Capitolo 2 - Legami Percettibili.



Settembre, Tokyo.


IL GIORNO SEGUENTE

Kenma's POV

Mi sembra di aver chiuso gli occhi giusto 20 minuti fa, che è già ora di alzarmi.

Sento la sveglia del telefono di Kuroo martellarmi nelle tempie, mentre lui continua beato a sbavare sul suo cuscino.
Sul suo petto è comodamente adagiata anche Zelda, la mia gatta, -un ragdoll, bianco di 4 anni-.

Zelda è la mia partner di avventure per eccellenza.
Docile e mansueta, miagola poco e le basta accoccolarsi vicino a me per sentirsi apprezzata. 
Molto spesso si acciambella sulle mie gambe, mentre gioco e resta lì, addormentata a fare le fusa.

I miei genitori sono spesso fuori per lavoro, infatti, a volte mi capita di rimanere da solo per settimane intere.
Zelda è la mia compagna, che mi accoglie quando rientro a casa e lenisce un po' il mio senso di abbandono e isolamento.

Un po' come Kuroo, che quando sa che sono da solo in casa, mette le tende da me.
Preoccupandosi di farmi da mangiare e di staccarmi ogni tanto dallo schermo.

<<Kuroo... Kuroo.>> chiamo con voce impastata e stanca.

Zelda per tutta risposta solleva la testa, apre la bocca senza che un miagolio le esca davvero e abbandona il suo giaciglio.
Si stiracchia e con un balzo viene da me, sul letto.

Mi soffermo ad accarezzarla, ponendo particolare attenzione sotto al mento, il suo punto preferito per i grattini.

Lancio un cuscino in faccia a Kuroo.

<<EEEE CHE SUCCEDE...>> scatta seduto, guardandosi intorno senza capire dove si trovi.

<<Kuroo, la colazione.>> dico, rituffandomi nel letto, accogliendo Zelda tra le braccia.

Kuroo si stiracchia, mettendo in evidenza la sua accentuata muscolatura.
Sbadiglia mentre si gratta la testa, cercando la sua maglietta.

<<Che ore sono?>> mi chiede, senza guardarmi.

<<Le 6:00 del mattino.>>

Kuroo esce dalla mia camera, chiudendosi la porta alle spalle.

Senza bisogno di aggiungere altro, si dirige in cucina per preparare qualcosa da mangiare per entrambi.
Non prima però di aver fatto tappa in bagno.

Questo è il Kuroo a cui sono abituato.
Quello che vedo svegliarsi la mattina, che perde la cognizione dello spazio e del tempo.
Quello che si scrocchia e si stiracchia, con i capelli disastrosi, lo sguardo assonato che cerca un qualcosa da mettersi addosso.
Silenzioso poi, va in bagno e successivamente in cucina.

La quiete prima della tempesta.

È questo il Kuroo che preferisco.

Chiudo gli occhi per un altro po'.
Oggi mi sento particolarmente stanco, complice anche il fatto che non ho dormito neanche le mie solite 3 ore.

Quel che mi sembra un battito di ciglia, sono in realtà 35 minuti.
Kuroo viene a chiamarmi per fare insieme la colazione.
Generalmente è solito urlare dalla cucina, ma forse ha riscoperto in se un senso di buone maniere, essendo che sul divano in soggiorno c'è Shoyo.

<<Kenma, hai capito?>> mi riprende, ancora sulla soglia della porta.

Mi alzo riluttante, portando con me Zelda.

La colazione prevede:
Zuppa di miso, riso avanzato da ieri, due cappuccini, uova semi-sode e della frutta.

Non capisco perché ogni volta si ostina a preparare così tanta roba, sapendo che non mangio neanche più di tanto.

<<Qui ne lascio un po' per Chibi-Chan, per quando si sveglierà.>> dice.
Prende un pennarello nero ed inizia a scribacchiare su un post-it.

