5. Parlare con la Zucca


Il luna park era davvero meraviglioso.

Sembrava un posto fantastico, di quelli che vengono spesso descritti nei libri per bambini.

Katsuki non ricordava una sola volta in cui aveva portato volontariamente Izuku lì, in qualche giornata libera. Perché sì, in passato il lavoro non era sempre stato in cima alle priorità del suo ex-fidanzato.

Anche stavolta, abbassava impercettibilmente gli occhi alla punta degli anfibi nuovi di zecca. L'Uomo-Zucca era avvinghiato al suo braccio e guardava davanti a sé la lunga distesa di coloratissime bancarelle.

Il biondo sospirò un po'. Com'è che continuava a ripensare a Izuku? Avrebbe dovuto essere ancora arrabbiato, doveva detestarlo e pensare di trovarsi realmente un altro rimpiazzo.

Spalancò gli occhi, incredulo.

Rimpiazzo.

Aveva seriamente voglia di urlare e di farsi passare per un pazzo. Nessun altro avrebbe mai potuto sostituire Izuku, lo sapeva fin nell'anima. Ma era inutile ripensare a quel che era accaduto: meglio concentrarsi sul suo nuovo e temporaneo partner!

«Dove vuoi andare per primo?» domandò con un lieve sorriso.

Il figuro gli prese la mano, già lo sapeva. Katsuki non obiettò nulla; il luna park era in fondo un posto dove potersi divertire. Si augurava solo di non avere a che fare con qualche squilibrato, pena la pessima riuscita del suo appuntamento.

L'Uomo-Zucca si era già fermato dinanzi a una bancarella.

«Oh, buonasera miei signori! Volete provare a sfidare le vostre abilità e vincere qualche bel premio?».

L'uomo al bancone, un simpatico falso magro di sessant'anni non aveva l'aspetto del solito truffatore che impediva ai barattoli di cadere con un filo invisibile attaccato a qualche pedale nascosto.

Il figuro guardò Katsuki: voleva tanto vincere qualcosa. Il commesso gli consegnò un fucile carico con tre colpi ma l'Uomo-Zucca lo passò al suo fidanzato.

«Vuoi che spari e vinca io?». 

Un cenno. Katsuki sbuffò una risatina: improvvisamente era molto gasato!

«Benissimo! Hai i tuoi tre tentativi da adesso. Buona fortuna, ragazzo!».

Il biondo non aveva mai dubitato delle sue qualità. Capitava di non aver mai sperimentato qualcosa - come il tiro al bersaglio - ma in qualche modo sentiva di non poter fallire. E poi ci teneva a fare bella figura!

Il primo colpo colpì il centro di un barattolo sul primo ripiano, a sinistra.

Il secondo, invece, uno in sesta posizione in quello nel mezzo.

L'ultimo prese ben due barattoli curiosamente vicini al pancione del commesso stupito.

L'Uomo-Zucca applaudì delicatamente ma bastò ciò a rendere più che raggiante Katsuki. Le guance di quest'ultimo si colorarono perfino di un lieve strato di rosa.

«Complimenti! Scegli pure il tuo premio!».

Katsuki invitò il suo fidanzato ad approfittare. L'Uomo-Zucca sussultò un po': non se lo aspettava affatto. Con una rapida occhiata qualcosa gli catturò l'attenzione, così lo indicò.

Un portachiavi a molla di un serpentello bianco con gli occhi arancioni e un piccolo fiore di pesco al collo, come una sorte di papillon.

«Sei sicuro? Puoi scegliere di meglio» fu la domanda stranita del biondo ma il figuro testa buffa annuì convinto. «Va bene, allora» poi si rivolse al commesso: «Mi dia pure il serpente, grazie».

Quando Katsuki glielo adagiò nelle mani a coppa, l'Uomo-Zucca non alzò subito la testa ma quando lo fece il cuore del biondo palpitò felicemente. Come suo solito, il fanciullo ben vestito fece uno dei suoi soliti elegantissimi inchini.

«Va bene. Ora dove vuoi andare?».

Testa di zucca gli prese la mano e indicò la cupola rossa e bianca dell'auto-scontro. Katsuki fischiò; altroché se si stava divertendo!

Prendere i biglietti non fu difficile, perlomeno. Salire su una macchina verde neppure. Le cose si fecero interessanti quando altre persone pensarono bene di andare ad infastidire DynaMight e Zuccanzato.

Un ragazzo ci era appena andato giù pesante e se la sogghignava. «Togliti se non vuoi che ci pensi io!».

Katsuki esibì il suo ghigno infernale migliore e da lì lo Zuccanzato fu testimone della sua grande bramosia di potere e di essere migliore in tutto. DynaMight l'autista fece rimpiangere almeno sei volte a quello stupido moretto di aver infastidito le persone sbagliate e così con altre.

Lo Zuccanzato gli si avvinghiò al braccio, un po' spaventato di poter accidentalmente finire oltre la macchinina. Katsuki gli cinse il fianco con una mano, senza guardarlo.

