16. Posti perfetti
UN PARTO TRIGEMELLARE
GIURO
Era sempre la stessa storia: correre millemila chilometri per smaltire tutte le calorie accumulate.
O, con un gergo ancora piu semplice, il pranzo al McDonald's.
Ma contro ogni regola di fitness puro e crudo questa corsa in realtà per me si trasformava nel fingere completamente una maratona e portarmi dietro una bottiglietta di Coca-Cola da bere prima di un eventuale svenimento.
Insomma, proprio sana sta corsa.
Però dovevo ammettere che mi ci trovavo proprio bene nei miei pantaloncini corti sportivi, nella canottiera slavata ma comoda, scarpe da ginnastica e coda di cavallo.
Mi sentivo proprio una vera sportiva, di quelle che si allenano tutti i giorni, 24h su 24h, sette giorni su sette.
Invece io ero ferma a una volta ogni morte di papa, cioè quando mia madre mi buttava fuori di casa a calci e mi diceva di aver mangiato troppi biscotti, dettagli.
Mi vedevo già grande e cicciona, a Vite al Limite e Sommersi in casa per colpa dei trecento mila pacchetti di biscotti al cioccolato e un milione di calorie.
Scrollai distrattamente la testa per rimuovere questi strani presagi futuri inquietanti e paurosi, di sicuro dovevo prevenire tutto questo con una finta corsetta, ma meglio di niente dai.
Avviai la musica sul mio telefono e iniziai a camminare veloce, fare scatti improvvisi, ricamminare per non avere un infarto, e così via, un ciclo vizioso infinito addobbato da bellissimi sogni ad occhi aperti e improbabilissimi.
Come al mio solito, mi perdevo a fantasticare e di conseguenza mi perdevo anche nella mia città.
Un punto per Rebecca e il senso d'orientamento non funzionante.
Sbuffai e mi guardai in giro storcendo il naso: senza ombra di dubbio ero capitata nel quartiere dei ricchi, con fiori di tutti i colori possibili ed immaginabili, alberi e palme come se fossimo sul lungomare di una spiaggia caraibica.
Anche le statuette dei sette nani potevano godersi l'erba verdissima e super brillante come i bicchieri di cristallo che i ricconi sicuramente esibivano e conservavano nelle loro vetrinette dorate.
Continuai a camminare e a sbirciare nei rari e quasi impossibili squarci tra i cespugli d'oro e d'argento come una ladra professionista, pronta ad intrufolarmi per rubare l'argenteria e diventare a mia volta super ricca e famosa e futura moglie di Brad Pitt, o Johnny Depp, o entrambi.
Nel bel mezzo delle mie fantasticherie più disagiate, un rumore non sconosciuto mi arrivò dritto alla orecchie e subito dopo si manifestò nei peggiori dei modi.
Io, Rebecca Maggi, investita da un motorino guidato chiaramente da un ragazzo ricco e arrogante e maleducato e antipatico, e ricco.
Che strana la vita, fino a cinque minuti fa pensavo di morire per l'obesità, invece ora venivo uccisa da un ragazzino viziato e stramaledettamente ricco.
«Rebecca!»
O H C A V O L O
Guardai con gli occhi spalancati colmi di odio e sorpresa il mio quasi investitore, che, mentre io con l'effetto slow motion cercavo di non suicidarmi battendo la testa sul marciapiede color argento, lui mi aveva afferrato per un braccio salvandomi da un trauma cranico assicurato.
In quei secondi di completo stordimento pensai che mangiare biscotti al cioccolato e diventare obesa non fosse così una brutta idea, almeno finchè il suddetto ragazzo non si tolse il casco rivelando la sua identità, facendomi desiderare di morire sul colpo.
«Rebecca, stai bene?»
Osservai i suoi occhi verdi pieni di apprensione e il ciuffo biondo che gli cadeva sulla fronte ogni due secondi e che lui sistemava prontamente ogni santa volta.
Una visione angelica, senza ombra di dubbio.
Mi schiarii la voce e girai la testa dall'altra parte, approfittandone per eliminare l'eventuale bava alla bocca e per calmare il mio battito cardiaco facendo profondi respiri.
«Sì, sto bene, credo»
Ero ancora un po' stordita e tramortita dal fatto che qualcuno stesse per uccidermi ma si, tutto sommato ero ancora intera e non a pezzi come nei peggiori film horror.
«Scusami, non ti ho vista, sei sbucata fuori dal nulla»
Con i suoi occhi poteva farsi perdonare tutto, persino un quasi omicidio.
Annuii soltanto pensando che, in effetti, stavo giocando a nascondino con le siepi perciò la colpa della mia stessa disfatta era anche mia.
