Capitolo 16 - Due Ore.
Kuroo's POV
Kenma non risponde, resta irrigidito nella medesima posizione di prima.
Prendo un respiro.
È tutto quello che avevo desiderato, sperato e fantasticato in tutto questo tempo, senza riuscire ad ammetterlo.
Lui è qui, immobile, in attesa che io faccia qualcosa con lui.
O meglio, è in attesa che io faccia qualsiasi cosa di lui.
La tua ingenua confessione di poco fa, scioglie definitivamente la cera del mio cuore.
Io ti voglio Kenma, ti voglio con tutto me stesso e solo adesso, mentre passo la mia lingua sul tuo orecchio, mi rendo conto di quanto fosse intenso, questo mio desiderio.
Il nostro incontro di stasera era pianificato a puntino: ci avevo messo tutto me stesso per organizzarti una piacevole festa a sorpresa.
Ci tenevo a renderti felice e stupirti, ma ci tenevo più di tutto, a riappacificarmi con te.
Le cose sono successe, il tempo è trascorso, le parole le abbiamo dette, non pensando che saremmo finiti così.
Neanche nelle mie più piccanti fantasie, avrei potuto immaginare una scena del genere accadermi, con tutta questa rapidità.
Sono entrato di nascosto in casa tua, sistemando il casino che avevi accumulato.
Ho spostato tutti i mobili e l'ho decorata, per il tuo 17 compleanno.
Mi aspettavo di far pace con te, questo sì, ma la situazione in cui siamo adesso, è molto più lungimirante.
Non posso fare a meno di nascondere il sorriso che ho in faccia, mentre sono sopra di te, con tutta l'intenzione di possederti completamente questa sera.
Mi sfilo rapidamente la giacca di pelle, lanciandola sul pavimento.
Sfilo la tua cravatta della divisa scolastica, lasciandola però sul letto: sono certo che ne avrò bisogno.
Mi sposto a cavalcioni su Kenma, senza poggiarmi realmente sulle sue gambe, sostengo da solo il mio peso.
Gli passo una mano dietro la nuca e lo attiro a me, iniziando a baciarlo con trasporto.
Ricambia, sin da subito.
Ricambia chiedendomi implicitamente di fare di più, con vorace bramosia, anche le sue mani indugiano sulla mia schiena.
Fremono poiché vorrebbero spingersi in altro luogo, ma esitano al contempo.
Kenma geme.
Geme per il bacio, ansima per quel contatto tra i nostri corpi e freme, con tutto se stesso poiché ignora quel che succederà nei prossimi istanti di tempo.
Kenma si lascia sfilare anche il maglioncino e sbottonare i primi bottoni della camicia bianca, al di sotto.
Sta tremando, mentre non riesce a sostenere il mio sguardo.
Con due dita, sollevo il suo mento, portando i nostri occhi ad incollarsi tra di loro.
Il mio sguardo si finge severo ma lui non è per nulla spaventato.
Scorgo dentro di Kenma una convinzione che non avevo mai visto, che mi lascia di stucco in un primo momento, ma che mi spinge subito dopo a fiondarmi sulle sue labbra ancora una volta.
Lui accompagna il movimento, succhiando il mio labbro inferiore.
Con una mano gli tiro indietro la testa, prendendolo dai capelli, in modo da fargli scoprire il collo.
<<K-kuro... anf... ahh... >> la voce gli muore in gola, mentre piega la testa di lato per permettermi di assaggiare ogni punto.
Si scopre una clavicola.
Il gusto del suo corpo è dolce e invitante.
Timido, proprio come lui, ma profondamente appetitoso.
La sua pelle è bianca, delicata e candida, come se fosse fatto di un marmo prezioso, ma al contrario del marmo scotta di ardenti desideri.
I miei baci e morsi si vedono chiaramente, poiché sensibile come è, il rossore che gli imprimo non riesce ad andare via.
Riprendo a sbottonare la sua camicia e lui nuovamente mi lascia fare.
