Capitolo 3 - Legami Indivisibili o quasi.
Settembre, Tokyo.
Kenma's POV
La scuola era immersa nel silenzio, erano le 19:45 e tutti gli studenti stavano andando via, i club scolastici avevano terminato le loro attività.
La biblioteca era chiusa così come la segreteria scolastica.
Non c'era nessuno nei corridoi, e i miei passi rimbombavano nell'oscurità di quelle aule chiuse.
Quasi senza accorgermene, ho rimesso le cuffiette in posizione.
Con le cuffie nelle orecchie i miei passi mi arrivano ancora più ovattati.
Osservo le aule vuote e tetre, tutte le luci sono spente, tranne quelle di un'aula infondo.
Sento un ridacchiare sommesso, un indistinto rumore di qualcosa che si appiccica, insieme a dei respiri abbastanza affannosi.
Tolgo d'istinto le mie cuffie e man mano che mi avvicino all'aula in questione, i rumori che provengono dal suo interno si fanno decisamente più chiari.
La porta è semi aperta, un solo fascio luminoso interrompe la monotona oscurità nella quale mi trovo.
Mi fermo giusto un attimo prima di poter spiare all'interno.
L'inconfondibile suono della sua voce mi fa gelare sul posto.
"Non è possibile."
Una parte di me vorrebbe scappare via, chiudersi in camera e non vedere mai più la luce del sole.
Un'altra parte di me, mi spinge a controllare con i miei occhi quello che la mia testa ha già immaginato.
"Ti stai sbagliando, sicuramente ti stai sbagliando."
Come spinto da una forza estranea al mio corpo, mi sporgo quel poco in più che basta per guardare all'interno dell'aula.
Su una delle cucine, prona, con la gonna della divisa sollevata c'era Rika.
Teneva le mani sulla bocca per non fare troppo rumore, i suoi occhi erano chiusi e arrossati.
In piedi dietro di lei,-che con una mano la teneva per il bacino mentre con l'altra le tirava leggermente verso dietro i lunghissimi capelli neri,-c'era Kuroo.
I suoi pantaloni erano poco calati e spingeva con violenza il suo bacino, tra le gambe di una Rika in preda all'estasi.
La finestra posta esattamente difronte alla cucina, mi permette di osservare il viso di Rika e, per un brevissimo istante, mi permette anche di incontrare lo sguardo soddisfatto di Kuroo.
I suoi occhi scintillano, fissi dentro ai miei, di una luce folle di eccesso ed esaltazione.
Non riesco a trattenermi un secondo di più alla vista di quella scena disgustosa.
Indietreggio quel po' che basta per interrompere quel contatto visivo.
Corro via, senza preoccuparmi di far rumore o meno e senza interrogarmi se io sia stato visto, anche da lei.
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, mentre il cuore mi martella nelle tempie.
Stremato, sono già al cancello scolastico.
Mi appoggio sulle mie stesse gambe per cercare di riprendere fiato.
La testa è un turbine di pensieri confusi:
"Non mi interessa, non era qualcosa che si presupponeva io vedessi."
"Kuroo, lurido porco, avevi promesso di non fare sesso con lei."
Non riesco a fare a meno di sentirmi turbato da quanto visto.
Non dovrei sorprendermi, non dovrei sconcertarmi per quanto appena appreso, eppure eccomi qua a tremare come una foglia.
Kuroo è fatto così ed io lo sapevo.
Kuroo si è sempre comportato così con le donne: le prendeva, le seduceva e poi le scopava, in qualsiasi posto si trovasse.
E a loro è sempre andato bene.
Lo hanno sempre accolto dentro di loro, non importa dove e non importa come.
Sembrava facessero a gara per chi riuscisse a farselo prima.
Erano entusiaste di farsi trattare a quel modo.
Adoravano aprirgli le gambe, nella speranza che anche il suo cuore si sarebbe aperto con esse.
Peccato che non sappiano che il cuore di Kuroo, non passa per quello che ha tra le gambe.
Il fatto che faccia sesso con loro non implica che lui provi sul serio qualcosa.
Ma allora se sono così consapevole, perché sto tremando di rabbia?
Perché sono così terribilmente disgustato da quello che dovrebbe essere il mio migliore amico?
