Chapter 5: Anche se il Mondo dovesse Finire (Parte I)


Rody servì un cornetto a Izuku con la marmellata. "Mangia, Deku. Sei più pallido di un cadavere. Non potrai aiutarci se non sei al pieno delle forze".

Kacchan fu silenziosamente grato per quel gesto; era però convinto che quell'uomo fosse arrivato nel locale perché in qualche modo aveva compreso già qualcosa. Che l'elemento sorpresa fosse già stato svelato?

"Ti ringrazio, Rody ma... ho lo stomaco chiuso. Non riuscirei mai a mangiare...".

Tranne il proprietario del locale, sia Katsuki sia Rody guardarono Izuku come se gli fosse cresciuta un'altra testa. Il ragazzo dai capelli lunghi e castani sospirò un po', prese un coltello e divise il cornetto.

"Bene, allora ti faccio compagnia. Così, di meno, non avrai scuse, no?".

Izuku ignorò volutamente l'occhiataccia di Kacchan, una pregna chiaramente di gelosia per quel gesto carico di preoccupazione e pura amicizia. Si tolse i guanti e con un cenno del capo prese un piccolo morso. 

Da quando non mangiava regolarmente, ogni volta che i suoi denti iniziavano a masticare del cibo solido, la gola creava sempre una sensazione viscosa e acida che gli faceva venire voglia di sputare prima di sentirsi male. Molto male.


"Porti due anelli?" domandò Rody. "Come mai, Deku?".

"La persona di cui ero innamorata..." iniziò, guardando la metà di cornetto appena toccata. "Mi ha detto che vedevo il lavoro come unica fonte degna della mia attenzione. E mi ha lasciato".

Katsuki strinse rabbiosamente la mano intorno all'anello della tazza bianca dove rimaneva ancora metà caldo cappuccino.

"Mmh, capisco. E questa persona comunque ti segue. Vorrà pur dire qualcosa, no?".

Izuku sbuffò una risatina, poggiando sul piattino il cornetto. Guardò Katsuki con la coda dell'occhio ed annuì leggermente.

"Forse. O forse è semplicemente ligio nel suo lavoro. Su questo non potrei scegliere un Hero migliore".

Nonostante tutto, il cuore di Kacchan si gonfiò di gioia, tanto da sorridere sfacciatamente, fissando il nulla dinanzi a sé. Gli piaceva pensare di poter avere ancora una flebile chance. 

Ormai quella vocetta fastidiosa era meno persistente; quella rabbia immotivata per aver compreso male, per non aver mai visto quanto Deku gli si fosse sempre stato accanto, stava finalmente svanendo.


"Potrei mettere io l'altro anello, la gente mi riterrebbe ancora più rispettabile" azzardò giocoso Rody.

Izuku annuì e si sfilò l'anello di Katsuki, portato sempre sul suo e glielo porse, ignorando ancora una volta la rabbia cieca nel biondo, completamente a guardare la scena. 

Rody se lo infilò al dito e si studiò la mano; fece poi il giro del bancone, portando un braccio sulle piccole spalle di Izuku e il mento su una di esse per guardare. Entrambe le mani parevano proprio gemelle, come quelle di due perfetti fidanzati.


Rody chiuse le sue dita tra le intercapedini della mano di Izuku e gli si strusciò di guancia contro quella più piccola e appena calda. Katsuki, in tutto ciò, ardeva di rabbia cieca, incapace di fissare un altro punto.

"Mangia quel cornetto, Deku e non ti infastidirò".

Ma il verdino però, portò immancabilmente la mano contro la bocca chiedendo silenziosamente di usare il bagno. Svanì velocissimo, lasciando alla fine Rody e Katsuki da soli. Il proprietario si diresse in una piccola stanza per rifornire alcuni contenitori di vetro di chicchi di caffè da tostare.

"Ehi". Kacchan fissò Rody con uno sguardo di fuoco, le iridi ristrette in due puntini luminosi e rabbiosi. Rody gli si avvicinò sfilandosi l'anello e gli allungò dinanzi la mano. "Deku è il mio migliore amico. Quando ci siamo visti mesi fa non era così. Che cosa gli hai fatto?".

Il biondo prese l'anello delicatamente e quella rabbia di gelosia sfumò in un abisso di colpevolezza. Rody lo fissava con uno sguardo indagatore e freddo, le mani in tasca e il corpo fiero ed irto. L'altro era ricurvo sullo sgabello, perso a fissare l'anello, i muscoli contratti.

"So che eri tu la persona della quale si era innamorato. Perché e come hai fatto a ridurlo così? Non mangia, è un fuscello!" continuò Rody, alzando poi la voce. "Non è il Deku che ricordo io!".

"Le persone cambiano".

"Non venirmi a dire queste stronzate, Bakugo o come cazzo ti chiami! Izuku sta soffrendo, si vede a un miglio di distanza! So per certo che c'entri tu!". Il biondo deglutì, senza guardarlo. "Che cosa speri di ottenere? Fargli da cane da guardia per vederlo di nuovo cadere ai tuoi piedi?".

