Capitolo 14 - Conclusioni Affrettate.




*


Kuroo's POV

Come sempre la stanza di Kenma era avvolta nella penombra dei led della sua postazione da gaming.
Gliele avevo fissate io, quelle strisce luminose, che incorniciavano la sua pesante scrivania in legno.

Sono agitato, eppure sono stato qui tantissime volte.

Sono stato in questa casa, non so neanche io per quanto tempo, nelle situazioni più svariate:
Ho studiato, ho mangiato, ho dormito, ho usato il bagno in questa casa.
Ho trovato Kenma svenuto più volte, mi sono preso cura di lui quando ha avuto la febbre, ha vomitato.

Sono stato l'unica compagnia per lui, quando si sentiva abbandonato, e l'ho consolato quando soffriva tantissimo in queste mura.

Ma anche è stata teatro di risate sincere, che ci hanno portato alle lacrime, di ricordi meravigliosi ed indelebili della nostra infanzia e gioventù.
Abbiamo combinato diversi disastri e ci siamo costruiti un fortino in soggiorno mille e mille volte.

Abbiamo litigato, visto film, fatto le ore piccole e pulito tutte le volte che la sua gatta ha fatto qualche guaio.

Mi sono preso cura di Kenma, in questa casa.
Sono stato qui a discutere con lui, a prenderlo in giro, ad aiutarlo con i compiti e a fargli da mangiare.

Sento questa casa come se fosse la mia, sento la stanza da letto di Kenma come se fosse la mia.

Sono stato in questa camera milioni di volte, sono stato su questo letto altrettante volte.

Ma l'atmosfera di questa sera è unica nel suo genere.
È invitante ed afrodisiaca, come un banchetto ricolmo di leccornie.
Come la tua canzone preferita, ti invita a cantarla o ballarla, per assaporarla meglio.

Ed io voglio cibarmi di tutto questo.
Voglio cantare a squarciagola la melodia che sento nella mia testa.

Non era mai successo e sono sicuro, che se non prendo questa occasione al volo, non mi succederà mai più.

Ho visto finalmente quel suo sguardo, posarsi su di me.
Me e nessun altro.
Questa volta sono io l'oggetto della sua curiosità, del suo interesse ed oserei dire... del suo desiderio.

Mi sono sentito infervorare da un forte calore che partiva dal petto e che si irradiava dovunque nel mio corpo, non appena i nostri occhi si sono incontrati.

Quel suo timido ed innocente sguardo, come se fosse un bambino che osserva qualcosa che vuole ma che non ha il coraggio di chiedere ai genitori.
Quel suo sguardo che mi ha mandato in tilt negli ultimi mesi, che mi ha tormentato e fatto uscire di senno.
L'ho desiderato ed immaginato così tante volte, che prima di capacitarmi che questa volta fosse reale, ho dovuto guardarlo più di una volta.

Kenma stava arrossendo, nel mentre gli confidavo quello che avevo taciuto in tutto questo periodo.
Stava arrossendo e stava guardando me.

Non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che anche io potrei sentirmi attratto, nonché appagato, dal mio stesso sesso.
Se è successo tra due persone come Hinata Shoyo e Kageyama Tobio, può succedere tra chiunque, non è vero?
Loro due si odiavano, si provocavano, si detestavano e facevano di tutto per prevalere l'uno sull'altro.
Ed invece adesso si amano, si scambiano tenerezze e sguardi complici.

Come possono accadere cose del genere?
Come fanno a trasformarsi così i rapporti, tra due persone?

Più guardo Kenma, quell'indifeso e presuntuoso gattino, più mi convinco che la gelosia che ha albergato nel mio cuore in questi mesi ha delle fondamenta ben più solide, dentro di me.

L'ho preso con la forza così tante volte, nei momenti in cui giocavamo al wrestling da piccoli.
Ho sempre prevalso su di lui fisicamente, quando volevo ottenere qualcosa, senza che lui si opponesse.

Ma adesso, mi sta accordando per la prima volta un permesso speciale.
Mi sta dicendo di sì, nel poterlo sfiorare in un modo diverso, che avevo più volte fantasticato dentro la mia testa.

