Capitolo 33 - L'ingresso del Labirinto.






*



Kenma's POV

A Kuroo sfugge una una risata, lieve e sommessa, anzi quasi appena accennata.
Socchiude gli occhi e manda un po' indietro la testa, lasciando che il suo pomo d'Adamo spinga molto più verso l'esterno.
Le sue corde vocali vibrano, e lasciano andare quella zona del suo collo in su e giù.

All'improvviso mi vergogno tremendamente, di me stesso e di quel che ho appena detto. Affondo il viso nel cuscino sotto la mia testa, per nascondere al corvino, decisamente divertito qui di fianco a me, il colore paonazzo che ho appena assunto.

<< Certo che ci sono Kenma...>> sorride lui, mentre prova a farmi uscire dal mio rifugio.

Come se la magia si fosse appena spezzata, come se fosse arrivata la mezzanotte e l'incantesimo di fosse dissolto, tutto quello che percepivo prima scompare.

Si solleva, per un momento il fardello che mi porto sulle spalle.
Il peso sul mio petto, il fischio assordante dentro la mia testa, quel senso di delusione e di tormento.
Il tremore delle mie mani, l'ardere dei miei occhi perennemente inumiditi dalle lacrime.
Quel dubbio viscido, di essere nel posto sbagliato, di star dimenticando qualcosa di importante da qualche parte.
Quella sensazione di inadeguato disagio.

Tutto si dissolve, con un sonoro schiocco.

Mi volto su un fianco, lasciando che Kuroo mi avvolga da dietro, mentre realizzo che non vorrei trovarmi in nessun altro luogo, se non qui dove sono, disteso nel letto con Kuroo.
Non vorrei sentire nessun altro suono se non quello della sua risata roca, la mattina appena si sveglia.

Come posso sentirmi fuori posto, se sono esattamente dove dovrei essere?

Improvvisamente, per effetto Kuroo, mi sento uno sciocco, per essermi preoccupato così tanto per quello che ha tutta l'aria di essere un sogno ad occhi aperti, seppur di pessimo gusto.

La mente umana, volubile ed estremamente delicata, ci mostra sempre quello che crediamo di voler vedere.

Sogniamo, quando ci addormentiamo o anche ad occhi aperti.
Sogniamo quando ci chiediamo dov'è l'inizio e quando, dandoci la risposta, comprendiamo di essere già in una realtà differente.

Me lo sono chiesto spesso ultimamente, quand'è che tutto questo è iniziato?
Lo sto cercando anch'io quell'inizio, quella scintilla che divampa fino a diventare fiamma, anche se non sono ben sicuro se vada ricercato nel momento prima di chiudere gli occhi o in quello immediatamente dopo averli riaperti.

Dov'è il confine, la linea di demarcazione che separa la realtà dal sogno?

Quand'è che inizia la mia coscienza e quando invece subentra in mio inconscio più profondo?

Sogniamo, tutti noi esseri umani, anzi tutti noi esseri viventi, ma per quale motivo, la nostra mente dovrebbe aprirci le porte di un luogo dove tutto è possibile?

Abbiamo davvero bisogno di sentirci invincibili, in un luogo sicuro, se poi quando ci svegliamo, quel che vediamo tutto è sbiadito?

Ha senso, vivere una vita che poi non siamo in grado di ricordare?

Eppure continuiamo a farlo, continuiamo ad abbandonarci a quella dimensione onirica, personale per ognuno di noi, spinti da una sorta di speranza di conforto.

La costante ricerca di un qualcosa di migliore, l'instancabile speranza umana.

Sogniamo, ci lasciamo andare a quella serie di reazioni elettrochimiche, che stimolano specifiche aree del nostro cervello. A volte sogniamo i nostri desideri rimasti inespressi, i nostri bisogni, il nostro vero io ed il più nudo tentativo di connessione con la nostra coscienza interiore.
Però, l'altro lato della medaglia si presenta buio, funesto, tetro, raccapricciante.
Ciò che vediamo, è una realtà distorta, un sentimento, un istinto, un pulpito, una paura.

Ed ultimamente io, ho solo paura.