Katsuki lo fissò con gli occhi sbarrati. Non lo pensava. O forse nel pretendere delle scuse sì? La testa iniziava a battergli ferocemente. A quel punto, Rody sospirò e si calmò.

"L'ultima volta che venne qui, per ben tre volte lo trovai a piangere. Feci finta di nulla ma alla fine gli chiesi il perché". Kacchan ascoltava in doveroso silenzio e attenzione. "Mi disse che era preoccupato perché a causa del suo lavoro continuava a mettere da parte il ragazzo che ancora gli stava accanto e temeva che prima o poi l'avrebbe perduto".

Katsuki si alzò dalla sedia, camminando nervosamente con l'anello stretto nel pugno. Aveva le lacrime agli occhi e la collera nel cuore che galoppava. Quella rivelazione gli aveva fatto più male di un coltello nella schiena.

"Io... voglio rimediare..." articolò con voce appena percettibile.

"Non è a me che lo devi dire. Aiuta Deku a guarire".

Quando Izuku tornò, ancor più cadaverico di prima, ricordò di aver lasciato il suo prezioso anello a Rody. Kacchan allora, sospirando ma pregno di pazienza, prese dolcemente la sua mano e glielo infilò, battendogli un'affettuosa pacca sulla testa e tornando silenziosamente a sedersi.


Rody non si pronunciò al gesto del biondo ma tentò di essere sorridente ad Izuku e lo pregò di finire la metà del cornetto...




Gianimede entrò in un antro buio, collocato in un burrone di una parete alta e rocciosa, a nord-est di Otheon.

Era di buon umore, con le mani in tasca e un ghigno sulle labbra; era semplicemente su di giri perché aveva visto che due dei Pro Hero più potenti si erano scomodati a venire fin lì per dare la caccia ad Overdeath. Non poteva che esserne estremamente contento, anzi, onorato.

Si fermò dinanzi a un muro, poi lo varcò in silenzio, lasciandosi inglobare da quella che in realtà era semplicemente una parete ologramma creata artificialmente. Si trovò in un laboratorio sotterraneo, con numerose consolle e macchinari, schermi, monitor e due uomini che lavoravano accanto a delle enormi capsule contenenti un liquido bianco e un altro scarlatto.

"Gianimede-san!" disse uno dei due uomini, alzandosi per inchinarsi.

"Come procede?".

Fu l'altro a rispondere. "La droga è stata ulteriormente perfezionata. Appena la metteremo sul mercato ci saranno immediatamente civili potenziati capaci di distruggere quei fastidiosi scarti della società detti Hero e molti, molti soldi!".

"Eccellente. Ma quello che vi farà piacere sapere è che il Number One Hero e il Two sono qui ad Otheon. Probabilmente sono sulle nostre tracce, signori".

I due uomini gli si avvicinarono con uno sguardo perplesso ma Gianimede continuava a essere perfettamente calmo, muovendo le dita nelle tasche del suo completo elegante. 

Diamante era il fratello maggiore, aveva dei lunghi capelli rossi legati in una treccia sulla schiena; i suoi occhi erano dello stesso colore dell'onice, la pupilla affilata come quella di un felino. Era magro, alto, indossava una tunica bianca e lunga, con una stola violacea.

Perla era quello minore, i suoi capelli erano altrettanto rossi ma aveva una coda di cavallo, un occhio onice e l'altro nero come una notte senza stelle. Anche lui indossava il medesimo abbigliamento. Aveva un carattere molto più remissivo, era silenzioso e lavorava instancabilmente sulla composizione chimica dell'Eufeme.

"Il tuo Occhio della Preveggenza, Time, non ha sbagliato neanche questa volta" continuò oscuramente Gianimede. "Quegli Hero stanno venendo qui. Ci sarà sicuramente molto movimento".

Perla chinò la testa, annuendo leggermente. Diamante si schiarì rumorosamente la voce e catturò dunque l'attenzione.

"Abbiamo già raccolto tutti i dati necessari all'interno di un hard disk e aspettiamo di lasciare Otheon, come da lei stabilito".

"Eufeme?".

"E' completa. Siamo riusciti a sintetizzarla anche in pasticche, cosicché l'effetto avrà un impatto ancora più forte sul corpo, aumentando esponenzialmente il proprio Quirk". Diamante era eccitato ed aveva perfino alzato le mani al soffitto nella più totale sete di potere.

"Quando verranno qui li attenderò io personalmente" parlò Gianimede, ancora con il suo sorrisetto arrogante.

"Ma... Aniki!" obiettò debolmente Perla.

L'altro negò e gli volse una carezza sui capelli. "Tu e Diamante siete il mio orgoglio e il mio futuro. Sono conscio di potercela anche non fare ma guadagnerò abbastanza tempo per farvi scappare. Se non dovessi tornare vincitore, continuerete il mio sogno. Un mondo dove tutti sono liberi di esercitare il proprio Quirk, senza leggi né regole: io desidero questo".