La sua corazza è spessa, la sua delusione profonda, il suo distacco dal mondo ovvio ed innegabile.
Ma Kenma non è solo questo:
Kenma è fragile, sincero e profondamente emotivo.
Kenma ama ed odia le sue emozioni, così tanto da esserne schiavo.
Se odia, lo fa con tutto se stesso, se ama altrettanto.
Lui non riesce a contenerle dentro di se, per questo prendono il sopravvento su di lui e lo fanno cadere in quei gravi stati di depressione.

Non posso fare a meno di chiedermi: che cosa succederebbe se per una volta, tutto il suo essere traboccasse di emozioni positive?

Sconosciute, certo, ma positive.

Kenma lo nasconde bene, cerca di celarsi o finge che io mi sia dimenticato del suo passato:
È stato un autolesionista per un tempo imprecisato.
Kenma è un masochista di prim'ordine, soffre costantemente, si sente misero e indegno eppure so che una parte di lui, molto nascosta gode di questa sua condizione.

Allora mi chiedo da un po' di tempo a questa parte, che cosa potrebbe succedere se un masochista come lui, incontrasse un perverso sadico... come me?

Che cosa potrebbe succedere, se noi oltrepassassimo questa soglia proibita?
Se ci spingessimo oltre, se abbattessimo l'imbarazzo e provassimo ad osare e peccare insieme...

Se insieme, dessimo un morso a quella mela proibita?

Che cosa potrebbe succedere, se io guidassi le sue emozioni e le incanalassi in qualcosa di diverso?

Kenma è inesperto in questo campo, mentre io potrei essere la guida di cui necessita, per non vivere più nella paura di se stesso.

Io potrei...

Potrei spingermi oltre con lui?

<<Kenma, posso baciarti?>>
Chiedo impertinente, continuando a nutrirmi di quel suo rossore che tanto sta cercando di nascondere.

Mi sporgo, per portare i nostri visi allo stesso piano, appoggiandomi sulle mie stesse ginocchia.

"Kenma se non è questo il momento, tra di noi non potrà mai succedere.
Ed io non riesco più a contenere la voglia e la curiosità dentro di me.
Ho bisogno di placare la mia furiosa gelosia ed ho bisogno di soddisfare questo stimolo, che ho in testa da troppo tempo."

Annuisce, con esitazione.

I miei occhi scintillano e lui se ne accorge rispondendo con una nuova ondata di rossore, che gli colora le guance.

"Potrei impazzire, da un momento all'altro."

Mi avvicino ancora un po' iniziando a sentire il solletico dei suoi capelli lunghi e sottili, sul viso.

<<Kuroo...>> sussurra ad un certo punto.

<<Si?>>

Posso sentire il suo fiato, uscire dalle sue narici ed entrare nelle mie.

<<Ti prego, non mi guardare.>> supplica.

È così imbarazzato che sembra sul punto di scoppiare a piangere.

<<Allora chiuderò gli occhi.>>

Vedo che anche lui, piano abbassa le palpebre e dischiude leggermente le sue labbra.
Trema come una foglia ed io, non potrei sentirmi più esaltato in questo momento.
Chiudo gli occhi e mi lancio, in questo salto nell'ignoto sperando di atterrare sul morbido.

Le labbra di Kenma sono estremamente morbide, carnose quanto basta e leggermente inumidite dalle sue lacrime.

È un delicato, impalpabile contatto che dura qualche secondo.

Se dipendesse da me e da quello che questo semplice bacio a stampo mi ha provocato, lo avrei ribaltato e sarebbe già a cavalcioni su di me mentre la mia lingua starebbe esplorando le profondità del suo esofago.
Ma, sfortunatamente, non dipende da me.

"Almeno, per ora."

Mi stacco di poco e lo guardo negli occhi, in attesa di un cenno da parte sua.

È completamente rosso in viso e sta trattenendo il fiato.

<<Il gatto ti ha mangiato la lingua?>> dico, per cercare di stemperare il suo imbarazzo.

