7. Amare una Zucca
Katsuki annaspò, incapace di guardare altrove.
Tutto intorno a lui si era congelato, probabilmente anche il tempo stesso. Più batteva le palpebre, più Izuku Midoriya non svaniva e lo guardava con uno sguardo pieno di dolore.
«Sei sempre stato tu, per tutto il tempo...?» soffocò.
Izuku abbassò gli occhi ma non si aspettava un abbraccio improvviso e soffocante. Katsuki lo teneva a sé e poteva sentire il suono timido dei singhiozzi che risuonavano contro l'accappatoio e perfino il cuore pulsare forte.
«Izuku, mi dispiace tanto!» esclamò il biondo. «Ti chiedo scusa».
Il verdino gli accarezzò teneramente una guancia, accompagnando una ciocca bionda dietro un orecchio. Non era Katsuki a dover porgere le scuse. Ricambiò l'abbraccio con il cuore pesante.
«Resta con me, stanotte, Izuku...».
Ah, il suo nome pronunciato dal piangente DynaMight sembrava una lama d'argento su velluto rosso...
Katsuki era troppo stanco per subire altre emozioni, anche per farsi una doccia. Si promise che l'avrebbe fatta magari dopo Izuku ma invece sprofondò in un sonno meno spaventoso di quello che l'aveva accompagnato per molto tempo.
Si risvegliò quando dei raggi dorati gli accarezzarono il viso.
Il giovane non ricordò subito, così con tutta la calma del mondo - una che mai gli era appartenuta perché costantemente in lotta contro lo stesso mondo - si dedicò alla cura del suo corpo.
Sul letto, al suo ritorno da una meritata rinfrescata, una grossa testa di zucca giaceva abbandonata. E fu proprio allora che Katsuki riemerse dal torpore della beata ignoranza. Mentre si avventava sull'ultima cosa che gli ricordava l'Uomo-Zucca rammendò che cosa era successo.
«Izuku!» chiamò, annaspando forte. «IZUKU!» urlò poi.
Non c'era nessuno oltre lui in quella stanza così silenziosa. Il Pro Hero afferrò le sue cose, la testa di zucca e il cellulare: non prese neppure l'ascensore. Si fece rampe su rampe di scale correndo e saltando come un capriolo oltre le ringhiere, solo per raggiungere il più tempestivamente possibile la reception.
La donna che gli aveva assegnato la stanza lo accolse con un cenno rispettoso del capo e un elegante sorriso.
«Non ha visto un ragazzo uscire? Aveva i capelli verdi e-».
La donna sollevò una mano e Katsuki tacque. «Devo informarla che il pagamento delle precedenti sere è stato stornato sul suo conto e ripagato con un nuovo accredito. Grazie per aver scelto il nostro Love Hotel, Bakugo-san. Le auguro una buona giornata».
Era stato invitato gentilmente ad andarsene.
Katsuki la guardò sprezzante ma non controbatté. Non era con lei che doveva sprecare le energie.
Una volta fuori dall'hotel, guardò la testa della zucca con amarezza. Non sapeva onestamente che emozioni provare...
Chiamò Eijiro Kirishima ma non gli spiegò niente.
«Ti serve un passaggio a casa mia, bro?».
«Sì ma a casa mia».
Ed eccolo lì, mentre aspettava con la zucca sotto il braccio, la busta che conteneva il suo costume da Pro-Hero e vestito come quando era stato al luna park con lo Zuccanzato. Poco prima che si decideva a rinominare l'Uomo-Zucca con la sua vera identità, venne anticipato dall'arrivo della macchina rossa di Eijiro.
«Bro! Non ci vediamo da una vita! Salta su!».
Katsuki obbedì ma non aveva voglia di parlare e la testa rossa lo capì, infatti non chiese nulla. Il viaggio fu breve, silenzioso e quasi nostalgico.
«Buona fortuna, bro. Con qualunque scelta che farai».
Il biondo lo guardò ma Eijiro non parlò più, lo salutò come un marinaio che guarda per l'ultima volta la nave con la quale ha salpato per mille avventure. L'auto andò via e Katsuki aveva il suo appartamento pronto ad accoglierlo.
Con un guizzo di coraggio, andò ad aprire prima il cancelletto, poi la porta di casa. La prima cosa che pensò, varcando la soglia, fu di vivere un ricordo. Era mancato pochi giorni eppure sembravano anni.
Katsuki si guardava intorno con un'espressione perplessa. Niente era diverso eppure pareva tutto estraneo.
«Ho sognato tutto?» chiese sconsolato alla testa di zucca sotto al suo braccio. «Neanche stavolta mi risponderai, eh?». Sorrise appena.