Perla sbatté le palpebre per allontanare le lacrime: invece lui desiderava solo vivere per sempre con Gianimede e Diamante come gli aveva sempre detto la loro preziosa madre, uccisa per errore da un Hero, anni fa. Loro padre non era mai stato presente, aveva abbandonato la propria donna quando si era riscoperta incinta di due gemelli, dopo Gianimede.

"Rin". Perla alzò lo sguardo addolorato. "Non morirò per mano della malvagità ma sai che ho sempre analizzato e calcolato ogni singola variabile. Il tuo Quirk Time è stato molto prezioso e ci ha permesso di giocare in anticipo contro quei maledetti Hero".

"Ma... non riesco a vedere come andrà la tua battaglia, Aniki!".

"Tatsuo" chiamò Gianimede all'altro che si avvicinò ancor di più. Li abbracciò a sé con tutto l'amore possibile. "Proteggi Rin, mi raccomando".

"Sarà fatto, Masami Nii-san" rispose flebile Diamante, traendo un respiro tremolante...




Izuku e Katsuki erano arrivati sulla parte più alta della parete rocciosa dove si era stabilito, con le informazioni ottenute da svariati scagnozzi catturati, che la base di Overdeath era nel burrone, celata dall'oscurità e da una fitta quanto persistente nebbia.

Rody li aveva seguiti ma se ne sarebbe tirato poi fuori, consapevole che in una battaglia del genere il suo Quirk Le azioni di Pino non sarebbe affatto stato d'aiuto.

"Mi riporta ai bei vecchi tempi" fece agrodolce Rody, sporgendosi appena dal burrone. "Di quando c'era quell'altro pazzo e la sua idea dei Quirk da cancellare".

"Come dimenticare?" aggiunse appena Izuku, ben concentrato a ripassare mentalmente la strategia. "Rody, torna subito indietro. Non voglio che possa succederti qualcosa all'improvviso".

"Ma va, Deku! Lo sai con chi ti stai raccomandando?". Izuku scosse giocosamente il capo. "Con il salvatore del mondo!".

Katsuki guardava in silenzio quei due, lo scambio di battute, il fatto che andassero così d'accordo. Aveva veramente rovinato un rapporto bellissimo con il suo Number One Hero e ora non faceva che sentirsi geloso e miserevole.

"Ah, mi sono dimenticato di chiedertelo... ma quel livido?" domandò Rody. Portò la mano sulla guancia e ne tracciò dolcemente una linea invisibile con il pollice. Izuku abbassò gli occhi per un momento e quando li rialzò gli prese la mano dolcemente e lo abbracciò. "Qualcuno ha avuto un colpo fortunato su di te?". Lo pronunciò calmo ma la rabbia e l'accusa nei suoi occhi rivolti su Katsuki furono ben altra verità.

"Non ha importanza. Ora, per favore, torna a casa. Il tuo fratellino e la tua sorellina saranno in pensiero".

Rody lo strinse a sé, Pino fissò quasi rabbioso Katsuki e si staccò, non senza prendergli il viso tra le mani e schioccare un piccolo ed innocuo bacio alla guancia. Se Pino se la rise, tra i suoi capelli, all'improvviso Katsuki fece un passo in avanti, completamente ribollente di gelosia.

"Rody!" squittì Izuku, un po' arrossito. "Potrebbero pensare che siamo intimi tanto da spassarcela insieme!".

Kacchan sentì quelle parole colpirlo allo stomaco come un feroce pugno: Izuku sapeva veramente far male con la lingua quando voleva ma in fin dei conti se lo meritava. Aveva detto una cosa terribile. E di nuovo, come onde in tempesta, la gelosia si placò, facendo emergere l'abisso di colpevolezza.

"E chi avrebbe il coraggio di dirlo? Un bacio tra amici ci sta, poi noi non ci vediamo da tempo. Io sono abituato a baciare le guance dei miei fratelli minori. E' un gesto di amore fraterno, con te invece di pura amiciza" rispose Rody, guardando di sottecchi Katsuki. Sospirò un po', appoggiandosi con un braccio sulla spalla del verdino. "Va bene, basta così. Me ne torno a casa. Non voglio gettare benzina sul fuoco specie tra di voi che avete un'importante missione".

"Vai a casa, sii veloce" si premurò Izuku, l'altro annuì e corse via.

Rimasti da soli, Katsuki iniziò a ponderare in silenzio le parole, il da farsi ma Deku fu più veloce e lo anticipò in silenzio, attivando l'One for All, pronto per correre sullo strapiombo nell'oscurità.

"Andiamo, DynaMight?".

"Cerca di non rallentarmi" commentò sogghignante l'altro.

"Dici che potrei non dare il buon esempio?" e Kacchan si ammutolì. "O che magari sarò l'unico ad avere la mia parte di gloria qui?". Di nuovo quel colpo invisibile allo stomaco. Izuku sospirò. "Andiamo. Il tempo è nostro alleato".

Entrambi si lanciarono in quel funesto divario roccioso, mentre il cielo che lentamente iniziava a colorarsi di un malaticcio cobalto pregno di temporale e di gelo schiariva l'assoluto buio di un'altra notte passata, diventava sempre più piccolo, come un fiume in un letto roccioso ed oscuro.