"Che cosa stai guardando Kenma? Che non fai altro che guardare verso il basso...?"
Sposto anche io lo sguardo verso la destinazione delle sue attenzioni.
Non riesce a staccare gli occhi dal visibile rigonfiamento sulla destra dei miei jeans.
Sorrido.
<<È inutile che lo guardi.
Non lo avrai fino a quando non mi avrai pregato per averlo.>>
Sobbalza, come se lo avessi appena colto con le mani nel sacco, durante una bravata.
Arrossisce fino alla punta dei capelli, facendo confondere il rossore dei miei morsi con quello del suo imbarazzo.
<<K-kuroo... ma che cosa... d...>> nuovamente la voce gli si spezza, ma questa volta sono io ad interrompere il suo balbettare.
Gli porto una mano alla bocca, premendola forte per zittirlo.
<<Io non vedo nessun Kuroo, qui.>> rispondo, leccandomi le labbra.
Gli occhi di Kenma si sgranano, arrossati come sono.
Come se stesse cambiando nuovamente la sua personalità, la luce nei suoi occhi si fa diversa.
Più calda, più intensa.
I suoi occhi si riempiono di lacrime e mi guarda come se fosse la prima volta che mi vede.
Sembra spaventato e assolutamente non consenziente a tutto ciò.
Sento dentro di me di volermi fermare, ma lui porta una mano tremante sulla mia, per chiedere il permesso di poter parlare.
<<S-Signore... per favore.>> dice, mentre una lacrima gli scorre sul viso.
Rimango pietrificato.
Come ci riesci Kenma? Come riesci a cambiare il tuo stato d'animo così rapidamente?
La tua sottomissione di questo momento, non fa che firmare il nostro patto.
Hai scelto di essere schiavo e accetti questo ruolo.
Mi hai dato l'approvazione, nell'intraprendere questo gioco nel quale sei assolutamente coinvolto anche tu.
Hai scelto di lasciarti andare, di abbandonare il Kenma che ti stava così tanto stretto e di riscoprirti ubbidiente sottomesso, che non conosce confini.
Perché adesso sono io, con le redini in mano, che devo guidarti verso un qualcosa che non conosci, ma che ti fidi a vivere con me.
La tua piena fiducia nei miei confronti, il tuo obbedire a qualsiasi cosa io decida di fare.
Senza paura, accetti qualsiasi sia il mio operato da questo momento in poi.
Tocca a me imparare a conoscere i tuoi limiti, giudicarli secondo la mia sensibilità.
E sono io che decido, che panni vestire: se essere misericordioso con te o se, estremamente spietato.
Sorrido, nella più avvolgente eccitazione che avessi mai provato.
Tolgo la sua camicia definitivamente, scoprendo il suo petto, esile ma definito.
"Guarda un po' Kenma, allora un po' di muscoli li hai messi su anche tu."
La situazione è troppo calda per continuare a restare completamente vestito.
Mi sfilo anche la mia maglia, con un solo gesto, mentre entrambi restiamo semi nudi.
Il suo sguardo va da un muscolo all'altro del mio corpo.
Segue, desideroso di allungare una mano, una goccia di sudore che dal mio petto, si insinua fastidiosa nei miei addominali continuando la sua discesa oltre il mio ombelico.
Lo so che vorresti, ma non puoi.
Inizio a sbottonare i suoi pantaloni, posso vedere chiaramente, sul tessuto chiaro, la chiazza che il suo sesso ha rilasciato.
<<Quanto sei eccitato?>> chiedo.
Tra i suoi affanni, per il semplice gesto di sbottonargli i calzoni, non riesce a rispondere.
Afferro il suo collo, saldamente ma con gentilezza, portando il mio viso a pochi millimetri dal suo.
<<Ti ho chiesto, quanto sei eccitato?>>
Il suo sguardo è afrodisiaco, il suo modo di recitare questa parte, quasi naturale.
