Capitolo 27 - Ricordi.
*
Kenma's POV
Restiamo così, stretti l'uno all'altro per un tempo imprecisato, scandito solo dai nostri respiri che si fondono e si mescolano.
Il fiato, sofferente che esce dalle narici di Kuroo, oltre il mio collo, mi riscalda.
Non è una sensazione che riuscirei a descrivere diversamente: dovrebbe spaventarmi vederlo così, essendo che è la primissima volta, dopo anni, che lo vedo in questo stato; eppure, mi sento rincuorato da questa scena.
Se anche uno come Kuroo va in pezzi in questo modo, allora io mi sento un po' meno patetico.
Se la persona di cui ho sempre ammirato l'ombra proiettarsi sul pavimento ai miei piedi, mi mostra la luce che fa nascere quelle forme, allora perché averne paura?
Se anche la sua schiena che è sempre stata così lontana dalle mie dita tremolanti, adesso si lascia afferrare, allora forse è giunto il momento in cui i nostri passi andranno alla stessa velocità?
Ho sempre pensato che Kuroo non fosse nato per provare emozioni tanto spregevoli, tanto luride, in grado di piegare il suo animo così forte e irruento.
Ma se questo accade anche ad uno come lui, allora non siamo poi così diversi, come credevo.
Credevo che l'unico ad essere schiavo e sporco di sensazioni tanto viscide, fossi solo io: ma adesso è Kuroo, quello a cui sto reggendo la testa, mentre lo sento sospirare lacrime di cui non conosco l'origine.
Improvvisamente non mi interessa più neanche il mio senso di smarrimento, dovuto al non riuscire a ricordare gli avvenimenti del pomeriggio.
Non mi interessa più neanche comprendere la ragione per la quale, mi ritrovo le mani fasciate.
E non voglio neanche sapere cosa sia successo tra Kuroo, Akaashi e Bokuto.
Chiudo gli occhi, lasciando che la mia mente mi guidi, attraverso questo vorticare oscuro, a visualizzare ancora una volta il momento esatto in cui la prima lacrima rovente di Kuroo, ha rigato la sua guancia.
Un momento prima, i suoi occhi dorati, erano completamente asciutti, distanti e preoccupati come ogni qual volta si posano su di me, dopo che ho combinato qualcosa- almeno secondo Kuroo- e poi, un momento dopo, sono diventati più intensi, più luminosi.
Come una tavola di acquerelli: vedere le cialde secche, ammirarne le tinte e le sfumature, ma sentire che c'è un qualcosa che manca, che ti porta a chiederti:
"È questo il vero colore? È questo, o c'è qualcosa di più?"
E poi cade una goccia d'acqua, che rende tutto più brillante, più accesso.
Cade una goccia d'acqua ed il colore prende vita.
Questo è quello che è successo a Kuroo: i suoi occhi si sono finalmente accesi di una scintilla che credevo non potessero avere.
Ed era già successo, la notte del mio compleanno, quando i suoi occhi ludici, mi implorarono il perdono.
In quel momento ho sentito qualcosa dentro di me, scombussolarmi completamente.
Un qualcosa che forse mi ha reso più debole di prima, o forse, impercettibilmente più forte.
Quel qualcosa a cui non riesco a dare forma, lo sento nuovamente adesso, mentre il suo fiato mi fa correre la pelle d'oca sulla schiena, mentre le punte dei suoi capelli mi pizzicano sul viso e mentre il suo corpo caldo e grosso, è schiacciato contro il mio decisamente più minuto e debole.
Delle volte mi chiedo se sia giusto, che io abbia strappato al mondo, una persona così.
Perché da quando quel bambino dai capelli corvini, decise di aspettare con me su quella panchina, da quando poi mi resi conto che dalla finestra della mia stanza io potessi osservare casa sua, io me ne sono appropriato di Kuroo Tetsurō.
Sospiro, deglutendo un boccone che sembrava più piccolo e meno amaro, nel momento in cui lo portai alla bocca.