La temperatura cambiò nel momento stesso in cui si addentrarono più verso l'abisso, bucando poi la coltre di nebbia, inghiottiti da nient'altro che acuminati spuntoni, un odore forte di morte e di umidità e un gelido vento proveniente dal basso.

Izuku scagliò la Black Whip: il suo costume e quello di DynaMight si erano accesi di una debole luminescenza smeraldina e rossastra e si era evidenziato uno spuntone di roccia perfetto da usare come trampolino o per avvolgere la frusta nera per attutire la forza di gravità e di inerzia.

Il verdino ne lanciò una seconda per attrarre Katsuki a sé ed avvolgere l'esile braccio dietro alla forte schiena. In un singolo frangente, la caduta libera si arrestò dopo una prima corsa e i due volteggiarono a cerchio nell'aria, atterrando su un sottilissimo strato di friabile roccia che terminava accanto a un ruscello dove usciva uno strano gas bianco e freddo.

Katsuki si trattenne dallo stringersi di più a Izuku, assaporando sebbene di poco quel tocco tanto mancato e quando gli si staccò sospirò in segreto per un'occasione persa e sprecata.

"C'è una grotta" evidenziò Izuku, varcandola per prima.

Erano fortunati che i loro costumi concedessero una fonte di luce in momenti di oscurità parziale o totale. La grotta era molto grande ma man mano che si scendeva, con una corrente fredda che rendeva quasi difficile tenere gli occhi aperti, le pareti si facevano più spesse e il tutto più piccolo.

A un certo punto, i due Pro Hero furono costretti a camminare in fila indiana, con la testa un po' ricurva in avanti.


"Rilevo un bivio. C'è una massiccia quantità di radiazioni non mortali provenienti dall'ingresso a destra. Imboccatelo".


"Grazie, Shoto-kun" rispose il verdino, diteggiando l'auricolare nell'orecchio.

E così fecero, proseguirono per qualche altro centinaio di metri fino a trovarsi dinanzi a una parete senza via d'uscite.

"Che cazzo? E adesso?" sbottò Katsuki.



"Il computer non rileva nulla. Non capisco perché. Cercate qualcos'altro".



Izuku si avvicinò alla parete e poggiò su la mano. Fu un attimo: il Danger Sense trillò nella sua testa poco prima di un feroce pugno che si schiantava contro il suo petto. La Black Whip si avvolse contro quell'arto possente ma l'onda d'urto fu abbastanza veloce da farlo scontrare, in un piccolo volo, contro il corpo di Katsuki.

"DEKU!" esclamò, afferrandolo tra le sue braccia.

Il verdino gemette un po': a quanto pare il suo corpo era stato sbalzato con una facilità incredibile da quell'onda d'urto. Aveva perso sul piano della forza. Fece schioccare la lingua contro i denti, nervosamente, staccandosi dalla forte presa del biondo.

Gianimede sbucò completamente dalla parete ologrammata con un sogghigno infernale sul viso.

"Che gentili a scomodarvi per venire fino a qui nella mia umile dimora!".

Izuku strofinò via un rivolo di saliva dalla bocca, ponderando attentamente la tattica da utilizzare. L'uomo si era fatto strada oltre quella parete con una forza prorompente. 

Che avesse un Quirk di Forza? 

Un po' come l'One for All? Doveva rischiare. 

Partì velocissimo, caricò il pugno destro e lo colpì ferocemente al viso. Gianimede non fu capace di parare un simile attacco e come un deja-vu fu lui a volare ma oltre la parete, in un sonoro tonfo e un altro di un qualcosa di meccanico che si rompeva.

"Deku!" chiamò il biondo.

"Vieni, oltrepassiamo la parete! Gianimede non so che tipo di Quirk abbia ma non ci andrà giù leggero con noi!" rispose l'altro.

Il biondo non obiettò nulla: la forza esercitata dal Number One Hero gli fece comprendere che non ci sarebbe stato tempo per scambiare una singola parola.

Ben presto si trovarono nel laboratorio; Gianimede era finito su alcuni computer ma si stava rialzando con la mano contro il lato del viso che era stato brutalmente colpito. Ancora sogghignava, non sembrava né dispiaciuto né furibondo.

"Dove sono Diamante e Perla?" abbaiò Katsuki.

"Ah, i miei due Otouto?". I due Pro Hero si tesero come una corda di violino. "Non dovete preoccuparvene". In un attimo, come un sibilo, la mano destra si strinse intorno al piccolo collo di Izuku, l'altra sulla testa di Katsuki. "Non dovreste neppure nominare i miei due preziosi fratelli!". La voce cambiò pericolosamente, tingendosi di una sfumatura di rabbia e di cattiveria mentre defluiva nelle mani e schiantava i due nel terreno, incassandoli nella terra con un sonoro boato.