È un grido disperato, quello che sento dentro di me, che mi implora, mi assilla e mi logora, di volgere lo sguardo su qualcosa che non vedo più.
Un bisogno che non riesco a soddisfare, anzi, che non so neanche di dover soddisfare.

Un istinto primordiale, che mi trascina, naufrago in questo mare in tempesta, e mentre cerco di risalire in superficie, una nuova onda si abbatte su di me, con più violenza della precedente.

Non si vede la terra all'orizzonte, non si vede il fondale sotto i miei piedi.

Ed ho paura, ancora.

Di non riuscire a superare la tempesta, di non trovare nessun appiglio, di non sentire più il calore della luce del sole sulla pelle.

Tremo al solo pensiero che tutto ciò che ho faticosamente costruito possa sgretolarsi, come un castello di sabbia costruito troppo vicino in riva al mare.

Sospiro.

Sognare dovrebbe essere un modo per fuggire da una realtà troppo opprimente; costruirsi una propria bolla sicura, dove le emozioni non colpiscono così forte.
I sogni dovrebbero essere quel mondo dietro lo specchio, dove sentirsi sicuri, dove rincuorarsi e sentirsi in qualche modo felici.

I miei sogni sono sempre stati anomali, distorti, angoscianti.

Non ho mai sognato veramente, ho sempre e solo avuto incubi, dai quali mi risvegliavo con più tristezza di quanta non ne avessi prima di addormentarmi.

Però... negli ultimi tempi...

<< Perché... preferiresti che io non ci fossi?>> mi stuzzica quel gattaccio.

Mentre nascondo il viso nel cuscino, non posso fare a meno di sorridere.

Come potrei mai desiderare di non avere al mio fianco Kuroo? Dovrei aver perso il senno del tutto, per preferire di star da solo, piuttosto che vivere sotto la luce che lui sprigiona.

Kuroo è cambiato nel corso degli anni, questo è vero, anzi a pensarci bene, da quel giorno le cose tra di noi sono mutate in modo quasi drastico.

Da quel giorno, quella lite, non riesco a dimenticare la luce di cui i suoi occhi infiammati di una rabbia sopita che stava esplodendo con forza, scintillarono.
Il modo duro e rabbioso, in cui serrava la sua mascella.
I suoi capelli sembravano più neri del solito, la sua espressione più grezza e meschina.

Le sue mani.

Quelle mani che adesso mi accarezzano dolcemente, quel giorno sono state aspramente aggressive, violente, incontrollabili.

Le sue mani, che si sono infilate sotto i miei vestiti, che hanno asciugato le mie lacrime, che hanno retto la mia testa, che hanno afferrato la mia spalla; le sue mani, mi hanno ferito non più di quanto non avesse fatto la sua lingua.

Quel giorno, la stessa bocca che successivamente mi ha baciato, mi ha urlato contro le peggiori maledizioni, mi ha torturato, mi ha schernito e mi ha abbandonato.

La sua lingua, tagliente ed affilata, mi sibilava di fianco, spargendo gocce di veleno tutt'intorno, che andavano mescolandosi con il sangue che perdevo dal naso.

E poi, Kuroo è cambiato ancora.

Da quel giorno, dopo quella lite tante cose hanno preso una piega diversa, tante porte che sembravano blindate, si sono spalancate e davanti a me, ed è apparso uno snodo di binari che si estende a perdita d'occhio all'orizzonte.

Non mi trovo al centro del labirinto, mi rendo conto di essere appena all'inizio e di essermi già perso.

Comprendo, dopo anni, che per quanto io possa sentirmi oppresso e spezzato, non riuscirei mai a fare a meno di lui.

E realizzo, inoltre, mentre tengo gli occhi serrati, di come io sia come pongo tra le sue mani.

Mi modella a suo piacimento, senza che io possa oppormi in qualche modo.

Se volesse, se solo realmente volesse prendersi qualcosa da me, potrebbe farlo senza la minima esitazione.
Potrebbe davvero prendermi, smontarmi e rimontarmi a suo piacimento.

Ed invece, sotto questo punto di vista sono io, con il potere di una singola parola, a modellare le sue azioni ed il suo modo di fare.