I suoi occhi rossi splendevano di vita...



Il luna park sembrava essere divenuto estremamente tranquillo.

Le persone affollavano l'autoscontro e la giostra dei puledri, mentre la maggior parte preferiva passeggiare alla ricerca di bancarelle con dell'ottimo cibo.

Katsuki e Zuccanzato si erano messi in fila per poter salire sull'attrazione più bella che avrebbe concluso in bellezza quell'appuntamento tanto spensierato. La ruota panoramica.

La magnifica costruzione era enorme e li faceva sentire infinitamente minuscoli, come formiche. Brillava di due coppie di colori complementari che cambiavano ogni tre minuti.

L'Uomo-Zucca stringeva a due mani la borsa contenente il costume di DynaMight con forza ma non era arrabbiato o spaventato. Non poteva minimamente contenere l'eccitazione di salire lì dove si poteva toccare il cielo con un dito.

Al suo fianco, Katsuki aveva lo sguardo mesto e rivolto ai nuovi colori che s'irradiavano nelle tubolature argentee della ruota panoramica. L'Uomo-Zucca capì subito il perché di quell'espressione dai nuovi colori che s'irradiavano in cielo.

Arancio e Verde.

«Non dovrebbe fare così tanto male...» sussurrò il biondo ma forse neanche se ne era accorto.

Katsuki scosse il capo e con un sorriso ricambiò l'occhiata apparentemente preoccupata del suo Zuccanzato...

Per tutta la coda che lentamente si smaltiva, nessuno dei due parlò più.

Arrivò il loro turno quando il cielo era ormai molto più scuro e la costellazione del Gran Carro visibile nella volta celeste. L'Uomo-Zucca non poté osservarla più di tanto, era il momento di accomodarsi nella cabina bianca e rosa lì davanti.

Uno di fronte all'altro, con le ginocchia che un po' si toccavano. Anche in quel momento piuttosto intimo, il figuro si manteneva composto, con le mani sul grembo e le cosce strettamente chiuse.

Katsuki, invece, era più stravaccato e guardava fuori il finestrino.

«Mi sono divertito».

L'Uomo-Zucca si colpì lievemente per tre volte il petto: anche lui e molto! Poi indicò il serpentello e lo accarezzò sulla testa dolcemente.

«Ti piacciono le cose semplici, allora?» chiese Katsuki e un cenno ebbe in risposta. «Anche a-».

Tacque.

La cabina finalmente iniziava a muoversi con un dondolio iniziale e il rumore del motore che sovrastava una melodia alquanto sciocca e smielata.

Anche a lui...

L'Uomo-Zucca gli attirò l'attenzione con un tocco sul ginocchio. Non subito Katsuki lo guardò e non lunga l'occhiata fu.

«Gli ho chiesto una pausa perché ero stanco e geloso di vederlo sempre scegliere il lavoro piuttosto che la nostra relazione. Sono dieci anni che sta andando avanti e sei invece la nostra convivenza» Katsuki ingoiò a vuoto, le mani non smettevano di giocare nervosamente tra di loro, come quando si strofina una banconota per sentire il suo caratteristico suono.

L'Uomo-Zucca lo guardava completamente.

«Ho pensato che forse sarebbe stato meglio rompere con lui, poi sei arrivato tu» Katsuki sbuffò un'amara risata. «Non si è mai ingelosito ed io sono l'unico che continua a pensare a che cosa fare». Una pausa, solo il tempo per ingoiare un groppo amaro, prima di riprendere. «Non saresti anche tu geloso se il tuo fidanzato uscisse con qualcun altro?».

L'Uomo-Zucca non fece assolutamente nulla.

«Per ora cerco di non pensarci ma questa sarà la nostra ultima notte, dopodiché dovrò fare delle scelte».

Non sono disposto a soffrire... Non è colpa mia...!

Katsuki si appoggiò con i gomiti sulle cosce. L'angoscia era troppa che restare in posizione eretta comprimeva il costato, i polmoni e la pancia.

L'Uomo-Zucca gli accarezzò timidamente i capelli, la guancia e infine il mento. Non una parola ma quel silenzio valse come il miglior incoraggiamento possibile. Il biondo, mentre chiudeva gli occhi, si appoggiò al palmo ed annuì appena, con un piccolo sorriso.

La cabina, intanto, aveva continuato a salire. Ed era ormai arrivata al punto più alto.

L'Uomo-Zucca si sedette velocemente accanto a Katsuki per poter ammirare il panorama. Dall'oblò, la città si era dipinta di perle iridescenti e il mare luccicava dell'argenteo della luna piena, all'orizzonte. Timidamente si appoggiò alla spalla del ragazzo biondo e si rifiutò di lasciargli andare la mano per tutto il tempo.

Katsuki era stanco di parlare ma non di vivere quell'appuntamento. Scoprì che era bello anche semplicemente quel che stava facendo insieme al suo Zuccanzato...

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