Ho sempre saputo cosa faceva con le ragazze, poiché non si è mai risparmiato nei dettagli; ma un conto è ascoltarlo distrattamente, un conto è vederlo con i miei occhi.
Perché Rika, tra tutte?
"Perché proprio lei?"
Non mi da fastidio, non è questo.
Mi sento tradito, poiché lui aveva promesso di non provarci più con lei.
Ne ero sollevato, che almeno lei non si fosse aggiunta alla lunga lista delle ragazze passate sotto Kuroo.
Mi siedo a terra, riprendendo piano il controllo del mio respiro.
Come può fare una cosa del genere con tutta questa leggerezza?
Un brivido mi corre lungo la schiena:
"E se lo avesse fatto di proposito a far parlare Nobuyuki e Morisuke, sapendo che io avrei di sicuro ascoltato?"
Ma non è possibile, Kuroo non farebbe mai una cosa tanto cattiva.
A che scopo poi?
Perché farmi vedere che aveva infranto una promessa con tanta leggerezza? Semmai avrebbe dovuto cercare di nasconderlo...
Vero?
Sento il peso del dubbio insinuarsi dentro di me e opprimermi sul petto.
Finora non avevo mai dubitato di lui e del nostro rapporto.
Mi sono sempre fidato di Kuroo, a prescindere se quel che combinava io lo condividessi o meno.
Non aveva mai fatto qualcosa al solo scopo di ferirmi, anche se in questi anni le liti tra di noi non sono mancate.
Più che liti, ogni tanto succedeva che io gli dicessi:
<<Non mi interessa Kuroo, fa come vuoi.>>
E lui rispondeva sempre con:
<<Adesso perché ti stai arrabbiando con me? Non voglio litigare.>>
Credevo che il nostro rapporto fosse del tutto cristallino, Kuroo era così come io vedevo e finora l'ho sempre accettato.
Ma non aveva mai fatto qualcosa con cattiveria nei miei confronti.
Sentivo di non riconoscere più la persona che per tutti questi anni mi era stata accanto.
<<Oya, grazie per avermi aspettato Applepi.>>
La sua mano si posa sulla mia spalla, facendomi trasalire.
La sua voce ferisce i miei timpani.
Il suo viso, così rilassato e sorridente, -che potrebbe ingannarmi che tutto sia sistemato, se solo non lo avessi visto incazzato come una furia poco fa-, mi fa rabbrividire.
"Vuoi davvero giocare a questo gioco, Kuroo? Vuoi davvero fingere?
Perfetto.
Vedremo chi tra di noi, è più bravo."
In silenzio mi alzo, infilando nuovamente le cuffie nelle orecchie e iniziando a giocare.
Senza prestargli attenzione e neanche uno sguardo, ci avviamo per andare a casa.
Lo vedo prendere più volte il cellulare dalla tasca, non posso fare a meno di immaginare che sia Rika che gli confessa di aver atteso quel momento da tantissimo tempo; che ora si sente molto più coinvolta nei suoi confronti.
Come del resto fanno tutte quante, dopo che Kuroo se le è scopate, tutte quante sentono una strana connessione sentimentale.
Tutte quante iniziano a vedere il mondo rosa, pieno di fate ed unicorni.
Per questo le detesto con tutto me stesso: come fanno a non capire che Kuroo non metterà mai più gli occhi su di loro?
Come fanno a vivere in un mondo incantato dopo che si sono appena concesse a qualcuno che non le amerà mai?
Kuroo mi guarda di sottecchi, mi accorgo di avere il suo sguardo su di me, ma non ho nessuna voglia di guardarlo in faccia.
I suoi occhi sembrano diversi ora, eppure non riesco a fare a meno di ricordare quella scintilla di prima.
Arriviamo a casa in silenzio.
Il farming su DragonQuest XI è stato davvero intenso: ho scaricato tutta la mia rabbia su questo aspetto del gioco.
<< Sali pure, vado a prendere Zelda.>> dice Kuroo, rallentando il passo.
<<Vado io.>> dico, senza staccare gli occhi dallo schermo.
Kuroo mi guarda confuso.
<<Stai davvero dicendo che vuoi far qualcosa da solo senza delegare me ?>> chiede, sghignazzando.
