CAPITOLO TREDICESIMO - parte 1
Tim diede ad Ally un forte slancio, sufficiente a farle raggiungere la lastra di marmo a cui era fissato il finestrone. La ragazza vi si aggrappò con una certa fatica, e fece forza sulle braccia sollevando il suo corpo verso l'alto. Il momento più critico fu quando Tim dovette lasciarla del tutto, e lei si trovò sospesa a mezz'aria e sostenuta solo dalle sue stesse braccia. Era fortemente indebolita dallo scarsissimo regime alimentare che si era imposta di seguire e subito percepì un bruciante dolore provenire dai suoi muscoli; ma nonostante questo, riuscì ad appoggiare le ginocchia sulla lastre, mettendosi al sicuro.
Tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso gli altri, che da terra la osservavano con facce speranzose. Sembravano molto più piccoli adesso; solo adesso la ragazza si rendeva conto di quanto in alto fosse salita. Dovette distogliere lo sguardo, perché già iniziava ad avere le vertigini.
-Dai, guarda cosa c'è!- la incitò Natalie, parlando sottovoce ed iniziando ad agitare le braccia come un'ossessa. Toby fece un paio di passi indietro per controllare nuovamente che nessuno giungesse dal corridoio, mentre Timothy attendeva con le braccia conserte che Ally dicesse qualcosa.
La ragazza poggiò le mani sul finestrone socchiuso e lo spinse con delicatezza, impaziente di vedere cosa si celava oltre quel vetro opaco. Sporse la testa dall'altro lato, aggrottando la fronte nel tentativo di penetrare l'oscurità con lo sguardo.
-Allora?- chiese Tim.
Ally percorse, con gli occhi ridotti a due fessura, la stanza che si trovava adesso sotto di lei. Era piuttosto difficile identificare mobili ed oggetti in quel buio, ma ciò che vide chiaramente fu una rampa di scale, piuttosto larga, che scendeva. Al suo termine, un'altra porta. Dunque esisteva davvero un piano sotterraneo, non erano soltanto storie passate di bocca in bocca tra i pazienti.
-Ally dì qualcosa!- lamentò Natalie, impaziente.
La ragazza si voltò indietro e sorrise. -Ci sono delle scale che scendono-.
Toby sembrò esultare sottovoce. -Lo sapevo!- esclamò, sbattendo i palmi sulle proprie gambe. Natalie iniziò a saltellare come una bambina, ridacchiando, mentre Ally riprese a scrutare la stanza per quanto l'oscurità glielo concedesse, scoprendo con stupore che la grossa porta di metallo, dall'interno, era munita di maniglione antipanico; ciò significava che se fosse entrata e l'avesse spinta, si sarebbe quasi sicuramente aperta.
-Penso di poter farvi entrare- annunciò.
-Davvero?- esclamò Tim, che però non sembrava particolarmente entusiasta della cosa.
-Datemi un minuto-.
Sotto di lei, vi era un grosso mobile che aveva le sembianze di un armadio o una grossa libreria. Fece leva sulle ginocchia e lasciò cadere le gambe, che se distese arrivavano quasi a toccare il mobile di legno; senza pensarci troppo si lasciò scivolare giù, fino a ritrovarsi in piedi lì sopra.
-Ok- farfugliò, cercando il modo meno rischioso per scendere. Valutò che saltare sulla scrivania affianco potesse essere l'idea migliore, così lo fece. L'impatto con la superficie del piano di legno creò un colpo sordo, fortunatamente non molto forte, ma che bastò a farle dolere le piante dei piedi.
-Tutto bene?- sussurrò Toby attraverso la porta.
Lei si avvicinò con un po' di titubanza e poggiò le mani sul maniglione rosso; se non si fosse aperto, pensò, lei sarebbe rimasta chiusa lì dentro. Quella consapevolezza le causò un brivido che percorse interamente la sua schiena, ma fortunatamente non appena ebbe applicato un po' di pressione la serratura emise un rumore metallico. La porta si aprì con un leggero cigolio, e lasciò penetrare all'interno la fioca luce presente nel corridoio.
-Non posso crederci!- esclamò ancora il ragazzo dai capelli color miele. Ally sorrise compiaciuta, mentre gli altri tre si apprestavano ad entrare per poi richiudere l'ingresso dietro alle loro spalle.
Trovandosi finalmente riuniti sulla rampa di scale che scendeva verso il basso, tutti quanti si guardarono intorno con aria curiosa ed entusiasta, scrutando la stanza con occhi attenti. In realtà non vi era nulla di particolarmente interessante, se non una scrivania ed un paio di librerie piene di cartelle cliniche; ciò che attirava la loro attenzione, invece, era la seconda porta posta sul fondo della scalinata, e che conduceva presumibilmente ai famigerati sotterranei.
-Ci siamo, eh?- esclamò Tim -È il momento della verità...-.
_________
I3. Sarei proprio cattiva ad interrompere quì il capitolo.... Eh?
Muahahahaahahaha!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top