CAPITOLO DICIOTTESIMO - parte 2
Toby sospirò pesantemente puntando i gomiti sulle ginocchia, e volse uno sguardo scocciato al resto del gruppo: detestava stare al centro dell'attenzione, ed avere gli occhi di tutti gli altri puntati addosso non faceva che amplificare il fastidio di dover rispondere al quesito posto dal dottore. -Che dovrei dire?- esclamò, sollevando le spalle.
-Raccontaci quello che avete fatto voi tre- gli ordinò Max, aprendo le braccia. Il suo desiderio di sentirglielo dire, più che un approccio terapeutico, non era altro che un modo per imporre il suo controllo su quei ragazzi che a detta sua erano assolutamente indisciplinati.
Toby lanciò una rapida occhiata ad Allyson, e le mimò con le labbra: "stai zitta". Poi, avvolgendo le braccia attorno al busto in un chiaro atteggiamento di chiusura, iniziò a parlare.
-Da tempo si discute su cosa ci sia oltre la porta infondo al corridoio dell'ala ovest, quella a cui non è permesso avvicinarci- spiegò, sospirando. -C'é chi sostiene che conduca ad un piano sotterraneo segreto... Beh, noi abbiamo voluto verificarlo-.
Il dottore annuì. -Molto bravo- disse, per poi rivolgere la sua attenzione a tutti gli altri giovani pazienti. -Sappiate che questi tre hanno scavalcato la porta accedendo ad una zona vietata, dove per giunta sono rimasti rinchiusi dietro ad un portone di sicurezza. Li hanno recuperati due infermieri che, per caso, si trovavano sul posto-.
"Per caso?" pensò Allyson, stringendo i pugni fino a far sbiancare le sue dita. "Che bugiardo".
-Inutile dire che sono stati puniti, e che verranno tenuti d'occhio per le settimane avvenire- aggiunse Max, mettendosi finalmente a sedere al centro del cerchio di sedie. -Dico questo a tutti voi, per invitarvi a non imitare e ripetere queste azioni stupide e controproducenti-.
Il silenzio generale fu interrotto poco dopo dall'intervento di Tim. -Non dimentica di dire qualcosa, dottore?- esclamò, in tono provocatorio.
L'uomo lo squadrò con occhi carichi d'ira, ma rispose con il tono più pacato che riuscì ad improvvisare. -Cosa intendi, Timothy?-.
-La gente che tenete chiusa là sotto a marcire, alcuni incatenati, altri addirittura affogati nella loro merda- disse ancoda il ragazzo, dimostrando di avere probabilmente più coraggio di chiunque altro si trovasse nella stanza. Poi balzò in piedi, e colto da un'improvviso scoppio di rabbia per lui adesso ingestibile iniziò a gridare in modo furibondo. -Non ha nulla da dire riguardo a questo?! Magari qualche bel discorsetto decoroso come è abituato a fare lei!!-. Gridò a perdifiato, tanto forte da tingere il suo viso di rosso.
I secondi che seguirono quel grido di rabbia, furono riempiti da un silenzio così profondo e pesante che nessuno pareva avere più il coraggio di aprir bocca; il dottore, senza dire una parola, si lanciò verso Tim e lo afferrò per le spalle, trascinandolo lontano dal gruppo. Mentre il ragazzo si dimenava e tentava di liberarsi, arrivò anche un secondo medico che aiutò Max a tenerlo fermo.
-Lasciatemi subito!- gridava Tim a denti stretti, cercando di incrociare gli sguardi dei suoi compagni che, pietrificati, osservavano la scena con il fiato sospeso.
-Dagli un sedativo! Presto!- esclamò ancora Max, rivolgendosi al proprio collega. Fu in quel momento che Ally balzò in piedi a sua volta ed in una sola falcata raggiunse il coetaneo, schivando abilmente il tentativo di Clock di afferrarla; non avrebbe più potuto restare ferma a guardare.
La situazione aveva per lei superato ogni limite di sopportazione.
-Lasciatelo stare!- gridò, tentando di afferrare la maglia blu che Tim stava indossando; ma prima che fosse riuscita a farlo, l'infermiere conficcò com violenza una grossa siringa nel collo del ragazzo, il quale cessò immediatamente di dimenarsi. Allyson ebbe l'istinto di aggredire Max, ma non lo fece: tentò ancora una volta di afferrarlo, quando sentì un violento colpo sordo dietro alla nuca.
Un bruciante dolore la indusse a ritrarsi, e solo un secondo dopo capì che era stato lo stesso dottor Max a colpirla con un gomito.
-Stai lontana, Allyson!- le ordinò, quasi come volesse riparare al danno appena fatto. -Sta delirando, ha bisogno di essere calmato!-.
Quella frase riecheggiò nella mente della ragazza più e più volte in rapida sequenza, fino a che non ebbe assunto un significato molto più specifico; far credere altri altri che le parole di Tim fossero false, e che avesse immaginato tutto a causa della sua schizofrenia, era il modo migliore di proteggere la reputazione della struttura e di tutti i dottori che vi lavoravano all'interno.
Infangare tutto quanto, urilizzando i disturbi mentali dei pazienti stessi.
-Non è vero! Lui...-. Ally si interruppe, quando Toby afferrò improvvisamente le sue spalle e la tirò indietro con violenza, abbastanza forte da farle percepire dolore. -Zitta!- le disse, trascinandola indietro fino ad allontanarla da Tim e dai due uomini che adesso lo reggevano per le braccia, in modo da impedirgli di cadere a terra.
-Non ti conviene immischiarti- le disse senza lasciare la presa sul suo braccio, forse temendo che lei avrebbe riprovato ad intervenire. Si chiedeva, segretamente, come diavolo potesse avere così tanta forza di volontà, quella ragazza ridotta ad un mucchio d'ossa.
-Ma...- borbottò lei, massaggiandosi la zona in cui era stata colpita.
-Tim starà bene, non preoccuparti- la interruppe, regalandole un piccolo sorriso. -Dispiace anche a me e vorrei prendere questi stronzi a calci, credimi. Ma devi fidarti di me, non ti conviene-.
Seppur quelle parole furono tutt'altro che rassicuranti, Allyson finì per annuire e recuperò pian piano la calma, regolarizzando il suo respiro accellerato. Toby doveva saperne più di lei riguardo a queste cose, e non poteva far altro che fidarsi di ciò che lui diceva.
Seppur controvoglia tornò al suo posto, dove Natalie la attendeva con gli occhi spalancati. -Ma che ti salta in mente?!- le sussurrò, scuotendola. Lei si limitò a scuotere la testa, ancora pervasa dalla rabbia e dalla paura.
Osservò con sgomento i due medici prendere Tim sotto braccio e condurlo fuori dalla stanza, stringendo forte la mano dell'amica.
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