Chapter 7: Sempre più Estranei


Un coro meravigliato si levò in ufficio.

Alcuni Beta, Ochako e due Alpha miti e gentili si alzarono dalle proprie scrivanie, incapaci di contenere l'eccitazione e la sorpresa.

Poco oltre la soglia della porta, Denki sorrideva in modo luminoso, gettando di tanto in tanto occhiate al faccino di Keiji che dormiva nella fascia porta-bebè.

«Denki! Ma che gioia vederti qui! Come stai?!» cinguettò Ochako. «Izuku ci ha fatto vedere Keiji ma dal vivo è ben altra cosa!».

L'Omega biondo si fece ancor più felice. Non prestò attenzione a Katsuki che lo osservava circospetto: era più interessato a cercare Izuku.

Ma ancor prima di chiedere dove fosse il suo migliore amico, quest'ultimo gli comparve alle spalle con un'espressione stupita.

«Denki!».

«Izuku! Scusa se sono arrivato all'improvviso ma mi trovavo qui per Keiji. Sai, lo porto a fare le visite obbligatorie... e ho pensato di fare un salto qui a salutare tutti!».

Il biondo Omega era stato un valido elemento per la compagnia. Aveva da sempre ricevuto elogi per il suo fine senso per le novità da lanciare sul mercato.

Si era ritirato un paio di settimane prima del suo matrimonio con Eijiro.

«Perché non ritorni con noi?» pigolò un Alpha.

«Non posso. Ho il mio bambino a cui pensare e poi» Denki guardò Izuku che accarezzava la testolina di Keiji. «... ho anche il mio dolce Eijiro da coccolare!».

«Però il tuo posto è sempre disponibile. Potresti farci un pensierino, magari quando Keiji sarà più grandicello» provò Ochako.

Il piccolo emise un vagito, il biondo Omega se la ridacchiò scuotendo però il capo. Quando dischiuse gli occhi, cercò istintivamente prima la sua mamma e poi Izuku. Fece un versetto, agitandosi e Denki comprese immediatamente.

«Puoi tenerlo? Non si calmerà fino a quando non ti avrà toccato».

«Certo! Del resto è passato troppo tempo dall'ultima volta che sono stato con lui» cinguettò felicemente Izuku.

Katsuki che guardava la scenetta di sottecchi, improvvisamente era così attento da essere come stato risucchiato in un mondo a parte, dove non c'erano altri che quell'Omega dai capelli verdi e... il bambino felice tra le sue braccia.

Tutto era così intimo, dolce, roseo che il suo Alpha Interiore faceva le fusa e guaiva affettuosamente. A un certo punto, sentì perfino il suo corpo tendersi e formicolare, pur di raggiungere l'oggetto del suo desiderio improvviso.

«Sai che saresti perfetto in veste di mamma, Izuku-kun?» ridacchiò Ochako.

Il verdino si irrigidì vistosamente. Ma durò un frangente, troppo breve per essere notato da tutti ma perfettamente nitido sia per Denki sia per Katsuki.

Quest'ultimo teneva le labbra strettamente premute insieme e lo sguardo cupo. Keiji fece un nuovo versetto prima di afferrare un po' troppo strettamente una ciocca vaporosa di Izuku e tirarla.

La scena fece ridere tutti.

«E' ora di pausa. Che ne dite di prenderci un caffè e chiacchierare dei bei vecchi tempi?» propose Ochako. «In più muoio dalla voglia di coccolare Keiji-chan!».

Denki annuì dolcemente.

Tutti lasciarono l'ufficio borbottando tante parole; rimasero solo lui, Izuku che teneva il bambino e Katsuki. L'Omega con la saetta nera tra i capelli comprese perfettamente con un solo sguardo: tra i due si era alzato un alto muro spesso e gelido.

«Capisco» mormorò.

Izuku non rispose. Era concentrato a guardare il visetto paffuto del piccolo che si mangiucchiava l'altra manina con fare curioso.

Katsuki diede la schiena a entrambi, fingendo di dover controllare alcuni fogli stampati.

«Vieni. Facciamo due chiacchiere» propose Denki al verdino.



***

L'odore del caffè zuccherato aleggiava nella sala mensa.

I raggi del sole che filtravano tra le enormi nubi scure creavano piccoli arcobaleni contro le linde vetrate. Denki si gustava il caffè con panna, Izuku cullava l'ormai dormiente Keiji. Il cucciolo era tranquillo; aveva guardato tutti coloro interessati a interagire con lui, poi lentamente era caduto preda del sonno, confortato dall'odore del verdino.

