❝Lorenzo Benvenuti❞

‖ 𝕿𝖆𝖌: Maryg_1402 ‖
‖ 𝕺𝖈 𝖘𝖙𝖔𝖗𝖞:  "I Garanti della giustizia di Firenze" ‖
‖ 𝖂𝖔𝖗𝖉𝖘: 4602‖

❛Lorenzo era quel tipo di persona che pensa prima ai 𝖘𝖔𝖑𝖉𝖎 e poi a come 𝖈𝖔𝖓𝖘𝖚𝖒𝖆𝖗𝖑𝖎❜

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«Che ne dici di "Roberto"? Era del mio bisnonno» chiese la donna, leggendo i nomi dei parenti.
«E' troppo comune e semplice» rispose l'uomo, controllando a sua volta che nome dare al loro secondogenito.
La donna appoggiò la schiena alla sedia, sospirando.
«Di questo passo non andremo da nessuna parte» ammise.
Il marito alzò lo sguardo. «Che ne dici di Lorenzo? Apparteneva a mio zio e significa "colui che è cinto d'alloro", nell'antica Roma era simbolo di vittoria» spiegò.La moglie gli lanciò uno sguardo curioso. Nonostante preferisse il nome Roberto, poiché significava "splendente di gloria", doveva ammettere che Lorenzo era migliore, per quanto riguardava la parola. Non sapeva bene perché, ma aveva sempre pensato che "Roberto" fosse, in qualche modo, troppo comune e semplice.
«Mi va bene» approvò semplicemente.

Il nome "Lorenzo", oltre a significare "colui che è cinto di alloro", significa anche "abitante di Laurentum", città in cui, probabilmente, si trovavano piane d'alloro.
Pietro e Lucilla, genitori di Lorenzo, avevano deciso di dare ai propri figli nomi di alcuni dei loro parenti Una specie di ricordo o "prova" della loro esistenza. Quello scelto per il secondogenito è in ricordo di uno dei cugini preferiti del padre, morto i giovane età.

⊱ ─────────────── ⊰

Lorenzo strinse la mano di Pietro, costringendolo a correre lungo il prato.
«Dove mi stai portando?» domandò il più piccolo, cercando di tenere il passo del cugino.
«E' una sorpresa!» rispose il più grande. «Vedrai che ti piacerà!» e corse ancora più veloce, rendendo le cose difficile a Pietro.
Il minore si vide costretto a lasciare la mano di Lorenzo, correndo più lentamente, ma in modo meno sfiancante.
Il bambino notò il cugino fermarsi sotto un alta quercia -l'aveva capito dal tronco e dai rami robusti- e in poco tempo fu da lui.
«Era questa la sorpresa?» chiese senza preoccuparsi di nascondere la sua sorpresa.
Il cugino si girò, sorridendogli. La domanda non l'aveva ferito neanche un po'?
«Sì. Girati e vedrai perché».
Pietro era confuso. Girarsi? E perché? Cosa ci sarebbe stato di così bello?
Nonostante la confusione dovuta alla risposta, il bambino fece quanto detto e si girò. Ne rimase estasiato. La vista da lassù era bellissima. I monti si vedevano bene, così come la casa di montagna del cugino. In qualche modo, sembrava di essere sul tetto del mondo.
Pietro sorrise, si stava bene, la sopra.
«Bello, vero?» fece Lorenzo, avvicinandosi al cugino. Lui si girò, sorridente. «Molto».
Il maggiore aprì la mano del minore, mettendoci delle pietre. Al viso confuso del bambino, lui rispose: «Non avrai pensato davvero che la mia sorpresa finisse qui, vero?», poi lo tirò di nuovo per il braccio, portandolo ancora più lontano dalla casa.
«Qui c'è un piccolo lago. Giochiamo a chi fa rimbalzare più volte le pietre?».
Il bambino annuì con foga, desiderando che quel momento di puro e semplice divertimento non finisse mai.

