7 | Controllo
CAPITOLO 7 | CLASS FIGHT
Mommy, why do I feel sad?
Should I give him away or feel this bad?
"No, no, no, don't you choke"
Daddy chimed in, "Go for the throat"
For the throat, for, for the throat"
-Melanie Martinez
POV KEITH
Odiavo già la Terra. Non c'era una cosa che fosse piacevole, ammetto che nel Bunker non è che me la passassi bene, ma in questo posto... abbiamo già perso una ragazza, Amanda, una del gruppo di caccia, era stata mangiata da un animale radioattivo. Ci era stato riferito che il fuori sarebbe stato sicuro, e naturalmente, ci avevano mentito. Non avevo parlato con molte persone, tranne che con Echo, una ragazza bionda, più grande di me di due anni.
Mi trovavo appoggiata ad un tronco di un albero, guardando l'orizzonte intorno a me, era rilassante, sentivo l'aria fresca accarezzarmi il viso, e il contatto tra l'erba e la mia mano. La sera prima una ragazza aveva sparato ad un ragazzino, o meglio, gli aveva fatto saltare un'unghia, lui era rimasto calmo, non capivo come avesse fatto, io mi sarei alzata in piedi e l'avrei riempita di botte, invece non successe niente di tutto ciò.
Quella mattina saremmo dovuti partire ed avviarci verso la Città Sicura, che si trovava a nord, verso le montagne. Come avrei reagito vedendo un animale più grosso del normale avvicinarsi a me? Magari un lupo, o un orso? Non potevo restare immobile, sarei dovuta scappare, lasciando perdere i miei compagni, forse da sola sarei riuscita a cavarmela meglio, che stando con quei falliti, che non riuscivano neanche a sparare ad un coniglio rendendolo mangiabile.
«Keith, alzati, dobbiamo andare.» Alzai il viso, e trovai Echo, l'unica ragazza con cui avevo parlato, letteralmente.
«Arrivo.» Mi rimisi in piedi, ero parecchia assonnata, e anche lei, portava due grosse occhiaie nel viso, avevamo tutti dormito decisamente male.
La affiancai, ed iniziammo a camminare verso gli altri, «Avete preso tutti le vostre cose?» Ci domandò Aria, che stava controllando la situazione, anche Vesper e quel coglione di Ryder lo stavano facendo, ma più a modo loro.
«Cosa dovremmo prendere? Non abbiamo niente.» Sussurrai alla ragazza di fianco a me, che ridacchiò, io non ci trovai nulla di divertente, ma ero contenta di aver fatto sorridere qualcuno.
Poco più distanti da noi, trovammo Thomas e un altro ragazzo... Icarus, forse? Affiancare Aria, pensai avessero qualcosa di importante di cui parlare, dato che quest'ultima sembrava in preda ad una crisi isterica.
«...Magari vicino ad un fiume?» Chiese uno dei due ragazzi, alla mora, che sembrava con la testa altrove.
«Non ne ho idea, sapete?» Rispose lei, non riuscii a capire di che diavolo stessero parlando, non che me ne fregasse qualcosa, ma ero comunque una tipa curiosa.
«Il fatto è che se ci accampiamo vicino a un torrente o un lago sarà più facile...» Parlò Thomas, ma che venne bruscamente interrotto da un altro ragazzo, e gli sguardi di tutti noi si puntarono su di loro, Echo si portò una mano al viso, scocciata.
«Bene bene!» Esultò. «A quanto pare arrivo giusto in tempo per la lezioncina.» Thomas si girò e vide un ragazzo di nome Ryder Waller farsi strada fra gli altri. Lo trattavano tutti con molto rispetto, una cosa che Wagner non aveva, affatto.
«Nessuna lezioncina. Voglio solo farci sopravvivere, tutti noi.» Ryder inarcò un sopracciglio. «Interessante, beh, allora grazie. Peccato che, non bisognerebbe mai accamparsi vicino ad una fonte d'acqua. Attira i cazzo di animali, e poi, potrebbe ingrossarsi e rischieremmo di morire annegati.» Scoccò un sorrisino beffardo. «Perdi punti, Wagner.»
