3. L'angelo di neve è un'arte!
Tirò su col naso e lasciò andare la penna quando uno strillo provenne dalla camera degli ospiti, si alzò. Suo padre russava sul divano, indisturbato dal rumore, una smorfia di disgusto le si formò sul viso.
Sospirò aprendo la porta della camera. Il piccolo Tom piangeva sbattendo i pugnini. "Hey marmocchio sono qui." Posò la mano sulla guancia del piccolo che immediatamente smise di piangere stringendole il dito. "Non ti meriti tutto questo fratellino, vorrei davvero che qui ci fosse la mamma." Posò lo sguardo vacuo sul viso del piccolo, lo prese in braccio come le aveva insegnato sua madre quando sua sorella era appena nata. Lo strinse a sé e tornò in salotto, lo depositò, con una gentilezza inaudita per lei, nel passeggino e lasciò che stingesse il suo indice.
Tornò a scrivere quel pezzo di cartoncino, per il terzo regalo, voleva davvero che Draco capisse, continuava a rifiutarsi per paura di suo padre, lo conosceva troppo bene, ma a lei non fotteva un cazzo di cosa pensasse quel vecchio, Draco doveva essere felice e lei avrebbe distrutto anche i muri di quella villa per vederlo felice con Harry.
Sentì uno sbadiglio provenire dal divano e poco dopo i capelli biondi di suo padre furono la prima cosa che vide quando si alzò.
L'uomo sbadigliò grattandosi la guancia.
" 'Giorno Cam." le posò una carezza sulla testa e si avvicinò al frigo. Sospirò nervosa. "Sono Catherine." La voce le uscì dura ed arrabbiata. "Che ore sono?" Aprì il frigo tirando fuori il latte.
"Le nove di sera." Rispose continuando a scrivere.
L'uomo prese una tazza versandoci il liquido bianco.
"Tom ha mangiato?"
"Sì, glielo ha dato Camille." Sospirò e buttò il latte nel lavello lasciandoci anche la tazza.
"Ok ora io e lui andiamo a letto." Disse prendendo il bambino in collo.
Catherine strinse un labbro tra i denti lasciando la penna sul tavolo.
"Quando te ne vai?" Chiese senza guardarlo in faccia.
"Cosa?" Chiese l'uomo stupito voltandosi verso la figlia maggiore.
"Sturati le orecchie, ti ho chiesto quando te ne vai." Posò il gomito sullo schienale guardandolo divertita.
"Perché dovrei andarmene?" Chiese lui irrigidendo la mascella.
Cath esplose, il sorriso che le fece dopo la fece impazzire, sbatté la mano sul tavolo irata.
"Perché ti caccio fuori di casa!" Esordì con gli occhi fissi in quelli blu del padre.
"Come osi? Sono tuo padre e questa è casa mia!" Disse l'uomo avvicinandosi alla figlia, il piccolo Tom ancora in braccio che dormiva beato.
"Non è vero! Questa è la casa della mamma che ha lasciato a me! È casa mia!"
Protestò la ragazza continuando a sfidarlo con lo sguardo.
Catherine non sarebbe mai riuscita a dire se quello che successe l'avesse previsto o no, però successe in fretta, sentì solo il rumore dello schiaffo e il suo fratellino cominciare a piangere.
"E non ti rivolgere mai più a me in quel modo!" Le urlò contro il padre andando nella camera degli ospiti con passi veloci e pesanti.
"Stronzo!" urlò Cath, la mano sulla guancia rossa e le gambe le cedettero. Sua madre le aveva fatto promettere di proteggere Camille e Tom, nonostante quest'ultimo non fosse suo figlio. Ricordava benissimo la stretta debole della donna e la sua convinzione nelle parole dette. Nonostante stesse morendo le aveva impartito una nuova regola, con il suo sorriso gentile.
"Ama Cath, perché l'amore porta solo cose belle, come Tom."
Strinse la mascella e non fece scendere le lacrime, avrebbe salvato Tom come aveva salvato Catherine, a costo di uccidersi di lavoro e studio.
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"Davvero? Avete fatto un giro in carrozza?"
La rossa lo guardò sgranando gli occhi e lasciando cadere la penna, si portò sognante le mani sotto il mento.
"Che cosa romantica!"
"Guarda che c'erano anche gli altri." Chiarì il ragazzo.