Da quel giorno Kuroo è decisamente cambiato.
Rivoltato come un calzino, da quella lite furiosa che abbiamo avuto, che adesso si comporta come un bravo ed obbedente micetto.

Ma qual è il vero Kuroo?

Quello che vedo o quello che voglio vedere?

E se ci fosse dell'altro? Qualcosa che, sta nascondendo, qualcosa che è sotto ai miei occhi ma è così ovvia, che non riesco ad accorgermene?

E se, fossi davvero nel posto sbagliato?

<< Se tu non ci fossi... non so che cosa ne sarebbe di me.>>

Sussurro alla fine, cercando di mandare giù l'ennesimo magone.

<< Come sei sentimentale stamattina gattino... stai cercando di farmi innamorare?>> ride lui, mentre torna a cingermi con le braccia, buttando il viso tra il mio collo e la mia spalla.

Un brivido tanto gelido quanto il suo fiato caldo, che mi arriva sul collo, mi scuote da capo a piede.

"Non è assolutamente il momento adatto e neanche il luogo."

O meglio, sono proprio il momento ed il luogo adatto, per qualsiasi cosa, solo che non voglio.

Le cose sono già abbastanza complicate per me, senza che io aggiunga ulteriore carne al fuoco, prendendo in considerazione anche la variabile "Kuroo e le sue voglie sessuali"  in questa stranissima equazione, che non riesco davvero a risolvere.

<< Non essere scemo.>> borbotto, tra un sospiro e l'altro, provando a divincolarmi dalla sua stretta, decisamente troppo equivoca per eliminare quella variabile appena citata.

Per quanto possa sforzarmi, Kuroo, appena sveglio, riesce bene a farsi sentire.

<< Dove vuoi andare?>> si lamenta, nuovamente al mio orecchio.

Tra noi cala un breve silenzio, nel mentre provo a pensare ad una risposta diversa e che non faccia rima con "sento la tua erezione contro la schiena.", che con mia sorpresa arriva anche con inaspettata rapidità.

<< A scuola.>>

Kuroo ridacchia nel stringermi ancora di più a se.

<< Ma quale scuola di Domenica, Kenma? Sei ancora addormentato per caso?>> sussurra.

Il mio viso si infiamma ancora una volta, nel sentire la sua voce estremamente vicina al mio orecchio.

Scuoto la testa per come meglio posso, raggomitolandomi più stretto possibile, per non lasciarlo insinuare più vicino di quanto già non sia.

<< Domenica? Ma ieri era...>> dico con un filo di voce.

<< Sabato, ed oggi è Domenica. Abbiamo tempo, per una mattina, possiamo restare... a meno che tu non voglia andare da qualche parte, in quel caso...>>

Mentre parla, con la voce più soffice che riesce a fare, una mano scivola sotto la felpa con la quale mi sono addormentato, facendomi nuovamente accapponare la pelle.

<< Kuroo, per favore...>>

La mia voce è così spezzata che difficilmente può essergli arrivata alle orecchie. In realtà penso che, neanche se gli avessi urlato, preso com'è adesso, mi avrebbe potuto sentire.

Deglutisco, cercando di nascondergli il mio imbarazzo.

Immagini di noi due, avvinghiati e nudi dentro al letto, mi scorrono davanti, facendomi serrare gli occhi allo scopo di scacciarle.

Non è ciò che voglio, eppure non trovo la forza che vorrei per oppormi.

Più cerco il coraggio di dirgli di smetterla e più lui, serpentino, continua ad insinuarsi sotto ai miei indumenti, accarezzandomi, scorrendo dovunque con le sue mani, indugiando proprio nei punti più sensibili.

Un sospiro, esasperato mi sfugge incontrollato, e senza neanche bisogno di voltarmi, posso immaginarlo sorridere.

Le mie mani, dapprima messe sotto il cuscino, scattano attorno all mia bocca, in modo quasi automatico.

<< Kuroo, dai... non... >>

<< E stai zitto Kenma...>> dice lui, prima di iniziare a mordermi sul collo.