Questa frase suscitò degli sghignazzi, era ridicolo come perdessero tempo quei due, io sarei andata oltre, invece no, dovevano sempre correggersi a vicenda... e litigare.
«Sì, giusto...» Thomas si irrigidì, e accennò un sì con la testa.
«Allora.» Proseguì Ryder, con un tono fin troppo amichevole. «Come sta tuo padre? Litigate ancora spesso?»
«Non è una domanda molto educata, ti pare?» Si sforzò di rispondere, con un sorriso forzato; io riuscivo sempre a capire chi stesse fingendo.
«Devi perdonarmi. Sai, ho passato da poco 385 giorni rinchiuso in un buco in fondo al Bunker, credo di aver dimenticato le buone maniere.»
«385 giorni?» Ripeté Thomas. «Deduco che tu non sia stato confinato per aver rubato dal magazzino.»
«Già.» Rispose Ryder facendo un passo verso di lui. «Infatti.» Il gruppo tacque. Notai subito che dei ragazzi si stessero muovendo a disagio, mentre io mi avvicinavo incuriosita. «Sono stato confinato per omicidio, ma per fortuna mio padre è riuscito in qualche modo ad impolverare le prove. E sai qual'e la parte divertente? Lui implorava tuo padre di farsi aiutare, erano grandi amici, e non ha fatto nulla.»
Rimasi immobile, tutti sapevano che Ryder fosse un pazzo, ma addirittura arrivare ad uccidere una persona?
I due ragazzi si guardavano dritto negli occhi. Thomas mantenne un'espressione neutra, non voleva dare a Waller la soddisfazione di averlo scioccato. «È per questo che mi odi così tanto? Tutto rancore?»
Il ragazzo gli rivolse un sorriso glaciale. Si stava avvicinando nuovamente ma venne interrotto da Vesper, che era fisicamente più grosso di lui.
«Ok, lo spettacolino è finito, ora muoviamoci.» Questo tirò un'occhiataccia all'amico, ma Ryder era troppo impegnato a guardare male Thomas e Icarus per farci caso.
Riprendemmo tutti a camminare, lasciando perdere il fatto avessimo un assassino tra noi, cosa che a me sembrava quasi surreale. In fondo alla fila si trovavano Icarus, Thomas, e quel ragazzino biondo che aveva perso l'unghia per colpa di Zara, erano nettamente più lenti di noi.
«Allora, è vero che hai ucciso un uomo?» Domandò Echo inaspettatamente al ragazzo davanti a noi.
Ma era stupida? A volte facevo fatica a capire le sue azioni, come pensava che chiedere ad uno come Ryder, evidentemente un pazzo, se avesse ucciso qualcuno? Non era ovvia la risposta?
Lui si girò, continuando comunque a camminare. «Non ci credi?»
La bionda non aspettò un secondo per rispondere, «penso che tu l'abbia detto solo per spaventarli.» Confessò.
«Tu non mi sembri spaventata, e neanche la tua amica.» Si rivolgeva a me?
«Non siamo mica due codarde come quelli.» Ma che diavolo diceva? Veramente voleva stringere amicizia con uno come lui?
Io annuii, non sapendo affatto che dire. «Beh, comunque è vero.»
Ovviamente, non mi aspettavo una risposta diversa. In meno di un secondo Vesper lo richiamò, e come un cagnolino lo raggiunse, senza neanche salutarci.
«Che stai facendo?» Le chiesi confusa, una volta che sapevo non mi avrebbe sentita.
«Uno come lui meglio farselo amico, credimi.»
«Io avrei puntato su Vesper, ma anche lui va bene, basta non farlo arrabbiare però... o quello ci ammazza.» Risposi con una punta di ironia.
La ragazza ridacchiò, spostando nuovamente gli sguardi in avanti, sulla fila, e sugli alberi che ci stavano circolando in quella camminata che sembrava non terminare più.