"Sì, ma tu eri seduto accanto a Draco e fino a quel momento avete parlato al telefono!"
Finse di aver avuto un mancamento sdraiandosi teatralmente sul pavimento.
"Vorrei avere io un ragazzo così dolce!" Disse rialzandosi di scatto.
"Ma noi non-"
"Stiamo insieme e bla bla bla,-gli fece il verso tirando fuori la lingua.- non ti sei ancora stancato?"
"Stancato di cosa?" Chiese il corvino.
"Di non poter dire che è il tuo ragazzo! Si vede lontano un miglio che ti piace!" Affermò posando le mani sui fianchi.
"Ho deciso, andrete insieme al Ballo d'Inverno!" Asserì puntandogli un dito in faccia. "Cosa?! Ginny aspetta che stai facendo?!"
La ragazza prese il telefono di Harry e lo sbloccò.
"Davvero?! Il nome del suo gatto?" Alzò un sopracciglio divertita.
"Cuper non è solo suo! Lo abbiamo trovato insieme! E sta da lui perché Sirius odia i gatti!" Chiarì lui.
"Sì, come ti pare."
Rispose sbrigativa accedendo alla Chat di WhatsApp del biondino, premette il microfono e parlò.
"Draco, Harry ha perso una scommessa con me, quindi te e lui dovrete andare insieme al Ballo d'Inverno, niente se e niente ma!"
Esordì velocemente.
"Ginny aspetta!" Disse provando a prendere il telefono ma la ragazza lasciò andare la registrazione che fu inviata all'istante.
"Lo sai che ti odio vero?"
"Poi mi ringrazierai!" Disse convinta. Lui la guardò sconvolto.
"Ma lo sai cosa hai appena fatto?!" Le chiese... sconvolto.
"Sì, ti ho assicurato il ragazzo!" Rispose sicura.
Harry non riuscì a risponderle che il telefono gli vibrò due volte.
-Harry di nuovo?!-
-Okay, e Ginny, non te la prendere con Cuper! Mi ricordo dell'altra volta!-
Fu la risposta di Malfoy, il punto era, aveva accettato perché costretto o perché lo voleva anche lui? Harry spense il telefono buttandosi sul letto e sprofondando il viso nel cuscino.
"Cosa staresti facendo per l'esattezza?" Chiese la rossa confusa.
"Mi deprimo prima di incontrare Draco domani."
Rispose da dentro il cuscino.
"Domani? Intendi a scuola o dopo scuola?" Chiese lei speranzosa.
"Dopo scuola, dobbiamo...-Harry rimase un attimo in silenzio, voltando la testa di lato e sorridendo dolcemente. - fare una cosa."
"Ma domani è il quattordici." Disse lei non capendo.
"Ginny, il quattordici dicembre ti ricorda qualcosa, no?" La guardò serio, quasi da quella risposta dipendesse la vita della ragazza.
"Il quattordici è... oh, oooh, ooooooooooh." Aumentò il numero di 'oh' comprendendo sempre di più.
"È carino il fatto che lo passiate insieme ogni anno."
Rispose con un sorriso.
"Ma è ovvio che lo facciamo, è un giorno importante!" Esordì Harry con gli occhi felici.
"Sì, ma quanti amici ricordano il giorno in cui si sono incontrati per colpa di una cioccolata sbagliata?"
Chiese lei retorica.
"Noi! Qualche problema?" Rispose il moro con il cuscino stretto addosso,
"No, ma a me sembra più un anniversario di matrimonio!" Disse lei cominciando a ridere a bocca aperta, le arrivò, poco dopo, il cuscino rosso dell'amico in faccia.
"E chiudi quella bocca che sei oscena!" Le urlò contro Harry.
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Posò lo zaino sul banco tirando fuori l'astuccio e la ricerca di chimica.
"Buongiorno Draco." La voce gentile di Camille lo attirò, era meno solare del solito e appena la guardò sgranò gli occhi, delle enormi occhiaie si erano create sotto i suoi bellissimi occhi blu.
"Cami, che è successo?"
Vide gli occhi della ragazza appannarsi e poco dopo due lacrime scendere dalle guance.
"Papà ha detto che mi porterà via da Cath, io non voglio tornare nella sua casa." Abbracciò di scatto Draco e cominciò a piangere.
