Capitolo 2

Il giorno dopo tutto quello che riusciva a pensare era solo Harry Harry Harry. 

Non era pronto a tutto quello, mai gli era successo nei suoi anni di lavoro di bramare così una persona. Cercava di distrarsi, quella mattina aveva anche fatto due lavatrici e steso i panni, lasciando a casa la donna che di solito gli faceva le pulizie, ma nemmeno quello lo distrasse abbastanza.

Le decine di cinture appese nel suo guardaroba sembrava che lo guardassero, non aveva mai posato così tanto gli occhi su di loro in tutta la sua vita, e quando lo faceva non poteva a fare a meno di pensare alle sue mani legate, a quella sensazione di impotenza che lo aveva fatto impazzire.

Si era masturbato sotto la doccia, cercando di togliere un po' di quella tensione che gli pesava sulle spalle.
Perché se il centro dei suoi pensieri era Harry, non poteva fare a meno di pensare anche alla telefonata di Blaise di quella mattina.

Era stato enigmatico come sempre, chiedendogli di presentarsi a casa sua il prima possibile. Blaise non lo riceveva spesso in casa, salvo problematiche imminenti, e sapeva benissimo che fosse venuto a sapere di Harry, altrimenti non si spiegava il motivo di quella chiamata.

Per cui cercò di apparire il più rilassato possibile quando nel primo pomeriggio suonò il campanello.
Blaise aprì la porta senza premurarsi che fosse realmente lui, probabilmente perché non riceveva mai visita da nessuno.

Lo fece entrare facendo cenno al divano per accomodarsi.
"Come stai Draco?"

Lo sapeva di come fosse subdolo quel ragazzo, non gli interessava davvero saperlo, stava solo cercando di sembrare educato prima di fulminarlo con quello che voleva realmente dirgli.

"Bene grazie, non mi posso lamentare."

Il viso di Blaise si contrasse in un accenno di sorriso che non raggiunse gli occhi.
"Posso offrirti qualcosa da bere?"
"Oh, no grazie, andrei di fretta..."

"Bene, allora andiamo al dunque. Che mi dici di Harry Potter?"

Diretto, conciso, glaciale, quello era Blaise Zabini.

Era inutile girarci intorno e raccontare qualche bugia, perché il moro sapeva la verità, si sarebbe messo ancora di più nei guai se avesse fatto di nulla.

"L'ho incontrato ieri sera, sono andato da lui a fine serata" ammise.
"Mentre eri con Joshua?"
"Joshua lo avevo congedato da un po'."

Poche risposte e precise, Blaise parve apprezzare mentre prendeva posto sulla poltrona di fronte a lui.

"Il signor Potter ha chiamato questa mattina, ha pagato la tua serata di ieri."

Draco deglutì, ricordandosi il modo in cui lo aveva trattato.
"E vuole rivederti, a partire da sta sera, un taxi sarà da te per le 21."

Annuì appena, la salivazione azzerata al pensiero che presto lo avrebbe rivisto.

"Il signor Potter è una persona molto conosciuta, è l'idolo di migliaia di ragazzine, comprenderai bene il motivo per cui non possa esporsi. Ti chiedo la massima discrezione Draco, ne va della vita di tutti."

"Sì certo, hai la mia parola" rispose per poi alzarsi, voleva uscire da quella casa il più presto possibile. La conversazione sembrava terminata, per cui si avviò verso la porta per andarsene quando Blaise lo fermò un'ultima volta.

"E Draco, sai benissimo quali sono le regole, devono passare tutti da me prima di poter uscire con te, nessuno escluso. Che non succeda mai più."

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Quella sera il nervosismo era alle stelle, gli sudavano le mani mentre il taxi lo lasciò esattamente davanti la cancellata di casa di Harry.

Si asciugò i palmi sui pantaloni, e poi si fece forza per suonare al citofono. Non poteva fare l'idiota e rimanere lì impalato come uno stoccafisso.

Il cancello si aprì dopo qualche minuto, percorse il solito vialetto con le rose, e quando arrivò al portone Harry era già lì ad aspettarlo.

Draco sapeva che Dio fosse stato generoso con lui, ammetteva di essere un bel bocconcino, ma con Potter aveva proprio esagerato.

Quella sera indossava sempre un completo, blu scuro con la camicia bianca, e per lui era bellissimo.

"Allora entri o no?"

Doveva essere rimasto imbambolato a fissarlo, arrossì di colpo, per cui abbassò la testa sperando che l'altro non notasse il suo rossore ed entrò.

La casa era asettica come sempre, tutto era al proprio posto come lo aveva lasciato la sera prima.

"Ci fai mai i festini qui dentro?"
Harry lo guardò male "Ti sembro uno da festini?"
"No hai ragione, sei troppo noioso per divertirti un po'..."

Forse aveva colto il punto perché lo sguardo del moro si incupì, entrambe le mani strette a pugno. Qualcosa dentro di lui si smosse a quel punto, ed era una immensa voglia di farlo arrabbiare.

"Sei noioso anche quando scopi?"

Un lampo di furia scandì gli occhi di Potter, che da verdi presero piano piano una sfumatura più scura tendente al nero.

"Fossi in te la smetterei William..."

"Altrimenti?"

Si stava divertendo un mondo, a quanto pare odiava essere contraddetto, e finché la reazione di Harry sarebbe stata quella, sarebbe andato avanti.

Il moro si catapultò verso di lui a passi decisi, gli strinse il volto con una mano, portandolo ad una distanza molto ravvicinata dal suo.

"Perché altrimenti ti faccio stare zitto io."

Quella allusione gli arrivò dritta in mezzo alle gambe, per cui, quando il moro lasciò la presa, Draco gli afferrò il polso per avvicinarsi di nuovo la mano al viso.