⊱ ─────────────── ⊰

Lorenzo guardò il cielo, vicino a lui, sua sorella Maria era al settimo cielo.
«Cerca di calmarti o farai scappare le stelle» disse scherzando.
«Tu sei molto fortunato. Anche a me piacerebbe che il giorno del mio onomastico piovessero stelle» affermo la bambina, gonfiando le guance.
Prima che Lorenzo potesse dire qualcosa, Riccardo li interruppe.
«Maria, anche tu ti devi ritenere fortunata, festeggi il tuo nome più volte all'anno».
«Sei geloso perché il tuo è un giorno come un altro» lo sfotte la bambina.
Lorenzo non riusciva a vedere bene al buio, ma era sicuro il fratello era arrossito.
«NON E' VERO!» urlo lui, mentre la sorella minore aveva già creato una cantilena su quello.
Riccardo perse le speranze.
Poi Lorenzo la vide. «Una stella cadente!» esclamò eccitato.
«DOVE?» gridò Maria.
«Se n'è andata». La bambina fu sconfortata.
«Il fatto che si chiamino "stelle cadenti" non vuol dire che ti cadranno ai piedi, se le vuoi vedere devi tenere la testa alta» le disse Riccardo.
«E se poi non le vedo?»
«Me cadranno tantissime, figurati se non le vedi».
La bambina sorrise.
«Qual è il tuo desiderio?» chiese Lorenzo.
Maria sembrò rifletterci.
«Se lo dico, non si realizza». I due fratelli sorrisero, per poi avvicinarsi alla sorella.

L'onomastico di Lorenzo cade il dieci agosto, giorno di San Lorenzo (e chi l'avrebbe mai detto?).
San Lorenzo era un diacono di papa Sisto II e, secondo la leggenda, fu arso vivo su una graticola mentre piangeva, ciò spiegherebbe le stelle cadenti della notte del dieci agosto. Secondo alcuni questo racconto è falso poiché Valeriano, imperatore dell'epoca, non torturava i cristiani, ma li uccideva e basta, infatti si pensa che San Lorenzo fu semplicemente decapitato.

⊱ ─────────────── ⊰

Lorenzo firmò il dipinto che aveva appena fatto. Il suo nome si poteva vedere in basso a destra, nero pece. Tutte le sue opere lo erano, in realtà.
Si fermò a vedere la firma. Il suo nome non lo faceva impazzire. Forse era perché era stato chiamato così in onore di un morto o forse per il nome e basta, ma non l'aveva mai colpito veramente.
Posò il sottile pennello. Alla fine, chi guardava la firma di un pittore?

A Lorenzo non va a genio in suo nome e non c'è un vero motivo, semplicemente non gli piace. Ironia della sorte, avrebbe preferito chiamarsi Roberto. Nonostante questo, non vuole essere chiamato in altro perché trova il nome qualcosa di non essenziale.

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«Il tuo è un cognome strano» affermò Ludovico, indicando Lorenzo con l'indice sinistro.
Il quindicenne lo guardò confuso.
«Strano? E' un semplice cognome!» disse convinto.
«Lo so, ma è una parola, intendo una vera parola» aggiunse, notando la faccia annoiata del ragazzo.
Non capiva il problema della gente. Va bene, il suo cognome aveva un significato che si notava subito, e quindi? Avrebbe dovuto produrre calore, non domande; o almeno era quello che gli aveva sempre detto suo padre.

"Benvenuti" deriva dal latino "Benvenutus", nome augurale che nel Medioevo si dava ai nascituri, nel tempo è diventato un cognome. L'inizio di questa famiglia ha origine proprio ad Arezzo nel 1200.

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Il bambino guardò il padre allenarsi con un altro uomo. Entrambi avevano una spada di legno in mano e la maneggiavano con estrema bravura e sicurezza. Lorenzo li guardo estasiato, chiedendosi quando sarebbe toccato a lui allenarsi.
Da quel poco che sapeva, visti i suoi cinque anni, i componenti maschili della sua famiglia erano sempre stato scelti per far parte dell'esercito. In quel momento, Lorenzo voleva esserlo, ma lo sarebbe diventato anche se lo avesse odiato. I Benvenuti avevano sempre avuto una spada in mano e un elmo in testa, il loro stesso stendardo è formato da un elmo rosso e una spada nere, posizionata di fronte e in diagonale.