Non risponde, ma avverto il suo cuore battere all'impazzata.
I suoi occhi sono lucidi eppure sembrano chiedermi di riprovare.

Le sue spalle sussultano, quando porto piano una mano sul suo viso, spostandogli alcuni capelli.

Lui sospira, continuando a guardami fisso.

A quel punto riprovo, dandogli un nuovo assaggio di me e prendendomi un altro piccolo pezzo di lui.

Mi sento invadere dall'eccitazione.

Appoggio una prima mano sulla sua coscia sinistra, mentre lo sento irrigidirsi per un attimo.
Si distende subito dopo, con un lieve gemito che gli esce incontrollato dalla bocca.

Che dolce suono odono le mie orecchie, Kenma?

Premo un po', sulle sue labbra, quel che basta per farle aprire ancora.
Posso sentire il calore della sua bocca adesso, accendere la mia miccia.

Sono tentato, così terribilmente tentato, che vorrei prendermi tutto e subito di lui, in questo momento.

Porto anche l'altra mano sulla sua coscia destra, reggendomi adesso in questo modo.
Il contatto lo fa sussultare ancora una volta.

Lentamente, senza che se ne accorga subito, allargo le sue gambe, così da poter scivolare tra di esse; mi spingo sempre più vicino al suo corpo tremante ed esile.

Le sue gambe sono attorno la mia vita, e con tutta questa libertà di movimento, prendo coraggio ed infilo la lingua nella bocca di Kenma.

Un brivido mi corre lungo la schiena, elettrizzando ogni pelo sul mio corpo.

Per risposta lui si aggrappa con le mani alla mia schiena.
Tiene gli occhi chiusi con forza, il suo viso è diventato purpureo.

Kenma mi lascia entrare e mi lascia ispezionare il suo interno, incapace di ricambiare l'ardente bacio che gli sto dando.

Devo cercare di contenere la foga che vorrei imprimere in questo bacio.
Sto perdendo la testa, sempre di più ogni qualvolta che la mia lingua incontra la sua.
Il sapore di Kenma mi pervade, stimolando la mia secrezione salivare.

"Gattino, mi stimoli l'appetito più di qualsiasi altra cosa al mondo."

Mi piacerebbe se anche lui muovesse la sua lingua, ma a quel punto sarebbe chiedere troppo.

Il suo respiro è più affannoso, mentre piano, inizia a muovere le labbra, accompagnando il movimento delle mie.
Si unisce alla danza che io stavo guidando, imparando ed imitando da quello che gli stavo insegnando.
Seguendo i miei passi ricambia quel bacio, mettendoci un trasporto che mi lascia impietrito.

I suoi muscoli si distendono, l'imbarazzo sembra essergli passato e potrei addirittura affermare che stia iniziando a piacergli.
Mi chino su di lui ancora un po', cingendolo sulla vita.
Stringe le sue gambe attorno al mio bacino e le braccia attorno al mio collo, impercettibilmente mi attira a se.

"Se mi vuoi, non devi far altro che prendermi."

Il nostro casto bacio inizia a diventare qualcosa di molto più intenso, che mi mette in subbuglio le budella e mi affanna.

Mi sento così piacevolmente confuso.
Un vortice di emozioni inizia ad annodarsi al mio stomaco.
Sento, inevitabilmente, i pantaloni stringermi sul cavallo ed un calore risalirmi dal basso ventre.

Spingo piano Kenma con la schiena sul letto, mentre le sue gambe sono ancora alzate.
Lui si lascia condurre in questa nuova posizione, senza protestare o fermarmi in alcun modo.
Si fida nel lasciarmelo fare.

Sono disteso così, su di lui, mentre continuo a baciarlo con trasporto.
Vorrei spingermi di più, ma con Kenma è bene adattarsi ai suoi tempi.
Le sue mani accarezzano le mie scapole, inarcate mentre mi reggo con gli avambracci sopra il letto.
Indugia piano, fino a toccarmi la base del collo e la nuca.
Arriva ad accarezzarmi l'attaccatura dei capelli per poi affondarci le mani.
Mi attira a se, inconsapevolmente, facendo sfuggire anche al mio controllo un gemito di piacere.