Gianimede non si fermò, aprì il palmo mancino verso Katsuki e una luce bianca, sferica crebbe in un battito di ciglia. Irradiava calore: il terreno prese immancabilmente a creparsi, il corpo del biondo vibrò sempre più forte e sul suo viso la pelle cominciò ad assumere una sfumatura rosata ben più accesa.

Izuku comprese, eccome se comprese! Scagliò la Black Whip per avvolgersi intorno a quel polso e calciare il più velocemente possibile lo stomaco dell'uomo che tuttavia non si spostò ma si limitò a far esplodere al soffitto il suo potente proiettile.

Il calore di quella sfera bucò il soffitto rivestito da una paratia di alluminio, facendo cadere polvere, gocce d'acqua e successivamente tutto tremò con la stessa potenza di un terremoto di media intensità.

Katsuki iniziò a respirare a fatica, cercando di ingoiare una grandissima quantità di ossigeno.

Ecco il perché delle radiazioni registrate e descritte da Shoto! Quell'uomo aveva un Quirk comunemente chiamato Microsievert Roentgen, abbreviato in "MicroGen" che nel campo delle Radiazioni Nucleari indicava la radioattività soprattutto delle Centrali Nucleari.

Sì, Gianimede aveva una forza sovrumana ma era perlopiù una scaturita dal quel tipo di Quirk. Izuku non aveva il tempo per riflettere sulle caratteristiche fisiche di esso, era preoccupato per Kacchan che non si era ancora rialzato.

Il verdino si rialzò mettendosi fra il nemico e Kacchan, con uno sguardo che ardeva di rabbia.

"D... Deku..." biascicò piano il biondo, tossendo.

"Oh, vedo che hai evitato che le radiazioni potessero distruggerlo!" ironizzò Gianimede. "La mia forza è una variabile del mio Quirk. Da piccolo sono entrato in contatto con una falda acquifera altamente contaminata e non sono morto".

L'unica soluzione, rifletté Izuku mentre attivava nuovamente l'One for All, era attaccarlo da una distanza molto lontana. Il Quirk Explosion di Kacchan aveva ottime possibilità, che unite alla Black Whip, alcuni attacchi del Detroit Smash e l'Air Force Smash avrebbero potuto sicuramente fare la differenza.

Gianimede si incurvò nuovamente in avanti: il suo corpo ora vibrava, la sua pelle era molto più rosata e finalmente i suoi occhi sbucarono da sotto il cappello. Erano di un colorito azzurrato, gelidi come il ghiaccio, con la pupilla affilata di un color verde nucleare.

"Mostrami la tua forza, Number One Hero!" esclamò scagliando una serie di sfere bianche.

Izuku rispose prontamente con l'Air Force Smash, seguito da un Detroit Smash che concesse un violento spostamento d'aria. Le otto sfere si smaterializzarono in piccole polveri. 

Fu in un attimo che una potente esplosione mandò in frantumi gran parte del laboratorio in un crescente boato di detriti che si rompevano, vetri e spaccature nel terreno e nelle pareti.

Il verdino prese tra le braccia Katsuki e corse velocissimo fin fuori dall'entrata della grotta, mentre alle sue spalle tutto crollava. Si armò di Smoke Screen e Float, velocissimo volò fino al cielo e finalmente poggiò Katsuki sulla terraferma, controllandolo immediatamente.

"Come stai?" mormorò, accarezzandogli una guancia arrossata.

"Sto bene... i nostri costumi sono stati appositamente schermati dalle radiazioni. Si pensava già ad un Quirk del genere, Mei ha voluto darci questo upgrade. Ce l'ha detto quando sei crollato" spiegò il biondo, tentando di rialzarsi. Fece un mezzo passo prima di finire tra le braccia di Izuku che prontamente lo sostenne. "Quel colpo a distanza ravvicinata ha un impatto scombussolante sul corpo. Ho ancora i muscoli indolenziti e il mio Quirk è in parte bloccato, sento tutto formicolare, cazzo".

Il verdino non ebbe il tempo di rispondere che il Danger Sense trillò ancora una volta, un attimo prima del terreno che si apriva con una spaccatura a campanile e Gianimede usciva con il corpo completamente rovente e gli occhi brillanti di un verde accecante. 

I suoi muscoli erano molto più gonfi, con le vene pulsanti. Le maniche del suo elegante vestito erano state completamente ridotte a brandelli.

"Avete pensato a come sconfiggermi? Il tempo scorre, sapete" sogghignò l'uomo, alzando le braccia al cielo temporalesco.

"Deku, dobbiamo attaccarlo".

Izuku gli sbarrò la via protendendo un braccio contro il suo petto. Lo guardò duramente ma poi si ammorbidì, tornando a fissare Gianimede che continuava a ridersela mentre condensava il suo potere dentro il suo imponente corpo. Il biondo gli prese delicatamente il polso e gli abbassò il braccio, superandolo di un passo. 

Non gli lasciò la mano, l'agganciò tra le sue dita.

"Lo sconfiggeremo insieme" disse sicuro.

"Kacchan... a lungo raggio" rispose piano il verdino.