Io nel mentre verso un po' di croccantini a Zelda, la quale mi guarda un attimo stranita; generalmente la sua colazione abituale è del cibo umido, oggi però salta poiché stamattina la mia vicina- la Signora Matsuda- porta Zelda ed il suo gatto dal veterinario, che abbiamo in comune.

Quando Zelda esce di casa con lei, tende sempre a vomitare in macchina, per questo mi assicuro di non darle qualcosa che possa risultare ancora più disgustoso una volta rigurgitato.

<<Kenma... abbassa quelle gambe.>>

Roteo gli occhi al cielo.

"Dio sembra mia madre."

Kuroo mi rimbecca sempre se mi metto a tavola con posizioni strane sulla sedia.
Vuole che le gambe non si vedano dal tavolo, e che, inutilmente devo dire, io non giochi.

Posso acconsentire sul modo di sedermi, ma non su altro.

Consumiamo la colazione in relativo silenzio.
Kuroo provava a prendere parola ogni tanto, ma io di prima mattina non ho nessuna voglia di scaldare le mie corde vocali.
Lo sa bene, infatti rivolge a se stesso domande retoriche, che non prevedono una mia necessaria e forzata interazione.

Facciamo a turno in bagno, per farci la doccia.
Io vado per primo poiché non riesco ad attendere tutto quel tempo che Kuroo impiega per sistemarsi i capelli.

Mentre lo aspetto riprendo il mio salvataggio di ieri notte su DragonQuest XI.
Zelda è già nel suo trasportino, non molto entusiasta.

Apro leggermente la porta del soggiorno, per vedere se Shoyo sia o meno sveglio.
È completamente addormentato sul divano.
Vedo come respira piano, con una mano che tocca terra.
Ieri sera era davvero sfinito e adesso sembra in pieno letargo.

Non dovrei, eppure indugio più del necessario sulla sua figura distesa e semi nascosta dalla coperta.

<<Che fai, il guardone?>> la voce di Kuroo vicino al mio orecchio mi fa sobbalzare.

<<Non essere idiota.>> sussurro.

Arrossisco e chiudo rapidamente la porta.
Dandogli sempre le spalle, mi dirigo in camera mia.

Prendo un post-it e scrivo per Shoyo alcune informazioni utili al suo risveglio.
Torno di là, mentre Kuroo ha già preso Zelda, lentamente apro la porta del soggiorno e lascio sul tavolino il biglietto che avevo appena scritto.

Lancio un ultimo e rapido sguardo al viso di Shoyo.
Le sue guance paffute sono schiacciate contro la superficie morbida del divano.

Morbido contro morbido.

Piano, prendiamo le nostre borse, e gli zaini per la scuola.
Mi infilo nella tasca della borsa anche la mia console.
Racimolo qualche spicciolo dall'ingresso ed esco di casa assieme al mio amico.
Lascio Zelda al piano immediatamente sotto al mio, alla Signora Matsuda, la quale mi dice che la terrà a casa con se fino al mio rientro questa sera.

Kuroo la ringrazia al posto mio.

La signora Matsuda ha una nipote, Rika Yamamoto, che frequenta il primo anno al liceo Nekoma, che ovviamente è innamorata persa di Kuroo.

Da quando ha scoperto che io abito sopra casa di sua nonna, ogni volta che può la vedo aspettarci dietro l'angolo, per intercettare il nostro cammino.
Kuroo, da abile predatore quale è, finge sempre di non accorgersene, finendo poi per passare un braccio sulle spalle della ragazza per, come dice lui, "scortarla a casa".

Lei arrossisce e si lascia toccare.

Come tutte le donne, cade, come un frutto maturo dal suo albero, non appena Kuroo accenna ad una minima brezza.

Le vedo vibrare e tremare ogni qual volta Kuroo sfiora la sua pelle.

"Ti prometto, Kenma, che per amore di Zelda non andrò a letto con Rika."

Ricordo ancora le sue parole, in una giornata imprecisata di Marzo.