Le sue mani sono delicate, il suo tocco è esitante.
Inesperto e curioso, proprio come un piccolo micio, esplora ed impara rapidamente, sperimentando con me questa sua prima esperienza.

Lo sento gemere e chiedere aria, ma non posso staccarmi, non posso dargli neanche un momento respiro, poiché so che se dovesse staccarsi ora non mi permetterebbe di avventarmi nuovamente su di lui in questo modo.

La mia mente, dopo un iniziale momento di annebbiamento è estremamente lucida.
Sa benissimo dove vorrebbe arrivare ma sa anche che con Kenma è diverso, sa che deve trattarlo differentemente da come ha fatto finora.

La mia mente lo sa ed il mio cuore me lo impone.

Kenma è la persona che ho più cara nella vita, e anche se le mie pulsioni istintive mi spingono in una direzione, quello che provo per lui mi frena in ogni modo.
Devo contenere le emozioni, devo contenere l'eccitazione.
Devo dare il tempo, devo guidarlo ma non devo schiacciare sull'acceleratore all'improvviso.
Deve essere un graduale crescendo che gli possa dare modo di abituarsi alla musica che sta ascoltando.

Kenma deve sentirsi completamente coinvolto, completamente al sicuro, solo allora si lascerà andare.
Ed io non aspetto altro che questo.

Sollevo un ginocchio, mettendolo sul letto per cercare di star più comodo.
La mia gamba poggia contro le sue natiche, il mio bacino si spinge leggermente contro il suo, per un fugace attimo.

Tutto accade in una frazione di tempo così breve, da non lasciarmi il tempo di realizzare che cosa stia succedendo.

Sento Kenma sotto di me contorcersi, le sue mani mi tirano i capelli e lui, semplicemente geme un orgasmo che non avevo visto arrivare.

"Io... ma... che cosa è appena successo?"

Si stacca da me e si copre la faccia con le mani, come se volesse tirarsela via e nasconderla per sempre alla mia vista.

Sono interdetto e confuso.
Lo guardo, senza capire cosa fare e senza sapere che cosa dirgli.

La mia bocca è semi aperta, mentre sono ancora su di lui.

Io sapevo che Kenma non era solito concedersi ai piaceri dell'autoerotismo.
Sapevo che non si era mai masturbato e che, delle volte, lui avesse inavvertitamente eiaculato nel sonno.
Può succedere.
Ma ciò che non mi aspettavo era che lo facesse adesso, dopo qualche minuto in cui lo stavo baciando con passione.

Si volta di lato, continuando a nascondere il viso.

<<Kenma...>> provo a dire.

<<KUROO STAI ZITTO E LEVATI.>>

La sua voce è carica di frustrazione e di vergogna.
Non posso che sentirmi divertito per come le cose si siano così rapidamente evolute.

Mi solvevo, uscendo dalle sue gambe e sdraiandomi sul letto accanto a lui.
Lui si raggomitola e mi volta la schiena.

Se lo conosco bene, adesso starà morendo di vergogna e starà meditando se uccidere se stesso per essere venuto in quel modo, o se uccidere me per averlo visto, nonché provocato.

<<Ehi...>> mi faccio avanti nuovamente, sfiorando la sua spalla con la mano.

<<KUROO TI PREGO NON DIRE NULLA.>>  urla nuovamente.

Una risatina riempie il nostro silenzio.

<<NON RIDERE CAZZO.>>

<<Okay non rido, hai ragione.
Ma sappi che... non c'è nulla di cui vergognarsi...>> dico, posando definitivamente la mia mano, che era ferma a mezz'aria sulla sua spalla.

Sussulta, ma con mia enorme sorpresa non si scansa.
Penso che il cuore stia per esplodermi dalla gioia.

<<Kenma... dai, ti posso assicurare che è normale.
Succede.
E succede più spesso di quanto tu possa credere.
La statistica afferma che...>>

<<Kuroo, non me ne frega un cazzo delle tue statistiche!!>>
<<Dio... vorrei solo morire in questo preciso istante.>> dice, disperato.