Il destino dei Benvenuti era, in un modo o nell'altro, essere dei combattenti. Sempre pronti a difendere Arezzo. A Lorenzo, questo lavoro, non fa né caldo né freddo. Ottiene dei soldi per il solo fatto di avere una spada ed è fantastico, ma non è il tipo da lotte, combattimenti e guerre, proprio no.

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Lorenzo guardò la tomba della nonna. La scritta "Cecilia Benvenuti" spiccava sulla tomba fatta di pietra in modo quasi inquietante. Il ragazzo andava lì circa una volta ogni due mesi. Lei era morta da due anni, eppure la ferita che aveva causato a Lorenzo non si era ancora chiusa.
Accarezzò la tomba e fece una breve preghiera, lei era l'unica dei suoi antenati che era riuscito a conoscere, gli altri nonni erano tutti morti o prima della sua nascita o quando era troppo piccolo.
«Buongiorno, nonna, come va in Paradiso? Qui tutto bene, anche se preferirei avere a che fare con meno regole» rise leggermente. Quando sua nonna era ancora viva era solito raccontarle un po' tutto quello che gli capitava. 

«Papà continua ad essere lunatico, da quando te ne sei andata» sospirò. «Manchi a tutti».

Lorenzo ha un rapporto con i suoi antenati poiché, a parte che con sua nonna paterna, non è riuscito a conoscerli.
Con sua nonna aveva un bel rapporto, centrato sull'onestà e sull'amore. A conti fatti, tra tutti i parenti era, probabilmente, la persona con andava, e va ancora, più d'accordo.
Con i suoi genitori il rapporto è decisamente più freddo, in particolar modo col padre, che vorrebbe che diventasse un ottimo combattente. Spiegando bene, tra Lorenzo e sua madre il rapporto è quello di lontani cugini, vanno d'accordo, sì, ma non si direbbero tutto; col padre neanche questo, sono semplici conoscenti che condividono lo stesso sangue.
Ora veniamo al rapporto migliore, quelli tra Lorenzo e i suoi fratelli. Tra di  lor il rapporto è quello di fratelli, litigano e si insultano, ma sono i primi a difendersi, soprattutto Lorenzo e Riccardo con Maria. Il ragazzo non più dire di avere preferenze perché trova amabili -e odiabili- entrambi i suoi fratelli, divertendosi con loro e comportarsi sia da persona seria, come con gli sconosciuti, sia da ribelle come fa con gli amici. A conti fatti sono le uniche due persone le lo vedono "al completo".

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La famiglia Benvenuti, come già detto, nasce ad Arezzo nei primi anni del XIII° secolo come famiglia di fabbri, crescendo, crebbero anche i soldi e l'eredità che i padri passavano ai padri. Già nella seconda metà del XIV^ i Benvenuti erano molto ricchi.

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Lorenzo era davanti alla taverna, scegliendo l'alcolico da bere. Gin, rum, vino... tutte ottime scelte, ma c'era un problema, perché le bevande migliori costavano un occhio della testa? Quale sporco venditore aveva scelto il prezzo? Il nobile gliel'avrebbe fatta pagare. Posò i soldi nel berretto e se lo rimise n tasca.
«Cosa prende?» chiese l'oste. Pessima scelta.
Lorenzo si voltò subito verso l'uomo, facendogli prendere un colpo. «Niente, signor ladro. Veda di abbassare i presti o gli farò causa!» lo avvertì. Non era la prima volta che diceva una cosa del genere, ormai gli oste lo sapevano, quello compreso.
«I prezzi sono già bassi» borbottò l'oste.
«Bufale!» sbatté le mani sul legno del tavolo e uscì dalla taverna.