È immerso completamente nel parte, così tanto da confondermi: sei davvero tu Kenma o mi stai mostrando solo quello che vuoi che io veda?
<<Io... tanto... Signore.>> deglutisce con forza, avvicinando una mano tremante al mio viso, per spingermi a baciarlo nuovamente.
Lo accontento e con mia grande sorpresa, mi ritrovo la sua lingua in bocca per primo.
Calda ed invitante, si muove sinuosa nella mia bocca, ricercando in tutti i modi attenzione della mia.
Hai osservato bene, Kenma, hai messo in pratica ogni cosa che mi hai visto fare.
Il nostro bacio è finalmente scottante di passione da entrambi i lati.
Lui spinge contro di me, attirandomi sempre più vicino, mentre cerca di stendersi.
Io mi avvinghio a lui, cingendolo in un forte abbraccio.
I nostri petti si scontrano, scambiandosi calore e sudori.
Sento che se non sbottono anche i miei pantaloni, potrei esplodere.
La mia erezione fa male, confinata in quello spazio ristretto ed implora di uscire.
Mi stacco dal nostro bacio, rialzandomi, nel mentre continuo ad essere a cavalcioni sopra di lui.
Con entrambe le mani gli sfilo completamente i pantaloni, rivelando le sue mutande scure, già inumidite dal precedente orgasmo.
Il suo sesso è eretto, al di sotto dei boxer e posso scorgerne la forma e la dimensione.
Kenma si accorge di questo mio indugiare sulla sua intimità, so che vorrebbe dir qualcosa ma può.
<<Slaccia la mia cintura.>> dico infine.
Obbediente, porta le sue mani sulla mia cinta di pelle nera.
Cerca in tutti i modi di distogliere lo sguardo, ma lo vedo ansioso di sfiorare la mia intimità, nonché finalmente di sbirciare dentro i miei pantaloni.
Sfila la cinta e la lascia sul letto.
Rimane fermo, in attesa che io gli dia qualche altra cosa da fare.
<<Sbottona i miei jeans.>>
Mentre solleva nuovamente le mani, io mi abbasso, posando le mie natiche sul suo bacino.
Il contatto è improvviso e Kenma geme, nuovamente, per il peso che il mio corpo imprime sul membro, eretto.
<<Non ci pensare proprio a venire.
Adesso sbrigati a sbottare questi jeans.>>
La mia voce è dura e severa e Kenma, mordendosi il labbro per cercare di dominare le sue emozioni, porta le mani al primo bottone dei miei pantaloni.
Le sue dita sfiorano, proprio perché non potevano far altro, anche la mia erezione.
Mi lascio sfuggire un gemito anche io, poiché mi sento al limite, esattamente come lui.
La voglia di toccarmi è irrefrenabile, ma ancora più grande è la voglia di Kenma, nel mettere le mani nell'unico posto del mio corpo che, in tutti questi anni non ha mai sfiorato.
L'opera è ultimata ed io sfilo i miei pantaloni, liberandomi finalmente dal senso di oppressione che mi davano laggiù.
Kenma sgrana gli occhi, per un breve istante e poi distoglie lo sguardo, puntando verso la sua scrivania sulla destra.
È arrossito così tanto che penso che adesso possa esplodergli la testa.
"La situazione è un po' cambiata là sotto Kenma, non siamo più i bambini delle scuole elementari che facevano il bagnetto assieme."
<<Non mi dire che adesso sei intimorito... non hai fatto altro che guardarlo, desiderandolo come se fossi in calore e adesso... non lo vuoi più?!>> dico, abbassandomi su di lui, facendo scontrare i nostri bacini.
Kenma si contorce, mordendosi il labbro con forza, lasciando libero sfogo alle sue lacrime.
<< No no...io... io...>> dice, tra gli ansimi.
Passo la lingua sul suo collo ancora una volta, scendendo fino a succhiargli un capezzolo per volta.
Lo sento che è al limite, lo sento che si sta trattenendo e che sta soffrendo per questo.