Ricordare il passato, ricordare quei tempi, è da sempre la causa principale del mio modo di essere.
<<Kenma...>> la voce roca di Kuroo, mi riporta con l'attenzione su di lui.
Mugugno, solo perché non sono in grado di aprire bocca, ora come ora.
Si discosta, portando i nostri occhi sullo stesso piano: sono arrossati, leggermente gonfi ma perfettamente consapevoli.
Non sembrano più tremare o esitare come prima.
L'ho immaginato, allora?
Ancora una volta, mi acciglio nel pensare una cosa del genere.
Perché la mia testa adesso, deve mettere in dubbio qualsiasi cosa: se l'ho visto, se l'ho sentito, allora è vero.
Ed io ho visto lo sguardo di Kuroo poco fa, e a conferma di questo, come ho imparato in queste ultime settimane, mi succede ciò che può essere definita come la naturale reazione che il mio corpo ha, quando mi trovo a contatto con Kuroo.
Se potessi nascondermi, in questo preciso momento, lo farei probabilmente nelle profondità dell'inferno, anche se sono certo che lui verrebbe a trovarmi anche lì, per dirmi:
"È normale avere un'erezione Kenma."
Non voglio neanche pormi la domanda, se sia normale o meno averla in un momento del genere.
<<A cosa pensi, Kenma?>> chiede lui.
Distolgo lo sguardo, cercando una risposta convincente da portegli dare.
Per quanto sangue io possa avere ancorato adesso, alle mie parti basse, l'unico pensiero che continuo a visualizzare è un qualcosa che credevo essersi dissolto nel tempo trascorso.
Ed invece mi sorprende, più vivido che mai, riprendere vita sotto i miei occhi assenti.
Quel movimento che facevano le mie tende bianche, della finestra, quando le scostavo per vedere se Kuroo stesse uscendo di casa per venire da me.
È una cosa che non gli ho mai confessato, ed è una cosa che non ho mai neanche ammesso a me stesso, e proprio adesso mi torna in mente, tormentandomi come solo i ricordi sanno fare.
Era un leggero fruscio, un morbido gesto che stonava con il bambino triste ed infelice che ero.
Eppure quel semplice accertarmi che, non fosse quello il giorno, in cui Kuroo avesse deciso di abbandonarmi, mi dava quell'istante di felicità dal sapore amaro, che ancora oggi ricordo e che mi riempie nuovamente la bocca.
E lo osservavo, mentre sulla soglia della porta lui salutava la sua mamma, che gli diceva sempre la stessa frase:
"Comportati bene Tetsurō e fai i giochi che piacciono a Kozume."
La sua testolina scura annuiva, sorrideva e rispondeva, ogni volta con:
"I giochi di Kozume sono i migliori, mamma."
Sorridevo con il cuore, ogni qual volta gli sentivo pronunciare il mio nome, in gran segreto.
Avrei voluto dirglielo, che poteva chiamarmi Kenma, ma alla fine mi trinceravo dietro il silenzio e lasciavo che mi chiamasse come tutti gli altri; anche se io, forse inconsciamente, lasciavo un'inflessione personale nel modo in cui pronunciavo il suo cognome.
Era sempre la stessa risposta quella che dava, ma l'entusiasmo che ci metteva sembrava crescere, giorno dopo giorno.
Come facesse, un bambino come lui, ad accontentarsi di giocare con uno come me?
Era silenzioso Kuroo da piccolo, questo è vero, ma lui era diverso da me: lui si nascondeva dietro il silenzio, ma dentro di se, aveva tutta la voce necessaria per urlare; mentre io sono di quel tipo nato senza.
Kuroo splendeva, già all'epoca, ed io ero accecato da quella luce.
Come poteva essere concentrata tutta dentro un bambino magrolino come quello?
Già proiettava la sua ombra ai miei piedi, e si divertiva a modellarne la forma, in modi che non mi facessero paura.
Dove la trovava tutta quella forza, per venire ogni giorno a bussare alla mia porta, ignorando il fatto che mia madre neanche gli aprisse l'uscio d'ingresso?
