Mela di marzapane


Nevicava.

Vetrine vestite a festa rapivano il mio sguardo

Che si perdeva in colorate meraviglie,

Fino a quando si fermò

Su una mela di marzapane.

Bianca come le mie manine gelate e vuote,

con le gote rosse come le mie.

Desideravo averla, ma sapevo che non potevo.

Tornai molte volte a salutarla.

Era minuta e sola,

In una vetrina priva di fronzoli.

Era povera: mi somigliava.

Un anziano signore

mi guardava fermo all'angolo della strada.

Un giorno mi accostò, piano,

E con lieve carezza

Mi asciugò le lacrime.

Mi sorrise.

Mi chiese di chiamarlo "zio".

Mi disse che mi voleva bene.

Mi propose di fare un giochino

In cambio di qualche spicciolo.

Accettai, felice.

È cominciata così, la mia storia.

Si è interrotta così,

Bruscamente,

La mia infanzia.

Per una mela di marzapane.


14/01/1997

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