<<Kenma, dai voltati... avanti.>>

Lo giro, prendendolo dalle spalle.
Continua a mantenere le mani sul viso, per non incontrare il mio sguardo.

Mi avvicino per togliergliele e dopo un po' di resistenza finalmente scopre il suo volto imbarazzato, dello stesso colore di un peperoncino.

<<Applepi, guardami, sul serio sto dicendo. Dai, forza.>>

I suoi occhi ambrati sono arrossati per le lacrime.
Se potesse sprofonderebbe nell'abisso più oscuro, nascosto nel più remoto angolo dell'universo.

<<Non te ne devi vergognare. Può succedere, anzi a me... ha fatto piacere che sia successo.>> gli dico, guardandolo teneramente.

<<Kuroo sei un bugiardo. Mi sento così in imbarazzo...>>
Prova a riportare le mani sulla sua faccia ma io lo trattengo dai polsi.
Mi solvevo un po', per guardarlo negli occhi, nonostante lui stia voltando il viso in ogni direzione possibile, pur di evitare il mio sguardo.

<<Kenma, fidati di me.
Sono serio.
È logico per te, non hai mai avuto un contatto di questo tipo con nessuno.
È perfettamente normale, dal momento che, neanche ti masturbi con regolarità.>>

Lui sbuffa, alzando gli occhi al cielo.

<<Perché ogni cosa che dici deve sembrare un trattato scientifico? Lo so che ti stai prendendo gioco di me.>>

<<Forse un po'... >>

Ed eccolo che inizia a dimenarsi per sfuggire nuovamente al dialogo.

<<No no... dai scherzavo. No Kenma, no.
Ti confido che anche io ero eccitato.>> replico.

<<Non ti credo.>>

A quel punto un sorriso sornione mi compare sulle labbra.

<<Puoi constatare tu stesso, se vuoi. Bhe adesso ha perso un po' del suo effetto... ma puoi sempre...>>

<<CHE CAZZO KUROO NO!>>

<<E allora fidati di quel che ti dico.
È normale che, baciando una persona con quel trasporto... tu abbia un erezione.
Ti ripeto, è successo anche a me.
Il resto è questione di allenamento.
Ma sono sincero, quando ti dico che mi ha fatto piacere, che tu sia venuto grazie a me.>>

Gli accarezzo una guancia, mentre lui mi guarda malissimo.

<<Non so se stai cercando di farmi sentire meglio o se stai vantando le tue doti, ancora una volta.>>

<<Decidi tu che cos'è...>>
Ricado sul letto a pancia in su, stiracchiandomi le braccia verso l'alto.

Kenma si volta verso di me, distendendo le gambe.

<<A me è piaciuto molto baciarti Kenma.>> gli dico.

<<Mhh.>> mugugna lui.

Non credevo che sarei riuscito ad ammetterlo con tutta questa facilità.
Baciare Kenma è stata come la naturale conclusione del nostro rapporto, qualcosa di cui avevo bisogno da tempo, ma di cui fino ad ora ne ero all'oscuro.

<<Come ti senti?>> gli chiedo, infine.

<<Bene, credo...>>

I gatti, si sono acciambellati entrambi dentro la nuova cuccetta di Zelda.
Sorprendentemente Zelda lo ha accettato subito, a tal punto che già condivide il suo territorio con lui.
Stretti l'uno all'altra, sonnecchiano.

Mi avvicino anche io al micetto che ho di fianco.

Lui solleva il capo ed io faccio passare un braccio al di sotto; lo cingo così in un sentito abbraccio.
Si lascia stringere, ricambiando perfino con una mano sulla mia schiena.
Il suo corpo, esile e caldo mi era mancato in questi mesi.
Tutto di lui mi era mancato.

La soglia tra di noi è stata oltremodo varcata, ed adesso non c'è modo di tornare indietro.
Posso solo guardare in avanti, fantasticando su che cosa e quando succederà, nuovamente.

Kenma mi infiamma.
Kenma mi accende.
Kenma mi stuzzica.

Kenma mi piace, e pure tanto.

Kenma deve essere mio.

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