Non soffermandosi neanche per un attimo sui lividi che avevo, ed sui mei occhi gonfi per il pianto?
Kuroo non si faceva domande, Kuroo sorrideva, con tutto se stesso e mi guidava nella mia camera, al piano superiore, di quella casa immensa e tetra.
I miei giochi erano i migliori per lui.
Ma era vero?
Se così non fosse stato, allora perché veniva ogni giorno e pazientemente mi guardava giocare?
A lui, in qualche modo, andava bene anche così.
Non parlava molto all'inizio, mi osservava e basta.
È sempre stato attento a capire i miei bisogni, capiva quando avevo semplicemente bisogno di averlo seduto di fianco a me, e quando invece mi sentivo pronto a far uscire la voce fuori dal petto.
Era angosciante, accompagnarmi di Kuroo, perché più lo vedevo uscire di casa, e più temevo il giorno in cui non lo avrebbe più fatto.
E così, trovando dentro di me un coraggio che non credevo di avere, un bel giorno gli dissi:
<< Oggi... oggi facciamo un gioco che piace a te.>>
Il modo in cui i suoi occhi si tinsero di un tono così vivo e intenso, è ancora impresso nella mia mente.
E fu lo stesso modo, seppur in circostanze diverse, che ho rivisto oggi, dopo tutto questo tempo, nel mentre sprofondava con il viso nel mio collo, piangendo in silenzio.
Mi manca il respiro.
I ricordi mi fanno mancare il respiro.
Quel passato, quei momenti, quelle sensazioni, mi fanno mancare il respiro.
<< Kenma, tutto okay?>> chiede nuovamente, sollevandomi il viso e costringendomi a guardarlo di nuovo negli occhi.
Vorrei tornare indietro e vorrei andare avanti veloce, nello stesso tempo.
Vorrei rivivere e dimenticare quei momenti.
Vorrei ripercorrere quella via e, prenderne una totalmente diversa.
Quel groppo mi torna in gola, stringendola.
<<Si, perché?>>
Il calore della sua mano sul mio viso, il calore che il suo corpo emana, mentre sta vicino a me, mi da la stessa sicurezza che mi dava un tempo.
Quando sono tornato ad essere così patetico?
Non solo dimentico ciò che mi succede oggi, ma continuo a restare schiavo di cose che avrei dovuto già dimenticare da un pezzo ma che, invece, mi affliggono ancora.
<< Sembravi... assente. Vabene...>> dice mentre si alza e si stiracchia.
<< Vado a preparare qualcosa da mangiare, hai voglia di qualcosa di particolare?>> dice poi, tornando ad osservarmi.
C'è qualcosa di spezzato dentro di lui, anche se non riesco a capire cosa, poiché riesce a mascherarlo molto bene.
Lo vedo, me ne accorgo.
Ho imparato a conoscerlo, nonostante io sia così concentrato tu me stesso, piuttosto che su di lui, ma riesco a scorgere quella piccola crepa, dietro il suo solito sorriso.
Se mi avvicino per guardarla meglio, mi rendo conto che non è una frattura superficiale, bensì è un qualcosa che si estende fin dentro di lui.
La vedo e poi scompare.
Me ne accorgo e poi il dubbio mi assale.
Lo afferro per un attimo, e poi lui si libera della mia presa.
Scrutare dentro Kuroo, è semplice, ma lo si può fare solo per un brevissimo istante e da una strettissima serratura; un battito di ciglia e già l'immagine davanti a te svanisce, dietro le porte del suo modo di essere.
"Trattienilo, non farlo andare via.
Guarda ancora un po' dentro di lui."
Kuroo fa per la lasciare la stanza, mentre io inerme, lotto contro l'egoistica voglia di continuare ad osservare il suo viso stravolto e la luce corrosiva dei suoi occhi.
<< Kuro...>> sussurro ad un certo punto, più a me stesso che a lui.