Kacchan lo guardò dolcemente e concesse un piccolo sorriso innamorato, morbido dove per Izuku fu come un motivo di stupore, tanto da far spalancare i suoi occhi smeraldo e attendere, con le gote leggermente arrossate, qualcos'altro.

"Se vinciamo... torneremo insieme".

Izuku abbassò gli occhi e non gli rispose: Gianimede esplose in una feroce risata, scattò fulmineo verso di loro per afferrare nuovamente il collo del Number One Hero. Katsuki serrò la mano del verdino per trascinarselo dietro di sé, scagliò una potentissima esplosione fermando momentaneamente quella corsa dell'inferno fatto persona.

Deku avvolse la Black Whip intorno al torso del biondo per alzarlo verso il cielo: scagliò otto proiettili dell'Air Force Smash colpendolo l'uomo dritto in faccia, l'altro fu tempestivo con l'AP Shot.

Si levò un tremendo boato: Gianimede crollò al suolo, ruzzolando più e più volte.

La Black Whip si dissolse e si materializzò verso il nemico, bloccandolo. Al primo tocco le fruste nere fumarono sfrigolando ed Izuku ebbe un lancinante dolore al braccio destro. Fu costretto ad annullare il potere, stupito da quell'effetto collaterale improvviso e preoccupante.

"Deku! Il braccio?" domandò spaventato il biondo.

"Ho un formicolio..." ammise, aprendo e chiudendo la mano.

Gianimede rise oscuramente, mettendosi seduto. "Ah, miei cari Hero. Siete solo degli stolti. Perdete tempo con me non sapendo che i miei fratelli hanno già lasciato questo schifoso posto per portare avanti la mia volontà!".

Izuku e Katsuki impallidirono. L'altro rise ancora più forte rimettendosi poi in una posizione bipede. Il suo corpo era riuscito a sgretolare il terreno avvallandolo un po'.

"Ma sarà meglio togliervi di mezzo cosicché possa raggiungere i miei preziosi fratelli".

Gianimede espirò uno sbuffo caldo dalla bocca che fece addirittura tremolare l'aria: strinse i pugni e si catapultò di gamba destra verso Kacchan. Il biondo tirò a sé Izuku per poi farlo piroettare via, scagliò tre esplosioni e si gettò in terra con una capriola. 

L'uomo atterrò con una splendida verticale, schizzando veloce come una molla verso Deku.

Quest'ultimo usò Float per volteggiare in aria e successivamente decise di usare Fajin per colpire di tacco il petto dell'uomo. Al contatto contro quel corpo rovente, però, la gamba fu attraversata come da migliaia di spilli e con un gemito di dolore Izuku cadde in terra, tenendosi il ginocchio.

Kacchan attaccò le braccia protese verso l'alto con un'altra potente esplosione, prima che quel feroce pugno avrebbe potuto spaccare la testa di Izuku, indebolito dall'essere caduto vicino a quella fonte di radiazioni. Lo prese per le spalle e lo tirò il più lontano possibile.

"E' forte!" bofonchiò.

"Sono quelle radiazioni che scombussolano il nostro corpo. Il nostro viso è l'unica parte a non essere schermata" gemette Izuku, cercando di rialzarsi.

"Come va il ginocchio?".

"Non è fratturato. Posso farcela" rispose il verdino.

Non ebbe il tempo di prepararsi che Gianimede si accanì di nuovo verso di lui, ma Kacchan riuscì a tirarlo verso sinistra e ad evitare un altro feroce pugno che fece di nuovo tribolare l'aria. Non riuscì ad essere fortunato con la forza d'inerzia che fece entrambi piombare in terra.

Izuku ruzzolò malamente oltre il burrone: tentò di far sbucare la Black Whip ma l'esposizione a Gianimede aveva momentaneamente irrigidito le fibre muscolari del suo corpo. Non si sarebbe salvato! Non si sarebbe potuto aggrappare a nulla!

Prima ancora che la disperazione piombasse sulla sua mente confusa, una mano aranciata e nera lo afferrò e si ritrovò a penzolare nel vuoto ma salvo.

"K... Kacchan!" squittì il verdino, stupito.

Il biondo contrasse l'angolo della bocca in un sorriso, mentre lo teneva e cercava di tirarlo su. "Eh, finalmente! Siamo... tornati... intimi?".

Ma quella sicurezza in Izuku svanì a rallentatore: Gianimede afferrò la gola di Katsuki tirandolo verso il cielo. Fu immancabilmente anche lui issato di nuovo sulla terraferma ma, beffa del destino, poté solo fare da scomodo spettatore. 

Gianimede sogghignò: in un solo attimo fece ingigantire una sfera nella mano e la spinse nello stomaco del biondo. Il proiettile radioattivo lo costrinse ad urlare a squarciagola, in un crescendo capace di coprire il rumore dello squarcio nitido del costume che non resisteva a una simile potenza, calore e pressione.

Izuku non aveva mai udito quella voce così forte, agghiacciante, da far accapponare la pelle e ovattare l'udito. E fu allora che sul suo corpo si delinearono le linee frastagliate e semi-scarlatte del cento per cento dell'One for All: si gettò verso Katsuki, alzò il braccio del nemico e scagliò un potentissimo Delaware Smash.