<<Allora, lo vuoi o no?>> dico, mentre mi spingo con le mani sul suo elastico dei boxer.
<<Io... anf... io...>> non riesce a parlare.
<< Lo vuoi... SI O NO?>>
Mi insinuo all'interno, posando una mano sul suo sesso, teso e profondamente inumidito.
Kenma inarca la schiena.
Una scarica elettrica gli attraversa il corpo, sotto il mio tocco.
<<SI!!... Si lo voglio!!... lo voglio PER FAVORE!!!>> urla, in preda all'esasperazione.
Stringo la mia mano attorno il suo membro, facendo abbastanza pressione.
<<Non ho sentito...>> dico, mentre riprendo a morderlo, avvicinandomi al suo orecchio.
<<SI ... SI PER FAVORE... SIGNORE PER FAVORE.>>
Kenma è allo stremo.
Sorrido, ed inizio a masturbarlo.
Bastano semplicemente 3 colpi e viene nuovamente nonché abbondantemente.
Le sue gambe tremano così come la sua voce.
Il suono che emette, mi entra dentro, indelebile ed incancellabile, si imprime nel mio spirito, marchiandomi per sempre.
Mi stacco da lui, sicuro che avrebbe detto la sua parola, da un momento all'altro.
Con mia enorme sorpresa, mi guarda, ansimante e sudato.
Porta una braccio sulla sua fronte, spostandosi alcuni capelli.
Non lascia andare i miei occhi per nessun motivo al mondo, così mi rendo conto che è ancora in attesa.
"Se ne vuoi ancora, non posso far altro che accontentarti gattino."
<<Posso... posso... toccare?>> chiede all'improvviso, mentre cerca di riprendere fiato.
<<E come vuoi toccare... >> dico, prendendo una sua mano e portandomi alcune dita nella bocca.
Le succhio, con avidità, continuando a mantenere il contatto visivo con lui.
<<Con queste mani... oppure...>>
Mi chino a baciarlo con impeto per qualche secondo, tirando indietro i suoi capelli.
<<Con questa bocca?>> completo la mia frase, mentre sono ancora molto vicino al suo viso.
Lui diventa paonazzo, deglutisce non sapendo che cosa rispondere.
È una provocazione, messa in atto in piena regola, ma non riesco a trattenermi.
<<Io... Signore...>> si solleva, spingendomi ad indietreggiare un pochino.
Continua a spostare lo sguardo da me alle mie mutande, incapace di dare una risposta.
Fino a che non si alza dal letto, fa il giro e viene a posizionarsi davanti a me, o meglio alle mie spalle, essendo che sono ancora immobile sul letto.
"Vorrai scherzare...."
Impietrito internamente, lascio che lui mi volti.
Seguo anche la sua volontà di farmi alzare dal letto e di stare difronte a lui.
Mi guarda, si alza sulle punte e mi lascia un bacio sulle labbra.
Continuando a restare in attesa, di un ordine ben preciso.
<<Inginocchiati.>> è finalmente quello che gli dico, vedendo quella brama di lussuria guizzare nei suoi occhi.
Svanisce dopo poco, mentre inizia a dirmi:
<<No... non voglio...>> si stringe in se stesso, abbassando lo sguardo.
Il suo finto opporsi, mi manda in estasi ancora di più di quanto io non sia.
<<Ho detto inginocchiati.>> lo afferro per i capelli, costringendolo a guardami.
<<Inginocchiati. Ora.>> la mia voce è un sibilo.
Kenma obbedisce, mettendosi cautamente sulle sue ginocchia.
Con mani tremanti abbassa i miei boxer, scoprendo finalmente quello che aveva mangiato con gli occhi fino ad ora.
Rimane fermo, ansimante.
Posso vedere che nuovamente il suo sesso sia eretto, rinnovando l'eccitazione sia in me che in lui.