Lorenzo è Mister Spilorcio e Tirchieria, non troverete nessuno peggio di lui. Il bello? Non ha un reale motivo per esserlo; è cresciuto in una famiglia ricca, sarebbe normale pensare che questo porti ad essere generoso, no? E invece no. Il fatto che sia nato in una nobile famiglia è stato la sua rovina. Il padre gli ha insegnato fin da bambino l'importanza del denaro. Di certo non si aspettava che crescesse così, no?
Fa parte dei Garanti della giustizia di Arezzo.

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Lorenzo si portò uno dei bicchieri "da grande" alla bocca, replicando il movimento di suo padre. Quando finì di bere l'acqua al suo interno, appoggiò il calice sul tavolo e prese la forchetta e il coltello più esterni, tagliando la carne.
«Ottimo lavoro, Lorenzo» disse suo padre. Il ragazzo poso le posate sul piatto; le loro punte si sfioravano, mentre il manici tra distanti tra di loro. Secondo il galateo, questa posizione serviva per far capire che si aveva ancora intenzione di mangiare.
Suo padre era di fianco a lui, lo guardava fiero, come se avesse appena vinto una guerra. Lorenzo, invece, lo guardava apatico; a lui non importava del galateo, era inutile. Serviva solo alle classi nobili per sentirsi superiori a livello comportamentale a tavola. A pensare che c'era gente che basava le persone sul loro comportamento a tavola, Lorenzo si sarebbe messo volentieri le mani tra i capelli.

I Benvenuti sono una famiglia ricca e nobile da secoli e ciò comporta regole severe -cosa che Lorenzo odia-, ma anche soldi, cosa che un tirchio avido come lui adora.
Lo status elevato della famiglia è sempre stato un problema per Lorenzo, spirito libero che odia le regole, a detta usa, inutili. Probabilmente quelle che odia di più sono quelle del Galateo, anche, purtroppo, è stato educato in modo che si comporti bene e non riesce a non comportarsi così. Per abitudine, sia chiaro.

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Lucilla aveva freddo ed era stanca, era appena iniziato l'inverno eppure il freddo si faceva già sentire. A detta del medico di famiglia, avrebbe dovuto partorire in giornata. Già... peccato che fossero le sette passate. Era in quella situazione da qualcosa come quattro ore. Era esausta. Eppure era felice, avrebbe avuto il suo primogenito, avrebbe sopportato le pene del parto.

Lorenzo Benvenuti nacque alle sette e trenta del ventuno dicembre 1501, il primo giorno d'inverno.

Come la stagione in cui è nato è freddo e pungente, risultando anche fastidioso, a volte. In più, i solstizi sono sempre stati visti come indici di cambiamenti e passaggi, Lorenzo è un tipo che si adatta ai cambiamenti in modo pressoché esemplare.

La sua nascita cade nelle ultime ore del segno del Sagittario, uno dei tre segni di fuoco e dominato da Giove. Come tutti i segni di fuoco, i Sagittari sono persone impetuose appassionate, che difficilmente si piegano alle regole, in più, quelli di questo segno sono persone che amano viaggiare, fisicamente o con la fantasia. Sono molto riflessivi, amanti della filosofia e delle nuove sfide, ma sono anche dei gran chiacchieroni, sempre pronti a dire la loro, a consigliare e  dare lezioni di vita. Passione e ottimismo sono due delle caratteristiche di questo segno, accompagnate da un grande senso di giustizia.

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Lorenzo scese le scale di casa, da quel che sapeva, era nato proprio il ventuno dicembre, ma non aveva mai festeggiato il compleanno, non perché i suoi non volessero o perché lo ritenessero inutile, ma perché, semplicemente, non si festeggiava. Il cristianesimo lo riteneva una festa pagana, di conseguenza si festeggiava solo il proprio onomastico. D'altro canto, a Lorenzo non fa né caldo né freddo, è cresciuto sapendo che la data di nascita non si festeggia, quindi non si fanno auguri o altro.

