CAPITOLO DICIASSETTESIMO - parte 2

"Speriamo bene" mugolò Ally, ferma davanti alla porta di Natalie. Vi restò per diversi secondi, incerta sul da farsi perché paralizzata dall'idea che l'altra avrebbe potuto nuovamente aggredirla verbalmente. Si girò più volte su sé stessa con l'intento di andarsene, ma ogni tal volta provasse a farlo veniva nuovamente fermata dalla consapevolezza che la cosa migliore da fare, in quel momento, sarebbe stato provare a parlarle.
Tirò un lungo sospiro, poi bussò sulla porta con decisione. Non aveva di certo dimenticato le parole che poco prima aveva pronunciato Toby, e quella sua imbarazzata confessione che tanto l'aveva intenerita; se non altro, avrebbe dovuto farlo per lui.
Udendo le sue nocche picchiettare sulla porta, la castana aprì in modo quasi immediato, come se per tutto il tempo fosse stata lì dietro ad attendere l'arrivo dell'amica. Il suo sguardo, tuttavia, non pareva essere molto cambiato rispetto all'ultima volta: teneva una mano premuta sull'occhio sinistro, ed armeggiava con le dita come se stesse cercando di estrarre qualcosa. -Che vuoi?- chiese freddamente rivolgendo uno sguardo truce ad Allyson, con aria schiva.
La ragazza deglutì nervosamente, ed avanzò un timido passo verso di lei. -Sono venuta per parlarti- le disse, cercando di assumere il tono più calmo e pacato che riuscì sul momento ad improvvisare. Ma la castana sembrò non ascoltarla neppure, e continuò ad armeggiare con la mano sulla sua faccia.; poi, finalmente, la lasciò cadere lungo il fianco, rivelando un occhio esageratamente gonfio ed arrossato.
-Ma che hai fatto?- domandò d'impulso l'altra, portandosi le mani alla bocca.
-È colpa dell'orologio, no?- iniziò a gridare Natalie, che adesso pareva sull'orlo di un pianto disperato. -É per questo che nessuno mi vuole bene... Ma non si toglie, lo vedi? Ci ho provato, ma non riesco a toglierlo!-.
Allyson scosse la testa, trovandosi a dover affrontare una situazione paradossale che proprio non sapeva come avrebbe dovuto affrontare. -Ma che stai dicendo, Natalie...- mormorò.
Ma l'altra continuò a vaneggiare. -Dovete accettarmi così come sono, come vedi non posso estrarlo....-.
Non sapendo più che cosa fare, Allyson decise di dar sfogo all'impulso di balzare verso di lei e stringerla in un caloroso abbraccio, senza pensare troppo alle eventuali conseguenze. -Tu sei perfetta così come sei- le disse, sorridendo in modo sincero e spontaneo. La strinse a sé per diverse manciate di secondi facendo appello a tutte le forze che aveva in corpo, nonostante Clock parve semplicemente irrigidire i muscoli fino a che, diverse manciate di secondi dopo, non lasciò la presa sul suo busto. La castana scrutò l'amica aria persa, poi le fece cenno di entrare nella sua stanza, senza dire null'altro.
-Ma... Non posso entrare, è contro il regolamento!- le fece notare Ally, fermandosi sul ciglio con indecisione e lanciando uno sguardo curioso a quella piccola stanza, soffocata da un incredibile disordine; v'erano oggetti sparsi ovunque, bottiglie di plastica vuote sulla scrivania e diversi cambi di vestiti poggiati in malo modo sullo schienale della poltrona.
-Non ci sono medici in giro. Dai!- la incitò l'altra, afferrandola per un braccio ed iniziando a tirarla insistentemente verso di se. Richiuse poi la porta d'ingresso per assicurarsi che nessun occhio indiscreto avrebbe potuto notarle, e vi appoggiò la schiena contro quasi come se avesse paura che la sua ospite avrebbe tentato di scappare. Il suo occhio  lacrimava abbondantemente, tanto che era costretta ad asciugarsi continuamente la guancia con i palmi delle mani.
Allyson rivolse uno sguardo curioso alla parete sopra al letto, alla quale erano state appese moltissime fotografie; alcune ritraevano una giovane Natalie assieme alla sua famiglia, altre erano delle istantanee scattate a quelli che dovevano essere stati i suoi compagni di scuola. Sulla testata del letto, poi, vi erano riposti molti peluche di ogni genere.

-Dove prendi tutta questa roba?- le chiese d'istinto, cogliendo l'occasione per alleggerire la tensione che stava rendendo l'aria piuttosto pesante da respirare.
-Sono tutte cose che mi hanno inviato i miei genitori... Ad un certo punto però il Dottor Much ha interrotto l'arrivo dei pacchi, dicendo che ne avevano già inviati troppi-.
L'altra annuì dimostrando interesse. -Davvero?-.
-Sì...-. Natalie abbassò lo sguardo, intrecciando tra loro le dita delle mani. -Sai, non ho più notizie dei miei genitori da molte settimane ormai... Il dottore non mi permette più neanche di chiamarli al telefono-. Il suo tono si era fatto piuttosto malinconico, ed il repentino cambiamento nel suo umore apparve ad Ally fu più che evidente.
-Mi spiace- esclamò, non sapendo che altro dire.
-Sei nella stessa situazione anche tu- ridacchiò l'altra, sciogliendo finalmente quella tensione nel suo sguardo. -Come si dice? siamo tutti sulla stessa barca-.
Ally abbassò leggermente lo sguardo. -I realtà c'è chi sta anche peggio....- mormorò, interrompendo il contatto visivo per dirigere il suo sguardo in direzione del vetro della finestra, attraverso il quale era possibile scorgere la cima di un albero. -Li hai visti anche tu, no? I pazienti che tengono nei sotterranei...-.
-A proposito!- la interruppe con un grido Clock, iniziando a saltellare sul posto come una bambina. -Non mi hai detto come hai fatto ad uscire senza farti vedere!-.
-Mi ha... Aiutata un ragazzo- farfugliò lei, assumendo un'espressione piuttosto imbarazzata. -Mi ha indicato una cella vuota. Mi sono nascosta dentro-.
-Un ragazzo?- ripeté l'altra con un paio d'occhi luccicanti. -Oh, devi dirmi di più, Ally? Com'era? Biondo? Moro?-.
-È una cosa molto seria- la interruppe l'altra, che a differenza sua non sembrava poi tanto in vena di scherzare sull'argomento. Emise un lungo sospiro e puntò gli occhi in quelli di Natalie, assumendo un'espressione molto seria. -Quella gente sta male. Li tengono rinchiusi al buio come bestie da macello...-.
Clock tacque per qualche secondo, parve pensare; poi, improvvisamente, sul suo volto apparve un sorriso spropositato. 

-E se.... Provassimo a liberarli?-.

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Capitolo dedicato a sangue_di_ghiandaia.
Altra lettrice (No, dovrei parlare al plurale.... Ci sono due persone dietro a questo profilo).... Insomma, anche loro mi seguono da tempo, e figuriamoci se non meritano una dedica in un capitolo :3

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