Lo prendo per i capelli, cosa che lo fa gemere, mentre gli dico:
<<Apri la bocca.>>
Obbedisce, piano, mentre accoglie finalmente la mia intimità dentro la sua calda bocca.
La sensazione di calore ed umidità, attorno ad essa, mi fa lasciare la presa per un solo attimo sulla sua testa.
La vista mi si annebbia per un po', mentre lui inizia a succhiare con forza.
Non credevo che sapesse come fare, ed effettivamente è anche abbastanza doloroso, ma sono così eccitato nel vedere che è lui, inginocchiato davanti a me che riesco a trarre piacere ugualmente da quel che sta facendo.
<<Non usare i denti...>> dico, lasciando la parola per la prima volta a Kuroo e non al "Signore."
Obbedisce ugualmente, cercando di essere più delicato, ponendo solo le labbra e la lingua ed accompagnando il movimento con la testa.
I miei occhi si ribaltano per le scariche di piacere che mi rilascia in corpo.
Lo accoglie, muovendo la lingua in modo circolare, dentro e fuori dalla sua bocca, con evidente difficoltà.
<<Apri di più.>> dico, mentre spingo il mio bacino verso la sua faccia.
Lui geme, incontrollatamente ad ogni spinta che gli dò, affondando sempre di più all'interno della sua bocca.
Implorante di aria, mi guarda, con occhi carichi di lacrime.
Poso il mio sguardo nel suo, cercando di capire le sue vere intenzioni dietro quel gesto.
Le sue mani si portano sulle mie natiche, come se volesse attirarmi ancora di più a se.
"Come desideri."
Con un gesto levo le sue mani, lo afferro per i capelli e spingo tutta la mia lunghezza nella sua gola.
Un colpo deciso, che non gli dà il tempo di abituarsi.
Lui accetta, abbassando gli sguardo che i nostri ruoli si invertano:
Non è più lui a prenderlo in bocca, sono io che gliela sto scopando.
Andando sempre più in profondità mi sento pervadere dal piacere, non riesco a smettere, volendo sempre di più.
Lui non fa nessun cenno, chiude gli occhi e lascia che tutto avvenga.
Sento di star per arrivare al culmine del piacere dopo poco.
"Che cosa dovrei fare adesso?"
Ancor prima che io riesca a fargli un qualsiasi cenno, tra i miei ansimi sempre più rumorosi, esplode l'orgasmo.
Direttamente nella sua gola, 5 fiotti caldi, gli inondano la bocca.
Lo sfilo, osservando un po' preoccupato la sua reazione.
Kenma resta in ginocchio, ingoiando e tossendo alla ricerca di nuova aria che gli rinfreschi i suoi polmoni.
Rimane in attesa, ancora.
Il suo pene è nuovamente eretto e lui non osa toccarsi.
Lo sollevo da terra, reggendolo per le natiche ed lo adagio di nuovo sul letto.
Prendo la cravatta precedentemente messa da parte, andando a bendarlo.
Il suo viso è caldo e sudato, così che il tessuto aderisce perfettamente privandolo completamente della vista.
Ansima più forte, una volta che si rende conto di non poter vedere alcunché.
Lo metto di schiena, portando le sue braccia verso dietro.
<<Signore....>> geme, mentre lo tengo saldamente dai polsi.
Afferro la mia cinta e gli immobilizzo anche i polsi, nella posizione che stavo tenendo con le mani, dietro la sua schiena.
<<No... no per favore...>> piagnucola.
Immobile in questa posizione, gli sfilo definitivamente le mutande, lasciandolo nudo esattamente come sono io.
Alla vista del suo corpo, completamente nudo posizionato quel modo sul letto, mi fa tornare nuovamente duro.
Mi distendo sopra di lui morendo e succhiando il suo collo e le sue spalle, facendo passare una mano sotto il suo ventre.
<<No... no.. ti prego... questo no!>> dice, come una supplica.
Con la mano sotto il suo bacino lo sollevo, in modo che inarchi per bene la schiena.
Le sue natiche sono sollevate mentre il suo viso è schiacciato sul piumone.