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Lorenzo leggeva la Divina Commedia, quel giorno. Era una lettura libera, era lui a volerlo. Lui era una persona curiosa e acculturata, bramava il sapere, ecco perché leggeva. Agli occhi di qualche sconosciuto, sarebbe apparso come una ragazzo maturo e calmo, un adulto al 100%, si poteva dire, peccato che con i suoi amici avesse un comportamento completamente diverso; era un essere libero e spensierato. Non aveva mai amato le regole, ma davanti agli altri le seguiva, quando era da solo o con amici si trasformava e diventava un adolescente in piena regola.
Si può dire, quindi, che il Lorenzo che parla agli sconosciuto o conoscenti sia un adulto maturo, un trentenne, forse, quello che parla agli amici, è un ribelle, un adolescente. Non saprei quindi dire l'età che dimostra, come non saprei dire quale dei due comportamenti sia quello del vero Lorenzo, perché nessuno si comporta con gli sconosciuti come lo fa con gli amici, no?

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Quando i genitori gli avevano detto che sarebbero dovuti andare ad una cena con un altra nobile famiglia, Lorenzo non l'aveva presa bene -in realtà, quella era un'altra cosa della lunga lista di cose che odiava dell'essere un nobile-, ma fece finta di nulla, prendendo il vestito che la madre gli aveva preso e andandosi a cambiare in camera sua.
Ora, dopo quello che sto per dirvi, potete anche etichettare Lorenzo come un ipocrita, ma lui voleva far notare la sua bellezza, sempre in comunque, anche in quel caso. Era una persona superficiale e materialista, ma anche leggermente narcisista. Dal suo fisico pretendeva la perfezione, quindi suoi vestiti dovevano essere scuri, per andare d'accordo con la sua pelle leggermente abbronzata -tratto ereditato dalla famiglia- e per andare in contrasto con i suoi occhi verde mare; non dovevano farlo sembrare assolutamente più alto, più basso, più magro o più grasso di quello che era, perché, a detta sua, il suo corpo era semplicemente perfetto così com'era. In più, i suoi capelli biondo cenere erano per lui motivo di vanto, pettinandoli e curandoli costantemente per ordinarli. Era, quindi, probabile che le regole dell'aspetto fisico fossero le uniche che tollerava, perché le comprendeva.

Come avrete potuto notare, Lorenzo trovava il suo corpo la perfezione, quindi non voleva assolutamente farlo sembrare diverso da ciò che effettivamente era.

Nel suo viso -e corpo in generale- non c'erano cicatrici o voglie, secondo il suo pensiero, era, sotto questo punto di vista, puro.

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La personalità di Lorenzo che ti appare subito è, strano ma vero, calma e responsabilità, cosa che effettivamente è, anche se quelli a notarla maggiormente sono gli sconosciuti, di conseguenza, tutti quelli che lo conoscono hanno pensato che lui fosse una persona calma, responsabile matura ed educata. Ora sono le stesse persone che giocano con lui a "chi fa lo sputo più lungo".
Quando sta con gli amici cambia personalità, più o meno. E' senza dubbio quello più calmo e responsabile del suo gruppo di amici, ma smette di comportassi secondo le regole, preferendo divertirsi e basta.
Un'altra cosa è il fatto che tenga davvero tanto a le persone che ritiene degne della sua attenzione. Infatti teneva particolarmente a sua nonna tant'è che va a visitarla spesso.
E' freddo e preferisce stare a casa, soprattutto se fuori fa caldo o freddo, ma è anche una persona aperta con cui è facile parlare.
E' un a persona riflessiva, non può immaginare di vivere in una famiglia come la sua senza pensare alle sue azione, solitamente cerca di capire quale cosa dia una maggiore o minore punizione, prima di farla, perché sì, a volte fa le cose sapendo che verrà punito, anche se si tiene a distanza da ciò che gli darebbe una punizione pesante. Nonostante questo, tende a ragionare in base a ciò che lo metterebbe in risalto e che lo favorirebbe. E' egocentrico, qualunque cosa la gente dica, se si ritrova nel contesto o in un groppo di persone nominato, si sente preso in causa.
Tende a stare con i piedi per terra, tranne quando sta in mezzo alla natura o su un cavallo, dove da sfogo ai suoi pensieri e fantasie.
E' curioso e affamato di sapere, si leggerebbe un'intera biblioteca solo per sapere con volano le gli uccelli -anche se probabilmente lo sa già-.
Crede di avere sempre ragione e per fargli capire il contrario dovrete dargli le prove di ciò che dite, non si fida molto, soprattutto su questi casi, ma si fida degli scritti.
E' un tipo ordinato, odia il disordine, non ci capisce niente, ma odia anche che sia qualcuno a mettere apposto le sue cose -che preferisce ordinarle o per colore o per ordine alfabetico.
Il suo essere egocentrico spesso gli impedisce di capire davvero gli altri, risultando un grande problema per lui e per chi cerca in lui un aiuto o un appoggio.
Nonostante odi questo lato di sé -palesemente preso dal padre- è un po' lunatico, soprattutto se si parla di passare da qualsiasi emozione alla rabbia.
Tende ad organizzare le cose prima di farle, ma sa anche improvvisare quando le cose non vanno come devono, basandosi sul suo carisma.