I suoi denti affondano, come se fossero affilati nella carne, lasciandomi addosso una sensazione di fastidioso dolore e insopportabile piacere.

La mano che stava accarezzando con delicatezza prima, sembra quasi graffiarmi adesso.

In una situazione differente l'avrei per fino potuto trovare eccitante, ma c'è qualcosa in lui, nel suo modo di toccarmi e nel suo modo di baciarmi che mi mettono quasi paura.

<<K-Kuroo dai, ho detto di no...>>

La mano che prima teneva sotto la mia maglietta adesso risale, andando a tapparmi la bocca.

Un gesto inatteso, mentre mi tiene saldamente ancorato al suo bacino per la vita, che mi fa sbarrare gli occhi.

"Che cosa sta facendo?"

<<Ti ho detto di stare zitto. Non voglio sentire una lamentela in più.>>  dice con estrema freddezza al mio orecchio.

Nella sua voce seccata e senza una particolare tonalità, posso scorgere una punta di cattiveria e frustrazione.

La paura mi immobilizza, completamente da capo a piede, mentre tutti i suoni iniziano a diventare più ovattati, facendomi arrivare solamente l'eco delle sue parole taglienti ed il martellare del mio cuore.

<< Smetti di piangere.>> torna a dire Kuroo, mentre preme ancora più forte la sua mano contro la mia bocca.

Consapevole che il suo comportamento di adesso mi ha completamente paralizzato, con la mano con la quale mi cingeva la vita, mi abbassa i pantaloni.

Vorrei urlare.

Vorrei urlare ma credo di aver appena perso la voce.

<<Dopo tutto quello che faccio per te, continui a piangere come un bambino ed è così seccante!
Dopo tutto quello che ho sempre fatto per te, il modo in cui mi sono sempre sacrificato per te, in cui ti ho sempre protetto... te le sei dimenticate queste cose?>>

Lentamente la presa sulla mia faccia si allenta ed io mi sento di poter tornare a respirare.

<< K-Kuroo... per favore...>> dico, cercando di fermare i tremori che mi scuotono dall'interno.

<< Ti ho già detto che non voglio sentire la tua voce piangere.>> il tono della sua voce, già abbastanza duro, si alza un po', per ricordarmi quanto spaventoso possa essere quando si arrabbia.

Non ho il coraggio di  guardarlo in faccia, perché temo di vedere qualcuno che non sono in grado di riconoscere.

Che cosa gli è preso adesso?
Perché si sta comportando in questo modo?

Le sue mani mi sollevano una gamba, mentre l'altra che resta sul materasso, mi viene immobilizzata dal peso del suo corpo che si avvicina a me.

<< Dopo tutto quello che ho sempre fatto per te...mi aspetto che tu adesso mi faccia divertire, e mi sembra il minimo. Hai capito?>>

Il silenzio tra di noi è scandito dal solo, estremo, battere del mio cuore.

Non riesco a pronunciare una singola parola per quanto sono terrorizzato da quello che sta succedendo.
Stringo gli occhi più forte che posso, mordendomi il labbro inferiore con forza, pregando dentro di me che tutto finisca presto.

Giusto qualche secondo fa, credevo di essere io ad avere il controllo, ed invece adesso sono inerme, completamente atterrito.

Mi sento svuotato, mi sento davvero come se non valessi più di questo.

Vorrei dirglielo, che mi rendo conto che lui per me ha fatto tanto, e che forse non avrei dovuto spingermi oltre quella soglia se non ne avessi voluto voglia la primissima volta.
Vorrei scusarmi mille volte e vorrei poter tornare indietro, per non iniziare qualcosa che non ho mai avuto intenzione di finire.
Vorrei dirglielo, che forse c'è un'altro modo che questo, adesso, fatto da lui, potrebbe finire per spezzarmi più di quanto io già non sia.

Io mi fido di Kuroo, sono sicuro che adesso inizierà a ridere dicendo che era solo uno scherzo di pessimo gusto, e si fermerà.

Un dolore al basso ventre, improvviso ed elettrico, mi si espande dentro. Tutti i miei muscoli si irrigidiscono, mentre mi sento sul punto di rompermi in mille pezzi.