POV PHOENIX
Io ed Hayden ci trovavamo nel mezzo della fila, che camminavamo tranquillamente seguendo gli altri, davanti a noi c'erano una coppia di fratelli, una ragazza, di circa quattordici anni, e suo fratello maggiore, più grande di me e del biondo. Ci stavamo annoiando, in realtà, mi ero stufato di camminare a vuoto, con il rischio di incontrare un cazzo di lupo gigante ed affamato. Sospirai, facendo un cenno annoiato ad Hayden, che contraccambiò, per poi guardare in direzione della ragazza davanti a noi.
Seguii il suo sguardo, e notai un lampo malizioso attraversargli gli occhi. Sapevo cosa stava per fare ancor prima che aprisse bocca, e un leggero sorriso mi sfuggì. Non era un mistero che Hayden amasse divertirsi a spese degli altri, soprattutto se era annoiato. Si avvicinò di poco alla ragazza, rallentando il passo di poco, per riuscire a sussurrarle qualcosa all'orecchio.
«Ei Alice, pensi davvero che quel cappotto rosa ti proteggerà dal lupo? Sembra più una tovaglia, giuro che con te sono stati davvero cattivi...» Disse rivolgendosi alle giacche che ci avevano dato prima di partire.
Alice, allora era così che si chiamava, pensai. La bionda si girò di scatto, visibilmente infastidita. «Hayden, ma che problemi hai?» Replicò, tentando di mantenere un tono fermo.
«Allora vi conoscete già?» Chiesi io, era una domanda più riferita al ragazzo che a lei, «andavamo a scuola assieme.» Mi rispose Hayden.
Io annuii, prima di sentire la frase della ragazza, «prima che si facesse bocciare a causa della condotta.»
Hayden alzò le spalle con un sorriso divertito, godendosi la reazione che aveva suscitato. «Ci sei rimasta male per quello che ho detto prima? Guarda che mi preoccupo solo per te. I lupi sono più affamati di quanto pensi, hai visto come hanno ridotto Amanda?»
La ragazza sbuffò e tornò a guardare avanti, ignorandolo. Anche se, sapevo che Hayden non si sarebbe di certo fermato lì, lo conoscevo abbastanza bene per confermarlo, soprattutto se si trattava di infastidire qualcuno, era come un cane e un osso, non lo mollava facilmente.
«E qual'e il tuo piano? Nasconderti dietro a tuo fratello ogni volta che sentirai un rumore?» Continuò con un ghigno. «Magari lui ti salverà, o forse scapperà prima che tu possa realizzare di essere inseguita da un animale.»
Alice si fermò di colpo, «non eri tu quello che era arrivato ultimo alle gare di corsa un paio di anni fa?» Questa volta fu lei a ridere, seguita da me, il ragazzo rimase un attimo in silenzio, forse troppo sorpreso dal fatto che Alice gli avesse risposto a tono. «Touché.»
Continuammo a camminare, e Alice si rigirò, ma il mio amico non mi sembrava del tutto convinto di quello che era appena successo, e decise di provarci una seconda volta, iniziando a toccarle i cappelli, lei si voltò, «Hayden, smettila!»
Lui scoppiò in una risata, ma d'un tratto, si girò anche il fratello, Zayden, che fino ad ora era stato occupato a parlare con degli altri ragazzi.
«Hayden, lascia in pace mia sorella.» Ordinò, «non hai niente di meglio da fare?»
«No.» Rispose diretto, «tranquillo, Zayden, stavo solo scherzando.» Il più grande lo guardò con un'espressione seria, fin troppo, e poi, i suoi occhi si spostarono su di me.
«Phoenix.» Sentii un brivido corrermi lungo la schiena, perché lo disse in un modo serio, ma allo stesso tempo anche minaccioso.
«Anche tu ora ti diverti a prendere in giro le ragazze?» Le sua parole mi colpirono allo stomaco, non ero abituato a venir rimproverato, soprattutto da uno come Zayden. In fondo, aveva ragione, io non avevo fatto nulla per fermarlo.