"Ma non può farlo! Cath è più che maggiorenne, ha un lavoro e studia e anche tu il prossim'anno sarai maggiorenne."
Lei strofinò il viso sulla sua spalla e quando Draco le accarezzò con gentilezza la testa i suoi singhiozzi cessarono.
"Credimi non ti succederà niente, rimarrai a casa di Cath e in breve vi raggiungerà anche Tom, andrà tutto bene."
Le ripeté all'orecchio stringendola a sé.
"Grazie." Sussurrò lei staccandosi ed asciugandosi gli occhi.
"Sei un vero amico." Sorrise gentile sorprendendo il ragazzo. Che fu salvato -se si può dire così- dall'arrivo del Prof in classe.
Camille le si sedette accanto e prese la sua ricerca.
"Harry oggi non c'è?" Chiese lei.
"Forse è in ritardo, non è una novità." Replicò lui con un sorriso dolce sulle labbra.
"Il pacco ce l'ha Cath, ha detto che ci pensa lei oggi."
Disse sistemando il giubbotto sulla sedia.
Draco abbassò lo sguardo sul foglio stampato.
"Secondo te dovremmo continuare?" Chiese senza guardarla.
"Perché? Vuoi smettere?"
Il biondino la guardò negli occhi e poi li riabbassò.
"Non so, mi sembra di star prendendo in giro Harry."
Affermò poggiando la fronte sul banco.
"E questo non ti piace, ma credimi, secondo me anche lui ne è felice." Rispose Camille portando la mano sotto al mento.
Draco sospirò ancora non convinto, era divertente tutta quella storia e, per quanto ne sapeva, Harry non stava cercando il suo Babbo Natale segreto, anche perché, probabilmente, non ci aveva neanche pensato a chi potesse essere.
"Potter, ci degna della sua presenza?" Alzò lo sguardo sulla porta, dove un Harry stremato e imbiancato dalla neve era appena apparso.
"Mi dispiace per il ritardo, ma c'era traffico."
Disse riprendendo fiato.
"Si sieda e chiuda la bocca Potter." All'ordine del Prof Harry si mosse agilmente tra i banchi e quando vide che Camille gli aveva preso il posto, sospirò sedendosi dietro ai due amici.
La lezione sarebbe stata anche interessante, se non fosse stato per tutti i messaggi che gli mandava Harry, ed erano anche messaggi inutili, perché era scontata la loro risposta.
In uno gli chiedeva di pranzare insieme e nel secondo gli chiedeva se gli erano riusciti gli esercizi di matematica.
Ad un certo puntò si stancò, spense il telefono e scrisse su un bigliettino lanciandoglielo. In breve gli arrivò lo stesso bigliettino con una risposta indesiderata.
Lo aprì stando attendo che Snape non lo vedesse. Senza volerlo rilesse ciò che aveva scritto e poi la risposta di Harry, non voluta.
~Harry smettila di tartassarmi!~
~Non mi dirai che vuoi seguire la lezione? Tanto sei bravissimo in chimica!~
Sospirò e scrisse velocemente un:
~Giuro che se continui scateno Cath, oggi a pranzo!~
Rilanciando indietro il biglietto e cominciando a scrivere la nuova formula che il professore aveva scritto alla lavagna.
Era nel bel mezzo del suo ragionamento per risolvere il problema che un pezzo di carta accartocciato gli arrivò sul banco. Si trattenne dall'urlare esasperato e aprì il biglietto leggendo.
~Non pensare di avermi sconfitto così! Tanto oggi ci vediamo al MilkChock e mi vendico!~
Sospirò scrivendo, nonostante volesse seguire la lezione, una sottospecie di risposta, che non c'entrava niente.
~Ieri ho portato Cuper dal veterinario, perché non eri al tuo lavoro Par-Time?~
Aspettò che il prof si voltasse e lanciò il biglietto indietro, poi con una strana felicità, riprese a prendere appunti. Arrivò subito la risposta di Harry, solamente il pezzo di carta era nuovo, lo aprì e lesse.
~Ieri il capo mi ha dato un pomeriggio libero, dovevo incontrare Ginny, che aveva Cuper?~
Una smorfia indefinita gli spuntò sul volto e scrisse sul biglietto un:
~Ha un anno idiota! Lo devo castrare!~
Poi rilanciò il biglietto a Harry e questa volta aspettò la risposta, anche perché aveva risolto da poco il problema e stava aspettando che il professore finisse di spiegare come si risolveva. Un pezzo di carta gli colpì la testa e rotolo sul banco, che mira di merda aveva Harry?
