CAPITOLO PRIMO - parte 1
NOTA PER I LETTORI
Il libro contiene diversi riferimenti a malattie mentali di vari tipi, tuttavia non ho le dovute conoscenze mediche in merito quindi non posso garantire che i sintomi descritti corrispondano al 100% a quelli associati alle suddette malattie. Posso dire che ho fatto un paio di ricerche veloci, e credo che i sintomi siano pressoché corretti.
ALTRA NOTA
Alcuni capitoli sono dedicati a lettori a cui sono più affezionata.
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Quarantatré chilogrammi.
Il display bianco della bilancia mostrò quella cifra spietata emettendo un brevissimo bip.
Sospirando pesantemente Allyson tornò a mettere i piedi nudi a terra, disarmata. Era dimagrita un altro chilogrammo.
Coprì il torso ossuto con una felpa larga che aveva appena recuperato dall'armadio e si sdraiò tra le coperte azzurre del suo letto. Non poteva certo dire di essere delusa: per lei, perdere peso era la cosa più bella e confortante del mondo. In cuor suo avrebbe addirittura sperato di vedere un numero ancor più basso sul monitor della bilancia; ma la sua malata soddisfazione si contrapponeva alla consapevolezza che i suoi genitori si sarebbero arrabbiati moltissimo, se fossero venuti a saperlo.
Avrebbe dovuto fare in modo di tenere il segreto solo per se.
La ragazza si mise a fissare il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto, e la mente che galoppava tra mille pensieri; in quel periodo il suo rapporto con mamma e papà era cambiato drasticamente, e non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe andata la sua vita se ad un certo punto non avesse deciso di odiare il cibo.
Sospirò ancora.
Era sempre stata certa che prima o poi i suoi genitori si sarebbero stancati di lei, e forse quel momento era ormai più vicino di quanto potesse pensare; ma come avrebbe potuto biasimarli? Lei era stata, per anni ed anni, una fastidiosa palla al piede che involontariamente impediva il quieto vivere della sua famiglia.
Era poco più di una bambina, quando ha sviluppato i primi comportamenti malati che l'hanno poi indotta allo sviluppo di un così grave disturbo alimentare; e mamma e papà, fin da subito, hanno iniziato a lottare per riprendersi la figlia giocosa e spensierata che avevano tristemente perduto.
Dopo tutti quegli anni, dovevano essere in procinto di arrendersi.
Allyson era adesso gravemente sottopeso, nonostante la situazione non fosse ancora così drastica da mettere seriamente a rischio la sua vita. Il suo torso era esile, le costole ben visibili sotto un sottile strato di pelle troppo pallida, ricoperta da una peluria sottilissima ma folta, sintomo che il suo corpo stava tentando invano di progettersi dagli agenti esterni. A causa di una circolazione scadente, poi, le sue mani avevano assunto una colorazione bluastra.
Nel corso del tempo tanti erano stati i tentativi da parte di medici e specialisti di condurre la ragazza sulla via della guarigione, ma nessuno di essi si era rivelato davvero efficace; talvolta Allyson era riuscita, per brevi periodi di tempo, a tornare ad un'alimentazione quasi normale, per poi ricadere inevitabilmente in una spirale di estrema restrizione alimentare se non addiritrura al più totale digiuno.
La ragazza ne era ormai sicura: nessuno avrebbe potuto più aiutarla.
In cuor suo sapeva di possedere abbastanza forza da allontanare almeno un po' quel mostro di disturbo alimentare dalla sua vita; ma allo stesso tempo, non era affatto sicura di volerlo fare.
I digiuni, le restrizioni, l'ossessivo conteggio delle calorie le permettevano di vivere le sue giornate in modo schematico, le impedivano di pensare ad altro, e le trasmettevano una costante sensazione di sicurezza. Con lo stomaco vuoto riusciva a sentirsi in pace con se stessa e con tutto ciò che la corcondava, e niente le dava più soddisfazione di riuscire ad avvolgere completamente la circonferenza del suo braccio sinistro con la mano.
Allyson aveva una folta chioma di capelli dal curioso colore rossastro, lisci per loro natura, e lunghi fin sotto alle spalle. Il suo volto, seppur ossuto e scavato dalla malattia di cui soffriva, aveva lineamenti piacevoli e femminili, con il naso che come fosse stato disegnato con un pennello aveva una lieve punta all'insù. Infine, i suoi occhi erano scuri e profondi, come due pozzi neri; difficile capire quali emozioni tentavano di esprimere, difficile vedere oltre quelle iridi luccicanti. Eppure, sembravano contenere così tanto...
Ally era sempre stata una ragazza estremamente riservata, ma la fortuna l'aveva dotata di una grande intelligenza ed empatia verso il prossimo. Avrebbe avuto tutte le carte in regola per vivere una vita più che dignitosa, fatta di amici, emozioni e sfide, se solo la sua mente non avesse deciso di farle brutti scherzi. L'avvento dell'anoressia era rappresentato per lei la fine di ogni progetto, sogno o desiderio che avesse maturato durante l'infanzia.
L'aveva resa sua schiava, la costringeva ad assumere comportamenti e sviluppare abitudini estremamente pericolose per la sua salute, ma finalizzate esclusivamente alla perdita di peso; e nonostante questo, Allysin conviveva ogni giorno con il terrore di ingrassare, una fobia molto più forte della sua volontà di reagire; era costretta a soccombere, ogni volta, lasciando che la malattia consumasse il suo corpo fino a ridurlo ad uno stuzzicadenti.
Assisteva al suo lento ed inevitabile dimagrimento come uno spettatore che guarda un film seduto sul divano del salotto: come se la cosa non la riguardasse. Come se a rischiare la vita fosse un attore oltre lo schermo, che neanche conosceva.
Nonostante questo, l'idea di dimagrire fino a non riuscire più a reggersi in piedi la spaventava a morte, e desiderava riuscire a fermare il suo dimagramento prima di arrivare a quello che nella sua mente aveva immaginato come il punto di non ritorno.
Si mise seduta sul letto ed avvolse la faccia tra le mani, soffiando via un ciuffo di capelli dalle guance; sarebbe bastato così poco, andare in cucina e mangiare qualcosa.
Anche un semplice frutto.
Qualsiasi cosa.
Ma le barriere mentali, si sà, sono le più potenti che si possano costruire.
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Il primo capitolo è dedicato a JennyKravenn.
Ho scopiazzato da lei l'idea delle dediche, ma non solo per questo merita la prima: il fatto è che... La adoro, semplicemente :)
Amo il suo modo di scrivere e credo sia molto più brava di me.
È un vero piacere dedicati questo piccolo spazio, Jenny.
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