«Stavamo solo cercando di far passare il tempo.» Risposi, in un tono quasi ovvio.
«Ci siete ruisciti.» Confermò, serio. «Vi consiglio solo di smetterla, la prossima volta potreste essere voi quelli nei casini.»
Hayden scoppiò di nuovo a ridere, divertito da quella conversazione. «Visto? Siamo stati rimproverati dal fratellone!» Scherzò.
Mi limitai a scuotere la testa, cercando di ignorare il commento di Hayden. Ma dentro di me qualcosa stava già iniziando a ribollire. Un momento prima mi sentivo in cima al mondo, ma ora non più. Cercai di scacciare quei pensieri e di mantenermi calmo. Sapevo che non avrebbe portato a niente rispondere, e l'ultima cosa di cui avevamo bisogno era una discussione in mezzo al bosco.
Continuammo a camminare, ma il silenzio tra di noi diventava sempre più pesante. Per qualche strano motivo, sentivo gli occhi di Zayden su di me, come se stesse osservando ogni mio gesto, ogni mia azione. Mi sembrava che stesse aspettando il mio prossimo errore, pronto a correggermi, anche se nessuno mi stava veramente guardando. Quella sensazione di essere costantemente sotto esame mi faceva salire il sangue alla testa.
Le voci nella mia testa cominciarono a sussurrare, erano risate stridule che mi tormentavano.
Ecco, Phoenix, guarda come ti osservano, aspettando che tu faccia cilecca, come al solito. Sei solo un fallito. Nessuno si fida di te.
«Qual è il problema, Zayden?» Scattai improvvisamente, non riuscendo più a trattenere la rabbia. «Hai qualcosa da dire?»
Zayden mi guardò sorpreso. «Cosa? Ma che vuoi? Sei davvero strano.»
«Strano?» Ripetei, sentendo la mia voce alzarsi. «Tu pensi sempre di sapere tutto, eh? Di essere migliore di me!»
Gli occhi di Zayden si socchiusero, come se cercasse di capire cosa stesse succedendo.
«Siete stati voi due a comportarvi male con mia sorella, e adesso fai la vittima?»
La mia mente stava correndo da una parte all'altra, il me di pochi minuti non avrebbe mai voluto attaccarlo, ma ora, avrei fatto qualsiasi cosa pur di rompergli il naso.
«Non sto facendo la vittima!» Sbottai, «solo, non voglio essere guardato dall'alto al basso. Perché non ti fai gli affari tuoi?»
Ormai stavo urlando, tutti avrebbero potuto ascoltarmi, ma in quel momento non mi importava.
Alice si fece avanti verso di me, «Guarda che Zayden non vuole litigare, calmati un attimo.»
Mi girai verso di lei, sempre con lo stesso sguardo. «Sta' zitta, perché non ti nascondi dietro al tuo fratellone?» Appena pronunciai quella frase sentii Hayden ridacchiare, ma non lo guardai, e spostai di nuovo lo sguardo su Zayden.
Questo fece un respiro profondo, cercando di mantenere la calma. «Phoenix, non so che ti passi per la testa, ma dobbiamo restare uniti. Non possiamo permetterci di litigare tra di noi, non ora.»
Restare uniti, una risata mi sfuggì, «È facile per te dirlo, vero? Sei sempre quello che ha tutto sotto controllo, quello che sa sempre cosa fare.»
Mi passai una mano tremante sul viso, cercando di scacciare la sensazione. Sentivo gli occhi di tutti su di me, e questo non faceva che aumentare la mia ansia.
«Phoenix, va bene.» Disse Zayden in tono più morbido, cercando di avvicinarsi a me. «Finiamola qui, solo... lascia in pace mia sorella.»
Ormai i miei pensieri erano un caos totale, e l'unica cosa che desideravo era sparire, nascondermi dalla vergogna. E le voci nella mia testa continuavano a tormentarmi.
«Ma chi cazzo se la caga tua sorella.» Sussurrai, con voce tremante.