Aprì il foglietto e lesse.
~Ma no! Povero Cuper! Io sono contro questa cosa!~
Un sorrisetto divertito gli increspò leggermente le labbra mentre leggeva, a volte Harry sembrava davvero un bambino. Scrisse un:
~Non sei te quello che si trova in giro per casa pisciate sui mobili perché fa territorio~
e lanciò il biglietto.
"Potter, Malfoy volete degnarvi di seguire la lezione sì o no?"
Chiese ad un certo punto il professor Piton. I due scattarono sulle sedie puntando lo sguardo sul prof e risposero all'unisono.
"Sissignore!"
Tutta la Classe scoppiò a ridere, nemmeno avessero fatto uno scatch comico.
La campanella suonò ed il professore raddrizzò la schiena e disse:
"Voglio che lasciate la ricerca sulla cattedra, e la prossima volta la dovrete esporre."
Draco sistemò la cartella prendendo la ricerca e aspettando Harry.
"Comunque è una cosa orribile! Povero Cuper!"
Il biondo alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.
"A proposito, per le vacanze lo porto con me o lo prendi te?" Chiese Draco, marcando sul "lo porto con me", quasi a voler far notare ad Harry qualcosa.
"Sei ancora arrabbiato per quella cosa? Ma lo sai come si festeggia il Natale?!"
Chiese Harry retorico.
"Certo che lo so!- rispose lui posando la ricerca sulla cattedra.- Si festeggia con le persone a cui vuoi bene e non con un padre antipatico che-" non riuscì a finire che Harry gli parlò sopra.
"No, con la famiglia." Il corvino lasciò il suo plico di fogli ed uscì dall'aula con l'altro.
"Ma se tanto lui non c'è!" Esordì contrariato Draco.
"Ma almeno tu ci hai provato, è questo che conta, il voler stare con la propria famiglia e festeggiare con essa, è questo il Natale." Sorrise lui scompigliandogli i capelli.
"E smettila!" Urlò contrariato il biondo sistemandoseli.
Il corvino ridacchiò fermandosi davanti al suo armadietto, lo zaino su una spalla. Aprì la cartella e cominciò a cercare qualcosa al suo interno.
"Non riesco a trovarlo!" Una strana smorfia confusa si formò sul viso di Harry.
"Cosa? Il tuo cervello?" Chiese Draco con sguardo curioso.
"Divertente come al solito, ma no, c'era una cosa importante, ma non ricordo dove l'ho messa." Disse lasciando cadere a terra la cartella.
"Se era importante dovresti sapere dov'è." Esordì il biondo incrociando le braccia al petto.
"Infatti se non è in cartella deve essere nell'armadietto." Ribatté lui con un sorrisetto strafottente.
Aprì l'armadietto e...
un pacco marrone cadde per terra, Harry non se ne curò, quasi fosse una cosa normalissima per lui, e il suo viso si illuminò quando tirò fuori dall'armadio una scatoletta quadrata con un fiocco verde al centro, la carta che la ricopriva era piena di impronte nere.
"Mi raccomando aprilo la mattina di Natale! Non prima." Lo ammonì consegnando la scatola tra le mani di Draco.
"Cosa?" Chiese lui confuso.
"È il mio regalo di Natale." Rispose prendendo il pacco marrone e chiudendo l'armadietto.
"Potevi benissimo darmelo quando sarei tornato." Disse lui alzando un sopracciglio biondo.
"Questo è un regalo speciale, mi raccomando aprilo la mattina del venticinque!" Raccomandò di nuovo, Draco annuì confuso e infilò il pacco in cartella.
Guardò Harry e poi chiese:
"Che fai non lo apri?"
Lui spostò lo sguardo prima sull'amico e poi sul pacco.
"Okay, apriamolo!"
Strappò la carta e la scatolina rossa che si ritrovò in mano questa volta aveva disegnato sul coperchio un piccolo angelo.
"Dai aprilo!" Disse emozionato Draco. Non vedeva l'ora di sentire la voce di Harry leggere il biglietto, l'altro annuì e prese il piccolo biglietto, poi lesse a voce alta.