Sospirai e mi guardai di nuovo intorno: quindi Lore era ricco, arrogante, antipatico, maleducato e ricco.
E bello.
«Comunque» si schiarì la voce e ritrovò in un attimo il suo tono allegro «come sei finita da queste parti?»
Alzai le spalle con indifferenza prevedendo già la sua presa in giro come una vera strega osservava la sua sfera magica «stavo facendo una corsetta e mi sono persa»
Come previsto lui si mise a ridacchiare piano, confermando la mia tesi di antipatico, maleducato e arrogante.
E bello.
Lo guardai male con il tipico broncio da bambina a cui si negava un giocattolo e incrociai le braccia al petto «non prendermi in giro» e gli diedi una pacca sul braccio, per confermare la mia parte da finta e imbarazzata bulletta mancata.
«Non lo sto facendo» tono fintamente innocente e altra mano sul ciuffo parte 300.
Per fortuna si era appena deciso a prendere un elastico, che aveva appositamente sul polso, e a farsi una coda.
Decisamente era più decente della mia che stava già crollando verso mete sconosciute.
«Stai ridendo da mezz'ora» rincarai, giusto perché non ero ancora soddisfatta della sua parte antipatica e maleducata.
E B E L L O.
«Va bene, tregua»
Che palle.
«Facciamo a chi arriva prima» non era una domanda: il tipico comportamento da vero arrogante.
«Ma prima dove?» questa invece era una domanda scontata e ovvia, ma evidentemente non degna di una risposta.
Maleducato.
«Lo vedrai»
E B E L L O
Neanche il tempo di metabolizzare questa strana risposta enigmatica e tramutare la mia faccia imbronciata in un sorriso splendente che Lore aveva già accesso il motorino e messo il casco - non prima chiaramente di essersi dato una scrollata ai capelli, e quasi presi un altro infarto quando mi schioccò due dita davanti al mio viso ancora sconvolto con l'espressione da pesce lesso più brutta della storia.
«Pronta?»
«A cosa?» domanda più che lecita visto e considerato che negli ultimi secondi (minuti in realtà) ero stata trasportata in un mondo fatto di capelli biondi fluenti, occhi luccicanti e sorriso accecante.
Sì, tutte cose da veri ricchi.
«A correre con me»
I miei occhi si trasformarono subito in cuoricini rosso fuoco perché questa, nella mia povera testa o, più precisamente nei soliti film americani, poteva essere una dichiarazione d'amore stupenda - e invece no, dovevo mettermi a correre con conseguente morte prematura sull'asfalto.
«Ma tu sei in moto!» la realtà bussò quasi subito al mio cervello e mi misi ad obiettare giustamente, gesticolando come un automa mentre lui rideva a crepapelle delle mie disgrazie.
«È questa la parte divertente, dovrai stare al passo con me»
Altra dichiarazione d'amore da film traviata.
Riuscii a correre per poco più di cinque metri prima di essere salvata per la seconda volta dallo stesso pseudo principe azzurro che mi aveva già arrecato danno, morale e psicologico.
Wow, avevo un futuro da avvocatessa.
Dopo dieci minuti o mezz'ora, Lore si fermò senza preavviso, spense il motore, scese dalla moto e cercò di togliermi il casco senza strapparmi neanche un capello e annunciando poi con tono solenne «siamo arrivati»
E comunque non credo che dimenticherò mai la luce che i suoi occhi stavano emanando in quel momento - stile Edward Cullen ecco.
Era qualcosa di troppo innaturale, irreale, e bello.
Ancora sulla mia nuvoletta rosa, cercai di poggiare i piedi a terra senza cadere come una perfetta imbranata e sfracellarmi in mille pezzi.
Lanciai uno sguardo di fronte e mi trovai faccia a faccia con un cancello in tutta la sua magnificenza, uno di quelli antichi, dorati, immensi, di quel tipo che io adoravo da morire.
Ovviamente avevo la mascella a terra per la bellezza infinita del suddetto (e di Lorenzo).
«Sei già a bocca aperta ora, secondo me non ci arrivi dentro»
Faccia da pesce lesso 1 - Femminilità di Rebecca sotto zero.
Ridacchiai nervosa e un'altra pacca colpì il suo braccio, e lui mi fece la linguaccia prima di spingermi ad avanzare diritta come una soldatessa.
Superato il breve vialetto di ciottoli con quasi perfetta disinvoltura - tranne qualche inciampo qua e là - entrammo con un biglietto di sola andata in Paradiso: verde e natura ovunque, foglie, fontane, statue, rose, margherite, girasoli, tulipani, ogni tipo di fiore mi sfiorava le gambe, le braccia, le mani, il viso.
