembra libero da qualsiasi schema, probabilmente sta improvvisando, comunque mi dà l'idea di essere uno che balla da parecchi anni.

I capelli scuri sono legati con un elastico, forse da sciolti tendono ad essere abbastanza lunghi.

Ad un certo punto sfila la camicia che getta in un angolo e per poco non mi viene un colpo: ha un fisico muscoloso, ma non troppo. Noto i bicipiti sodi e degli addominali che fanno la loro bella figura. Al braccio sinistro scorgo un tatuaggio: una doppia fascia tribale, di colore nera.

Non si è nemmeno accorto della mia presenza, tanto è preso dalla musica. Chiude la coreografia cadendo in ginocchio e solo quando si volta pare finalmente accorgersi di me.

I nostri sguardi si incrociano per una frazione di secondo: le sue iridi sono castano scuro, così intense che rischieresti di perderti dentro esse. Sento la salivazione azzerarsi, così abbasso lo sguardo e mi schiarisco la voce.

"Coraggio Serena, non ti mangia mica" sembra dirmi la mia coscienza, così riporto gli occhi su di lui e noto che sta infilando nuovamente la camicia.

<< S-scusa non volevo d-disturbarti. Pensavo che la lezione di gruppo fosse già finita. S-sto cercando il maestro di Latinoamericano>> balbetto nervosamente.

Vedo che abbozza un sorriso. << Mi sa che lo hai appena trovato>> dichiara con un sorriso così abbagliante che potrebbe spegnere la luna tanto è luminoso.

Sbatto le palpebre incredula: penso che stia scherzando, ma a quanto pare è serio.

<< Okay. Pensavo che fossi più vecchio. Voglio dire, pensavo che il maestro di latino fosse più grande, non che tu sia vecchio>>.

Perfetto! Sto iniziando a straparlare. Fantastico! Ora penserà che ho qualche problema di linguaggio.

Entro definitivamente in sala, non ha senso continuare a restare sulla soglia a giocherellare nervosamente con la t-shirt.

<< Mi chiamo Nunzio, eh sì, sono il nuovo insegnante di Latinoamericano di questa scuola>>. Ha una voce molto profonda e calda e per di più è giovanissimo, suppongo che arriverà al massimo a vent'anni.

<< Io sono Serena e non ho mai praticato questo stile di danza>> cerco di parlare con voce ferma.

Con lo sguardo sembra scannerizzare la mia figura e mi sento arrossire, come sempre sono a disagio con i ragazzi. Ma perché non posso essere più sicura di me come Carola?

<<La maestra Veronica mi aveva accennato questa cosa, non ti preoccupare. È tanto che balli?>> Chiede a brucia pelo.

<< Ho iniziato a sette anni, prima ho praticato un po' di classica, dato che è la base. Però poi ho scelto di essere più libera dagli schemi e ho deciso che il mondo della danza Moderna era più idoneo>>. Ho la voce tanto flebile che penso non mi abbia udito.

Mi accorgo di aver sbagliato quando lo vedo annuire

<< Io ballo dall'età di otto anni: conosco il Latinoamericano, i balli Caraibici. La danza è sempre stata parte della mia vita>>.

Si abbottona la camicia, con movimenti fluidi. Decido di fissare nuovamente il pavimento, mordendo il labbro inferiore.

Dire che Nunzio sia bello lo ritengo riduttivo: madre natura ha fatto proprio un bel lavoro con lui.

Lo sento schiarirsi la voce, così torno a guardarlo in faccia e attendo che dica qualcosa.

<< Direi che potrei iniziare ad insegnarti i passi base della Rumba, tra tutte le variazioni di questo stile, secondo me è quella più Basic>>.

Mi stringo nelle spalle e annuisco, d'altronde è lui l'esperto.

Lo osservo eseguire i primi movimenti e cerco di memorizzarli, per poi ripeterli davanti allo specchio. Solitamente apprendo abbastanza in fretta e spero che sia così anche in questa disciplina. Seguo passo dopo passo ogni sua esecuzione e ripetiamo la sequenza un paio di volte; dopodiché mi chiede di provarla insieme.

Sono abbastanza titubante, quando lui decide di sdrammatizzare

<< Non mordo mica Serenina>>. È la prima volta che qualcuno mi chiama così, ma non sento malizia nella sua voce.

Mi avvicino a lui, lo guardo fisso negli occhi mentre afferra le mie mani e provo un senso di tranquillità, lasciandomi guidare nei movimenti e allo stesso tempo cercando di rilassarmi il più possibile.

https://youtu.be/ZJblXse-Bl0

Angolo Autrice:

Finalmente Serena e Nunzio si sono conosciuti, scopriamo quindi che è lui il nuovo

insegnante di Latinoamericano della scuola.

Il continuo del loro incontro proseguirà nel capitolo 4 con il punto di vista di Nunzio.

Se la storia vi sta piacendo aiutatemi a farla conoscere,

vi ringrazio :)

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