CAPITOLO DECIMO - parte 1
Ally si appoggiò al muro per lasciare libero il corridoio, e Toby le si posizionò davanti.
-Beh?- disse il ragazzo, guardandola con aria interrogativa.
Lei intrecciò nervosamente le dita. -Ho sentito parte della tua conversazione con quella signora anziana, a mensa...- rivelò.
L'espressione sul volto di Toby cambiò improvvisamente; la guardò per una manciata di secondi, poi voltò la testa a destra e sinistra per assicurarsi che nessuno avesse sentito ciò che lei aveva appena detto. -Conosci la storia dei sotterranei?- chiese poi, piuttosto allarmato.
Allyson fece spallucce. -Mi ha accennato qualcosa Natalie, ma lei dice che si tratta solo di una storia...-.
-Non so se sia solo una storia o no- disse ancora Todd -Ma in questo posto ci sono molte cose che non vanno come dovrebbero-.
La ragazza aggrottò la fronte. -Che intendi?-.
Qualche secondo di uno strano silenzio annegò lo spazio adiacente, finché lui non scosse il capo, facendo dondolare i capelli mielati sulla fronte. -Lascia stare, lo capirai.... Comunque non parlare a nessuno di questa cosa, se i medici venissero a sapere che girano ancora queste voci sarebbero guai per tutti...-. Dicendo questo, Todd fece un passo indietro con l'intenzione di interrompere la conversazione.
-Aspetta!- esclamò Allyson afferrando istintivamente il suo polso; notò che lui si irrigidì moltissimo, quindi mollò la presa subito dopo. -Cosa intendevi dire, prima?-.
Ciò che ricevette non fu una vera e propria risposta verbale; Toby sospirò ed afferrò il colletto della propria maglia, abbassandolo quanto bastava per scoprire i lividi di cui era tempestato il suo petto.
Ally lasciò cadere la mandibola inferiore per lo stupore. -Sono.... Stati loro? I medici?- iniziò a balbettare, osservando con stupore quelle chiazze scure sulla pelle del ragazzo.
Ma lui non rispose; distese le mani lungo i fianchi e se ne andò nella sua stanza, senza aggiungere nient'altro.
La ragazza rimase immobile a guardarlo mentre si allontanava, finché non scomparve dietro all'angolo del muro; all'improvviso, iniziava a domandarsi se quel posto non rappresentasse che una trappola, per lei e per tutti gli altri. Ma se i medici si permettevano di picchiare i pazienti che venivano loro affidati, molti dei quali minorenni, questo doveva essere detto. Avrebbe potuto rivelarlo ai suoi genitori, non appena le avrebbero permesso di chiamarli. Doveva pur fare qualcosa.
-Che fai Ally?- la voce squillante di Clock la distolse bruscamente dai suoi pensieri, e la fece voltare rapidamente in sua direzione
-Nulla- fece lei, scuotendo la testa. Avrebbe voluto chiederle se avesse mai ricevuto dei maltrattamenti di qualsiasi tipo, ma non ne trovò il coraggio; così si limitò a sorridere, e si incamminò con lei lungo il corridoio.
La sua testa era adesso invasa da domande senza risposta, e non poteva far altro che temere la verità che avrebbe potuto scoprire. Certo, non era da escludere che Toby si fosse procurato quei lividi in altro modo, ma se davvero fossero stati i medici a picchiarlo.... No. Una cosa simile non era in alcun modo tollerabile.
La ragazza si fermò davanti alla porta della sua stanza, emettendo un lento sospiro. -Ciao Clock, ci vediamo dopo-.
-Come sempre!- disse l'altra, ridacchiando allegramente.
Aprì e si chiuse dentro, iniziando a camminare avanti e indietro; era abituata a farlo per bruciare calorie extra dopo i pasti, ma adesso stava solo cercando di calmarsi. Più tempo passava in quel posto, più rimpiangeva la sua famiglia. Cosa avrebbe dato, in quel momento, per poter abbracciare mamma e papà.
Si buttò a peso morto nel letto, senza neanche sfilare i vestiti. Attraverso le inferriate della finestra poteva scorgere i rami verdi degli alberi, ed un prato lontano coperto di erba ingiallita.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top