Questo si che poteva essere un bel posto per morire, altro che sull'asfalto davanti alla casa di Lorenzo.
Amavo la natura, quella vera, la sua irraggiungibile ed infinita bellezza fatta di colori, mi ci trovavo bene, ero nel mio mondo, completamente immersa.
Mi ero anche dimenticata che in realtà io ero il brutto anatroccolo della situazione: capelli sfatti e spettinati e il mio outfit da paura, pantaloncini e maglietta da finta atleta.
«Questo mi ricorda il colore dei tuoi occhi»
In realtà mi ero anche scordata di Lore, a un certo punto, tanto mi stavo drogando di tutti quei profumi.
Mi girai verso di lui con la miglior espressione di una persona appagata e gratificata dalla vita (praticamente una tossica) e mi accorsi che teneva tra le dita un girasole, i petali erano di un giallo perfetto.
«È il mio fiore preferito»
Ribattei con sorpresa e i miei occhi colpiti e accecati dalla luce del sole erano perfettamente in armonia con il giallo brillante del fiore.
Una visione ultraterrena.
Lui sorrise soddisfatto e posò il fiore tra i miei capelli, fermandosi poi in contemplazione per qualche secondo, o minuto, o mezz'ora.
Ora potevo morire in pace davvero, infarto puoi arrivare.
«Cosa c'è dopo quell'arco?» domandai, schiarendomi la voce per annullare la tensione che si era creata e alzando gli occhi dal viso di Lore dopo averlo studiato a fondo e analizzato come una statua greca.
«Delle piante con foglie giganti, o qualcosa del genere»
Che frase poetica.
Strizzai gli occhi e mi incamminai lentamente e girando su me stessa - tentativo di suicidio assicurato - fino ad oltrepassare con eleganza e leggiadria l'arco incriminato.
OH MIO DIO
Mi sembrava di essere approdata in una foresta tropicale o esotica, o quello che era insomma.
Non riuscivo a non essere felice e a volteggiare su me stessa per raccogliere ed imprimere nella mia memoria ogni dettaglio e sfumatura.
WOW
«Rebecca, dove cavolo sei finita?»
Avevo ricominciato a giocare a nascondino, mi piaceva troppo mimetizzarmi tra le piante e non farmi trovare.
Poi ebbi la malsana idea di mettermi a correre per quel labirinto di foglie come se stessi scappando da un pazzo omicida.
Che poi poteva essere vero, Lorenzo mi aveva quasi investita e si era messo a cercarmi tra quell'ammasso infinito di verde.
BOOM
Ero praticamente, e involontariamente, caduta nelle braccia dell'assassinio: i nostri respiri si scontravano, gli occhi non sapevano dove guardare e io non sapevo cosa fare, se urlare, scappare o farmi fare a pezzi direttamente.
In una perfetta scena da commedia romantica, il suddetto ragazzo avrebbe spostato una ciocca di capelli dietro l'orecchio di lei, la sua mano avrebbe sfiorato con delicatezza inumana una sua guancia e i suoi occhi si sarebbero spostati inevitabilmente sulle labbra dell'amata.
Tutto molto bello a parte il fatto che il mio era stato un film traviato fin dall'inizio e non poteva che concludersi nel migliore dei modi con la mia fantastica suoneria imbarazzante.
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EEEEE ALLELUIAAAAAA
SEMBRAVA IMPOSSIBILE MA CE L'HO FATTAAA
Grazie a Mine1509 per il supporto nei secoli dei secoli amen 💘
Ieri mi sono alzata arrabbiata e stufa e niente, ho deciso di mettere a posto questo capitolo che in realtà era già tutto scritto da tipo tre mesi ma non era degno di Rebecca XD
È un po' inutile che mi metta a raccontare il perché e il per come ci ho messo così tanto maaaaaa ho avuto impegni universitari che mi hanno tenuta occupata fino ad aprile (stage + laurea) e poi, ovviamente, sono andata in completa crisi perché non sapevo cosa fare della mia vita XD
Ora mi sono leggermente ripresa e sto litigando allegramente con inglese🇬🇧🇺🇸
Se avete consigli/disagi/libri/serie tv/vita da scambiare ahah I'm here🚩
Sono approdata su Twitter anche, se avete voglia di seguirmi o farmi domande o non lo so, io sono giulisemmi
Vi lascio uno screen così da vedere il disagio
Ecco appunto
Sono più attiva qua che su instagram praticamente
BUON NATALE E BUON ANNO E AUGURI A TUTTI
🎅🎉🎅🎉🎅🎉🎅🎉🎅🎉🎅🎉
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