Non può essere vero...

Non sta succedendo davvero...




<< Kuroo ti prego... fa male... ti prego...>> la mia supplica non sembra raggiungerlo, poiché continua con forza a spingersi contro di me.








<< T-TI PREGO...>>







<<Kuroo...>>









Ma lui non risponde.






























<< KUROO... KUROO...>>

Stringo il cuscino sotto la mia testa con forza, mentre una figura appare rapidamente e goffamente sulla soglia della porta della camera da letto.

<< Kenma! Cosa?!>>

La figura, di cui ancora non riesco bene a distinguerne i contorni sembra avere il fiatone.
Vedo il suo petto nudo alzarsi ed abbassarsi irregolarmente, mentre la sua voce risulta asciutta per lo spavento.

<<Stai bene?!>>

Con difficoltà la metto a fuoco, sbattendo ripetutamente le palpebre, sentendomi la testa pesante all'improvviso.
Una pressione mi opprime sulla parte superiore, mentre una morsa si stringe attorno le mie tempie pulsanti.

Il mio respiro è mozzato, il cuscino che sto stringendo e mordendo al contempo è inzuppato delle mie lacrime e saliva.

Con un balzo, la persona che era in piedi sulla soglia della porta è già di fianco a me, che mi accarezza la fronte.

Quel tocco mi fa ritrarre spontaneamente, mentre stringo gli occhi per non vedere il viso di questo punto informe rosa e nero.

<< Ehi... Kenma... guardami, che cosa c'è?>>

" È la voce di Kuroo... ma lui fino a poco fa era..."

<< S-sei tu?>> dico tremante, senza ancora riuscire a placare il mio batticuore e questa sensazione di panico mista a confusione.

<< Certo che sono io, micetto, chi altri sennò? Guardami avanti...Va tutto bene, tranquillo.>>

La voce di Kuroo mi esorta ancora, con gentilezza ad aprire gli occhi.
Ma io, posso fidarmi di quello che vedrò, una volta aperti gli occhi?

<< Ehi... tranquillo, ti senti bene?>> chiede nuovamente, mentre lo sento che si sporge su di me.

Delle goccioline iniziano a cadermi sul viso e sulla testa.
La sorpresa è così grande che gli occhi mi si aprono automaticamente.

Kuroo è in ginocchio accanto al mio lato del letto, con il corpo imperlato di tutta quella che ha l'aria di essere acqua.
I suoi capelli completamente bagnati, gli ricascano sul viso e mi stanno sgocciolando addosso.

Il suo viso è estremamente teso, forse spaventato.

Le mie mani si muovono da sole, tremolanti ad accarezzare, con esitazione il suo viso umido.

Il contatto delle mie dita con la sua pelle mi aiuta a calmarmi un po'.
Kuroo porta le sue mani sulle mie, sulle sue guance, e mi rivolge uno di quei suoi sguardi tanto intensi quanti indagatori.

<< Stai bene?>>

Annuisco appena, mentre mi tiro su, in una posizione seduta.

Anche Kuroo si siede sul letto, di fianco a me, e solo in questo momento mi rendo conto che è completamente nudo, se non fosse per una tovaglia che gli cinge la vita.

<< Tu... sei...>> sussurro, osservando incredulo il suo corpo.

Era nella doccia?

Ma io credevo che...

Fino a poco fa lui stava...

<<Te l'ho detto che sarei andato a farmi una doccia e che dopo che anche tu l'avresti fatta, saremmo andati a fare colazione fuori...>> dice con calma, facendo qualche pausa.

<< Ti ricordi?>>

No.

Non me lo ricordo.

Non è mai successo.

Annuisco nuovamente, prendendo un profondo respiro.

<< Hai avuto un altro incubo? Ti ho lasciato sveglio... ti appisoli davvero in fretta ultimamente...>> continua lui con disinvoltura.

Intanto che parla si passa le mani nei capelli, mandandoseli tutti verso dietro, per cercare di non bagnare ulteriormente il letto.

<< Scusa.>> gli dico, stringendomi nelle spalle ed abbassando lo sguardo.