Ricordo benissimo anche quando venne a dirmi di aver baciato Rika, davanti al suo portone di casa a Maggio.

"Ma ti prometto Kenma, non incasinerò le cose con lei. Puoi star tranquillo, non succederà altro."

Nonostante dopo quel bacio lui avesse smesso di darle attenzioni, - tenendo fede alla promessa che mi aveva fatto-, lei continuava a sospirare quando lo vedeva.
Continuava a bloccarmi il ritorno a casa quando mi vedeva da solo, tempestandomi di domande alle quali io neanche rispondevo.

Era una ragazza carina, Rika; con i suoi lunghissimi capelli neri e gli occhi grandi e scuri.
Tanto carina quanto stupida, soprattutto se Kuroo era nei paraggi; si instupidiva ancora di più in quel caso.

Eppure non potevo fare a meno di sentirmi attratto dai suoi immensi occhi scuri. Forse anche per via di questa confessione, -avvenuta dopo il bacio tra di loro-, Kuroo smise di corteggiarla.

Sapeva che io non ci avrei mai combinato nulla, eppure decise di farsi da parte.

Apprezzai il suo gesto?
Non saprei dirlo, tanto anche se alla fine mi avesse confessato di averci fatto sesso per me non sarebbe cambiato nulla.

Era comunque confortante sapere che almeno una, poteva ritenersi salva al di fuori delle sue lussuriose grinfie.

Il tragitto fino a scuola prosegue come al solito.
Kuroo che viene spintonato nella metro, io che mi faccio scudo con il suo corpo, mentre gioco al cellulare.
Qualche ragazza che finge di cadere per scusarsi con lui subito dopo, completamente rossa in viso.
La classica scusa che adottano per rivolgergli la parola.

Mi ritrovo a seguire le lezioni svogliatamente, sbadigliando e guardando fuori dalla finestra.

"Chissà Zelda se ha già vomitato in macchina."

Consumo un pranzo al sacco, molto rapidamente per poi dirigermi a grandi passi al mio solito nascondiglio.

Sono già nella palestra, nello sgabuzzino, adagiato su uno dei morbidi tappeti.
Il posto perfetto per schiacciare un pisolino e giocare lontano dalla confusione scolastica.

Chiudo gli occhi un attimo, sentendo che finalmente mi si sta riconciliando il sonno che non ho avuto stanotte.

Il mio telefono vibra.
Sbuffo, imprecando a bassa voce.

Shoyo Hinata

" Mi sarebbe piaciuto venire in palestra ad allenarmi con voi, ma i miei piani sono cambiati.

Stasera prendo il treno e torno a casa.

Avrei voluto dirtelo e salutarti come si deve, mi dispiace... sono davvero di pessimo umore.

Rimedierò, in qualche modo."

Il mio cuore ha un piccolo sussulto.

"Così non va.
Non va per nulla Shoyo se ti mostri così dannatamente sincero con me ogni volta."

No, Shoyo è innamorato dell'alzatore, loro stanno insieme.

Mi perdo un momento nell'immaginare Shoyo questa mattina, indugiare e guardarsi intorno con circospezione, per l'imbarazzo.

Kozume Kenma

" Vieni in palestra proprio perché sei di cattivo umore. Il Coach Nekomata non c'è oggi."

Forse finirò all'inferno per averci provato, ma volevo davvero vedere il viso paffuto di Shoyo di "pessimo umore."

"Forse l'alzatore, se lo sapesse, potrebbe ingelosirsi..."

Scuoto la testa.

L'alzatore non ha motivo di essere geloso di me, poiché non c'è davvero nulla di male nel volerlo semplicemente vedere.

Vado nello spogliatoio a cambiarmi, in attesa di Shoyo e che tutti gli altri ragazzi arrivino per iniziare il nostro allenamento.

