Capitolo 31 - Il Serpente.





Niente.

Qui non c'è niente.

Pace.

Silenzio.

È la prima volta che avverto queste sensazioni, così intensamente, attorno a me; o forse dovrei dire dentro di me?

È tutto così tranquillo.

Quand'é iniziato questo confortante ed avvolgente silenzio?

Mi sembrava di sentire i passi di qualcuno.

Devo essermelo immaginato.

Non c'è nessuno qui.

Sono da solo e mi sento così sollevato.
Sto così bene.

Credevo ci fosse qualcosa che si muovesse, da qualche parte.

Ma non c'è niente qui.

È tutto così quieto, taciturno.

Neanche l'assenza di rumore in questo posto risulta assordante e fastidiosa.

Pace.

Mi sento in pace.
Sono la pace.

Mi sembra di aver finalmente imparato a respirare, a pieni polmoni.

L'aria ha sempre avuto quest'odore?
È sempre stata così buona, da sapere di libertà?

Credevo di essere indeciso, se restare qui o tornare indietro per cercare quel qualcosa che se ne stava da qualche parte, ed invece sono felice di trovarmi proprio nel posto in cui sono ora.

Ho deciso di restare.

Del resto non sento il bisogno di essere altrove, se non qui.
Sto bene, qui.

Tutto tace, tutto è inerme e quieto.

Se mi concentro, posso sentire i respiri della terra sotto di me e del cielo, sopra di me.

Se presto attenzione, tutto quello che sento è il rumore della mia anima che, finalmente ha trovato la sua melodia da far risuonare perpetua.

Non mi acceca, non mi assorda, non mi ammutolisce e non mi soffoca.

Piuttosto mi culla, mi accarezza, mi libera e mi accetta.

È un posto meraviglioso.
C'è una quiete assoluta.

Le emozioni non hanno una forma precisa, così come i miei pensieri.
Si mescolano tra sensazioni che provo e che osservo nel contempo.
Vorticano, assieme al mio avanzare, in questa oscurità così radiosa.

Lo sto vivendo o lo sto guardando?

Non ha importanza, neanche questo.

Non mi ferisce, questo stato in cui mi trovo.

Penso, che forse sono nato proprio per trovarmi qui in questo momento e sentire tutto quello che sto sentendo.

Il Tutto ed il Niente, che assieme danzano e si fondono, originando questo posto.

Mh...

Suona così familiare e così incredibilmente nuovo.




Suona... familiare?
























Il Tutto ed il Niente...























Chi lo diceva sempre?


























Chi è che diceva questa frase?


























Chi è che credeva nel Tutto e nel Niente?



























C'era qualcuno... un tempo...
























O forse no.

























<< Kenma...io... mi dispiace.>>


















Si ferma, qualcosa, da qualche parte dentro di me e al di fuori di me, semplicemente si ferma.



Chi è?









Chi l'ha detto?












Quando l'ha detto?













C'è del dolore in questo sussurro che mi raggiunge dove dovrebbero essere le mie orecchie.







Chi sta soffrendo?







In un posto del genere, così lieve e calmo, a chi appartiene una voce così tremante?



<< Kenma...>>




Non è possibile, qui non c'è nessuno.



Questo sussurro, soffocato ed esitante, mi raggiunge ancora, riecheggiando tutt'intorno, sfumando fino a scomparire del tutto.

Vorrei guardarmi intorno ma non riesco a distogliere lo sguardo dalla buia direzione che ho davanti a me.

Vorrei...











<< Kenma...>>
























Questa voce...
























...io l'ho già sentita...



















Il suo eco s'interrompe.


Così com'è iniziato, quel sussurro smette di attraversarmi da parte a te.

Tutto torna alla pace ed al silenzio.

E allora perché mi sento così fuori posto adesso?

Perché sono così inquieto?










<< Vedrai, le cose si sistemeranno...>>

Qualcun altro, parla.

È una voce nuova, diversa da quella precedente.
È una voce calma ed un po' apatica, che si sposa perfettamente con il luogo in cui sono, o forse siamo, immersi.

Chi è?


La sua voce è così serena, rassicurante, tranquilla.


<< Devi solo avere fiducia.>>



Fiducia.




Per chi?








A chi lo sta dicendo?
C'è qualcuno che ha perso la via e la speranza?











Qualcuno si è perso, completamente.
Ma è impossibile, qui non c'era nessuno.





















Un'immagine sfocata, distorta, come se la stessi osservando attraverso un tremolante specchio d'acqua, si forma dal nulla.

In un punto buio, qualcosa si accende e, l'immagine appare.

Ci sono immerso dentro e come al solito l'osservo anche da lontano.

C'è qualcuno, proprio dove credevo che non ci fosse nessuno.














Chi sei?























Sei spaventato?
Tu che piangi nell'angolo, mentre ti reggi la testa.

Sei triste?
Tu che stai tremando, da capo a piede, mentre una mano si posa sulla tua spalla per farti forza?

Che cosa ti è successo?
Tu, che stringi i tuoi pugni e mordi con forza il tuo labbro.


Tu che sei sbiadito, davanti a me.


Tu, che parli ma che la tua voce non riesce ad arrivarmi.


Tu, che stai soffrendo, seduto su una sedia in mezzo al nulla.




Tu, che hai le mani arrossate e piene di ferite, che cosa stai facendo?












Chi sei?


















Alza il viso.

Lasciati guardare.


















<< Devi essere forte.>>

Devi essere forte, ti dicono.
Hai sentito?

Perché scuoti il capo?

Perché sei così rassegnato e tormentato?

Tu... che ti prende?





















<< Kenma... io... mi dispiace.>>




















Ancora quella voce, ricolma di disperazione risuona tutt'intorno.

Mi lascia senza aria, a boccheggiare, in cerca di qualcosa che non mi ferisca i polmoni.

Mi si stringe intorno alla gola, quella voce, con forza, serrando le sue spire attorno a dove credo che ci sia il mio collo.

Un serpente, enorme striscia nella mia direzione.
È già qui, mi sta sta intrappolando e sibila con la sua lingua velenosa a pochi centimetri dal mio viso.

Le sue squame bianche risplendono, di una strana luce tetra, in mezzo a questa oscurità.

Risale su di me, dove dovrebbero essere le mie gambe, sinuosamente il suo strisciare m'incanta, e resto lì mentre mi avvolge sempre più strettamente tra le sue spire.

Le mie braccia, la mia vita, il mio collo.

Ogni punto di me rabbrividisce sotto il suo corpo.

Ogni parte di me si piega.

Mi risucchia, mi inghiotte, mi mastica e con disprezzo mi sputa.
















<< Kenma...>>















Chi è che parla?

Alza il viso, lasciati guardare...

Lasciati riconoscere.

















Ma qui, non c'era nessuno, poco fa.

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