Aprì leggermente la bocca, e vi introdusse dentro indice e medio. Prese a leccare e succhiare le dita con devozione, senza rimuovere lo sguardo da quello dell'altro.

Ma se per un momento Potter sembrava cedevole al suo volere, il secondo dopo stava già prendendo il comando della situazione ficcandogli le dita in gola.

Tossì, iniziando a respirare con il naso, ma non si fece scoraggiare, continuando a scoparsi quelle dita con la bocca.

Poi Harry lo lasciò andare, spingendolo sul divano.
"Sdraiati."

Draco ubbidì, sdraiandosi comodammo su quel divano enorme che poteva benissimo essere scambiato per un letto.

Vide Harry mettersi a cavalcioni su di lui, portandosi sempre più avanti finché il cavallo dei pantaloni finì perfettamente davanti al suo volto.

Non fece in tempo a realizzare che Harry stava già abbassando la lampo dei jeans tirando fuori l'erezione già turgida.

Draco impazzì, prese a sfilare la camicia del moro, voleva vedere di più, voleva vedere quanta più pelle possibile per poi posarvi sopra le labbra e scoprire che sapore avesse, ma Harry lo fermò subito.

"Non mi toccare, mani dietro la schiena o ti legherò di nuovo."

Si sentiva frustrato, più Harry non gli permetteva di vedere il suo corpo, più lui lo desiderava.

"Ti prego, voglio solo spogliarti un po'..."

"Ho detto non mi toccare, non farmelo ripetere un'altra volta. Ed ora apri quelle labbra, vediamo se parli ancora con la bocca piena."

Così fece, Harry si sollevò appena, in modo da dargli la visione perfetta di quel ben di Dio che aveva davanti.
Leccò il primo testicolo, poi una leggera suzione quando si accorse che il moro sembrava gradire. Si sporse più indietro, leccando tutto il perineo, prestando attenzione ad un punto particolare quando Harry prese a mugolare.

Non lo aveva ancora mai sentito gemere, ma ora che lo aveva fatto non voleva più farlo smettere, soprattutto se tutto quello era a causa sua.

Prese a succhiare con più forza, ma poi Harry si ritrasse facendo poggiare la punta dell'erezione sulle sue labbra. Draco aprì la bocca, felice di accogliere fra le sue labbra quella pienezza, ma il cantante sembrava avere le idee molto chiare quando gli afferrò i capelli con forza e prese a muovere il bacino con decisione.

Lo lasciò fare, la mascella prese a fargli male ma lasciò correre, perché tutto quello che voleva in quel momento era dare piacere ad Harry.

Harry che continuava a muoversi avanti e indietro con ritmo cadenzato fino a quando si riversò nella sua bocca in un lungo fremito.

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Quando tornò dal bagno il moro era di nuovo vestito e sorseggiava del vino rosso in un calice come se niente fosse successo.

Avrebbe voluto avere anche lui quella nonchalance, ma il suo cazzo in quel momento aveva qualcosa da ridire.

Era stato per tutto il tempo costretto nei pantaloni ed in quel momento non ne voleva sapere di calmarsi. Stava facendo di tutto per non pensarci, ma i pantaloni stretti che vi sfregavano contro in ogni movimento non erano di aiuto.

Non era mai uscito così eccitato dopo il suo lavoro, di solito la sua erezione scemava dopo l'amplesso, erano rari i   casi in cui veniva a causa di un cliente.

Per Draco non bastava sfregarsi dentro ad un buco per raggiungere l'orgasmo, per lui il piacere era per lo più qualcosa di mentale, ed il modo di fare di Harry lo mandava in brodo di giuggiole.

Avanzò nel salotto per prendere il cappotto, sicuro che fuori ci fosse il taxi che lo stava aspettando, ma prima di raggiungere l'appendiabiti, Harry lo fermò.

"Vieni qui William."

Quel tono perentorio lo faceva sempre tremare. Avanzò di qualche passo, fino a quando fu a meno di una spanna da lui. Harry lo guardava sempre con quello sguardo severo che gli metteva i brividi, e gli costava non poco mantenere quel contatto visivo.

Aveva un disperato bisogno di baciarlo, di toccarlo in qualche modo, ma il cantante sembrava aver messo una barriera fra di loro. Per questo trattenne il respiro quando Harry gli mise una mano dietro la schiena per farlo aderire completamente al suo corpo.

La gamba del moro andava a sfregare impercettibilmente contro la sua erezione, ed era sicuro che l'altro se ne fosse accorto.

"Mi stai facendo perdere il controllo William, ed io odio non avere il controllo sulle  cose..."

Draco deglutì a vuoto, cercando di darsi un contegno, ma il moro continuava a muovere la gamba, per cui dovette mordersi le labbra per non genere ad alta voce.

"Ma guardati, sei qui a strusciarti sulla mia gamba come farebbe un cane."

E lo fece davvero, prese a muoversi avanti e indietro creando una frizione perfetta, le guance arrossate da quanto erano bollenti.

"Ti piace non è vero? Rispondi William, ti piace strusciarti come se fossi una ragazzina per poi venire nelle mutande non è vero?"

"Io...io..." non riusciva a parlare, stava sudando, aveva solo bisogno di venire in fretta.

"Dovresti solo vergognarti invece, sei qui ad elemosinare un orgasmo come la puttana che sei..."

A quelle parole Draco venne, fiotti bollenti riempirono i suoi slip, le gambe presero a tremargli e fu solo grazie ad Harry se non cadde per terra.

Il cantante lo sostenne fra le braccia, lasciandogli piccoli baci sul capo.
"Va tutto bene" gli sussurrò "Sei stato bravissimo."

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