"Il terzo giorno di Natale il mio Babbo Natale segreto mi regalò...
Sotto il morbido mantello
dorme nudo l'alberello,
Sulla neve sentirai
come sdraiarsi dia piacere,
basta poco e sorriderai,
Fallo ancora, basta poco!
Buon Natale dal tuo Babbo Natale segreto."
Harry scostò la carta verde e trovò al suo interno un fiocco di neve in cartoncino.
"Un angelo di neve?" Chiese confuso. "A quanto pare." Rispose il biondo.
Harry mise il tutto è in cartella e sorridendo prese Draco per un braccio.
"Harry che fai?!" Chiese lui quando fu trascinato di corsa fuori dalla scuola.
"Ora facciamo un angelo di neve!"
Ordinò lui convinto.
"Tu sei tutto andato, ci prenderemo un malanno senza il giacchetto." Rispose l'altro mentre si voltava per rientrare nell'edificio.
Ma Harry gli prese un braccio e si buttò con lui sulla neve. Draco si alzò di scatto. "È gelata deficiente!" Urlò e Harry rise iniziando a muovere gambe e braccia.
"Dai vieni è divertente!"
Disse prendendogli le gambe e facendolo cadere di nuovo.
"Facciamo alla svelta che mi congelo." Disse nascondendo un mezzo sorriso felice.
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Aprì la porta del negozio ridendo.
"Sei uno stupido! Ora se ci ammaliamo addio vacanze di Natale!" Disse Draco con le braccia incrociate al petto.
"Però è stato diverte ammettilo!" Esordì con un sorriso mentre faceva entrare il biondo.
"Sì, anche se il tuo angelo era accettabile." Disse il biondo con una finta smorfia schifata sul volto mentre raggiungevano il loro tavolo.
"Come accettabile? È un angelo di neve!" Rise il corvino togliendosi il giubbotto e sedendosi davanti al biondo.
"L'angelo di neve è un'arte! Non lo sapevi Potter?" Esordì lui guardandolo mentre si sedeva.
"No, questa mi mancava." Rispose ridendo.
Draco sorrise guardando fuori, la neve aveva ripreso a scendere lenta, i bambini giocavano con i padri a palle di neve e le madri si assicuravano che non si facessero male.
"Sono di già passati quattro anni?" Chiese retorico il corvino ed il biondo annuì voltandosi verso Harry.
"E i tuoi gusti in fatto di cioccolate fanno ancora schifo."
Disse prendendo il menù.
"So già cosa prenderai."
Disse con un ghigno beffardo. "Ah si?" Chiese retorico il corvino. "Sì, prenderai un ChockoExplosion alla fragola."
Disse convinto il biondo.
"Chissà come facevi a saperlo! Di certo non è il quarto anno di fila che succede!" Rise Harry.
"Volete ordinare?" Chiese una cameriera dagli occhiali spessi. "Sì, un ChockoExplosion alla fragola e una cioccolata classica con caramello." Ordinò Draco, la ragazza scrisse sul tablet l'ordine e se ne andò.
"Hai postato anche il selfie dell'angelo?" Chiese il biondo lasciandosi scivolare sui cuscini del divanetto.
"Sì, non so chi stia facendo tutto questo, però è divertente."
Chiarì con un leggero sorriso.
"Non ti piacerebbe scoprirlo?" Chiese Draco curioso.
"No." Rispose l'altro
"No?" Ripeté stranito il biondo.
"No. Perché è un Babbo Natale segreto, si mostrerà solo quando lo riterrà opportuno." Rispose con un sorriso.
"E se i regali smettessero di arrivare?" Draco si rabbuiò, lo sguardo rivolto verso la finestra e la voce aveva qualcosa di strano.
"Mi dispiacerebbe, grazie a quei regali mi sto divertendo con i miei amici e noi ci parliamo di nuovo." Rispose leggermente rattristato all'idea Harry.
"Già." Concordò secco Draco.
"Ecco a voi ragazzi." La cameriera di poco prima tornò con le ordinazioni, lasciò il vassoio sul tavolo e se ne andò.
"Al nostro incontro!"
Esordì Harry con la cioccolata in mano.
"Che tutto questo possa continuare per sempre."
Finì Draco prendendo la sua.
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