«Capisco la situazione in cui ti trovi» mormorò il biondo Omega.

«Sono indeciso» ammise l'altro. «Mi sento in colpa, Denki».

«E allora tieni il cucciolo. Sei sempre stato bravo con la tua indipendenza, Izuku e so che riuscirai ad essere un'ottima mamma».

Il verdino, anche se sorrideva, scosse il capo. Non era minimamente sicuro di poter affrontare l'intera gravidanza da solo.

«Però è un peccato. Quell'Alpha è davvero interessato a te».

«Non dire stupidaggini. Tutti gli Alpha sono interessati a me, secondo il tuo punto di vista» rispose piccato Izuku.

«Non hai mai prestato attenzione ai possibili pretendenti, Izuku» Denki prese un altro sorso, poi continuò guardando il suo cucciolo. «Dammi retta. Dovresti seriamente lottare per il tuo senpai».

Gli occhi di Izuku si oscurarono. Era assurdo anche solo immaginarsi accanto a quell'uomo così affascinante quanto dominante. Ricordava ben poco del momento di piacere durante il suo calore ma quando annusava l'unico odore capace di risvegliare il suo corpo, ne sentiva quasi... la mancanza.

«E poi, sai? Non ha mai smesso di guardarti. Quando hai tenuto Keiji, mi è parso completamente incantato da te».

Izuku deglutì appena.

«Dici che... forse...?».

«Dico solo che è inutile pensare di liberarsi del bambino. Non se è evidente che né tu né lui ne siete veramente sicuri».

«Ah, ti sbagli» sospirò l'altro. «E' stato categorico. Non vuole figli perché per lui conta solo la carriera».

«Tu dici?».

Izuku era davvero stanco di quella conversazione. Denki continuava a guardarlo con uno sguardo malizioso e di tanto in tanto sorrideva mellifluo per chissà quali pensieri un po' perversi.

«Come sta Eijiro?» chiese poi.

«Molto bene! E' stato assunto in un'azienda locale come grafico pubblicitario e sta andando a gonfie vele!» sorrise Denki. «Non sai quanto ne sono orgoglioso!».

«Mi fa piacere!».

Rimasero a parlare ancora un po' di Eijiro e di Keiji fino a quando la mensa non si sfollò. Era ora di tornare in ufficio.

«Posso vedere la tua postazione, Izuku? E poi...» Denki guardò velocemente l'orologio dal cinturino rosso sul polso. «... me ne andrò».

«Non vuoi che ti accompagni alla stazione?».

«No. Viene a prendermi la mamma di Eijiro, anche perché è stata sempre lei a darmi un passaggio per venire in città» spiegò solare il biondo.

In silenzio, i due tornarono in ufficio.

Nel mentre che Izuku si apprestava a consegnare delicatamente Keiji a Denki, entrò una smagliante donna con un profumo fin troppo stucchevole. Il cucciolo si svegliò di soprassalto a causa dei tacchi che, dal fondo del corridoio, fino a Katsuki avevano battuto con forza crescente.

«Eccomi! La bellissima Camie è appena arrivata!» esclamò briosa.

Il piccolo fece un versetto infastidito. Denki gli accarezzò dolcemente il sederino, poi gli baciò la testolina per poterlo calmare un po'. Funzionò, almeno.

Izuku si irrigidì vistosamente. La donna cinguettante si era avvinghiata al braccio di Katsuki e quest'ultimo le sorrideva dolcemente. Ne fu quasi invidioso; non aveva mai ricevuto un qualcosa di simile, ma solo ghigni e freddezza.

La donna sussurrò qualcosa al biondo in un orecchio e questo si illuminò con fare incredulo. L'abbracciò dolcemente, incurante degli sguardi stupiti di chi lavorava in ufficio.

«Statemi tutti a sentire» annunciò improvvisamente. «Diventerò padre! Mia moglie Camie è incinta!».

Un forte applauso risuonò... una profonda crepa spaccò il cuore di Izuku.

Istintivamente non appena trovò la mano di Denki la strinse fortemente. L'altro Omega lo guardò: l'agonia che continuava a rendere ampi gli occhi smeraldini non aveva bisogno di spiegazioni. Si ammutolì, con il cuore gonfio di tristezza.

