CAPITOLO 7
MICHAEL
<<Accidenti!>> imprecai
<<Signore!>> allarmati i due agenti mi diedero una mano ad rialzarmi.
Fortunatamente non mi ero fatto alcun graffio, mi riempì solo i vestiti pieni di polvere da marciapiede.
Capì quasi subito quale fu il motivo della mia caduta, mi ero scontrato con una ragazza, lei ancora stesa per terra.
<<Mi scusi...io non l'avevo vista!>> dissi mortificato. La presi per un braccio con l'intento di aiutarla a rimettersi su, ma questa, a quanto pare non gradì.
<<Mi lasci!>> disse.
Quella voce, era angelica, credo che le mie orecchie non abbiano mai sentito niente di più sublime.
Quella figura stradista a terra, si levò con sguardo basso, ma non mi serviva vedere il suo volto per capire che era una Dea caduta dal cielo.
Il suo corpo magro e slanciato, portava addosso una maglia nera che stonava di grand lunga con i suoi leggings blu. Ai piedi un paio di sandali grigi.
Sulle spalle le ricadevano dei ricci mossi spettinati, di un color rosso rame scuro, che solo alla luce del sole potevi notare quel colore particolare. Le sue mani, Dio le sue mani, erano graciline, con dita lunghe...le trovavo perfette. A dire il vero non avevo trovato ancora un difetto in lei.
<<Non vorrei sembrare maleducata, ma guardi la prossima volta dove va>>
Un leggero sorriso mi pervade sulle labbra, quel tono di voce mi pareva tutt'altro che calmo. Sembrava che quasi si trattenesse dall'insultarmi.
<<Il Signore non c'entra nulla, signorina e lei che doveva camminare più piano>> la rimproverarono i miei cani da guardia, mentre lei stava raccogliendo la spesa riversata tutta per terra.
<<No. Non fa nulla. Sta bene signorina?>> domandai sporgendomi leggermente su di lei.
Poi come d'incanto, i nostri occhi, i nostri sguardi si incontrarono...oddio, i suoi lineamenti del viso erano così perfetti! Pareva una principessa delle favole, solo che lei era reale.
Le guance presentavano un lieve accenno di rosa, occhi castani che facevano foreste in cui ci volevi perdere dentro, e le labbra così rosee e in carne che avrebbero pure fatto resuscitare un morto.
<<Mi ci mancava solo chi mi facesse la predica>> borbottò tra se e se.
<<Li scusi...>> ad un tratto, con loro tra i piedi, mi sentivo in imbarazzo.
<<Perfetto, le uova si sono rotte! Mia madre mi ucciderà, peggio di così non poteva andare>> sbuffò.
<<Cole, Jhosh, andate al supermercato a ricomprare alla signorina una confezione di uova!>>
<<Ma Signore...>> uno dei due contestò. Con tono più arrogante ribadì la stessa cosa, e loro, arresi, mi fecero un cenno del capo e si avviarono verso il negozio.
La ragazza guardava con sguardo increduli quei due mascalzoni, forse si domandava che razza di personaggio ero per avere al mio fianco due cagnolini così ubbidienti.
<<Come si chiama?>> domandai con un tono timido.
Il suo sguardo tornò su di me, accidenti...e così bella che mi è bastato solo un suo movimento del capo, che già il mio amichetto nei miei pantaloni gridava.
<<Medison...>> pronunciò. Anche il suo nome era bellissimo.
<<Piacere, io sono...>> ma prima che potessi finire la frase mi interruppe.
<<Aspetta! So chi sei!>> con gesto veloce mi strappò via i baffi finti, mi trattenni dal non gridare per il dolore.
<<Non ci credo! Tu sei Michael! Il cantante più famoso del mondo. So tutto di te!>>
Qualcosa nel suo tono di voce, mi faceva intuire che non sapeva proprio tutto tutto.
<<Non ti sei fatto più sentire! Come mai?>>
<<Avevo bisogno di una pausa...>> mentì. Esatto, lei come il resto del mondo non sapeva niente.
La cosa che però mi stava stupendo più di tutte, e che lei sapeva solo una parte della mia identità, sapeva che ero un cantante; ma il suo atteggiamento non cambiò, mi trattava come se fossi un'amica suo. Come se non gli importasse di chi fossi davvero. Questa cosa non mi era mai successa prima ad ora.
Per un attimo cadde il silenzio, e poi d'improvviso arrivarono Cole e Jhosh con le uova in mano.
<<Bhe, credo che non sei poi tanto famoso come hanno detto allora. Non vedo fans intorno a te. E credo che sia un bene, avresti trafficato ancora si più le strade oggi. Ci basta già l'arrivo di un damerino qua!>> il suo sguardo era amichevole, e quel sorriso splendido era accompagnato da due tenere fossette.
Mi ha chiamato damerino, neanche le passa per l'anticamera del cervello chi possa essere io.
<<Sognorina, non...>> sapevo già che cosa Cole volesse rivelare, ma lo fermai pestandogli un piede.
Un flebile mugolio uscì dalla sua bocca. Infondo questo era il loro lavoro, proteggermi ed evitare che io prenda insulti.
<<Bhe, ci si becca in giro fratello!>> scherzò dandomi una pacca sulla spalla. Poi si allontanò con andamenti sinuosi, quei movimenti di bacino mi attiravano molto, e vi giuro, il mio amico sta chiedendo pietà la sotto!
<<Mi permetta una domanda Signore. Perché non ha voluto che rivelassi la sua posizione a quella ragazza?>> chiese Jhosh.
Non sapevo che rispondere, mi limitai a fare spallucce. Quella ragazza con il suo atteggiamento, mi ha fatto sentire per la prima volta nella mia vita...libero.
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