╭----------➢ ❝𝔸𝔻𝕍𝔸ℕ𝕋𝔸𝔾𝔼𝕊 𝔸ℕ𝔻 𝔻𝔼𝔽𝔼ℂ𝕋𝕊❞
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Curiosità: Lorenzo è una persona decisamente curiosa, in modo quasi ossessivo, vuole avere una risposta vera a tutti e non ha paura di qualche libro pur di ottenerla.

↬Carisma: nonostante preferisca rimanere a casa, quando è fuori riesce ad ottenere l'attenzione degli altri facilmente.

↬Fingere e improvvisare: è piuttosto bravo, anche se non si fiderebbe troppo di queste sue doti, infatti gli viene più difficile usarle con qualcuno che lo conosce troppo.

↬Organizzazione: è un fissato con l'organizzazione, almeno la sua. Odia il disordine.

↬Fiducia: sì, non è un esempio di fiducia, il che è positivo, visto che tendo a parlare di cose personali solo a chi ritiene degno.

↬Calma: nonostante si arrabbi, lo fa relativamente poco, di solito tende ad essere molto calmo.

↬Responsabilità: è indubbiamente responsabile, soprattutto davanti a sconosciuti o gente di cui non si fida, principalmente perché, come fratello maggiore, ha percepito l'essere un esempio da seguire, e una delle cose che odia è proprio l'irresponsabilità.

↬Riflessivo: tende a pensare a ciò che deve fare prima di farla.

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↬Lunatico: è, purtroppo per lui, lunatico, soprattutto se si parla di felicità-rabbia, lasciando spesso le persona confuse.

↬Egocentrismo: il suo essere egocentrico non sfocia nel voler essere per forza al centro dell'attenzione, ma nel sentirsi costantemente preso in causa, anche se centra poco o niente.

↬Sentirsi superiore: il suo essere egocentrico, leggermente narcisista e, a i suoi occhi, perfetto, l'ha fatto sentire superiore a molte persone, salvo amici e pochi conoscenti.

↬Tirchio: fin troppo attaccato al denaro, ha paura di spendere troppo per le cose, perdendo soldi.

↬Poca empatia: per via del suo essere egocentrico e narcisista tende a non capire come le persone intorno a lui si sentano.

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↬Poca resistenza fisica: pessimo nella corsa e in tutto ciò in cui la resistenza è essenziale.

↬Materie scientifiche: nonostante la sua innata curiosità, Lorenzo non comprende facilmente le cose che hanno a che fare con scienze, avendo bisogno di molto tempo.

↬Suo padre: nonostante voglia nasconderlo, suo padre è un tabù per lui, visto che l'ha sempre trattato come trofeo e oggetto da per vantarsi, più che da figlio.

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↬Velocità: stranamente, Lorenzo è un tipo molto veloce, capace di arrivare a ben 20km/h.