<< Non ti devi scusare. Mi vesto adesso, perché non inizi ad andare in bagno? >> chiede lui, aiutandomi ad alzarmi dal letto.

Mi dirigo in bagno con qualche difficoltà, sotto lo sguardo attento di Kuroo, ma mentre faccio per chiudermi la porta alle spalle, il corvino si mette in mezzo.

<< Kenma, sicuro di stare bene?>> dice, osservando con attenzione ogni dettaglio del mio viso, alla ricerca di un qualsiasi segnale che potesse risultare in contrasto tra la mia espressione e le mie parole.

Ma io ho sempre questa faccia così a pezzi ultimamente, che adesso è difficile capire cosa ci sia di diverso dal solito.

<< Mh, sto bene.>> rispondo piano, cercando di chiudere la porta.

Lui mi lascia fare, anche se esita anche secondo davanti ad essa, prima di farmi sentire i suoi passi che si dirigono verso la camera.

Sospiro, appoggiando la testa contro la porta e chiudendo gli occhi.

Le mie mani corrono subito a stropicciare tutto il mio viso.

Di nuovo quella sensazione di essere fuori posto, di essere dove non dovrei essere.
Ancora una volta, quel dubbio di non star viaggiando sui binari a me prefissati.
Mi sento davvero confuso, come se nella mia testa coesistessero due versioni di una stessa scena.

A quale devo credere?

"Devi solo avere fiducia."

Queste parole mi tornano in mente, anche se non riesco a ricordare il suono della voce della persona che le aveva pronunciate.
Oltre a non ricordare neanche il quando le abbia pronunciate.

Dovrei solo avere fiducia.

Ma la domanda a questo punto è: in che cosa?


Io non so se ne sono più in grado.





Angolino Autore:

Stelline

Rieccomi qua, dopo non so quanto tempo.
Spero non mi detestiate troppo, per essere davvero così inaffidabile ultimamente con le pubblicazioni.

T_T

Mi inchino 10 volte per scusarmi.

Iniziamo con il dire che MI MANCATE CHE CAVOLO!

❤️❤️❤️❤️

È stata una pubblicazione un po' massiccia questa, 3 capitoli (anzi 2, essendo che uno è molto molto breve per gli standard degli altri.) che spero seppur un pochino possa farmi perdonare.

Un pochino pochino sono perdonata? *-*

Andiamo un po' con ordine, come sempre:

Come state?

Come vanno le vostre settimane?

Io sono sommersa di lavoro da fare, davvero non so neanche più com'è fatta la luce del sole... non che ce n'è sia molta ultimamente, essendo che non fa altro che piovere (almeno qui da me.)

Tra il lavoro e lo studio, sto un po' impazzendo.

Si nota, che sono abbastanza stressata da questi capitoli? AHAHAH

Mi è stato detto: SONO TROPPO OSCURI.

Scusate, che vuol dire oscuri?
No seriamente, che vuol dire?

Ho provato a chiedere alla persona che, CON GENTILEZZA, legge tutte le mie malsane idee, e la sua risposta è stata:

- Sta andando in una direzione che non mi aspettavo, e quindi è oscuro.

Ma io sono ancora confusa.
Siamo in tanti a quanto pare, io che non capisco cosa voglia dire " capitoli oscuri" e tutti quelli che si chiedono " CHE STA SUCCEDENDO?"

Tornando ai capitoli:

Come vi sembrano: SI/NO?

Cosa ne pensate? Vi convincono?

È leggermente più chiara la situazione, o il filo logico esiste solo nella mia testa?

Ditemi un po' le vostre sensazioni/ opinioni, che MI SIETE MANCAT* TANTISSIMO T___T

Vi ripropongo la stessa questione del capitolo precedente: quali e quante domande vi sono sorte?

Vi annuncio che tra stasera e domani ne uscirà un altro, e che dalla prossima settimana conto di pubblicare con più regolarità, almeno settimanalmente.

Ci crediamo?

Io un po' no, ma farò di tutto per farlo!

Bene, mi sono dilungata più qui dentro che nel capitolo stesso, quindi vi saluto

❤️

Lavienne

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