Busso alla porta della signora Matsuda, la quale mi invita ad entrare per aiutarla a recuperare Zelda, che sgambettava tranquilla sul tira graffi di Kimbo, - il gatto della signora Matsuda-.
Recuperata Zelda torno a casa mia.
Kuroo è già in casa, in bagno che si lava le mani.
Lascio libera la mia gatta, la quale va subito sul mio letto.
Mi siedo in cucina, con le gambe appoggiate al petto, continuando in silenzio a giocare.
Kuroo entra, so già che sta per dirmi di abbassarle, mentre si mette di spalle a preparare da mangiare.
<<Abbassa quelle gambe.>> lo sento dirmi, attraverso la musica abbastanza alta del mio videogame.
Fingo di non sentirlo, lui spazientito si avvicina e si poggia con una mano sul tavolo, facendomi cenno di togliermi le cuffie.
È la prima volta che ci guardiamo negli occhi dopo quanto successo.
Non c'è un velo di esitazione o rammarico nei suoi occhi.
"Riesci a nasconderti proprio bene, Kuroo."
<<Abbassa le gambe Kenma, quando stai in cucina.>>
Per tutta risposta mi infilo nuovamente la cuffia.
<<Non ci penso proprio.>> sussurro.
<<Che cosa hai detto?>> lo vedo sollevare un sopracciglio, confuso.
<<Ho detto: non ci penso proprio Kuroo.>>
Lui sorride visibilmente infastidito.
Ci vuole davvero poco per provocare Kuroo.
"Che farai questa volta? Mi dirai che non hai voglia di litigare o andrai fino in fondo?"
<<Si può sapere che cosa ti prende? Perché sei arrabbiato con me?>> inizia lui, voltandomi le spalle e appoggiandosi al lavello.
<<Ma io non ho nulla, Kuroo. Sei tu quello che non ha fatto altro che urlarmi contro.>>
Gli dico distrattamente, mentre continuo a giocare.
Non ho bisogno di vederlo in viso per capire che lo sto facendo innervosire.
<<Era diverso. Era per la pallavolo, lo sai che vorrei che ti impegnassi...>>
<<Questo è il mio gioco, se non ti piace mettimi in panchina, capitano.>>
Sbatte un pugno sul piano della cucina, facendo cadere un recipiente con dei mestoli, appoggiato li sopra.
L'improvviso rumore mi fa sobbalzare.
Alzo gli occhi per vedere che cosa stia combinando; anche lui si volta a guardarmi furente di rabbia.
<<Che cosa stai cercando di fare stasera?>> mi dice trattenendosi appena.
<<Non lo so, dimmelo tu, che stiamo cercando di fare stasera?>>
Abbasso nuovamente gli occhi sul mio videogame.
<<MA COME PRETENDI CHE POSSA PARLARTI SE STAI SEMPRE A GUARDARE QUEL CAZZO DI GIOCO ?!>> sbatte un altro pugno sul tavolo.
Trasalisco di nuovo, togliendo solo le cuffie dalle orecchie e mettendo in pausa.
Lo guardo in silenzio.
<<Non volevo urlare ma tu... lo stai facendo di proposito e non capisco...>>
<<Kuroo stai facendo tutto tu. Sbrigati a preparare la cena che ho fame.>>
Ed ecco le fiamme che si accendono nei suoi occhi.
Ecco che scollega il cervello ed inizia a perdere il controllo di se.
<< È TUTTA COLPA TUA KENMA, QUANDO C'È QUEL RAGAZZO TU DIVENTI UN' ALTRA PERSONA E QUESTA COSA MI MANDA IN BESTIA.>>
"Ah."
<< Ma si può sapere di che cosa stai parlando? Io non ho fatto niente... mi stai urlando contro PER NESSUN MOTIVO.>> replico, infastidendomi.
<<SEI TU CHE NON VEDI IL MOTIVO PERCHÉ QUANDO NON HAI LA FACCIA SU QUESTO AFFARE DI MERDA STAI GUARDANDO IL CULO DI HINATA.>>
Questa ha fatto male.
<< IO NON GUARDO IL CULO DI NESSUNO KUROO, NON SONO DI CERTO COME TE.>>
<<No infatti, in anni che ti conosco non sono mai riuscito a darti un abbraccio ed oggi quel tipo dal nulla ti ha stretto tra le sue braccia e tu SEI ARROSSITO... CAZZO KENMA SEI ARROSSITO.>> continua a sottolineare le parole con velenosa precisione.