La sua testa spunta nuovamente dalla cornice della porta, con su già quel suo sorriso che fa da schermo tra la realtà che vorrei osservare io e quella che lui mi lascia vedere: è già scomparsa, quella luce si è già dissipata.
<< Non cucinare. Ordiniamo qualcosa, qualsiasi cosa tu voglia mangiare, tanto io non ho fame.>> dico in risposta, alzandomi dal letto e accendendo distrattamente il pc.
Lui ci pensa per un attimo.
<< Kenma... non dovresti metterti al pc, dopo...>>
Ed eccolo che si blocca.
Dopo cosa?
<< Dopo?>> chiedo, stringendo il mouse con la mano destra e senza voltarmi verso di lui.
Kuroo non risponde.
<< Kuroo, dopo cosa? Ho dormito tutto il tempo.>> continuo.
Lui si avvicina a me, posando una mano sulla mia spalla.
<< Niente, niente... posso sedermi qui?>>
Il modo in cui cambia di soggetto, è sempre stato il suo punto forte, in qualunque delle nostre discussioni.
Annuisco e mi raggomitolo sulla sedia da gaming, in attesa che il server carichi una partita alla quale posso unirmi, per giocare online.
Kuroo prende posto sul letto, massaggiandosi le tempie con la mano ancora sana.
<< Non credi che sia arrivato il momento di parlare, piuttosto che continuare a dir "niente"?>> dico, senza guardarlo.
Lui si irrigidisce sul letto, posso percepirne i movimenti tesi che fa, con la coda dell'occhio.
<< Mh?>> chiede, con un tono finto innocente.
"Quanto sei furbo, Kuroo."
Sospiro.
<<Che hai combinato con Bokuto?>>
I suoi movimenti, seppur di poco, risultano più morbidi, mentre si butta sul letto e si stiracchia nuovamente, andando ad infilarsi poi una mano sotto la maglietta.
Da quando i miei occhi, indugiano sulla forma dei suoi addominali?
E soprattutto, da quando ho notato che c'è un piccolo neo, esattamente sulla parte bassa del suo bacino, vicinissimo all'elastico dei suoi boxer, che risalta poiché vi passa una vena leggermente verdastra, al di sotto?
Effettivamente so, da quando ho notato quel piccolo neo: ossia nel momento in cui non so neanche io come, ma quell'altro Kenma, si è ritrovato inginocchiato davanti a lui, con la bocca aperta e la gola in fiamme.
Era un dettaglio sul quale, anche in quel momento, mi era sembrato importante soffermarmi.
"Chissà in quante lo hanno notato, quel tuo piccolo neo illuminato da quel tenue vaso sotto pelle?"
Mi impongo di distogliere lo sguardo e di concentrarmi sulle sue parole, che gli stanno venendo fuori a fatica.
<< Uhm... come dire abbiamo discusso Kenma. Io... io ho perso la pazienza e... non volevo, te lo giuro. Non farei mai una cosa del genere... eppure è la seconda volta che non riesco a controllarmi...>>
Mentre parla si porta sul braccio sulla faccia.
Per un breve istante sento il sangue gelarsi nelle vene ed il cuore accelerare il suo battito.
Del tutto inaspettato ora, questo suo riportare alla mia attenzione quanto accaduto tra di noi.
Inattesa anche la sua scelta di parole: "seconda volta"
Un senso di inquietudine mi porta a distaccarmi dallo schermo del mio pc, per osservare meglio la reazione del suo corpo, nell'ammettere tra le righe che ancora una volta, si è ritrovato a mettere le mani addosso ad una persona importante nella sua vita, con l'intento di ferirla.
<< Non riesci?>>
È tutto quello che gli dico, mentre mordo il mio labbro inferiore.
Kuroo sospira da sotto il suo braccio.
<< Forse non ho voluto Kenma. Forse avevo bisogno di distogliere lo sguardo per un secondo, perché quello che mi stavano mostrando io... non volevo vederlo. Sono un codardo, che ha paura e che per paura ha agito...>> risponde lui, con un filo di voce.