Raggiunse la cucina e qualcosa gli catturò immediatamente l'attenzione. Katsuki si avvicinò al tavolo non credendo ai suoi occhi. Il portachiavi a forma di serpente che aveva vinto al luna park era stato posto accanto a una lettera.
«Allora non ho...» aveva un groppo in gola. «... sognato?».
Nella busta, due pagine scritte nella calligrafia di Izuku Midoriya.
Caro Kacchan,
se stai leggendo questa lettera... Bentornato a casa!
Il tempo era divenuto una moviola. La testa di zucca cadde lentamente sul pavimento, rimbalzando appena.
Mi dispiace tanto per quello che è accaduto. E' solo colpa mia, come sempre. Avevi ragione tu, ho sempre dato priorità ad altre cose, al lavoro e ho finito per trascurare non solo te ma Noi.
Katsuki era come guidato. Correva lungo la rampa di legno per raggiungere il piano superiore. Perché i gradini sembravano non finire mai?
Non potevo raccontarti del perché per lungo tempo ho sempre dovuto annullare tutti i nostri appuntamenti, i festeggiamenti, le nottate di amore e coccole. Collaboravo nell'Operazione Ragno e solo alla Festa di Halloween è stato tutto risolto. Sai meglio di me che le Missioni di Livello S hanno il divieto assoluto di divulgazione anche tra gli stessi Pro-Hero della medesima agenzia ed io non potevo sottrarmi ad Endeavor.
Correva con il rischio di inciampare. Ma non gli sarebbe importato. Per la fretta, Katsuki batté di spalla contro il muro ma neppure questo lo fermò. Sapeva dove andare. Glielo stava urlando l'istinto!
Sai quanto mi ha fatto male vederti con un'altra persona? Sai quanto è stato difficile per me rimanere composto? Sai quanto sono stato bugiardo nell'augurarti di essere felice quando avrei voluto essere parte di quella tua stessa felicità? Non meritavo di essere al tuo fianco e lo stavo quasi accettando ma poi...
Katsuki inciampò nel risvolto del tappeto e ruzzolò in terra, rotolando più volte. Aveva il fiatone e il volto bagnato di lacrime.
MuchLove è un'agenzia nuova di zecca che permette di guadagnare soldi a chi si presta di fare da fidanzato. E' stato Denki a raccontarmi tutto; quand'era andato a casa di Eijiro-san che gli aveva raccontato tutto, aveva fatto delle ricerche risalendo alla tua cronologia condivisa dalla rete wi-fi dove ti eri collegato. Sai chi era quella persona con te alla Festa di Halloween? Forse riderai... forse no. Era Rody Soul. Ovviamente, ti ringrazia per i bei quattrini ricevuti ma non si presterà più a fare queste cose.
Con quei soldi, può ricostruire una casa come si deve per lui e i suoi fratelli.
Katsuki era quasi arrivato alla porta bianca a sinistra, alla fine del corridoio. Si fermò, il petto si alzava ed abbassava velocemente. Aveva paura, le mani fredde e tremanti e le guance fiammeggianti lo facevano sentire... curiosamente vivo. Ora o mai più. Girò il pomello ed entrò.
La stanza era piena di sole. E nel letto qualcuno c'era.
Quando Denki ti portò via Rody lo scambiò con me. Era quello il piano che aveva architettato per farci rimettere insieme. Non ho idea se abbia funzionato ma volevo raccontarti tutto e farti le mie scuse. Kacchan, perdonami. Non ho il diritto di essere il tuo ragazzo. Ma lascia che ti dica un'ultima cosa.
Katsuki si avvicinò al letto, ancora incredulo.
Io ti amavo, ti amo e ti amerò sempre e questa è l'unica cosa che non muterà mai e di cui tu non dovrai mai dubitare.
Con amore,
Izuku
Midoriya Izuku dormiva profondamente, il suo respiro era tranquillo e tra le mani stringeva la sciarpa grigia-nera che aveva fatto comprare a Katsuki. Per istinto o per ricordo, il biondo tastò l'aria intorno al collo. Mancava.
Quando gliel'aveva presa?
Ma non gli dette fastidio. Con un sorriso innamorato e gentile, Katsuki si sedette sul bordo del letto per infilargli la mano nei capelli.
Improvvisamente, la vista gli si riempì di lacrime. Quante ne aveva versate finora?
«Izuku...» sussurrò. «Come ho potuto pensare di rinunciare per sempre a te? Siamo Pro-Hero, i migliori della nostra generazione e metteremo spesso il lavoro prima di noi...».
Katsuki gli poggiò la fronte sul braccio.
