3. Uscire con Te



E' una sensazione piacevolmente fresca sulla fronte a ridestarmi.

— Saresti dovuto rimanere a casa, Kacchan...

Dischiudo gli occhi improvvisamente: Izuku è seduto accanto a me e mi sta rinfrescando la pelle del viso arrossata.

Izuku mi sposta qualche ciocca dalle palpebre, sta sorridendo teneramente ma riesco chiaramente a vedere la tristezza nei suoi occhi.

— Quando sono venuto eri molto sudato. Hai la febbre alta.

Ah, ecco che cos'era quel malessere. Avrei dovuto capirlo. Forse - guardo il cielo dalla finestra e le nubi grosse e bianche - questi sentimenti mi stanno facendo solo del male.

— Mi sono così tanto spaventato — sussurra Izuku.

Il suo tono flebile è quasi strozzato e mi fa male sentirlo.

— E' solo un po' di febbre, tranquillo.

Izuku si appoggia con la fronte sul dorso della mia mano. Quanto vorrei accarezzarlo ma mi trattengo. Onestamente parlando, adesso non ho la forza di combattere contro i miei sentimenti.

— Non mi piace vederti malato e lo sai.

Mi sollevo un po' sui gomiti e lo spingo tra l'incavo del collo e la mia spalla. Izuku freme poi mi abbraccia strettamente.

— Sono qui. Non vado da nessuna parte, lo sai.

Il mio migliore amico è fragile ed io ho bisogno di proteggerlo. Izuku mi stende piano, ha gli occhi lucidi. Attraverso la sua mano sento il suo cuore che batte forte.

La sua è ansia.

Il mio è amore.

***

Sta cambiando il tempo. Inizia a fare sempre più caldo e questo vuol dire che siamo più vicini alla pausa estiva.

Il cielo è azzurro, le nuvole bianche e soffici proprio come i capelli di Izuku.

A causa degli studi non abbiamo avuto modo di vederci e parlarci, né di passare del tempo insieme.

La campanella suona, è tempo di pranzare. Izuku è in bagno, forse se sono fortunato potremo incontrarci...

Ma il mio pensiero s'interrompe non appena esco dall'aula con il mio bento in mano. Riconoscerei la chioma verdina dappertutto! Izuku è in fondo al corridoio e sta leggendo qualcosa in bacheca.

Per puro caso i nostri occhi s'incrociano, la sua mano mancina svetta verso l'alto in un caloroso saluto. Io ricambio con un sorriso sincero.

E' così bello che il sole che lo investe lo rende angelico e regale allo stesso tempo. I capelli più fini si sono tinti d'oro e i suoi occhi splendono come il cosmo.

— Kacchan, guarda!

In mezzo a svariati poster e fogli è stato appeso un piccolo manifesto per i fuochi d'artificio che si terranno tra tre settimane.

Gli scompiglio improvvisamente i capelli, facendolo lamentare. Io me la rido, è troppo esilarante vederlo imbronciarsi come un micetto!

— Ci andiamo? — gli chiedo.

— Davvero, Kacchan?

Izuku si aggrappa al mio braccio e lo strattona nel mentre che saltella felicissimo. Non posso credere di averlo così vicino al mio viso dopo tanto tempo!

— Sì, certo. Ti verrò a prendere e ci godremo una bella serata.

L'arruffato broccolo si rizza in punta di piedi solo per scoccarmi un bacio sulla guancia.

— Grazie, Kacchan. Non vedo l'ora di vedere i fuochi d'artificio con te!

Si allontana ridendo. Ed io? Io rimango come uno stronzo imbambolato, con la mano sulla guancia e lo sguardo un po' cupo.

Non so più che cosa fare. Lo desidero così tanto da farmi male il cuore.

Artiglio la camicia, forse sta sanguinando.

Ma non posso ancora morire.

***

Solitamente, con l'arrivo dell'estate vado a lavorare come cameriere e aiuto-cuoco in un ristorante collocato in cima a una ripida scalinata.

Da lì si può guardare sia il mare all'orizzonte sia una fresca pineta più in alto. Mi piace perché adoro cucinare, mi ha sempre rilassato e con Izuku mi sono sempre divertito a inventare ricette per farlo mangiare.

Sapete, è sempre stato così tanto magro che a una certa ho iniziato a pensare che avesse un qualche disturbo alimentare.

Il signor Tsukishima Kaijo è un uomo molto gentile e mi ha accolto subito come un figlio. Sua moglie, Harumi, è diligente e attentissima. Hanno una figlia, Sakura, che lavora come maestra in un asilo.

— Possiamo ordinare, ragazzo?

— Arrivo!

I miei pomeriggi sono molto intensi, tra comande, cucina e pulizia ma mi piace molto.

Voglio risparmiare soldi. In futuro vorrei aprirmi un ristorante tutto mio e perché no? Magari lavorare con Izuku.

— Ragazzo, posso ordinare un'altra scodella di noodles alle verdure?

Eh, il mio piatto sta andando a ruba!

Mentre mi avvicino al tavolo con il robusto muratore per un secondo scorgo una capigliatura smeraldina fuori dal locale. Ma quando mi affaccio velocemente mi rendo conto che era solo il fogliame di un albero.

Il vento è piacevolissimo e la vista stupenda.

Di sera è ancora più bello; verso la cima della scalinata che conduce a un antico tempio e sul mare si accendono tante luci e lo trovo schifosamente romantico, a tal punto che mi viene voglia di portare lì Izuku e baciarlo.

L'amore è un fottutissimo sentimento, ecco la verità!

Ti fa pensare a cose da storielle e manga oltre a rincretinirti.

— Ragazzo, dell'altra birra!

Quello che non avrei mai saputo è che non avevo avuto un'illusione. Izuku era davvero venuto a trovarmi, solo che si era nascosto dietro alcuni alberi per non farsi vedere.

— Kacchan lavora sempre così sodo e non voglio disturbarlo.

Così, com'è silenziosamente venuto, se ne va canticchiando una canzoncina per bambini.

Il sole fa brillare il suo cappello di paglia, i sandali neri che si tingono di blu e azzurro come il mare. Il vento soffia malandrino nella t-shirt gialla a righe più chiare e la salopette castana.

Se avessi guardato bene l'avrei incontrato e forse sarebbe stato un male. Non voglio rallentare il lavoro per via di un sentimento.

Il cielo è più azzurro che mai.

Mi viene voglia di sorridere: non vedo l'ora di vedere i fuochi d'artificio con Izuku!




Angolo di Watchie

Adoro scrivere la BakuDeku, non c'è niente da fare. Penso si sia capito, vero? E mi piace anche scrivere su queste cose nipponiche che tanto ci fanno battere il cuore. Spero di riuscire a metterci i giusti sentimenti ed emozioni che non è mai facile descrivere. 
A domani!


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