Deglutisco.
Una parte di me vorrebbe andare a sedersi vicino a lui, per rassicurarlo come poco fa.
Un'altra perte di me, quella che predomina e che mi tiene inchiodato alla sedia, mi fa correre un brivido gelido lungo la schiena e mi fa provare un fremito di nervosismo e agitazione.
Perché Kuroo è arrivato a così tanto, con il suo sciocco amico Bokuto?
Loro passano il tempo a ridere, condividono parecchie cose, si rimbeccano e si prendono in giro costantemente.
Bokuto è quell'amico che Kuroo vorrebbe anche io diventassi, forse. Quando sono assieme è un costante lacrimare dalle risate, perché adesso le cose tra di loro sono precipitate in questo modo?
<< Prova a chiamarlo...>> dico, in modo così poco convincente che mi sorprendo di come Kuroo, non sia scoppiato a ridere.
<<Credo che... non riceverei alcuna risposta...>> sospira.
Tra di noi cala un silenzio pesante ed opprimente.
Vorrei conoscere le sue motivazioni, ma il modo in cui evita di rispondere fino in fondo certe volte, è un chiaro invito a lasciar perdere: se avesse voluto dirmelo lo avrebbe fatto già da un pezzo.
È giusto insistere ancora?
O forse dovrei semplicemente spingerlo a trovare una soluzione differente?
Se io fossi Kuroo, allora insisterei sulla prima opzione, ma essendo che il mal di testa non accenna a darmi pace, ed essendo che la sensazione che ho addosso è già pesante di per se, alla fine scelgo una via di mezzo con la seconda opzione.
<<Allora chiama Keiji.>>
Kuroo, questa volta, nonostante io abbia un tono di voce molto più serio e convincente, scoppia in una risata forzata, che mi lascia impietrito.
<<Contattare Akaashi è ancora più impensabile che contattare Bokuto.>>
<< Mh? Keiji...? Non credo... lui di soli...>>
Non faccio in tempo a finire di parlare che mi interrompe:
<< Kenma, non posso farlo.>> il suo tono non ammette repliche.
Capisco benissimo quando Kuroo è saturo di un certo discorso, perché usa sempre questo tono aspro, che ti fa seccare la lingua all'istante e ti impedisce di replicare.
Ma, sarà che io ormai ho fatto il callo alla sua voce roca, sarà che forse sono sordo e non me ne sono reso conto, che apro la bocca di nuovo:
<< Perché?>>
Semplice, estremamente troppo semplice.
Perché?
Sono tantissimi i perché a cui non riesco a dare una risposta.
Nella mia vita fino ad ora, non ce n'è stato uno a cui sia stato semplice rispondere.
Questo, è solo uno dei tanti che colleziono.
Perché Kuroo?
Perché non vuoi dirmi cosa ti prende?
Perché non vuoi essere onesto con me, che devi sempre nasconderti dietro ad una personalità che non ti appartiene?
Perché non mi mostri i tuoi veri pensieri?
Perché ultimamente sei così fuori di te?
Perché... Kuroo?
Perché Kuroo?
Perché?
<< Perché mi vergogno.
E se io adesso lo contattassi e lui dovesse rispondermi con la sua solita pacatezza, mi sentirei ancora più un verme di quanto io già non mi senta.
Era quello che volevi sentire, vero? Sei contento adesso?>>
Sono contento?
Non ho proprio idea di come sia, quando ci si senta contenti, Kuroo.
Ne ho solo un vago ricordo, per giunta sbiadito, come una vecchia fotografia.
Come se spiassi da un buco nel muro la vita di qualcun altro e mi soffermassi a pensare:
" Deve sentirsi proprio contento."
Qualcuno che, deve sentirsi proprio felice, nel mentre scarta il suo regalo di Natale, circondato dalla propria famiglia, con il camino scoppiettante alle spalle ed una musica che si diffonde nell'aria da un vecchio giradischi.