Guardò Katsuki che teneva una mano sul fianco di Camie e che sorrideva a trentadue denti. La donna posò lo sguardo curioso su Izuku ma l'Alpha le baciò delicatamente le labbra, come un invito a non guardare inutili comparse.

Il labbro inferiore del verdino vibrava vistosamente ma poi le lunghe ciglia sbatterono con forza e le lacrime solcarono le guance divenute improvvisamente pallide.

E mentre un forte applauso di nuovo rimbombava, seguito da forti congratulazioni, il cuore di Katsuki si crepò leggermente. L'Omega si era nascosto il volto sofferente nelle mani e piangeva, sebbene il meno rumorosamente possibile. Le piccole spalle tremolavano.

Nonostante quel frastuono, i singhiozzi di Izuku li udì con forza. Ne rimase del tutto sconcertato: non gli era mai successa una cosa del genere. Sentì l'improvviso bisogno di andare da lui e confortarlo ma non lo fece.

Denki, che aveva guardato in silenzio le espressioni del biondo, poggiò la mano sulla schiena di Izuku. E i due lasciarono in silenzio l'ufficio.

Sei proprio un miserabile bastardo, Katsuki.
Meriteresti di morire male e subito!


Bakugo senpai abbassò lo sguardo un po' colpevole dopo le parole disgustate del suo Alpha Interiore. Ma durò solo un frangente, perché Camie lo trascinò fuori dai suoi pensieri prendendogli le mani per farsele poggiare sul grembo.

«Senpai, ma tu sei sposato e non porti gli anelli?» domandò un Beta.

«Ah, lui non ama molto gli accessori, sapete?» ridacchiò la donna entusiasta.

Camie guardò suo marito dritto negli occhi, infine la porta dell'ufficio. Dov'erano finiti quei due Omega? Ma non ci diede peso perché preferì parlare a ruota libera della sua gioia di diventare finalmente mamma.

Non starai pensando di far abortire
quel fantastico Omega, vero?


-Non voglio inutili mocciosi del cazzo! Silenzio, Alpha!-.

Ah, certo.
Mi sembri molto felice della gravidanza di Camie.
O dovrei dire, di tua moglie!
Cerca di capire da quale parte stai!

E l'Alpha svanì dalla sua mente. Al suo posto un profondo sibilo che faceva fischiare le orecchie provocò un guizzo di rabbia nel cuore di Katsuki.

«Andiamo a cena, stasera?» domandò Camie.

«Ho da lavorare fino a tardi» ammise il biondo.

«Oh, fa niente».

La donna non sembrava minimamente turbata.

Se lei era perfettamente calma ed estremamente orgogliosa, fuori a un bar, Izuku continuava a singhiozzare incapace di fermarsi.

Denki lo aveva portato in quel posticino tranquillo perché lo conosceva bene. Quando era un brillante lavoratore, si fermava sempre lì per via di fantastiche e coloratissime ciambelle ripiene alla crema di nocciole.

Un cameriere servì loro un frappè alla frutta mista e un paio di piccoli macaron rosa, gialli e aranciati. Non disse nulla; offrì semplicemente un cenno del capo prima di svanire all'interno del bar.

«Denki...» gemette il verdino. «Io devo abortire. Non posso... non posso affatto rovinare la vita del senpai Bakugo...».

«Ma Izuku-».

Quest'ultimo scosse il capo. «E' stata colpa mia. Se avessi assunto soppressori a quest'ora sarei in un'altra situazione. Quindi è giusto così ma... ne devo parlare con sua moglie e scusarmi».

«Cosa?» esclamò Denki, incredulo. «Izuku, tu sei sempre stato buono e gentile ma mi sembra stupido andare dalla moglie del tuo superiore e raccontargli di come, nel bel mezzo del calore, avete praticamente procreato!».

Ma il verdino aveva già preso la sua decisione, così non ascoltò minimamente le parole dell'amico che, alla fine, sbuffò sonoramente. Si preoccupò piuttosto di allattare Keiji che aveva iniziato a destarsi dal sonnellino e a sgambettare nella fascia porta-bebè.

Izuku guardò con profonda amarezza quell'intimo gesto. La mano che volava alla pancia istintivamente lo fece sussultare.

Era così che Katsuki si era accorto del suo stato interessante?



Angolo di Watchie

Felice Epifania a tutti!
Ovviamente se non ci metto un po' di strazio non è scritto da Watchie! E di conseguenza la storia sta andando nel vivo più che mai... Tra due capitoli saremo già alla metà della storia. A domani!

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