Lui ansima cercando di divincolarsi dalla cinta che gli stringe i polsi.
<< NO HO DETTO DI NO...>> non fa in tempo che l'urlo della sua voce diventa un ansimo, mentre afferro nuovamente il suo pene.
Lo sento che si scuote, lo sento gemere ancora ed ancora.
Mentre lo masturbo con una mano, lentamente, porto alcune dita in bocca per inumidirle.
Le avvicino alla sua entrata, con movimenti circolari.
Lui urla di piacere, riprendendo a divincolarsi.
<<Fermati, fermati ti prego...>> dice.
Per contro, continuo a massaggiare la sua entrata, lasciando la presa sul suo sesso e divaricando le sue natiche.
<<Kuroo non ci entrerà mai!!! Kuroo mi sfondi così... NON CI PUÒ ENTRARE MAI!!>>
"Mi hai davvero chiamato Kuroo?"
Con l'anulare leggermente spingo all'interno.
Sento i muscoli del suo ano contorcersi, accettando e rifiutando allo stesso tempo, quella prima minuscola entrata di un mio dito.
<<KUROO TI PREGO...>>
Spingo ancora un po', riuscendo ad entrare unicamente con la punta.
Kenma si contorce, mentre quel semplice contatto lo porta ad un nuovo orgasmo, che viene spinto copiosamente sul suo letto, quasi a sfiorargli il viso.
<<K-ku... Kur... anf anf... Kuroo...>>
Dice, mentre ancora geme per le scariche di piacere che il suo terzo orgasmo della serata gli regalano.
<<Bravo, godi del mio nome... urlarlo.>> gli dico mentre gli lascio una sonora pacca su una chiappa.
Lo sento boccheggiare e deglutire, deve essere stremato.
"Kenma se non dici quella parola, io andrò fino in fondo..."
Sposto le mie mani dalla sua entrata e avvicino il mio bacino.
Non ho davvero intenzione di penetrarlo, ma voglio che lo creda, seppur per un momento.
<<Kuroo... non ci entrerà mai lì dentro...>> riprende a dire.
Avvicino la punta umidiccia del mio membro alla sua entrata e lui prende ad urlare.
<<KUROO... MA VORRAI SCHERZARE PER FAVORE...>>
La voglia di entrare dentro di lui è davvero immensa, ma senza un'adeguata preparazione è davvero impossibile.
Spingo un po', giusto per sentirlo agitarsi e dimenarsi sotto di me, ancora un poco.
"Sei sadico Kuroo."
Estremamente consapevole, me lo dico da solo.
<<Kuroo... Kuroo.... ti prego...>>
<<Silenzio.>> gli dico, schiaffeggiando nuovamente la sua natica.
Lui ansima, cercando di raccogliere nuovamente la voce.
<<Verde...>> sussurra.
La sua voce è appena udibile, potrebbe andare confusa nei suoi ansimi.
Ma arriva forte e chiara alle mie orecchie.
Mi allontano immediatamente, rimettendomi le mutande a terra vicino ai miei piedi.
Kenma ricade sul letto, mentre slego la cintura dai suoi polsi e la cravatta dalla sua testa.
Si porta le mani agli occhi, mentre io prendo una coperta pulita dal suo armadio.
È completamente sudato, così come lo sono io.
Gli lancio le sue mutande e la coperta.
Lui si avvolge in essa e si rialza.
Non riesce a guardarmi negli occhi ma si mette di lato, permettendomi di poter togliere il suo piumone intriso dei nostri umori e liquidi seminali.
Una volta tolto, mi distendo sul letto in attesa che Kenma venga tra le mie braccia, coprendoci insieme con la sua coperta.
Lui arriva e si adagia, mettendo la testa sul mio petto.
Lo stringo in un abbraccio e gli lascio un bacio sui capelli.
Guardo il mio orologio sul polso:
00:30
Certo che, due ore, sono volate estremamente rapide.
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