Qualcuno che, deve sentirsi proprio felice, nel tornare a casa e trovare un sorriso ad accoglierlo, dopo una lunga giornata passata con il broncio, che fa immediatamente scogliere tutte le tensioni accumulate.
Qualcuno che, deve sentirsi proprio felice, di bagnarsi i piedi nell'acqua gelida di inizio primavera, mentre cerca solamente di scattarsi una foto ricordo, in luogo a cui attribuisce un significato personale ed importante, di fianco al viso arrossato della persona con cui ha scelto di condividerlo.
Quante persone ci sono là fuori, contente proprio in questo istante?
Quante invece, non lo sono?
E quante, ancora, lo sono ma non riescono a rendersene conto?
Quanti momenti ci sono stati, in cui avrei potuto essere contento ed invece le cose sono andate diversamente?
Quante volte avrei potuto essere io, quel qualcuno per una volta, smettendo così di spiare ciò che apparteneva agli altri?
Innumerevoli volte, così tante che non ha senso neanche provare a contarle.
Non ha mai avuto senso fare il paragone tra la mia vita e quella di un qualsiasi altro bambino del mio passato, o qualsiasi altra persona che ha incrociato la mia vita ad un certo punto.
Non era colpa degli altri.
Non era neanche colpa mia.
Abbasso lo sguardo, sui miei piedi nudi sulla pelle della sedia da gaming, lasciando che in sottofondo, il silenzio creato da me e Kuroo diventi la colonna sonora giusta per la mia mente che ha preso a viaggiare.
Nuovamente mi sento proiettato nel gesto di scostare le tende, con l'intendo di spiare Kuroo uscire di casa.
È un ricordo felice, che conservo.
È un ricordo felice, che vedo mentre spio nel buco nel muro, la vita che apparteneva ad un Kuroo bambino.
Ma la felicità di quel ricordo non apparteneva di certo a me.
È una felicità che faccio mia, che sottraggo alla mia memoria, che mi inganno di vedere e di provare.
Cioè che rende felice quel ricordo, è l'espressione che si dipingeva sul volto di Kuroo, e che mi fece pensare per la prima volta, mentre l'osservavo di nascosto:
" Deve sentirsi proprio contento."
Angolino Autore:
AAAAAAAAAAAA
Quanto tempo è passato? Non lo so neanche io, ma rieccomi, e SCUSATEMI TANTO!
C'ho messo davvero tanto nel far uscire questo capitolo, ma le mie giornate in questo ultimo periodo hanno avuto un ritmo a dir poco FOLLE.
Ma andiamo con ordine:
Che ve ne pare? Dopo tutta questa attesa, spero che un pochino vi sia piaciuto...
*Va a piangere in un angolo*
Come state?
Che cosa mi raccontate?
Io ho fatto due esami, di cui uno andato bene e uno invece NO PER NIENTE, così ho dovuto rifarlo ed è andato MEH... ed ho deciso alla fine di rifiutare il voto per riprovarci poi nella sessione di Aprile.
Forse sono folle, ma ormai è andata così!
Nel mentre ho continuato con il lavoro dalla mattina alla sera.
Forse... dico FORSE, finalmente questo stressantissimo periodo è al termine, non garantisco però per le mie condizioni psicologiche... DIFATTI questo capitolo ne è la prova ahahaha. T_____T
Per farmi perdonare di questa INDECENTE ATTESA, avevo alcune idee che vi lascio qui sotto, esprimete pure la vostra preferenza (qualora ne aveste una)
1. Far uscire domani la parte 28.
Interessante si/ no?
2. Una stupidissima OS che mi era venuta in mente in questi giorni sulla IwaOi/ BokuAka, ma che ancora non ho neanche abbozzato.
Interessante si/ no?
3. Una un po' più seria KageHina, di circa 5/6 capitoli, che mi era anche venuta alla mente ultimamente ( in questo caso parliamo giusto delle prime parti.)
Interessante si/ no?
4.
Non so, scegliete pure un 4 punto che possa aggradarvi ❤️
Ho già parlato troppo, vi saluto Stelline✨
Lavienne
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