Shoyo arriva, e decisamente impacciato si affaccia alla porta della nostra palestra.
Non faccio neanche in tempo ad incontrare lo sguardo di Kuroo che questo si tuffa subito su di lui.
Lo prende dalle spalle e lo porta dentro, dandogli subito una pettorina.
Mi avvicino anche io per salutarlo e lui mi rivolge uno di quei suoi soliti sorrisoni.

"Accidenti a te, Shoyo."

L'allenamento procede tranquillo, tra risate e attimi in cui Kuroo vanta se stesso, sotto gli occhi concordi di tutta la squadra.

Prima della fine Shoyo annuncia di dover andare via.

"Potresti restare... solo un altro po'."

Mi sorprendo di me stesso per questo pensiero.
Mi avvicino alla porta, per parlare con lui.

Con gli occhi pieni di commozione e gratitudine si spinge ad oltrepassare una soglia, che finora era ben delineata tra di noi.
Mi stringe a se in un caloroso abbraccio.

Resto immobile per un primo momento senza capire quello che sta succedendo.
La tua testa sulla mia spalla, le sue mani sulla mia schiena, il suo petto contro il mio.

Sento il cuore salirmi in gola e sento tutta la stanchezza della giornata pesarmi come un macigno sulle gambe, che stanno per cedere.

Cerco di nascondere il mio viso nella sua spalla, ricambiando l'abbraccio.

Non avevo mai provato una sensazione del genere.
Credo che ogni pelo del mio corpo si sia rizzato e che la pelle d'oca stia scorrendo ovunque.

"Adesso un po' lo capisco, quell'alzatore."

Non ho il tempo necessario per metabolizzare la cosa come vorrei che Shoyo si stacca e mi saluta.

Gli faccio un cenno corro via, per nascondere il mio imbarazzo.
Sento lo sguardo affilato di Kuroo su di me, nel mentre fingo di prendere qualcosa dalla mia borsa a bordo campo.

Shoyo è andato via e con lui anche la mia agitazione di poco fa.

Riprendo l'allenamento con la testa più tra le nuvole di solito e Kuroo è inaspettatamente ostile con me.

<<KENMA MUOVI QUELLE CAZZO DI BRACCIA.>> mi urla.

<<MUOVITI NON STARE COSÌ IMPALATO CAZZO!>>

<<Kuroo, non c'è bisogno di urlargli in questo modo...>> prova a dirgli Morisuke.

Kuroo lo fulmina con lo sguardo, posso vedere come sia finito in frantumi il nostro libero, nel giro di pochi secondi.

Quando usciamo dalla palestra, Kuroo è di pessimo umore.
Non mi aspetta per andare nello spogliatoio, si infila per primo sotto una doccia ed esce altrettanto in fretta, sbattendo la porta.

Senza dirmi una parola.

Lo guardo andare via con un punto interrogativo sulla testa:

"Ma che accidenti gli è preso?"

<<Kenma... non badar...>> Lev prova a venire a parlarmi, ma io alzo una mano, annuendo.

So già dove vuole andare a parare, non ho bisogno di sentirgli dire altro.
Non mi interessa se Kuroo sia nervoso all'improvviso o se abbia deciso di urlarmi contro,- effettivamente avrei potuto essere più concentrato e provare a muovermi di più, prima-.

Ciò che conta è che stasera prepari la cena e che abbia smaltito questa rabbia improvvisata.

<<Ho sentito che andava verso l'aula di economia domestica.>> sento Nobuyuki sussurrare a Morisuke, dopodiché iniziano a ridacchiare.

"Che cosa ha da fare Kuroo ad economia domestica?"

Metto le cuffiette ed accendo la Switch, andando a sedermi sui gradini principali della scuola.
Non so se devo aspettarlo, non so se ha intenzione di tornare a casa assieme a me.
È andato via come una furia senza proferire parola.

Aspetto per più di 25 minuti ma di lui nessuna traccia.

Spazientito, mi tolgo le cuffie.

"Questa è la prima ed ultima volta che vengo a cercarti, Kuroo."

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