Il braccio di Gianimede fu sbalzato violentemente verso l'alto, ma ancora ben saldo al corpo e la sfera di energia si disintegrò a quella forza dirompente ed elettrica. Izuku ora aveva i capelli di un azzurrato incredibile e lo sguardo feroce.

L'uomo non si arrese: cercò con l'altro braccio di raggiungere Kacchan ma di nuovo Izuku fu più rapido nel bloccare nella sua piccola mano il pugno più grosso e lo strinse fino a farlo scrocchiare nel dolore. 

Aveva la forza di ridurgli a brandelli il forzuto corpo, aveva ancora energia nel corpo per salvare il biondo sulle sue spalle con il respiro incostante.

La rabbia prese il sopravvento, Deku urlò per caricarsi ulteriormente quando Gianimede si fermò e iniziò a ridere soddisfatto.

"Bene, fine dei giochi, Number One Hero. Come pensavo non ho alcuna speranza di sconfiggerti. Il test è stato soddisfacente ma è l'ora del gran finale!".

Il suo corpo divenne grosso, rosso e si sollevò lentamente verso l'alto: le nuvole presero a vorticare oscurandosi. Gli arti si sbriciolarono in minute particelle, i suoi occhi si dissolsero, di umano non rimase nulla. Successivamente, un bagliore candido s'irradiò nel cielo.

"D... Deku..." gemette il biondo.

Il verdino lo fece subito stendere in terra, controllandogli la ferita. Sospirò sollevato, portando delicatamente le dita dove il costume mancava. La pelle dello stomaco era rossa, c'era un forte odore di bruciato ed irradiava un calore abnorme. 

I capillari erano esplosi e il sangue fuoriusciva ma non troppo da considerarsi un'emorragia pericolosa.

Izuku prese un respiro traballante, chinandosi fino a toccare con la fronte il petto di Kacchan dove il cuore batteva. Tremava, si sentiva davvero male, complici la sua malnutrizione e tanti sentimenti negativi.

La mano di Kacchan, debole, gli si poggiò sui capelli.

"Deku..." chiamò ancora, socchiudendo le palpebre.

"Kacchan...".

L'altro fece un sorriso quasi luminoso, cercando i suoi occhi. Izuku non si oppose alla mano che gli toccò la guancia, sfiorando con il pollice il livido allo zigomo. 

Kacchan deglutì, guardando poi la luce nel cielo che stava rilasciando una colonna azzurrata che non rifletteva niente di buono e niente di nuovo. Poteva forse essere...?

"Ricordi il 26 Aprile del 1986 alle 01.23?" domandò Kacchan.

"Sta rilasciando radiazioni per contaminare Otheon e il mondo intero. Si è ispirato a quella terribile catastrofe" annuì il verdino. "Cosa possiamo fare? Non possiamo assolutamente combattere contro delle radiazioni così elevate".

Izuku abbassò lo sguardo ma improvvisamente gli venne l'illuminazione.

"L'One for All però potrebbe aiutarci".

Katsuki, preso da un istinto di rabbia, gli portò la mano dietro alla nuca e lo spinse a sé, a poca distanza dal suo viso. Izuku riuscì a malapena a tenersi in una lieve forma di equilibrio con i palmi sul terreno. "Non starai pensando di sacrificarti, vero?".

"Kacchan, se riesco a contenere l'esplosione prima che i venti soffino impetuosi allora salveremo non solo Otheon. Sono il Number One Her-".

"Sei il mio ragazzo! Sarai mio marito, cazzo!" scattò furioso il biondo, tirandolo alle sue labbra.

Izuku non voleva baciarlo, non voleva di nuovo far emergere tutto l'amore che aveva faticosamente rinchiuso da qualche parte nel suo cuore lesionato ma quella bocca, quell'ardore, il profumo di Kacchan... gli fecero perdere la testa. 

Si lasciò esplorare dalla lingua calda, si perse un momento nel saggiare quelle labbra sempre così idratate e fameliche.

"Non permetterò che sarai tu a lasciarmi, stavolta" sussurrò contro le sue labbra.

"Kacchan."

Il Danger Sense gli fece sibilare la testa dolorosamente: Izuku si voltò verso il cielo con scatto felino a fissare la colonna azzurrata che si era incredibilmente fermata ma un raggio bianco, verdastro e cobalto stava correndo ad una velocità allarmante verso di loro.

Il corpo del Number One Hero si mosse da solo: urlò per caricarsi di potere, i pochi muscoli rimasti sul corpo si gonfiarono e scagliò otto proiettili dell'Air Force Smash per rallentare la corsa, poi si lanciò contro e contrattaccò con il colpo più potente che avrebbe mai potuto scagliare.

"United States of World Smash!".

Katsuki si rialzò per mettersi in ginocchio e ammirare la potenza del Number One Hero che con centinaia di pugni dati ad una velocità incredibile crearono uno spostamento d'aria incredibile.

