2. Io e Te
Come una sentenza di morte.
E' così che segretamente mi sento ogni volta che aspetto che Izuku prenda il primo boccone.
Lui sta masticando lentamente, i suoi occhi si muovono piano per carpire tutti gli ingredienti che ho aggiunto soprattutto alla panatura croccante della cotoletta di maiale.
— E' buonissimo!
E il respiro che avevo trattenuto inconsapevolmente esce flebilmente dal mio sorriso. Izuku ha preso un altro boccone e sembra la gioia fatta persona.
— Kacchan, tu sei proprio bravo!
— Ovvio, io sono il migliore in tutto!
— Tutto tranne matematica e fisica! — mi punzecchia lui con un occhiolino.
Un battito di ciglia è sufficiente per me: mi sporgo sul tavolo e gli strofino i capelli con così tanta violenza da farlo lamentare sonoramente.
— Ah! Così impari! — esclamo tornando seduto.
Izuku mi ripaga con la stessa moneta. Come un gatto si alza dal tavolo e mi afferra per le spalle agitandomi. Tutto questo non mi fa ridere bensì stringere il cuore di emozione.
— Mi sto vendicando! — grida lui con un ghigno adorabile.
Tu non lo sai, ma il tuo tocco risveglia in me una parte selvaggia.
Gli afferro improvvisamente i fianchi e lo spingo seduto a cavalcioni sulle mie cosce.
Izuku tace, le sue guance s'imporporano così vistosamente che mal trattengo una risatina malevola.
Le sue dita scivolano via dalle mie spalle ma io una gliel'afferro e la guido verso la mia guancia. Il tocco mi rilassa a tal punto da piegare un po' il capo e socchiudere le palpebre.
— Sei così gentile, Kacchan. Meriti di trovare qualcuno che ti dia tanto amore.
Lui lo sa. I miei genitori sono sempre stati impegnati e da bambino rimanevo spesso da solo durante il giorno. Ecco perché Inko, la mamma di Izuku, aveva iniziato a farmi stare da lui.
Ed ecco perché lentamente il mio migliore amico è diventato il mio rifugio.
Non mi aspetto un abbraccio tenero di Izuku. Mi guida la testa verso l'incavo del suo collo e il suo mento sul mio capo.
Le mie mani tornano sui suoi fianchi ma non faccio altro.
Tenere questo mare di fuoco a bada è complicato ed ora sento perfino le lacrime pungermi gli occhi.
Io non voglio nessuno che non sia tu, Izuku.
— Ancora un po', ti prego... — sussurro contro il suo petto.
— Per tutto il tempo che vuoi, Kacchan.
Vorrei che questo tempo si congelasse...
***
Ma perché i film che trasmettono per televisione fanno schifo al cazzo? Ho fatto zapping per una buona mezz'ora prima di trovare quest'horror che anziché spaventarmi mi ha fatto perfino ridere.
E' un improvviso peso che preme sulla mia spalla sinistra a ridestarmi dai miei pensieri rabbiosi.
Izuku è crollato su di me e sta dormendo.
Sorrido. Kawaii... Non resisto, gli punzecchio piano la guancia. E' soffice come un panino al vapore e liscia come seta, proprio come avevo sempre immaginato.
Ancora una volta gli sposto i capelli per vedere il suo bel viso. I lampi colorati dalla tv mi mostrano una bellezza straordinaria che io potrò solo ammirare e mai-.
No! Non voglio sempre dire la stessa cosa.
Devo ficcarmi nella mia testa di cazzo che deve bastarmi l'amicizia di Izuku.
Eppure, le sue labbra dischiuse sono proprio qui vicino a me.
Ancor prima di poter realizzare ciò che il mio cuore ha deciso di fare, mi sono avvicinato ad esse. Il respiro caldo di Izuku sfiora lentamente le mie.
Non resisto. Ma esito.
Posso davvero farlo? Posso davvero rubargli un bacio?
Siamo soli in casa. I miei sono ancora a cena fuori, non c'è nessuno, è piuttosto tardi e Izuku dorme profondamente. Sì, è perfetto!
Lo faccio. Le mie labbra premono appena su quelle di Izuku ma dura troppo poco, forse un battito di ciglia, perché mi allontano con una mano che nasconde la metà inferiore del mio viso.
Cazzo, l'ho fatto!
Non capisco che effetto mi abbia fatto.
Voglio riprovarci ma uno sbadiglio arriva da Izuku e la magia finisce. Teneramente si strofina un occhio, pigramente mi sorride.
— Il film?
— Non ti sei perso niente. Faceva cagare.
Lui ride e volontariamente si appoggia con la testa sulla spalla, io gli cingo le sue senza però guardarlo. Sono ancora indecente, con le guance rosse.
Dite che sono patetico? Che cazzo ne so!
— Hai sonno? — chiedo.
Izuku annuisce un po' ma riprende: — Dovevamo ripassare.
— Lo faremo domattina a mente più fresca. Tanto sarà domenica.
Izuku gioca timidamente con la mia mano ed io trattengo il respiro. Ho paura di fargli sentire come sta correndo il mio cuore.
— Andiamo a letto, Kacchan?
Annuisco, lo prendo per la mano e saliamo le scale.
Quanto vorrei tenerlo per sempre... le sue dita sono così piccine sotto le mie e calde...
In camera, Izuku s'infila nel futon prima che io possa spingerlo sul mio letto.
— Oi, tu non dormi a terra.
— Casa tua e-.