Realizzai quello che avevo detto appena Zayden mi si piazzò davanti. In quel momento, mi sentii l'adrenalina crescere nelle vene.
«Sai cosa, Zayden?» Sputai fuori le parole. «Mi sono stancato di sentirti sempre parlare come se fossi il migliore di tutti noi. Pensi di sapere tutto, di essere superiore a me!» Ormai non capivo più quello che stessi dicendo, non riuscivo a ragionare.
Zayden mi guardò, il suo sguardo però era duro e tagliente come un coltello. «Phoenix, sei tu che hai un problema. Nessuno ti sta attaccando, ma non puoi continuare a comportarti come se fossi l'unico che soffre.»
La sua calma mi fece infuriare solo di più. Prima che potessi realizzare ciò che stavo facendo, il mio pugno si schiantò contro il suo viso. Sentii l'osso duro della sua mascella contro le mie nocche, un suono sordo che risuonò come un tuono nel silenzio della foresta. Zayden barcollò indietro, ma non cadde.
«Cazzo, Phoenix!» Gridò Hayden, e prima che potessi reagire, sentii il più grande restituirmi il colpo. Mi colpì sulla tempia, facendomi vedere tutto nero per un attimo, non ci pensai tanto, e mi gettai addosso a lui con tutta la forza che avevo in corpo.
Ogni colpo che davo era pieno di odio, era come un urlo silenzioso di dolore che non riuscivo ad esprimere a parole, ma mentre facevo quello, per qualche strano motivo, mi sentii estremamente in colpa.
Zayden mi afferrò per i capelli e mi tirò la testa all'indietro, e il suo pugno si abbatté di nuovo sul mio viso. Con un gemito, riuscii a liberarmi e lo colpii al fianco. Ma Zayden non si fermò. Mi colpì al naso, un colpo secco che mi fece crollare all'indietro, il mondo intorno a me iniziò a girare vorticosamente. Ero a terra, il mio corpo urlava di dolore ad ogni movimento. Zayden mi si gettò sopra, afferrandomi per la gola, le sue mani erano strette, molto strette, troppo strette.
«Hai finito, Phoenix? O vuoi continuare a farti massacrare?»
Cercai di respirare, ma le sue mani mi stringevano sempre più forte. Il mondo iniziò a farsi nero.
«Questo è quello che volevi?» gridò. «Vuoi essere un martire? Un cazzo di solitario?»
Non riuscivo a rispondere. Ero troppo concentrato sul dolore, sul tentativo disperato di rimanere cosciente. Le mie mani tremavano, il mio corpo era coperto di lividi passati, e il sangue mi colava dai tagli aperti sul mio viso.
Zayden si fermò, il suo petto si alzava e abbassava rapidamente mentre mi guardava dall'alto. «Non sei altro che un fallito che non sa fare altro che disprezzare tutto.»
Ero a terra dolorante, mi rialzai a fatica, pieno di dolori. «Sei un bastardo.»
«Non hai ancora capito, vero?» Zayden mi fulminò con lo sguardo. «Pensi di poter continuare a fare tutto questo senza conseguenze?»
Provai a rispondere, ma le parole si spezzarono in un gemito soffocato. Lo guardai, i miei occhi non vedevano altro che ombre, la mia visione si stava appannando.
«Vai all'inferno...» mormorai, sputando il sangue che mi riempiva la bocca.
Non riuscivo a pensare chiaramente, la rabbia si mescolava alla paura. Sapevo di aver perso, ma non riuscivo ad accettarlo. Mi ero comportato da immaturo.
Ogni singola parte di me urlava di dolore, eppure non riuscivo a fare altro che gemere debolmente. Gli altri mi stavano guardando, lo sentivo. Sentivo il loro sguardo. Mi vedevano per quello che ero, mi sentivo sempre un peso, un problema, e la consapevolezza di questo mi schiacciava più di qualsiasi pugno o calcio.
Fancast:
Alycia Debnam-Carey as Keith Norman
Leonardo Di Caprio as Hayden Bowers
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