↬Scrittura e parlato: Lorenzo è una persona davvero capace a parlare, finendo per farsi ascoltare da tutti, è anche un ottimo scrittore, riuscendo a immedesimare il lettore in ciò che ha scritto, spesso poesie.

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↬Equitazione: l'equitazione è una delle sue più grandi passioni, la pratica da quando aveva sei anni, eccellendo in questo sport. 

↬Lettura: c'è poco da dire, ama leggere, che sia per curiosità o per rispondere alle sue domande.

↬Disegno: sebbene non eccelli, Lorenzo cerca di disegnare qualcosa almeno una volta alla settimana, dando il meglio d sé.

↬Scrittura: è bravo e questo aumenta il suo amore per questo passatempo. Il suo genere preferito da scrivere è la poesia, perché, nonostante gli stessi poeti possano parlare di stesse cose, ognuno lo farà nel proprio modo, rendendo una poesia unica, cosa che piace a Lorenzo.

╭----------➢ ❝𝔹𝔸ℂ𝕂𝕊𝕋𝕆ℝ𝕐❞
╰-----→ . . . "𝓬𝓲 𝓼𝓸𝓷𝓸 𝓪𝓷𝓭𝓪𝓽𝓪 𝓹𝓲𝓪𝓷𝓸, 𝓸𝓴𝓪𝔂?";;

Nato in una fredda notte d'inverno, Lorenzo viene accolto calorosamente dai suoi genitori come l'erede della famiglia. Un anno dopo è stato raggiunto da Riccardo e due anni dopo da Maria, rispettivamente nel 1502 e nel 1504.

Fino a sette anni di età viene trattato come un qualsiasi bambino, ma da quando compì otto anni tutto cambiò. Suo padre iniziò ad allenarlo più duramente per essere un soldato, lasciandogli poco tempo per l'equitazione, sua passione nata proprio l'anno prima. Per Pietro, sulle spalle di Lorenzo pesava il destino dei Benvenuti, li sarebbe sati il prossimo capofamiglia e voleva solo il massimo da lui. Lucilla aveva provato a dargli una calmata, ma era servito a poco, in seguito non ci provò più.

Gli allenamenti del padre, soprattutto fisici, risultavano fin troppo pesanti per un bambino, e Lorenzo si ritrovò ad essere ad un passo dall'odiarlo. Desiderava la libertà, cercando disperatamente di ottenerla.

Così, a dieci anni, un giorno scappò di casa e lì fuori incontrò Andrea, con cui riuscì facilmente a stringere amicizia, stranamente, tant'è che gli disse chi era, allora il bambino provò ad usarlo e usare i suoi soldi. Dopo circa sette mesi, in cui  Lorenzo scappava e una vola su sete veniva scoperto, il ragazzo scoprì il gioco di Andrea, abbandonandolo e finendo per non fidarsi delle persone senza che queste si siano dimostrate degne.

Il rapporto col padre non faceva che peggiorare, e presto i due finirono per essere semplici conoscenti con lo stesso sangue, cosa che non poteva dire assolutamente con i suoi fratelli, co cui, per il momento, aveva l'unico bel rapporto.

Lorenzo convinse i due a scappare un giorno, finendo per girare per Arezzo, le scappatoie diventarono così frequenti e Pietro e Lucilla dovettero farli accompagnare fuori da qualcuno. Così, a dodici anni, Lorenzo si fece nuovamente degli amici nel giro di tre settimane, con cui poteva sentirsi libero dalle regole che a casa lo opprimevano. Peccato che, crescendo, queste regole non fecero altro che moltiplicarsi e Lorenzo creò le sue due "personalità", quella da usare a casa, con gli ospiti e con gli sconosciuti, e quella da usare fuori con amici e fratelli. 

Il padre, proprio perché pensava che il figlio fosse cambiato, decise di andarci più piano con gli allenamenti.

Crebbe così fino a sedici anni, dove gli insegnamenti del padre sui soldi avevano fatto centro nella mente di Lorenzo e dove era lui stesso ad ospitare le persone e a mostrarsi come buon simbolo di famiglia.

