CAPITOLO 13

MEDISON

Ieri è stata una serata mozzafiato. Così bella, dolce e piena di amore. Ancora non ci credo che sono finita a letto con Michael, ovvero il duca di Holyrood!
No, non è stato solo sesso, sentivo che c'era dell'altro; Mike secondo me neanche sa fare sesso, e citando una frase di un film "lui non fa sesso, fa l'amore" riadatta a modo mio.
Mi stiracchio e mi sveglio in questo enorme letto, con la testiera in oro e le lenzuola ancora in disordine.
Vedo Mike seduto al fondo del letto, si deve essere alzato al mattino presto, essendo che è già tirato a lucido come nuovo.
<<Buongiorno!>> dico, afferrandolo da dietro.
<<Giorno...>>
Stranamente mi sembra preoccupato. Lo riconosco dal tono di voce e dal suo atteggiamento, ad un tratto mi sembra più distaccato.
<<Hey, ma che hai?>> domando. Nel mentre gli passo un dito sulla spalla, disegnando cerchi immaginari.
<<Scusami...e che...>>
Sento un dolore al cuore. Sento che sto per avere una notizia che mi ucciderà, perché?
Ti prego non far finire questa favola, ti prego...
<<...io sono fidanzato!>>
<<Cosa?!>> cosa hanno appena sentito le mie orecchie?
<<Scusa e che...non so che mi è successo, da quando ti conosco mi sento libero, un uomo nuovo! Non ho saputo resisterti, d'altronde tu sei molto bella...>> spiegò.
Pareva dispiaciuto, ma ora ho capito che si può passare dall'amare qualcuno a all'odio in un nano secondo.
<<Aspetta, mi stai dicendo che mi hai preso in giro?>>
<<...Si, non ti voglio illudere...>>
<<Non mi vuoi illudere?! Mi hai illuso per giorni! Prima non mi dici chi sei veramente, mi baci, mi porti a letto, e poi mi riveli che sei fidanzato! Michael il tuo gioco finisce qui!>>
Stavo gridando, segno che ero veramente arrabbiata. Ma la rabbia si sarebbe trasformata in lacrime non appena uscita di qui. Ne sono sicura.
<<Io...non so che dire...mi spiace. Lucas ti riaccompagnerà a casa>>
Afferrò i miei vestiti di fianco al letto, me li metto e poi osservo l'uomo gracilino e in smoking vicino alla porta della camera.
<<Grazie! Ma vado a casa a piedi!>>
Esco dalla camera dando una spallata all'uomo.
<<E a tre isolati da qui!>>
<<Anche tu presto sarai a tre isolati da me!>>
Il suo sguardo comunica di riempirsi di lacrime da un momento all'altro, ma non gli credo, ormai non credo più a nessuno!
Apro la porta per poi sbattergliela in faccia, ma un pensiero mi ronza in testa
<<Anzi no! Sai che ti dico? Voglio essere accompagnata a casa, dal tuo autista e da due agenti della sicurezza! E il minimo che tu possa fare dopo tutto!>>
Annuisce e sciocca le dita, tre uomini saltati da non so dove percorrono l'intero salotto e escono dalla porta.
<<Davvero Mike...molto bravo. Quando ti ho chiamato damerino a mia insaputa alla fine non avevo tutti i torti>>
Gli rivolgo un'occhiata, sento anche il mio sguardo triste, mi devo affrettare andare a casa o scoppierò a piangere qua davanti a lui, e non mi voglio far vedere debole ora.
Lui mi ha ucciso, trafiggendomi il cuore con l'arma più potente del mondo, l'amore.
Non voglio più vedere questo mascalzone.

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