 Una luce azzurrata partì dal pugno destro di Izuku: quel potente colpo si arrestò a pochi metri dal suolo e il biondo scattò.

Il suo corpo si mosse da solo.

Le braccia di Izuku divennero rosse, le ossa polverizzate, le dita cianotiche, il corpo scosso da troppa energia. Doveva intervenire, doveva assolutamente andare! Si scagliò con una potenza esplosiva incredibile, raggiungendo in sette secondi il suo Deku. Gli si parò dinanzi e alzò i palmi verso quella bomba pronta ad esplodere ormai.

"Howitzer Impact!" urlò.

Distrusse tutto quanto, la bomba inglobò il colpo ma il nucleo ne fu distrutto. L'onda d'urto che si levò fu accecante, assordante, incredibile.

Deku avvolse Katsuki con la Black Whip... poi più nulla...




Perla si fermò, guardando il cielo che si era tinto a gradiente di rosso, cobalto, violaceo e nero. Portò una mano al cuore, incapace di trattenere le lacrime. Crollò in ginocchio, tremando e lanciò un urlo.

"ANIKI!".

Diamante tornò indietro, stringendo una preziosa valigetta con dentro l'hard disk, otto fiale e quindici pasticche sintetizzate. Anche lui vide il cielo e sospirò, stringendo il pugno libero. "Vieni, Rin. Dobbiamo andare. E' per il nostro bene".

"Tatsuo... tu non capisci! Aniki... Aniki, lui... è...!".

"Non possiamo rimanere qui un minuto di più. Le radiazioni sono molto forti. Non sarei in grado di schermarle e cancellarle ora come ora e non possiamo permetterci di assorbirle. Potremmo morire e a quel punto quegli sporchi Hero avrebbero vinto due volte".

Lo aiutò a rialzarsi per proseguire verso il porto, dopo aver corso per i vicoli di Otheon senza farsi vedere. Fece per voltare la testa verso l'ultimo tratto di strada quando gli arrivò un sonoro gancio al viso che lo fece cadere e far sbalzare la valigetta in avanti.

"Oh, cielo! Vedi se questo non è un deja-vu! Ma questa volta è la valigetta giusta!".

Perla volse i suoi occhi eterocromatici al ragazzo con un pennuto sulla testa e strinse i denti: il suo Quirk era inutile! Non sapeva neanche combattere corpo a corpo! Ma poi quello chi era? Chi diavolo era quello scocciatore?

Rody si concesse un istante a guardare il cielo, poi tornò ai due gemelli.

"Quindi siete voi Overdeath? Potreste avere qualche anno in più di me!".

"Non osare paragonarci a te, sporco Hero!" scattò Perla, mentre il fratello si rimetteva in piedi. "Ridacci la valigetta! Ora!".

"Beh, mi dispiace deludervi ma non sono un Hero. Che cosa è successo al cielo?".

Diamante sogghignò. "Sono radiazioni. Presto morirete, maledetti!".

Rody socchiuse gli occhi ma d'un tratto sogghignò. "Mi dispiace per voi di nuovo: oggi non sono da solo e non potrò dire di aver salvato il mondo!".

Giù da un edificio fecero il proprio ingresso ben tre Pro Hero pronti ad impedire al male di vincere.

"Per fortuna che non siamo bravi a seguire gli ordini" sorrise il biondo, Chargebolt.

"Già. O a quest'ora avremmo lasciato troppa gloria ai soliti!" schernì Red Riot.

Shoto accerchiò i due gemelli con un anello di ghiaccio: i suoi occhi erano animati da tante emozioni contrastanti. "Rody, porta immediatamente questa valigetta al locale dove lavori. C'è Endeavor lì".

"Roger!" rispose.

"No! NO!" urlò Rin. "Aniki! Voi! Voi non potete vincere!".

Diamante sogghignò: nella mano destra ora stringeva una pasticca piccola e bianca. Si voltò verso il fratello minore ed annuì.

"Non farlo, non mi lasciare, ti prego!".

"E' l'unico modo, Otouto" gemette l'altro. Esitò troppo: una forte scarica elettrica gli raggiunse la mano e la pasticca volò via, per suo sommo sgomento. "MALEDETTI HERO!".

Red Riot improvvisamente si tese come una corda di violino, una mano sull'auricolare: si voltò verso gli altri due Hero con lo sguardo sbarrato e vivido di terrore.

"Red Riot, che succede?" chiese perplesso Chargebolt.

"I sistemi di rilevazione delle radiazioni... sono altissime...! Stanno contaminando tutto, ogni cosa! Endeavor mi ha contattato ora. Le Agenzie di Musutafu... i loro sistemi d'allarme stanno suonando ininterrottamente da dieci minuti! Siamo al settimo posto come catastroficità! I satelliti hanno visualizzato una massiccia nube di radiazioni che si sta avvicinando!".

Diamante rise soddisfatto. Potevano ancora vincere!

"Potrei anche impedire al mondo di diventare radioattivo se solo lo volessi!" sogghignò Diamante.

Shoto socchiuse gli occhi: non si era mai trovato in una situazione del genere...

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