Non sa ancora come la sua storia abbia preso l'interesse del papa, ma a ventisei anni ricevette la lettera che gli chiedeva di andare a Firenze, insieme ad altri ragazzi di Arezzo, Roma e Urbino.

╭----------➢ ❝ℂ𝕌ℝ𝕀𝕆𝕊𝕀𝕋𝕐❞
╰-----→ . . . 𝓵𝓸𝓻𝓮𝓷𝔃𝓸 𝓲𝓷 𝓹𝓲𝓵𝓵𝓼!;;

E' leggermente masochista, non per piacere personale, ma più per capire quanto una cosa faccia effettivamente male. Questa è una cosa che fa in rari casi, quando la risposta della gene non lo convince. Evita, ovviamente, cose troppo dolorose o potenzialmente mortali.

Ha paura di essere nuovamente tradito per soldi, motivo per cui non lo dice quasi mai in giro.

Ha paura delle oche dopo che una di loro l'ha morso a quattro anni. Voleva solo darle da mangiare.

Il suo colore preferito è i nero, di cui predilige i vestiti.

Preferisce il dolce al salato.

Non è mai stato al mare, ma solo in montagna, dove i Benvenuti hanno una casa.

In realtà è bisessuale, ma è probabile che non lo capisca in modo semplice, in quanto non gli è facile distinguere amore da amicizia, figuriamoci l'amore omosessuale.

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╰-----→ . . . 𝓲𝓷 𝓹𝓻𝓸𝓰𝓻𝓮𝓼𝓼...;;

Lorenzo, come avrete potuto capire, non si fida del primo con cui parla, ma questo non vuol dire che non sappia presentarsi e fare buon viso a cattivo gioco. In realtà è piuttosto bravo a parlare con gli altri, il problema è che ci vorranno molti giorni per far si che lui si fidi di qualcuno, e non è detto che lo faccia pienamente.

Le persone con cui parla e dice tutto sono i suoi fratelli.

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╰-----→ . . . 𝓭𝓲𝓯𝓯𝓮𝓻𝓮𝓷𝓽 𝓲𝓭𝓮𝓪𝓼;;

Riguardo i fiorenti, Lorenzo li vede come gente che ha bisogno di aiuto perché non riesce ha risolvere il proprio problema da soli. In poche parole trova quasi noioso i suo mandato lì.

Sugli altri gruppi non si è fatto chissà che idea, non è mai stato ad Urbino, mentre a Roma è stato quattro volte in tutta la sua vita.
Vede le persone di Urbino come inferiori e quelli di Roma troppo attaccati al Vaticano (letteralmente).

╭----------➢ ❝𝕊𝕆ℕ𝔾(𝕊)❞
╰-----→ . . . 𝓸𝓾𝓽𝓻𝓾𝓷𝓷𝓲𝓷𝓰 𝓴𝓪𝓻𝓶𝓪, 𝓫𝓮𝓰𝓰𝓲𝓷;;

Sarò sincera, non c'è una canzone che mi abbia ispirata per lui, più che altro ho sentito "Outrunning karma" di Alec Benjamin e "Beggin" dei Maneskin in loop, accompagnate da "Boy in the bubble".

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╰-----→ . . . 𝓫𝓵𝓪𝓬𝓴;;

Lorenzo predilige abiti neri, che gli facciano risaltare gli occhi e il colore della pelle. I suoi sono abiti sfarzosi, che piacciono a Lorenzo, ma che provocano disgusto nel padre, che vorrebbe solo che cambiasse colore, costringendolo a vestirsi nei suoi modi la maggior parte delle volte.







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Chiedo poche cose: ovvero che si faccia notare il suo rapporto col "masochismo" e, se c'è spazio, la sua bisessualità.

Visto che è tardi io pubblico sta scheda e le cose aggiuntive, soprattutto le "presentazioni" dei paragrafi, le aggiungo domani perché sono una stanca e procrastinatrice con genitori assillanti.

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