<<Non sono affari che ti riguardano.>> rispondo, mentre sento gli occhi pizzicarmi per le lacrime.
È vero, ma non voglio sentirlo detto da lui.
Non voglio ripensare al fatto che ho provato qualcosa nel mentre Shoyo mi stringeva a sé.
Sto cercando di dimenticarlo e Kuroo non mi aiuta per nulla in questo momento.
<<Mi riguarda eccome, perché io non sono mai riuscito a fare una cosa del genere.>> riprende.
Non rispondo.
<<O forse io non sono abbastanza scemo da potermi permettere di darti un abbraccio a quel modo. Cos'è Hinata ti ha fatto eccitare? Te lo vorresti scopare? Ti sei immaginato al posto di Kageyama?>>
Scatto in piedi, con gli occhi lucidi per la vergogna e la rabbia.
<<ADESSO BASTA KUROO. NON SONO TUTTI DEI CAZZO DI ANIMALI COME TE. CHE COSA VUOI CHE FACCIA? CHE MI METTA CURVO MOSTRANDOTI IL CULO ANCHE IO? COSÌ CHE PUOI VENIRE SBATTERMI ED ANDARTENE COME HAI SEMPRE FATTO... COME SE FOSSI RIKA?>>
Le mie parole lo colpiscono in pieno petto .
Un sonoro e doloroso schiaffo nel viso del suo orgoglio.
Mi siedo, nuovamente.
<< Non osare Kenma...>> ringhia lui, stringendo i pugni.
<<Perché? Perché Kuroo? Non era questo quello che volevi mostrarmi? Tu vai e prendi qualsiasi cosa, come un barbaro. Come hai sempre fatto del resto.>>
Kuroo muove un passo verso di me.
<< Non è come...>>
Lo zittisco subito iniziando a parlare sopra di lui.
<<No Kuroo, non ci provare. Non dirmi che non era come sembrava... che non è come penso perché è esattamente come sembrava e come penso. Era esattamente tu che te la scopavi su una cucina Kuroo.>>
Mi sento pervadere da un senso di delusione profondo.
Kuroo dal canto suo è furente di rabbia.
<<E QUINDI? Si me la sono scopata ... due volte se proprio lo vuoi sapere. Che hai intenzione di fare a riguardo?>>
Mi urla in faccia, a pochi centimetri dal mio viso.
<<Niente Kuroo. Posso solo provare disgusto per te e per lei.>>
I suoi occhi di fuoco mi fecero scottare.
Mi ero avvicinato un po' troppo alle fiamme ed ero finito per bruciarmi.
Con un solo gesto mi solleva dalla sedia, prendendomi dal colletto della maglia.
Mi scaraventa a terra con tutta la sua forza.
L'impatto con il terreno è violento.
Il mio naso incontra il pavimento in un modo che non avevo di certo immaginato: inizia a sanguinare.
La testa mi da un leggero capogiro mentre cerco di rialzarmi.
La mia console cade, con un sonoro crack.
Posso vedere come lo schermo va in frantumi, assieme a quella che credevo essere la mia amicizia con Kuroo.
Il fuoco dentro di lui si spegne ed indietreggia un momento, per poi preoccupato, lo vedo provare a tendermi una mano.
"Credi davvero che io adesso possa afferrare la tua mano?"
<<Kenma... io... mi dispiace...>>
<<Forse è meglio che te ne vai Kuroo.>> dico mentre mi chino, con mani tremanti, per raccogliere la mia console, e i pezzi che si sono staccati da essa.
Kuroo resta un po' interdetto, fermo sul posto, con le mani che sono nuovamente serrate in un pugno.
<<Avanti... ti ho chiesto scusa...>>
<<HO DETTO FUORI KUROO.>> questa volta sono io ad urlare, con tutto il risentimento che ho in corpo in questo momento.
Con gli occhi carichi di lacrime ed il naso che ancora mi sanguina un po'.
Non riesce a sostenere il mio sguardo.
Abbassa il capo, raccoglie le sue cose e si chiude la porta di casa mia alle spalle.
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