— ... regole mie — lo interrompo con le mani sui fianchi ma Izuku è irremovibile.
— Non mi schioderò di qui! Provaci con la forza! — e il broccoletto si nasconde sotto la coperta.
Mi butto su di lui, gli afferro il torace e inizio a solleticarlo. Izuku grida un po', scalciando l'aria ma poi ride e quel suono mi fa sentire caldo, felice, desideroso.
Di cosa?
E' il mio corpo a decidere per me, nella speranza di affievolire questa voglia indescrivibile che mi sta mandando in bianco la testa.
Cazzo, non va bene! Sento il mio uccello palpitare e le mani che cercano la pelle calda di Izuku. E' troppo tardi, non posso fermarmi: le mie dita sono sotto la maglietta che gli ho prestato e stanno sfiorando tutto.
Ma per il mio migliore amico è tutto un gioco di solletico.
Il suo profumo è così buono: gli mordicchio una guancia.
— Che cosa sei, un cagnolino?
Il sapore della sua pelle scivola nella mia trachea.
— Scusa, è che volevo totalmente vincere su di te.
Izuku mi picchietta dolcemente la fronte prima di tornare coricato.
— Buonanotte, Kacchan.
— Buonanotte, Izuku.
Lo so già. Passerò una notte insonne!
***
E' notte fonda, non si sente niente eccetto il rumore bianco del silenzio e i respiri morbidi di Izuku. I raggi della luna riescono a illuminargli capelli e lspalla sinistra.
Sta dormendo su di un fianco, dandomi la schiena.
— Izuku...
E' solo un sussurro ma mi sembra così forte da dovermi nascondere sotto alla coperta. Il mio corpo è ancora caldo, aghi invisibili stanno lentamente marciando verso il mio..!
Non termino neanche quel pensiero: la mano s'insinua in pantaloni e slip e lo afferra, l'altra soffoca la mia bocca. Ho troppa paura di emettere qualche suono compromettente.
Lo immagino seduto su di me, mentre mi guarda con i suoi occhi da cerbiatto che s'illuminano nella notte. Le sue dita scivolano sul mio petto, seguono la giuntura dei pettorali e strizzano i capezzoli.
Il suo bacino struscia sul mio, arnese contro arnese in uno sfregamento bollente e galoppante.
La mia mano si sta muovendo molto più rapidamente rispetto a qualche istante fa, la mia testa si agita sul cuscino con un rumore raspante.
Sto impazzendo! Il potere della mia immaginazione è così potente che vedo veramente Izuku su di me!
Cazzo, non resisto già più!
Izuku sta dormendo profondamente ed io, con un lieve gemito, mi libero contro la mia mano.
Il cuore non smette di martellare contro la gabbia toracica e sento il bisogno di respirare a pieni polmoni. So che dovrò andare in bagno ma non ho ancora voglia di alzarmi.
Izuku tu mi piaci. Morirò forse ancor prima di dirtelo?
Nascondo gli occhi sotto il braccio... una lacrima osa rigarmi la guancia, la tempia e l'orecchio sinistri.
Che maledetta situazione...
***
Le comparse sono più fastidiose del solito o forse è colpa del malessere che sento dentro e che non mi ha fatto chiudere durante la notte?
Le nuvole si muovono piano, alcune assomigliano a qualcosa solo che io non riesco a capire cosa. Gli occhi mi bruciano e le palpebre invece sono pesanti, così come la mia testa poggiata sul banco.
Izuku ed io non siamo potuti rimanere insieme ieri che era domenica. Per di più, chissà per quale fottuto motivo, mi ero svegliato tardi e lui era già dovuto tornare a casa per delle commissioni con Inko.
A ripensarci forse è stato meglio così. Se avessi dovuto incrociare i suoi occhi forse non sarei stato in grado di impedire qualche cazzata.
Izuku è davanti a me, applicato a seguire la lezione di chimica mentre io rischio di addormentarmi. Sto cazzo di professore spiega come un decerebrato, come faccio a capire?
— Yoshino sensei, posso andare in infermeria?
La classe intera mi guarda come se avessi appena proclamato guerra alla chimica.
— Non ti senti bene, Bakugo?
Mi alzo sciattamente con le mani in tasca e uno sguardo annoiato. Izuku mi sta guardando con fare preoccupato e questo mi scalda il cuore ma m'imposto di fissare l'occhialuta talpa - il professore - dinanzi a me.
— E va bene, puoi andarci.
Lasciare la classe mi fa sentire rilassato ma quella sensazione sgradevole non se ne va.
Passo dopo passo, la mia mente un po' annebbiata si focalizza su Izuku. So che tenere questi sentimenti sarà un male ma ho deciso che non lo farò soffrire a causa mia.
Lui mi piace, è innegabile ma il suo sorriso è ciò che conta di più.
E' il momento di riposarsi un po'.
In infermeria non c'è nessuno. Bene. Non che avessi tutta questa voglia di parlare. Non so neanche io che cosa sto sentendo.
Il letto è abbastanza comodo e fresco.
Pian piano i miei occhi si chiudono ma il pensiero non si stacca ancora dallo sguardo di Izuku in classe. So che si preoccupa sempre per me ma per quanto mi faccia piacere voglio che non lo faccia.
Non sai quanto io ti voglia, Izuku...
Angolo di Watchie
Anni fa mi piaceva tanto scrivere in prima persona ma finiva per diventare un copione squallido, per cui l'ho eliminato ma volevo tanto cambiare un po' i miei standard. Che cosa ne pensate?
Fatemelo sapere. A domani!
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