Come ho potuto dimenticarlo?
Timidamente gli baciò una guancia lentigginosa. Fu così morbida e calda, proprio come ciò che aveva assaporato nell'ultima notte con lo Zuccanzato.
Come ho potuto cercare di dimenticarti?
Quel tocco leggero aveva risvegliato Izuku. Pigramente si stropicciò un occhio e uno sbadiglio silenzioso lasciò le sue labbra rosate. Ci mise un po' ad abituarsi alla luce che inondava la stanza e un po' di più a rendersi conto che qualcuno gli stava tenendo la mano, gli bagnava il collo e gli faceva più calore della sciarpa.
Chioma bionda, lucente, morbida e dal profumo dolcemente autunnale.
«Kacchan!» squittì incredulo.
Katsuki lo guardò, incapace di parlare o di smettere silenziosamente di piangere. Andava bene se era Izuku a vedere la sua debolezza.
«Kacchan...» questa volta la voce si era incrinata dolorosamente. «Kacchan, mi dispiace tanto! Avevi ragione e-».
Il biondo gli mise un dito sulle labbra, scuotendo il capo. No, niente più scuse da porgere. Izuku lo invitò ad entrare nel letto, al caldo. Che importanza aveva se era vestito? Katsuki non aspettò un secondo di più per sprofondare tra quelle braccia e quel corpo che gli erano così tanto mancati.
«Izuku, quella pausa... è finita, sai?».
Il verdino sbuffò un risatina umida. Aveva aspettato con grande impazienza di sentire quelle parole, nella speranza che sarebbero arrivate. Se così non fosse stato allora avrebbe a fatica accettato di aver perduto per sempre Katsuki Bakugo.
«Sono felice di averlo fatto con te, anche se non conoscevo la tua identità».
«Sei stato sempre fedele, Kacchan. Non dubiterei mai su questo».
Katsuki si strinse al suo morbido golfino molto di più. Ancora non si rendeva conto di essere tornato in una casa piena di calore e di affetto. Gli era mancata ogni singola cosa.
«Ma se non fossi stato tu?».
Izuku si sistemò con la schiena contro i cuscini ma non lasciò andare Katsuki. Mentre approfittava di accarezzargli i capelli, si mise a guardare la finestra. Il cielo era meravigliosamente azzurro e il sole più splendente del solito.
«Avrei mai permesso di farti scegliere uno Zuccanzato diverso da me?».
Il biondo sogghignò: ottima risposta! Di sicuro anche lui si sarebbe comportato allo stesso modo.
«E' un peccato non aver potuto festeggiare Halloween insieme...».
Katsuki cercò ed incrociò il suo sguardo ma non parlò subito. Le guance di Izuku si tinsero del rosa dell'imbarazzo.
«Capelli di Merda mi ha detto che stasera YaoMomo darà una piccola festicciola perché non si era ritenuta soddisfatta di quella da Endeavor. Aspettavano solo noi».
Izuku gli prese le guance e lo baciò con gran passione. Katsuki non si sottrasse, Katsuki approfondì, Katsuki gli strisciò meglio sul corpo e lo inglobò tra le sue braccia.
Con la coda dell'occhio notò due piccole zucche, una alta e un po' minacciosa e un'altra bassa e felice che li fissavano.
Gli venne da sorridere. E di ringraziare a tempo debito Denki.
Tutto sommato, avere uno Zuccanzato non era stato così tanto male, giusto? Ma nulla avrebbe potuto battere quello vero.
Izuku Midoriya.
«Non so da cosa travestirci...» fece Izuku, improvvisamente su di giri.
«Ma come? Sei stato travestito per Halloween per giorni!» lo punzecchiò il biondo. «Andrà bene l'Uomo-Zucca. Invece io sarò un terrificante lupo mannaro! Vedrai, saremo i migliori!».
Izuku non ne ebbe alcun dubbio. E nel mentre che Katsuki tornava a coccolarlo e a cercare il suo calore, guardò le piccole zucche gli avevano tenuto compagnia per un po' di tempo.
Non poteva quasi crederci ma... quella di Halloween era davvero la festa migliore di sempre!
[The End]
Angolo di Watchie
Felice Halloween a tutti, micetti e gattini! Questa storia, di circa 28 pagine è stata scritta in due giorni e sono rimasta stupita perché non mi era mai capitato in svariati anni. Forse ci tenevo a portare qualcosa anche io, quest'anno, come tante splendide scrittrici e scrittori qui su Wattpad. Grazie mille per aver letto la storia. Vi ringrazio e vi abbraccio.
Ci si vede nelle prossime Storie!
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